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Giacomo Leopardi, Canti, 1837

concordanze di «mio»

nautoretestoannoconcordanza
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1837
italici petti il sangue mio. ¶ Dove sono i tuoi
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molle ¶ Fosse del sangue mio quest'alma terra. ¶ Che
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opra vostra il canto mio, ¶ Sedendo u' vostro ferro
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dal veder peggio. ¶ Vittorio mio, questa per te non
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lena ¶ Roma avrà dal mio sangue, e tu mi
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antica ¶ Rendi allo spirto mio; se tu pur vivi
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alunni ¶ Medita il petto mio. Dirò siccome ¶ Sedente, oscuro
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il puro seno, al mio ¶ Lubrico piè le flessuose
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si volvesse ¶ Il ferrigno mio stame? Incaute voci ¶ Spande
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contendo, ¶ Che dicevi, o mio cor, che si partia
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siam nui! ¶ Solo il mio cor piaceami, e col
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cor piaceami, e col mio core ¶ In un perenne
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Alla guardia seder del mio dolore. ¶ E l'occhio
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affetto, ¶ Spira nel pensier mio la bella imago, ¶ Da
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Al tuo costume il mio! Sollazzo e riso, ¶ Della
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romito, e strano ¶ Al mio loco natio, ¶ Passo del
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natio, ¶ Passo del viver mio la primavera. ¶ Questo giorno
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s'annega il pensier mio: ¶ E il naufragar m
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noverar l'etate ¶ Del mio dolore. Oh come grato
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più sconsolato il dolor mio. ¶ Ma sei tu per
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lungi volasti ¶ Dal petto mio, che fu sì caldo
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accorsi, e il viver mio ¶ Fortuna avea già rotto
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palpitar si move ¶ Questo mio cor di sasso: ahi
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moto soave al petto mio. ¶ O cara luna, al
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umani aspetti al guardo mio. ¶ Or sempre loderollo, o
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Dar possa il labbro mio. Premio daratti ¶ Chi può
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lieto apparmi ¶ Questo feral mio dì. Pesami, è vero
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In tutto il viver mio? Grazia ch'ei chiegga
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ti fu l'amor mio per alcun tempo; ¶ Non
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Che governa il cor mio, se non l'avesse
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morir. Morrò contento ¶ Del mio destino omai, né più
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immagine si parte ¶ Dal mio cor finalmente. Addio. Se
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fu quest'affetto, al mio feretro ¶ Dimani all'annottar
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stanza ¶ Verrà lo spirto mio. Già sul novello ¶ Aprir
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vera e quale il mio pensier ti pinge, ¶ Alcun
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nomiam, come sopporti, ¶ Pepoli mio? di che speranze il
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ignoto e strano; ¶ Del mio solo conforto allor mendico
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novo stato, ¶ Quando al mio cor gelato ¶ Prima il
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pure invano ¶ Al duro mio sopor. ¶ D'ogni dolcezza
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turbato, ¶ Ma placido il mio stato, ¶ Il volto era
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termine ¶ Avrei del viver mio; ¶ Ma spento era il
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quegl'ineffabili ¶ Giorni, o mio cor, traevi, ¶ Che sì
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a voi negato ¶ Questo mio cor non è? ¶ Siete
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il monte; ¶ Parla al mio core il fonte, ¶ Meco
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E come al guardo mio ¶ Cangiato il mondo appar
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la speme, o povero ¶ Mio cor, ti volse un
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il sen. ¶ Da te, mio cor, quest'ultimo ¶ Spirto
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ardor natio, ¶ Ogni conforto mio ¶ Solo da te mi
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carte, ¶ Ove il tempo mio primo ¶ E di me
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Felicità fingendo al viver mio! ¶ Ignaro del mio fato
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viver mio! ¶ Ignaro del mio fato, e quante volte
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mi tenga in cor mio, sebben di fuori ¶ A
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M'era, parlando, il mio possente errore ¶ Sempre, ov
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sebben deserto, oscuro ¶ Il mio stato mortal, poco mi
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a quel caro immaginar mio primo; ¶ Indi riguardo il
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Indi riguardo il viver mio sì vile ¶ E sì
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Consolarmi non so del mio destino. ¶ E quando pur
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straniera valle, e dal mio sguardo ¶ Fuggirà l'avvenir
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speme e il dolor mio. Poscia, per cieco ¶ Malor
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parlar? caduta forse ¶ Dal mio pensier sei tu? Dove
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I giorni tuoi ¶ Furo, mio dolce amor. Passasti. Ad
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tu passasti, eterno ¶ Sospiro mio: passasti: e fia compagna
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fia compagna ¶ D'ogni mio vago immaginar, di tutti
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ove tende ¶ Questo vagar mio breve, ¶ Il tuo corso
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sei, ¶ E forse del mio dir poco ti cale
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giri, ¶ Che dell'esser mio frale, ¶ Qualche bene o
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all'altrui sorte, il mio pensiero: ¶ Forse in qual
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tua vita. ¶ Godi, fanciullo mio; stato soave, ¶ Stagion lieta
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la vita al guardo mio! ¶ Che intollerabil noia ¶ Gli
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l'usata errando, ¶ Il mio terreno stato ¶ E tutto
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tu per certo, o mio pensier, tu solo ¶ Vitale
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tu le penne al mio pregar dispieghi, ¶ Erta la
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flagellando si colora ¶ Nel mio sangue innocente ¶ Non ricolmar
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poserai per sempre, ¶ Stanco mio cor. Perì l'inganno
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ASPASIA ¶ Torna dinanzi al mio pensier talora ¶ Il tuo
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raggio ¶ Divino al pensier mio. Così nel fianco ¶ Non
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sole. ¶ Raggio divino al mio pensiero apparve, ¶ Donna, la
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Inspirasti alcun tempo al mio pensiero, ¶ Potesti, Aspasia, immaginar
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bella tanto, ¶ Al parer mio, che tutte l'altre
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or sepolcro, ha nel mio core. ¶ Quella adorai gran
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spontaneo porsi ¶ L'indomito mio cor. Narra che prima
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ultima certo, il ciglio mio ¶ Supplichevol vedesti, a te
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Creder comune, e del mio mal consorte ¶ L'umana
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alto ¶ Saver del secol mio. Né vidi meno ¶ Da
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larghi fogli ¶ Profondamente, del mio grave, antico ¶ Errore, e
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eccelsi ¶ Spirti del secol mio: che, non potendo ¶ Felice
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ai secoli futuri ¶ Il mio secolo e tuo! Con
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nome ¶ Della speranza al mio profano orecchio ¶ Quasi comica
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Di te nel petto mio, ¶ Mostrato avrò quanto si
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luce nebulosa; al pensier mio ¶ Che sembri allora, o
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che la ritenga al mio soggiorno. ¶ Pure il vento