Pietro Giannone, Vita scritta da lui medesimo, 1741

riflettere che, avendomi il mio destino condannato ad esser

E poiché, dopo il mio naufragio, vari miei scritti

medico, poco riflettendo al mio gracile temperamento, mi diede

quindici anni, da Scipione mio padre fui mandato a

argomenti tali che, a mio e lor credere, sembravano

fatte profonde impressioni nel mio cerebro, né lungamente dimoratevi

avrebbe lor somministrato, per mio sostentamento, uno zio di

dava indizio che il mio maestro erasi poggiato su

quali era sotto il mio istruttore di legge, compassionando

di legge, compassionando il mio stato d'ignoranza, mi

ma non già il mio dimandare, per non lasciarmi

soleva replicarmi, impressero nel mio animo idee conformi, sicché

la sorte che un mio amico, che avea le

prestasse. Sicché posi ogni mio studio sopra di quelle

se bene dal primo mio maestro avessi appreso le

poiché la tenuità del mio corto patrimonio non mi

e, buona sorte, un mio amico, che l'avea

altri, dicendomi un avvocato mio amico, che nel monistero

fattala chiamare, scoprendogli il mio male, la pregai che

Ciò che servì per mio ammaestramento, come dovessi per

sorte di avere per mio padre spirituale lo stesso

attissimi a persuadere. ¶ Nel mio arrivo a Napoli avrei

e commendabili. ¶ Ed al mio intento, ed uso che

riuscivano più acconce al mio fine. Nelle prime allegazioni

venire in Napoli un mio fratello minore presso di

studi, perché, avendo mandato mio fratello dal Cirillo ad

feriati, l'avea per mio sollievo e diporto. E

volentieri cedei ad un mio collega che bramava di

dall'inesorabile e crudel mio destino. ¶ Questo mio travaglio

crudel mio destino. ¶ Questo mio travaglio si cominciò sotto

presso i quali il mio nome era prima sconosciuto

a proseguire l'intrapreso mio lavoro dell'Istoria civile

se non quella di mio padre, già vecchio, bisognò

congrua dote, fu da mio padre con mio consenso

da mio padre con mio consenso maritata con un

marito. ¶ Sicché, rimaso solo mio padre, pensai farlo venire

e pregando; ma il mio temperamento, niente disposto a

pochi contento. ¶ A questo mio naturale si aggiunse che

che bisognava. E poiché mio fratello erasi alquanto istrutto

dovutomi, colle fatiche di mio fratello, mi presi le

a “Due Porte” il mio domicilio, dove, non tralasciando

dove, non tralasciando il mio mattutino e vespertino esercizio

intrapresa Istoria. Per questo mio ritiro, e perché, anche

ben si conformava al mio stomaco che lo rendeva

per rilasciar alquanto il mio animo non trovassi due

e valli. L'altro mio sollievo e ristoro era

fratelli, ebbi verginella in mio potere; e non fu

teneva somma cura del mio corpo e delle mie

maschio alla cura di mio fratello. ¶ III ¶ [1721–1722] ¶ Cominciava io

Ottavio Vitagliano, avvocato napolitano mio amico, ottenuto licenza dal

esattezza d'un altro mio carissimo amico, del quale

più gravi angustiavano il mio animo; poiché [erasi] malignamente

quale fosse stato il mio pericolo e, per conseguenza

onde tanto più, al mio arrivo in Vienna, conobbi

di casa, lasciando a mio fratello ampia procura d

o Triesti. ¶ In questo mio viaggio da Napoli a

parlasse che del fatto mio; e, se vi capitava

un altro. E, con mio stupore, mi avvidi che

gentiluomo di quella città, mio amico, che io avea

a Vienna, trovai di mio fratello, conobbi che i

darle, nel trascrivere il mio nome, avvertito da un

disse che mandò nel mio albergo per parlarmi, sapendo

fratello del consiglier Fraggianni, mio amico, mi fu offerto

undici anni dopo, al mio ritorno; ma faceva mestieri

avrei potuto sperare dal mio uomo di compagnia, che

Vienna “paulani”, finché dal mio uomo non mi si

per dovermele consignare al mio arrivo, questa venne a

aprir il piego, che mio fratello mi mandava da

per intimarmelo; e dicendogli mio fratello che io non

assente. Con tutto ciò mio fratello, consapevole dell'animosità

seguente comparve ivi, come mio escusatore, ad allegar la

scomunicare, dicendo che nel mio caso non era bisogno

una gran quiete. ¶ Nel mio arrivo in Vienna, trovai

e ch'egli in mio nome ce l'avrebbe

fedel vassallo verso il mio principe, fossi meritevole della

ora compatendomi. Ed un mio amico, al quale era

in maniera, scrivendo a mio fratello ed altri avvocati

questi lo diede a mio fratello, il quale me

Orman, castellano di Barletta, mio amico. ¶ Era questa vedova

udienza, feci scrivere il mio nome, secondo il costume

facendo, avrei mancato al mio onore ed alla lealtà

alquanti, che bastavano al mio intento, me gli feci

pure dell'Imperadore e mio carissimo amico, me ne

servizio, mi fossero, per mio sostentamento, somministrati da' reali

quanto fosse intenso il mio desiderio d'impiegare il

avermi assignato stipendio, per mio sostentamento, nell'imperial corte

maniera di attraversar ogni mio avanzamento. ¶ A questi tempi

mese, il pagamento del mio sostegno), pensai di non

mi era provveduto per mio sollievo, e perché mi

avviso della morte del mio vecchio padre, rimanendo mio

mio vecchio padre, rimanendo mio fratello solo ad amministrare

anno 1726. Ed io, a mio danno, avea sperimentato quanto

italiana, parlava sempre col mio linguaggio, col quale era

alcuni di richiedermi del mio patrocinio. E poiché in

bisogno di Roma. ¶ Questo mio parlare pose in curiosità

mi eran somministrati per mio sostentamento, de' quali poteva

farisaico, quasi compassionando il mio stato infelice, nel quale

tutti conoscessero che, dal mio canto, erasi adempita la

Consiglio Collaterale di Napoli, mio amico, ed al quale

ben ricevuta, ed il mio nome reso cotanto rinomato

spedizioni di Sicilia, per mio alimento, l'avean confuso

si prolungava ed il mio bisogno mi stringeva, da

proveniva la tardanza del mio pagamento, valendosi il Consiglio

soddisfatto, replicandomi che il mio assignamento era sopra quello

gli altri, così il mio assignamento si stendesse sopra

altri assegnarsi; sicché il mio assignamento dovesse rimaner ristretto

perdere ogni speranza di mio accomodamento, anche con qualche

non era sufficiente il mio picciol assignamento, col quale

avrebbe amaramente inteso il mio ritorno a Napoli con

anche perch'era particolar mio obbligo di farlo, essendo

me stesso e del mio essere, fu l'avviso

anch'io contribuir, dal mio canto, di mandargli le

intagliare in rame il mio ritratto al naturale, per

gentilezza dell'abate Panagia, mio amico, che vi presideva

poiché da Napoli da mio fratello non era da

sminuiva la speranza del mio ritorno a Napoli, tanto

dominio sopra quanto di mio lasciai sotto la sua

presso d'un mercante, mio amico, egli non più

cesarea, nostro napolitano e mio buon amico, il quale

sempre più riceveva da mio fratello, da Napoli. Poiché

come ne' costumi — al mio esser d'uomo interiore

terra. Anzi il duro mio destino me gli rivolse

non doversi confondere il mio denaro con gli altri

difficile l'esazione del mio assegnamento, qual dovea essere

dovea essere infelice il mio stato, quella perduta, quando

sperar soccorso alcuno, poiché mio fratello non solamente non

la Sicilia, quel poco mio denaro che dovea pagarmi

fosse invasa, pure il mio pagamento mi sarebbe riusciuto

fiorini l'anno per mio sostentamento da tutto un

è vero. Ma il mio fatal destino ha fatto

dell'Imperadore, manifestandogli il mio infelice stato e la

compassione e dispiacenza del mio ritorno a Napoli; ma

potei in quest'estremo mio caso giovarmi del principe

Napoli, o dove il mio fatal destino m'avrebbe

finimondi. Ma il maggior mio cordoglio e 'l dolore

compagno l'abate Cusani, mio amico, che ritornavasene pure

intanto a Napoli a mio fratello la dura necessità

dispiacenza che avea del mio ritorno, come quello che

i quali, compatendo il mio caso, deploravano sé stessi

afflizione, mostrando di questo mio partire intenso dolore e

persona dell'Imperadore e mio affettuosissimo amico, ed il

grave peso, mostrò del mio partire non già dispiacere

lagrime, avendomi il duro mio fato diviso da persona

dove il suo e mio crudel destino potesse condurla

fati, e l'unico mio conforto era la di

mancato d'adempire al mio dovere e di godere

saputosi a Venezia il mio arrivo, essendomi una mattina

la cagione, ed il mio intento di ritirarmi in

loro pubblica biblioteca, il mio nome erasi reso cotanto

pur che fosse di mio piacere, e che, a

piacere, e che, a mio riguardo, avrebbero accresciuto il

pensar altre occasioni di mio accomodamento, nel caso volessi

di Spagna, compatendo il mio caso infelice, m'incoraggì

del secondo tomo, di mio proprio sentimento, ma riferendo

campagne; e ripigliando il mio tralasciato esercizio, cominciai a

Stefano aver notizia del mio ricorso fatto in quella

quella di Napoli, pel mio ritorno. ¶ Li risposi che

poter ricever riscontri di mio sollievo o da Madrid

o qualche altro gentiluomo, mio amico; e passar co

cercate, col rame del mio ritratto ed il disegno

ciò che riguardava il mio onorario, la mia proposizione

Germania; ed intorno al mio onorario, ch'essi erano

scrivendogli che sopra il mio memoriale non poteva il

rimessa la provvidenza del mio ricorso all'Infante, re

si era trasmesso il mio memoriale, e che il

venire da Napoli quel mio figliuolo, che io faceva

ciò in Napoli al mio amico Mela che con

non iscoprire che fosse mio figliuolo; sicome io avea

come meglio riputava, per mio sollievo e comodo. ¶ Giunse

mesi che io, a mio costo, era dimorato a

mostrar zelo e del mio sostegno e dell'economia

Né da Napoli da mio fratello era da sperarlo

medesimo sperimentai, in questo mio infelice stato, le più

qualunque prezzo, scrissi a mio fratello che, per la

né poteva secondo il mio istituto goder della campagna

Carlo avea dato al mio memoriale, rimessogli di Spagna

n'incolpava il duro mio destino, che per tutti

presa in Napoli del mio ritorno. Io stesso praticai

ristampa ed ogni altro mio vantaggio, che io avrei

proseguire nell'impresa. ¶ Nel mio soggiorno in villa a

inquisitori, se non per mio riguardo, almanco per rispetto

io, fermato altrove il mio domicilio, non avessi colà

si facesse consignare il mio forziere, ov'erano alquanti

avea già saputo il mio arresto, vedeva persona colla

di casa quel giovane mio figliuolo, occultando il meglio

avea ivi riposto il mio forziere, ov'erano alquanti

oste; e déttogli il mio bisogno si scusava che

Trivulzi, dandogli avviso del mio arrivo a Modena, dove

libri, e se il mio giovane, l'altre mie

egli fece richiamare il mio giovane in sua casa

gentiluomini, sicome compativan il mio duro caso, così non

re Carlo intorno al mio ritorno in Napoli. Lo

gesuiti, per notare ogni mio detto o passo, per

da me ricevuti, senza mio ordine non poteva ad

che si fece col mio catalogo, si vide che

farne; sicome se il mio giovane, ch'era in

che volendosene tornar il mio giovane a Napoli, gli

quale poteva consignare il mio denaro e le scritture

della quale il caso mio infelice, ora più che

Venezia da tutti il mio caso non pur compatito

di questo stesso, per mio onore, bisognava che ne

non giungesse il giovane mio figliuolo colla mia roba

e portò seco il mio forziere, con gli abiti

a Milano. ¶ Partii col mio giovane da Modena il

non minore era il mio desiderio di venire a

di tener secreto il mio arrivo, poiché io sotto

Ginevra, dandogli parte del mio arrivo a Milano e

a dargli avviso del mio arrivo, ed a pregarlo

vi era opportunità di mio accomodamento; ma potea sì

poteva darsi colà del mio soggiorno. Dissi per ciò

esprimeva il contento del mio arrivo a Milano e

che si attiene al mio onorario, avuta tutta la

per me ed un mio giovane, che portava meco

avrei data notizia del mio arrivo; pregandolo di adempir

feci in tutto il mio viaggio per Piemonte e

miste co' cieli. Il mio destino trassemi, in età

poi il cammino col mio giovane, in galesse, per

non so se il mio fato, per scamparmene, o

mostrando gran contento del mio arrivo, dicendomi aver trovate

per me e pel mio giovane. Era questi monsieur

Divolgatosi in Ginevra il mio arrivo e la cagione

subbito che seppe il mio arrivo, fu cagione che

al principe Trivulzi, il mio arrivo a Ginevra, e

alla principessa Trivulzi il mio arrivo e che, colla

avessero la notizia del mio soggiorno a Ginevra, si

funesto. Credeva che il mio fiero destino, sazio ormai

proposta materia dar il mio parere. ¶ Me ne scusai

professori ivi ragunati. Il mio discorso non dispiacque; sicché

invitarono a dirne il mio parere; sicome feci la

avendo esposto il caso mio infelice e la confusione

meno] di compatire il mio duro caso, dicendomi schiettamente

disegno e gravatura del mio ritratto in rame; onde

il quale, compassionando il mio caso, tanto più si

libraro avea ristabilito il mio affare, non mancasse di

mandarmigli; sicché, essendo in mio potere, mi assicurai che

Pellissari ch'erano in mio potere le giunte e

tali occupazioni proseguiva il mio soggiorno a Ginevra, aspettando

da Milano, ed il mio ricovro a Ginevra. Le

Ginevra, nella quale, per mio consuolo, mi diede notizia

io aveagli avvisato il mio arrivo a Ginevra, e

principessa Trivulzi, compassionando il mio caso, si dolse col

se non il poco mio merito ed il duro

il duro ed acerbo mio destino. Tutte queste riflessioni

ed imperi. Ma il mio duro e crudel destino

che l'esecuzione del mio arresto si fosse commessa

dal governadore commissione del mio arresto, ma, secondo che

sicché appena saputosi il mio arrivo a Ginevra si

più anni con Chénevé, mio ospite, e soleva spesso

egli prese dimestichezza col mio giovane figliuolo, e gli

Spesso mi dimandava del mio affare che trattava con

sollecitudine ne mostrava col mio giovane e con Chénevé

sentiva da me, dal mio giovane e da Chénevé

Chénevé avea procurato un mio ritratto, di quelli impressi

prima avendo invogliato il mio giovine di andar un

poteva io ed il mio giovane, con tutto aggio

sera. ¶ Questo giorno, per mio fatal destino, riuscì chiaro

sicché, stimolato anche dal mio giovane e da Chénevé

salute. Mi mostrò il mio ritratto, ch'egli avea

comodo, dove io, col mio giovane figliuolo, poteva quella

Con tutto ciò, il mio figliuolo la chiuse come

posimo a dormire. ¶ Il mio figliuolo tosto prese sonno

salvasser la vita. Il mio figliuolo, che profondamente dormiva

e poi, preso un mio cinto, comandò a que

un innocente, qual era mio figliuolo, di cui mostrava

mostrandomi l'ordine del mio arresto in nome del

essendo nell'ordine compreso mio figliuolo, lo lasciasse libero

E nell'entrar col mio figliuolo nel galesse, io

truppe, a cavallo, col mio ritratto alla mano, secondo

mostrando gran compatimento del mio caso, fecemi grandi esibizioni

sofferirle. E preso il mio braccio sinistro col destro

sinistro col destro del mio figliuolo, ci avvinse chiudendo

gli dissi che in mio nome rendesse al signor

campo del generale, del mio arrivo, venne costui con

sapendo la cagione del mio arresto comandatoli dal Re

che fui ricevuto col mio figliuolo con somma umanità

ratificandogli la divozione del mio animo, che ho sempre

Re scrisse che il mio arresto non era per

i dovuti provvedimenti pel mio sostentamento e del mio

mio sostentamento e del mio giovane, che Sua Maestà

allontanasse da me il mio innocente figliuolo, era da

sperare che, compassionando il mio stato infelice, avrebbe dato

Pochi giorni dapoi del mio arrivo a Miolans ricevei

Champéry, al governadore, il mio forziere con l'altre

finalmente fummi mandato il mio forziere con gli abiti

intanto si prolungava il mio penoso arresto. Monsieur Le

non l'avesse il mio fiero destino serbato a

sollevare in parte il mio animo dal lungo e

che si prolungava il mio arresto e l'inverno

maniera sollevasse l'animo mio angustiato ed oppresso. Non

amici; sicché sembrami il mio vivere un'immagine di

far prolungare qui il mio incolato, in sì misero

non curarono. Forse dal mio esempio si accorgeranno non

alpestri rupi lasciar il mio corpo esanime, pregherò Iddio

istessa, che accolga il mio spirito in pace: e

ed il padre Prever, mio confessore e direttore di