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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Egisto Roggero, Komokokis, 1902

concordanze di «mio»

nautoretestoannoconcordanza
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1902
tu sei proprio il mio buon camerata Edoardo Carot
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ossa, – gridò allegramente il mio amico, – e per soprappiù
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un sospiro l’ottimo mio camerata di parecchi anni
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ad un tratto il mio amico. ¶ Lo guardai desolato
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Ad un tratto il mio amico ruppe il silenzio
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lo comprendi.... ¶ — Ah, quel mio caro zio!... ¶ — Ricordo infatti
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beni immobili che il mio buon zio ha pensato
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e le porte del mio bel paese, al quale
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aveva risposto imprudentemente il mio amico Eduardo. ¶ Al nome
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Turras, luogo che al mio orecchio suona perfettamente nuovo
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se questo è il mio ideale! – gridò Jean Bonnin
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breve osservazione. ¶ Io, vinto, mio malgrado, dal frastuono monotono
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Erano le Alpi. ¶ Il mio amico Edoardo guardava, come
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poesia che parlava al mio cuore della cara patria
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buon signor Tommaso.... ¶ — I1 mio buon zio. ¶ — Lo diceva
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stato previdente, – notò il mio amico, – giacchè il buon
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che mi facea pensare, mio malgrado, alle gravi lotte
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solo suo aspetto. ¶ Il mio caro Edoardo non riusciva
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ascensione avevano prodotto nel mio giovane e sano stomaco
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il castello ereditato dal mio amico, se fosse stato
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Bonnin, e afferrato il mio pane se lo cacciò
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Perchè poi al signor mio zio sia saltato in
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esclamato più volte il mio amico. ¶ — Non te ne
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Mai. ¶ — È strano. ¶ — Ma mio zio era un tipo
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quel bizzarro tipo di mio zio con queste sue
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vigore e coscienza del mio intelletto. Provi colui che
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momento di scherzare, amico mio. ¶ — Hai ragione. Proseguiamo piuttosto
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testamento o altrove? ¶ — Mah! mio zio, te l’ho
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spiegai ad Edoardo il mio piano. ¶ Noi ci saremmo
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gita al Castellaccio che mio zio ha voluto lasciarmi
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mi dite nulla!... ¶ — Amico mio, – rispose Edoardo, – ormai è
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ritornar su.... vi prego, mio ottimo Jean Bonnin, di
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Bonnin, di prendere a mio nome consegna di Saint
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Saint-Malin.... sino al mio ritorno. ¶ — Sarete contentato, – disse
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io caddi confusamente sul mio compagno. ¶ Precipitammo nel vuoto
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idea terribile attraverso il mio spirito. ¶ Se il condotto
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abbandonarono.... ¶ Caddi svenuto sul mio compagno. ¶ Come ho detto
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sussurrare all’orecchio il mio nome. ¶ Apersi gli occhi
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La luna?... – disse il mio amico. – Ah! Tu credi
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la mente. ¶ — Perdonami, amico mio.... lasciami riordinare le idee
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è proprio così, amico mio. Ti ripeto che ho
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caduta.... mentre durava il mio svenimento.... tu eri ben
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più che posseggo il mio famoso scudiscio dal manico
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che siamo digiuni! ¶ — Il mio stomaco è saldo come
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un macigno. ¶ — Così il mio. ¶ — Che sia un effetto
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Fu Federico Weidlich, amico mio, un invalido marinaio che
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mormorava: ¶ — Ma dove siamo, mio Dio, dove siamo? ¶ Edoardo
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un brivido tutto il mio essere. ¶ — Edoardo... – mormorai. ¶ Egli
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udiva. ¶ — Edoardo! – ripetei. ¶ Il mio amico si volse a
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mormorò. ¶ — Edoardo, – ripresi, anelante mio malgrado, – io penso.... una
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spalla. ¶ — Quest’idea.... amico mio.... è balenata anche a
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La mia ragione.... il mio cervello che sento ancora
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queste mie mani.... questo mio corpo.... non è di
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fortemente agitato. ¶ — Calmati, amico mio.... noi non siamo moralmente
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mie mani toccavano, il mio cuore batteva ancora, il
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cuore batteva ancora, il mio sangue circolava e il
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volete? ¶ Risposi io nel mio povero latino: ¶ — Padre.... – ed
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un tratto Edoardo al mio orecchio, contemplando anche lui
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tutto il corpo del mio amico era luminoso – e
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si faceva padrona del mio cervello, mentre un ignoto
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cuore per tutto il mio essere. ¶ Feci noto ad
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di sapere.... e il mio amico vi dirà in
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parecchie situazioni, senza il mio aiuto.... ¶ — Noi ci affidiamo
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vanamente sarebbe finito pel mio corpo (non per la
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segnasse la fine del mio corpo! Perdetti i sensi
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col quale chiamarvi.... ¶ — Il mio nome.... di lassù ormai
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ve lo dirò. Il mio nome di quaggiù è
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Egli, ora, più che mio amico e Maestro, fratello
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nuove massime che pel mio spirito inquieto di uomo
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vostro essere, ad un mio cenno, in vapore. ¶ — In
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con questa scappata del mio buon amico Edoardo finì
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globo io e il mio amico Edoardo ricordavamo. ¶ Ma
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analizzando io e il mio amico, quanto venivamo conoscendo
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simile aveva proferito al mio orecchio, ritornava a molcere
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ritornava a molcere il mio udito come in sogno
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strana cosa apparve al mio sguardo. ¶ L’aria luminosa
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che tu dici, figliuol mio, – rispose calmo Kalika, – ma
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intorno. ¶ Ah! come il mio amico aveva saputo divenir
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soggiunsi, quasi pur iscusarmi, mio malgrado, – ma.... prima debbo
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Che cosa? – Domandai, trasalendo, mio malgrado. ¶ — Ora no, – rispose
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si era trasformato il mio amico in que’ tre
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mie vene e nel mio cuore, perch’io potessi
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ma è stato il mio amico. Andava al Tempio
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manina di lei sul mio cuore. ¶ — Non so, ma
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sospiro. ¶ — Evvia! – esclamai, – il mio buon Edoardo! tu non
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dunque cotesto? – mormorai. E, mio malgrado, l’atteggiamento e
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te.... ¶ — Bambina! – mormorai trasalendo mio malgrado. ¶ — Qualcosa di straniero
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devi sapere, che è mio dovere che tu conosca
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dunque.... ciò che il mio cuore diceva.... era vero
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E si reclinò sul mio petto, come i candidi
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me le membra ribelli, mio malgrado. ¶ * ¶ Sentii toccarmi lievemente
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figura ch’era al mio lato io riconobbi subito
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tuo bene. ¶ Titubai. ¶ — Pel mio bene? ¶ — Sì. ¶ — Come lo
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ho potuto convertirmi, amico mio, come tu hai tatto
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tu non sai, amico mio, tu non sai tutto
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temeva! ¶ — Ah, sì, amico mio. Ed è qualcosa di
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tutto saprà. ¶ — Ahimè! amico mio! ¶ — Ma perchè temi tanto
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più che sorge nel mio animo una idea. ¶ — Un
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evanescente abbandonarsi dolcissimamente sul mio petto.... ¶ E posai un
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è di nuovo? ¶ — Amico mio, – rispose egli, dopo un
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Gli hai parlato del mio amore? Della mia decisione
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di perderla! ¶ —– Ma amico mio! ¶ — Abbandonarla? impossibile! Ella ormai
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miei occhi, davanti al mio cuore, alla mia mente
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mente, a tutto il mio essere, non v’è
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sei perduto. ¶ — No, il mio amore ci salverà. ¶ — Lo
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ma sento che il mio amore deve trionfare.... e
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appariva assai turbato. ¶ — Amico mio, calmati, – mi rispose, – e
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crudele legge, superiore al mio amore, s’imponeva ad
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stesso. La nostalgia del mio mondo, il desiderio della
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io avrei condotto il mio amore, la mia Kamelia
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quelle fragranze!... ¶ E il mio sogno galoppava così; una
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braccia. ¶ — Anzitutto calma, amico mio, ci vuol calma, – disse
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fermamente, – è inutile. Il mio partito è preso. Io
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mi ama.... arde del mio ardore.... è mia e
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con effusione. ¶ — Grazie, amico mio non ne dubitavo punto
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fare a me, amico mio. Io parlerò alla mia
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guadagnerai con me il mio mondo, comprendi? il mio
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mio mondo, comprendi? il mio bel mondo dove regna
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tu non conosci, il mio mondo ove tra i
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tutte le donne del mio mondo t’invidieranno.... Tu
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affrettati e decidi, amico mio; qui non è più
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conosce? ¶ — Troppe chiacchiere, amico mio! tu ci fai perdere
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parve comprendere e al mio fianco, quasi di corsa
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di corsa, seguì il mio cammino. ¶ Dopo pochi istanti
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ci attendeva. ¶ — Coraggio amore mio, – le sussurrai, – affidati a
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posar la testa sul mio seno. ¶ Sotto di noi
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palpitato.... ¶ La serrai al mio cuore: e in quell
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stato, – sospirò malinconicamente il mio amico. ¶ — E ritornerai ad
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si teneva stretta al mio petto, e io sentiva
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cuore battere precipitoso sul mio. ¶ Una forza arcana mi
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si lasciava cadere al mio fianco, ansando, affranto, ma
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funghi? ¶ — Ma perdonami, amico mio, – esclamai, – tu scienziato, dottore
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dolce pressione stringersi sul mio seno. Era Kamelia che
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strinsi senza parlare al mio cuore, e quella stretta
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Kamelia, sempre stretta al mio fianco, ed anch’ella
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le gambe. ¶ Compresi. ¶ Il mio amico voleva dire tuffandosi
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barca – Kamelia sempre al mio fianco – e dopo pochi
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Sono stanca, – mormorò al mio orecchio Kamelia con voce
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tanto stanca! ¶ — Coraggio, amor mio, coraggio, – le mormorai, – sento
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la strinsi teneramente al mio cuore. ¶ E Kamelia si
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Kamelia che abbandonata sul mio petto mi parve svenuta
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sopra di me. ¶ — Amico mio, sei sveglio? – mi gridò
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fondo della barca. ¶ Il mio primo pensiero fu per
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la copersi bene col mio mantello. ¶ Poi mi guardai
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Ed esulta pure, amico mio! questa è la luce
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scivolavamo, fe’ sfuggire al mio caro amico un’esclamazione
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nostra mente. ¶ Poi il mio pensiero corse a Kamelia
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guardava impietrito, mormorò al mio orecchio: ¶ — La vedi dunque