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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Lorenzo Marone, Un ragazzo normale, 2018

concordanze di «mio»

nautoretestoannoconcordanza
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i palazzi. No, il mio supereroe non aveva tuta
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venticinque anni, abitava nel mio condominio, e se ne
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tempo accoglieva anche il mio nome, il muro che
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papà di Sasà, il mio migliore amico, spesso parcheggiava
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Super Santos. ¶ Una volta mio padre inchiodò la macchina
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circoscritto lo spazio dove mio padre ha consumato per
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mia infanzia: chiuso nel mio piccolo mondo, in una
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videocamera, fa ambress’,” disse mio padre. ¶ “E dove sta
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vetro ancora umido del mio alito. Me ne restai
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breve sarebbe diventato il mio amico del cuore, a
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Russo contava sette individui: mio padre, che di nome
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anche di quella; il mio sogno era diventare un
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letterato!” ¶ “Loredà,” aveva obiettato mio padre un giorno, “ancora
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libri sono stati il mio primo mattone, la struttura
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anni che viveva nel mio palazzo, nella scala opposta
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occhi luccicanti. ¶ “Così dice mio padre,” aveva risposto il
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padre,” aveva risposto il mio nuovo amico ed era
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viso. ¶ Avevo trovato il mio esempio da seguire. ¶ Il
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andare via subito. Il mio piano, infatti, era quello
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per la contentezza. Il mio piano per diventare amico
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e ribatté: “Uh, Gesù mio, tu sì pazz’, ma
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si adattavano bene al mio visino, così diceva. Un
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mia bravura e il mio futuro certamente radioso. Il
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e, soprattutto, con il mio modo bizzarro di parlare
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solo avesse accolto il mio pauroso sentimento con partecipazione
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costretto a dire il mio amico, sollevando un braccio
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si lasciò scappare il mio amico, “scusatemi di nuovo
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come aveva detto il mio nuovo eroe dalla faccia
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di Spider-Man in mio possesso, con loro facevo
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al gabinetto. Insomma, il mio mondo interiore era caotico
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contro i due mariuoli. Mio padre allora uscì di
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ero convinto che il mio ruolo fosse un altro
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di mia sorella...” ¶ Il mio amico mi fissò incredulo
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di Nicola Esposito”. ¶ Il mio viso dovette subire una
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videocassetta nelle mani del mio amico. ¶ Una vampata di
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freddo e incenerii il mio amico con lo sguardo
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subito le torce. Il mio amico iniziò a girovagare
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volta nell’androne del mio palazzo. Sasà abitava, invece
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per me. ¶ Fu il mio primo atto d’insubordinazione
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come avrei potuto fare mio quel potere, come sviluppare
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tornato a rinverdire il mio interesse. ¶ Mi infilai nel
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in un mondo solo mio che viveva di vita
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Giancarlo, l’unico, a mio avviso, che mi avrebbe
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dare risalto a ogni mio più piccolo movimento, così
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ne stava accucciato al mio fianco in silenzio, emozionato
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persuaderlo a partecipare al mio nuovo esperimento: la trasmissione
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all’esterno e il mio amico rispose con il
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prima di rivolgersi al mio amico: “Avrei bisogno di
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la coscia di maiale. “Mio padre è fuori per
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girai a guardare il mio amico con espressione inebetita
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combatte la camorra. È mio amico...” ¶ Lei fece un
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che ero diverso dal mio prepotente amico. ¶ “Perché le
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non sarai più il mio assistente.” ¶ Lui ciondolò il
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Giancarlo a venire in mio soccorso. Ero nella portineria
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Ero nella portineria con mio padre, il quale non
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non andargli dietro, il mio piano non doveva attendere
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giornata ad aspettare il mio nuovo amico e a
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del cantautore emiliano; il mio piano, infatti, era registrare
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a un palmo dal mio. “Che hai fatto al
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deciso. ¶ “Faccio solo il mio dovere,” ribadì e si
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quella frase anche il mio eroe si lasciò scappare
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soglia e sussurrai al mio amico: “Prometti che ci
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sorella) a sostegno del mio interesse, la questione era
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tornato a guardare il mio viso sudato, con la
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ostentazione aveva punto il mio orgoglio, perciò mi ero
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Moana,” aveva suggerito il mio amico prima di andarsene
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che dava accesso al mio palazzo. Erano le due
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sotto il palazzo) il mio ultimo travestimento. A dirla
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nonna erano arrivate in mio soccorso “obbligandomi” a travestirmi
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di passaggio ammirasse il mio vestito e, nel mentre
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infatti, una cosa il mio amico l’aveva già
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suo strano mondo il mio comportamento era stato una
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rimasto per sempre il mio assistente, sarebbe venuto dietro
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da femmine. Con il mio amico il rapporto era
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lasciare le chiavi a mio padre per imbarcarsi sulla
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ad andare dietro a mio padre per tutto l
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chiesto, non è il mio tipo... la tartaruga, intendo
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vediamo per ultimo.” ¶ Il mio Virgilio blatera, ma io
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Sasà. È che il mio amico umano, devo essere
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dice all’improvviso il mio accompagnatore. ¶ Sarò stato almeno
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Scelsi Bea per il mio esperimento di telepatia. ¶ “Solo
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Chi sarebbe Mauro?” ¶ “Il mio fidanzato.” ¶ “Il ragazzo con
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tronfio. ¶ “Non capisco il mio ruolo in simili discorsi
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letto, sedotta grazie al mio potere. ¶ “Potrei carpire i
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braccio sullo schienale del mio sedile e si voltò
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deve essere tuo.” ¶ “Nel mio repertorio musicale esistono solo
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nessun parcheggio”. ¶ Insomma, il mio sogno era destinato a
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testa. Non certo il mio genere, però a Sasà
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stesse solo aspettando un mio passo falso. Perciò restai
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avere l’età di mio padre. Lui dovette intuire
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ascoltare nulla di suo, mio padre non è amante
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sa fare niente, come mio zio Michele, che papà
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sotto casa e dal mio palazzo era sbucato Fabio
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deciso di venire in mio soccorso: dei borbottii in
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attaccò alla manica del mio pullover. ¶ “Ma che...” sentii
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rivelare a Viola il mio amore. “Ci sono dei
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altro, perché in cuor mio iniziavo a sperare che
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parlasse volentieri. Considerato il mio silenzio, però, si era
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aveva fermato subito il mio entusiasmo. “In realtà non
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istante. ¶ Aveva ragione il mio amico Giancarlo, una semplice
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altre cose incomprensibili. Il mio amico, come avevo pronosticato
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sua calligrafia minuta: “Al mio genio, che mi rende
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erano tutti presenti al mio fianco, nella cucina di
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così l’articolo del mio amico. Spostai un po
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inverno. È che nel mio piccolo e angusto mondo
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dalla vergogna mentre il mio amico leggeva le poche
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i miei pensieri, il mio mondo interiore, che del
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e si sedette al mio fianco. ¶ “Ma che ora
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Schiacciai il pulsante del mio Casio con calcolatrice (il
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sorriso di soddisfazione: “È mio amico,” dissi orgoglioso. ¶ “Chi
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sul fatto che il mio eroe si sarebbe potuto
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l’avrei ripetuta a mio padre in un momento
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fino in fondo, il mio amico Giancarlo, a soli
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squadrarmi come se il mio parere fosse per lei
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non era più il mio amico del cuore. ¶ Ma
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Non facciamo niente, il mio stipendio basta. Così tu
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fosse il nostro segreto, mio e di Viola, e
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immaginare la faccia di mio padre una volta scoperto
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pregai più volte il mio amico di stare attento
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si era accostato al mio orecchio e aveva coperto
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volessi litigare con il mio migliore amico. Il giorno
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si era raccomandato il mio amico, che pensava sempre
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modo. Non hai il mio permesso,” avevo obiettato, finalmente
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intenzione di dichiararle il mio amore. Non così, almeno
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aveva scarabocchiato sopra al mio nome e a quello
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Viola la ripetei a mio padre un paio di
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avidamente mentre Morla al mio fianco schiacciava un pisolino
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avevo chiesto notizie a mio padre, il quale mi
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e di pensare di mio padre, il suo rinunciare
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e quell’uomo era mio padre. Il problema è
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cercare di colmare il mio. ¶ Un pomeriggio stava passando
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seduto sul bordo del mio letto e mi aveva
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animale al guinzaglio, il mio amico mi afferrò il
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ma, ecco, sei il mio unico freund qua...”. ¶ Mi
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rinsaldò la presa sul mio braccio e ripeté: “Stai
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di convincermi che il mio amico fosse solo stanco
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più parlati dopo il mio sfogo e sembrava avercela
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fila. Il padre del mio amico era impegnato a
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le notti Bagheera. Il mio amico giornalista alla fine
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sorrise. Quindi, visto il mio silenzio, aggiunse: “Insomma, ci
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sulla Mehari con il mio eroe e con Beethoven
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scorgere la delusione sul mio viso, mi girai a
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che mi assale quando mio figlio mi corre incontro
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intenzione di stare al mio gioco, perciò mi ero
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Viola aveva fatto il mio nome, cosa che mi
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anche se in cuor mio sperai con tutto me
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Era fissata con il mio caschetto e guai se
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di mamma per il mio caschetto no. Anche se
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o Alberto, cosicché il mio bel caschetto con il
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salone di Carmelo, il mio taglio aveva ancora un
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ora dopo, uscimmo, il mio amico era al settimo
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In realtà in cuor mio pensavo a cosa avrebbe
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volte lo chiamava “il mio piccolo Baglioni”; a me
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e si accostò al mio orecchio: “Che tamarro, mi
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Avrei dovuto difendere il mio amico, invece non dissi
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tornato a essere il mio migliore amico. ¶ Saremmo stati
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attimo per dare il mio assenso, nonostante già sapessi
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confessarle di nuovo il mio amore non corrisposto, dichiararmi
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è di conseguire il mio intento, realizzare qualcosa di
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nonostante gli insegnamenti del mio amico Matthias, ero ancora
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aspirerei a donare il mio contributo, lasciare una traccia
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a pochi centimetri dal mio. Il cuore aveva iniziato
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avevo proseguito con il mio mutismo. ¶ “Mimì”, e non
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essere felice per il mio primo bacio, nonostante mi
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fisso in direzione del mio palazzo. ¶ A un certo
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una missione: avvertire il mio amico dei timori che
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Detto questo sfilò al mio fianco e proseguì. Restai
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l’intera strada. Il mio amico spense la musica
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Allora proseguii con il mio repertorio migliore: “Io continuo
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seria e sprofondò nel mio petto. ¶ “Io ci sarò
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e del meno, del mio viaggio dell’indomani, della
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mai stata persona di mio gradimento. Che intendi dire
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chinata all’altezza del mio viso e aveva risposto
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mi trovo più a mio agio con Sasà, non
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commentò sottovoce Bea al mio fianco. ¶ “Hai visto?” rispose
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l’ingombrante nasone al mio vetro e rimase a
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a pochi centimetri dal mio. Dalla persiana aperta per
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accovacciato ai bordi del mio letto, “andiamo a pescare
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faccia e poi... poi mio padre mi aveva svegliato
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e a Sasà. Il mio amico mi mancava da
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ricerca di conchiglie. Raggiunsi mio padre che già stava
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non sapeva nulla del mio mondo e di ciò
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Io voglio che nel mio futuro ci siano spazio
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e rispose: “Mimì, il mio lavoro ci ha permesso
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mattina avevo pensato che mio padre non avrebbe mai
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seppur scalcinato come il mio, riesce a darti. Invece
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nel posto occupato dal mio amico e, poco più
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della donna che il mio amico aveva tanto amato
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la vista, mentre il mio amico saltava come un
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che il cane era mio ed ero venuto a
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lo posso dare”. ¶ “È mio il cane...” obiettai. ¶ Lui
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e lei a quello mio. Perciò Beethoven fu costretto
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se ne fregavano del mio amore e puntavano dritti
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seppure acciaccato, sedeva al mio fianco. Mia sorella si
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arrivò il turno del mio regalo per Bea. Dopo
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invece lei, ascoltato il mio intento, si commosse e
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invocare il miracolo. Il mio amore per la scienza
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di fiori. Guardai il mio Casio e sbuffai, poi
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paura, non fare come mio padre, che è terrorizzato
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silenzio ad ascoltare il mio respiro e l’acquazzone
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riaprii, la pioggia sul mio viso si mescolava alle
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fosse in parte anche mio, riguardasse anche me. ¶ La
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girò a cercare il mio sguardo. Scrollai le spalle
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pentito quasi subito del mio gesto, non solo perché
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attimo e cominciò: “Il mio ultimo ragazzo si chiamava
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agitava nel vaso. Il mio cuore iniziò a battere
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una coscia, e il mio cuore tornò a pompare
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strada una parte del mio cervello sentì sopraggiungere la
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un’altra parte del mio cervello, ne sono certo
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pure pensare che il mio amico in quel momento
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dove doveva trovarsi il mio supereroe. ¶ Uno sparo ancora
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ci ritrovammo separati, e mio padre uscì di casa
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guardava senza capire, e mio padre stava correndo all
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non era più al mio fianco. Si prese il
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fianco. Si prese il mio bacio più bello, il
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iniziali. Si prese il mio sguardo di bambino, gli
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gli strambi progetti, il mio modo aulico di parlare
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avrei dovuto regalare al mio eroe e l’amore
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nevica,” dice allora il mio interlocutore sollevando lo sguardo
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dopo la morte del mio eroe ci trasferimmo anche
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una florida azienda. Perciò mio nipote si chiama Salvatore
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portarmi alla mente il mio di Sasà, perso troppo
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pregare, di attendere il mio ritorno e di non
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quando sussurrò timida il mio nome, quando mi guardò
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frase di Barrie sul mio amato Peter Pan, il
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tempo c’era il mio nome: “E intanto il
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Giancarlo. ¶ È solo il mio personale omaggio a un