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esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Vittorio Alfieri, Bruto secondo, 1789

concordanze di «mio»

nautoretestoannoconcordanza
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alcun lo ascolta. — È mio parere, o padri, ¶ che
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si ascolti. — ¶ Preaccennare il mio parer frattanto ¶ piacemi, ed
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il dolce pianto sul mio ciglio. ¶ Sempre il pubblico
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parlo; e al canuto mio crine ¶ creder ben puossi
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creder ben puossi. Il mio parlar non tende, ¶ né
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di labro, ora il mio esemplo siegua. ¶ Fra i
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Roma; cagion del non mio amarti, sola: ¶ te non
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i cuori? Infra il mio dire, ¶ e il favellar
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affido io, sì, nel mio sublime tema, ¶ ch'armi
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Ove un brando, ¶ questo mio solo, e la indomabil
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udiam, s'ei dal mio dir dissenta. ¶ SCENA III
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Cesare amico, ¶ al cor mio schietto or più terror
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del magnanimo Tullio, al mio disegno ¶ si apponga in
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di Bruto? ¶ Bruto ¶ Il mio? — Nessuno, ¶ per or, di
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fia vano poscia ¶ il mio, scerrò pur sempre il
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gran macchia ¶ è il mio vivere a Bruto; ma
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benefici altrui: ¶ ma il mio dover, e la mia
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smarrire. O che il mio dire è un nulla
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e calde ¶ trar dal mio petto, e sì veraci
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salda prova ¶ questo disegno mio, parmi, saranne. — ¶ Ma, se
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ciò: d'ogni oprar mio ¶ qui poi darovvi pieno
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è tal l'animo mio. Mi tragge ¶ or contra
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te voglio ¶ al fianco mio. Giovarmi in altra guisa
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Terrore? ¶ Non che al mio cor, non è parola
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questa, ¶ nota pure al mio orecchio. ¶ Bruto ¶ Ignota ell
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qual fora ¶ l'alto mio mezzo: in cor tu
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e possanza: al cessar mio, ¶ ammenderai di mie vittorie
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quindi ho scelto, ¶ in mio pensiero, alle sue interne
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che figlio, ¶ o Bruto mio, mi sei. ¶ Bruto ¶ ... Non
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cangiarti affatto in favor mio. ¶ Bruto ¶ Cangiarmi ¶ puoi, se
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Cesare ¶ ... O Bruto, ¶ nel mio contegno teco, e ne
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detti, e nel tacer mio stesso, ¶ di', non ti
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Cesare ¶ Tu nasci ¶ vero mio figlio. ¶ Bruto ¶ Oh ciel
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Ah! vieni, ¶ figlio, al mio seno... ¶ Bruto ¶ Esser potria
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tuo core, e il mio ¶ vil nascimento, era pietà
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non sforzarmi a reputar mio vero ¶ genitor solo quel
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che il solo ¶ figliuol mio da me vinto or
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inaspettata io trovo ¶ nel mio sangue; a lavarla, io
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più sublime assai del mio, mi è dato ¶ di
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prova, ma certa, il mio coraggio appieno ¶ non ebbi
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e imperturbabilmente sopportata ¶ dal mio cor, benché infermo il
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gli arcani ¶ di Bruto mio». ¶ Cimbro ¶ Qual donna! ¶ Cassio
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io quindi, ¶ quasi a mio tutelar Genio sublime, ¶ prostrato
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l'aspre tempeste del mio cor le narro. ¶ Piange
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le narro. ¶ Piange al mio pianger ella; ma il
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non volli, ¶ che del mio stato orribile accennarvi ¶ la
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dolore, ¶ il disperato dolor mio torrammi ¶ poscia, pur troppo
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sposo; ¶ del gran Caton mio suocero, l'amico ¶ era
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dolor del tristo nascer mio: ¶ tutto ei sanno. Favella
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fin, ch'ardo in mio core al paro ¶ di
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ai padri è il mio parlar; ma tosto, ¶ d
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gioia ¶ Cesare ¶ ... Bruto è mio figlio, è ver; l
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nobil, bollente spirto, ¶ vero mio figlio, è Bruto. Io
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il ben che in mio poter per ora ¶ non
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Cesare ¶ Or basti. Al mio cospetto ¶ tu, come figlio
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irrevocabilmente ¶ ho fermo in mio pensiero. All'alba prima
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e Casca: al fianco mio Bruto starassi. ¶ Spenti i
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dell'acciaro al petto mio la punta: ¶ morire io
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disvelare a voi? — Vero mio padre ¶ Cesare m'era
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sospeso stava il tremante mio braccio... ¶ Popolo ¶ Oh virtù