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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Giuseppe Marotta, L'oro di Napoli, 1947

concordanze di «mio»

nautoretestoannoconcordanza
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molti anni lontano dal mio paese, volendo segnalarmi nel
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con me. ¶ E il mio mare? ¶ Eccolo che va
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che ne deriva al mio passo, d’inverno i
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nostra separazione, quella del mio primo giorno di scuola
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giungere un po’ del mio calore: che presi a
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seppelliranno un giorno al mio fianco? Ma forse non
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e dichiarava: «Contiene il mio angelo custode, chiuso a
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ridere. ¶ I parenti ricchi ¶ Mio padre morì il 3 febbraio
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febbraio 1911; allora io dicevo «Mio padre è morto» come
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assoluta fiducia. ¶ Il 3 febbraio 1911 mio padre soggiacque alle estreme
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fulminarle. ¶ Mia nonna e mio padre si erano da
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umano. L’ateismo di mio padre, basandosi quasi esclusivamente
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tratta di gente del mio sangue?». ¶ Avvocato, che idea
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vivo. Le condizioni di mio padre peggioravano ora per
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dilazioni. ¶ Così arrivò finalmente mio cugino Aurelio, l’arciprete
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cortiletto, stirando biancheria, quando mio padre la vide e
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dalla sera in cui mio padre si assopì finalmente
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settimanali. Chiusasi dietro a mio padre la porta di
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avanzi del pranzo. ¶ Così mio padre si allogò nella
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non si avvide del mio disagio. ¶ Era una nuvolosa
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il grande ritratto di mio padre, fece altrettanto con
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studi; poteva diventare il mio mecenate o peggio se
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con la morte di mio padre, causata da una
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lenzuola e coperte di mio padre, lasciandocene quasi privi
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intorno al letto di mio padre; nessuno aveva pensato
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sue lacrime scrosciare sul mio berretto. Perché il pane
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più messo piede. Il mio quindicesimo genetliaco fu triste
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del tragico scialle di mio padre. Mi feci coraggio
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a sé, accostò il mio volto al suo. ¶ «Bravo
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Gas” si leggeva sul mio berretto; alla «Compagnia napoletana
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che sostituirono sotto il mio braccio Virgilio e Alfieri
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di culla che il mio sangue non aveva dimenticato
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dopo averli pagati, del mio salario; l’indomani dovevo
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che i battiti del mio cuore non pervenissero ai
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sono sempre stato il mio padrigno. In poche settimane
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ragione di tutto il mio corpo: grazie per le
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che io sono il mio padrigno, come hai potuto
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l’inguaribile tosse di mio padre, ci mandarono dal
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forza e aroma nel mio cuore, posso macinarne e
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che somiglia molto a mio figlio. Passeggiamo discorrendo; ma
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proprie lacrime, che risolveva? ¶ Mio padre era stato un
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da piccolo, che il mio bisavolo Antonio Fiorentino tirava
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vero Papa e ogni mio più vero profondo bisogno
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tardi, non troverete il mio corpo in un cimitero
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scavato, direte, ricostruendo il mio sotterraneo cammino verso la
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delle chiese. ¶ Eccola nel mio cuore, lucente e precisa
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per conoscerlo come il mio berretto; l’abitai quella
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Era nostro il convento, mio e degli altri ragazzi
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Andiamo, non fu il mio solo peccato fra quelle
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memorie incarnate, sarebbero nel mio caso figli del primo
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di esperienze, che il mio normale stato d’animo
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di piena solitudine (il mio lavoro cominciava all’alba
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suo alito o il mio chiuse la porta. Letti
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di me. Racconto il mio primo amore esclusivamente perché
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per l’adolescente, al mio paese, un martirio; Napoli
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niente. Carmela fu il mio primo amore perché mi
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dalle donne; confortò il mio antico dolore di essere
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memoria quei momenti, quel mio orgoglio e quella mia
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apre la porta del mio ufficio e il fattorino
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che si trovano sul mio tavolo. ¶ Mi domando se
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stendere una perizia sul mio decadimento fisico e morale
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niente, ma bisbigliano al mio orecchio il Caffè Uccello
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diritto di riprendere il mio posto; vedevo i titoli
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e come Papini. Per mio conto, mi sforzavo di
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di colpire meglio del mio direttore. Mi accorsi troppo
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sede. ¶ Oppure fu il mio sempre più esiguo contributo
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che egli sia un mio collega d’allora, se
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De Manes. È un mio vecchio amico, fu giovane
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con me; scrive il mio indirizzo e il suo
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zappa. Disse: «Coltivavo un mio terreno a Casoria in
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un bracciante, pensavo, ma mio figlio è sano. Ebbene
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cui si offese il mio amico Finizio manifestò il
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saperlo; è importante; ogni mio conterraneo dovrebbe svolgere una
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inutile testimonianza. «Vattene, cuore mio, vattene solo – per le
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A proposito, io nel mio funerale ci voglio proprio
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trovato per caso il mio anello?» ¶ Fra le lacrime
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di un uomo del mio paese, sorridetene con qualche
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raccomandandosi ai santi. ¶ «Saverio mio, sono condannato» bisbigliò. ¶ Disse
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singhiozzò e concluse: ¶ «Saverio mio, è possibile? Si tratta
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graziati!». ¶ Nei fatti del mio paese c’è sempre
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idem... presente! E quello, mio padre, venne chiamato Alfonso
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verità: vi piace il mio ultimo lavoretto in palissandro
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Mergellina, proprio così direbbe: mio nonno, di tutti gli
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salutata, si osservarono. Cuore mio, esclamò ad un tratto
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un solo giorno con mio nonno, egli non mi
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in busta chiusa ¶ Un mio giovane amico di Napoli
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vent’anni e il mio Giraci si diverte nella
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sopprimere o resuscitare un mio signore? Volete liberarvi di
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coniugali dell’innamorato. «Cuore mio, dite di sì» concludeva
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della povera gente del mio paese. Di tutti i
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può morire dovunque. Al mio paese, quando qualcuno decede
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piacque. ¶ La morte, al mio paese, è napoletana: vi
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quando vedo individui del mio sesso azzuffarsi e magari
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avuto un antenato al mio paese, presso il Teatro
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dire: «Vi piace il mio berretto da notte? È
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che esse indovinavano il mio disagio, ma la luce
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di meglio per il mio cinquantesimo salvataggio? Sia detto
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mi mostrò Sgambati, un mio compagno di scuola; dicevano
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ed era padre del mio condiscepolo questo eroe che
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Vito ¶ Un altro del mio rione Stella era il
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per causa vostra. Il mio mestiere è quello di
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feluca tintinnano sonagli sul mio berretto. Ma qualche volta
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quarantamila estranei... Ma il mio, questo, quando mai ho
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Avevo appena finito il mio lavoro quando sentii un
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esitante donnetta gli disse: ¶ «Mio marito è proprio fabbricante
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chiunque ai santi del mio paese, nei quali tanta
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settembre i napoletani del mio tempo andavano in pellegrinaggio
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di credere che il mio don Aniello ci pensasse
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un celestiale sorriso dicendo: «Mio caro Chierchia, sono oberato
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preghiere; quasi sempre, nel mio straordinario paese, la laurea
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perentoria e umana: «cuore mio», «assassino» gridava inseguendoli; se
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Dato che tu sei mio padre ma contemporaneamente stai
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don Peppino. Faccio il mio caso e insisto: per
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esclusivamente spaghetti; spaghetti mangiò mio padre nella grande cucina
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clausura degli spaghetti?) Al mio amico risposi arrossendo che
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dovrei farla scrivere sul mio stemma se lo avessi
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al giorno» disse il mio amico ligure. ¶ Chi lo
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volta ¶ Non nego, nel mio paese vige la jettatura