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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Guido Da Verona, Sciogli la treccia, Maria Maddalena, 1920

concordanze di «mio»

nautoretestoannoconcordanza
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1920
onore di alloggiare al mio medesimo albergo, o per
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istrioni. ¶ Ho veduto nel mio dolce paese la folla
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me, senza incatenare il mio cuore di vagabondo col
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poco a poco il mio cuore di barbaro vinceva
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Ha il colore del mio sangue. Uccidimi, se puoi
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miei spiriti, sento sul mio cuore un po' freddo
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me nascendo allietano il mio nascosto iddio, sento fra
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ciò, e sentiva il mio desiderio vivere intorno alla
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calzano il piede. Il mio sparato che brilla d
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Vedo splendere sotto il mio balcone due finestre illuminate
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1920
malfermo, a piè del mio letto solitario, coi vetri
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cerchio più basso del mio sgabello si appendevano i
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vostra cipria tenace il mio rigoroso abito nero. ¶ È
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per far giungere un mio biglietto da visita, con
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sognatori venne spontaneamente in mio soccorso. O fu per
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od anche mettere nel mio raffronto un poco di
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Hable, hable, Señorito! ¶ Il mio gergo ed il suo
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avete lasciato credere nel mio delizioso errore, dicendomi: – «Sì
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la raddoppiai con altrettanto mio denaro e le dissi
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Siviglia, parve accondiscendere al mio parere. Anzi i suoi
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vostra bellezza ed il mio amore come una sola
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vi desidero, perché nel mio desiderio c'è anche
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voi che regalate al mio cuore, – al mio cuore
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al mio cuore, – al mio cuore un po' coperto
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Pepe sia davvero il mio amante? Potrebbe anche non
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senz'avere pacificato il mio corpo nemmeno con la
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Se potesse contare il mio solo desiderio vorrei anche
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vostro bel corpo è mio, conoscere il vostro respiro
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educandato vicino a Parigi. Mio padre aveva un castello
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Lord Pepe! Se il mio calunnioso intuito non m
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disoneste lettere. Per conto mio dubito assai delle persone
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pubblico mestiere. Sarebbe, a mio giudizio, altrettanto ridicola una
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anzi mi affondavo nel mio male come in uno
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molto bene con il mio, solo vi consiglio di
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ragione per la quale mio padre, banchiere a Londra
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si dice: «Niente più.» Mio padre, banchiere a Londra
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del popolo Inglese. – Pausa – Mio padre, banchiere a Londra
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sola donna. Ma il mio amore per fortuna è
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una settimana prima che mio padre voglia riconoscere i
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costerà lo stesso a mio padre, banchiere a Londra
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di aver fatto il mio dovere, informando voi per
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il primo di questo mio viaggio a Londra. Viaggio
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di Madlen ripeteva nel mio cuore un po' deserto
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si è spossata; il mio cuore non è più
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Galante. Questo è il mio difetto. E siccome non
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mia letteratura. ¶ – Vi compiango, mio povero amico. ¶ – Oh, non
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Dove mi conducete, amico mio? ¶ – Non so; perdiámoci. ¶ Si
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la capigliatura tinta. ¶ – Dio mio!... – sospirava – cosa direbbe ora
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cosa direbbe ora il mio amico di Parigi se
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fin dalla vigilia del mio arrivo: ecco a momenti
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signore non è il mio tipo. ¶ – Oh! oh!... illustráteci
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più profondo sospiro: ¶ – Ah, mio Dio, che buona cosa
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anni che ho il mio appartamento in Boulevard Hoche
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le chiamate? Per conto mio le chiamo provinciali, mentre
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affacciarono, una contro il mio braccio destro, l'altra
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l'altra contro il mio braccio sinistro. E Litzine
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vostra gentile favella: – «Signore mio, come siete questa sera
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poi gli direte: – «Signore mio, levátevi...» E andrete via
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Poi gli direte: – «Signore mio, le foglie secche stridono
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di me che il mio cuore ha camminato per
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di sole. E il mio dolore se ne va
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la distanza infinita; nel mio cuore di navigante saliva
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voi, come nel cuore mio di navigante brilla, o
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del divino Atlantico, il mio cuore di eterno viandante
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d'esilio, nell'errante mio sogno dimenticare!... La bellezza
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io con voi. ¶ Nel mio paese, Madlen, questa piccola
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mia... unica mia... tutto mio bene... vita della mia
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siete anche voi del mio parere, Madlen? ¶ Questi lacrimevoli
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racchiuderà me stesso, il mio cuore spento, il mantello
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sopraffà il torpore del mio desiderio esausto. Da voi
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donna che possiede il mio piacere. Sciogliétevi, svestítevi; coricate
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respiro entri, scenda, nel mio respiro. ¶ Ma no!... ma
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sei amanti, ma il mio corpo non si concesse
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si premeva contro il mio desiderio, mi faceva intravvedere
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veramente impossedibile. Tutto il mio corpo non vuole, forse
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di sperdimento, saliva nel mio turbato spirito, innamorava il
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turbato spirito, innamorava il mio cuore trepido, mi faceva
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portasse ancora, illeso dal mio desiderio, quella oscura febbre
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quasi l'amore. Sul mio braccio la sua mano
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disse ai diseredati: – «Il mio regno non è di
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affisso nell'anticamera. ¶ – Oh, mio caro Lord Pepe, come
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che pochissimi giorni. Trovai mio padre d'eccellente umore
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City! Quando confidai a mio padre che, rimasto privo
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suo gruppo d'azionisti, mio padre disse: – «Tu es
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no de ferrocarriles, hijo mio,» – e con la sua
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pareva d'essere, col mio presente spirito, nella vera
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sogno di Bernadette. Nel mio cuore non cantava la
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alla fontana medicatrice. Il mio senso scientifico della vita
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scientifico della vita, il mio doloroso raziocinio di uomo
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le pupille spente. ¶ Dal mio cuore di uomo del
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della possibilità scientifica, dal mio cuore dove non c
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demenza entrava sottilmente nel mio cuor di pagano, apriva
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mia gente pesava nel mio cuore angusto; la moltitudine
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quelle anime penetrava nel mio freddo spirito; l'eterno
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le onde cantava nel mio cuore di navigante. Stelle
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tomba ove seppellirò il mio cuore di navigante. ¶ Lontano
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della umana volontà. ¶ Nel mio cuore disamorato splenderà la
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sepolte per sempre nel mio cuore di navigante, la
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sarà l'universo del mio spirito disumanato; ne' libri
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mondo l'anima del mio passante iddio. ¶ Sarò un
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gloriose cortigiane. Il piede mio sottile, uso a ben
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l'inciso pallore del mio volto notturno. ¶ E la
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affondar nella cenere del mio cuore spento, e sarò
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ragionamento, povero come il mio capestro, penserò a voi
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selvaggi... ¶ Monaci, e nel mio cuore suonerà la campana
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suonerà la campana del mio De Profundis... ¶ Monaci, e
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colore delle stelle... ¶ «Signore mio Lord Pepe, non posso
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del terzo Napoleone. ¶ Signore mio Lord Pepe, voi siete
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nel perfetto piacere. ¶ Signore mio Lord Pepe, voi siete
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dei Miracoli: – ecco, signore mio Lord Pepe, un certo
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servi di Gesù... ¶ Signore mio Lord Pepe, siamo nel
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voi, come nel cuore mio di navigante brilla, o
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questa lunga storia... ¶ «Se mio padre non si fosse
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dopo l'anniversario del mio settimo compleanno; mi ricordo
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di Contessa Fata. Anche mio padre era un uomo
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feci ritorno al Castello, mio padre, assorto nella politica
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mia educazione. Lord W., mio padre, apparteneva ad una
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conoscete non è il mio. Per questa sua fedeltà
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l'ora del pranzo, mio padre fece chiamare M
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dei pini. Lord W., mio padre, stava seduto alla
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vous, Mademoiselle Odette, – disse mio padre. Poi soggiunse: – Madlen
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di risposta, Lord W., mio padre, mise in ordine
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quel giorno Lord W., mio padre, non parlò più
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nella mia camera. Il mio letto era sconvolto. Mi
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affondare il capo nel mio guanciale... ¶ Dormimmo. ¶ . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ¶ In quella
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Un vecchissimo cavallo di mio padre vi camminava tutta
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il preferito hunter di mio padre, e gloriosamente aveva
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Piuttosto che vendere Ramir, mio padre si sarebbe fatto
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forma che aveva il mio corpo giovine. ¶ Quando non
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di trentacinque anni, questo mio educatore, questo prete, aveva
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voce, così vicina al mio respiro, mi dava una
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la tavola. Giunse al mio gomito. Avvolse il mio
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mio gomito. Avvolse il mio braccio. S'impadronì della
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mano, prese tutto il mio braccio, m'entrò nella
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mia gola viva, il mio seno gonfio di respiro
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un ubbriaco. Disse a mio padre che avevo tutto
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averla fatta giacere sul mio guanciale, chiusi gli occhi
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perduto per sempre il mio cuore di fanciulla. Ed
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incominciava con divenire il mio vizio. Fra lei e
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la persona, e sul mio corpo nuovo come un
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guardare l'oscurità del mio grembo innocente, il pallore
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su l'orlo del mio letto, finché mi fossi
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brillando, si premevan nel mio guanciale profumato, noi parlavamo
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d'amore. ¶ Presso il mio capezzale stava sempre un
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della coltre leggermente il mio corpo tremare, allora prendeva
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un mese Lord W., mio padre, non faceva che
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con insidiosa lentezza il mio corpo inebbriato; anzi non
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ella pure sentiva, il mio grembo tutto tremante sollevarsi
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gloriose cortigiane. Il piede mio sottile, uso a ben
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l'inciso pallore del mio volto notturno...» ¶ Pensavo: – «E
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non me, il fratello mio che non ha ginocchia
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tremare leggermente sotto il mio, quando, nella splendente Basilica
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suo desiderio possedermi, essere mio, confondersi nel tremore d
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Galaad... ¶ E fu il mio sogno così veracemente manifesto
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E la voce del mio spirito a lei gridava
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tutte le donne; il mio dolore è con te
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è con te; il mio amore è con te
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E la voce del mio spirito a lei gridava
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nella Basilica, davanti al mio sogno di allucinato, così
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me ne accorgevo nel mio cuore di miscredente. Là
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disperderà per sempre il mio sogno nella musica delle
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fiore nella polvere del mio cuore di viandante. ¶ Non
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di sole. E il mio dolore se ne va
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fiore nella polvere del mio cuore di viandante. ¶ E