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Pietro Metastasio, Ciro riconosciuto, 1736

concordanze di «mio»

nautoretestoannoconcordanza
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perdei, ¶ Nato appena, il mio Ciro. Oggi l'attendo
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affrettarlo. Ah, fosse ¶ Il mio sposo presente! Oh Dio
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oggetto ¶ Del tenero amor mio, che già tre lustri
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tanta cura ¶ Lo sdegno mio dissimulai, che il folle
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Ed il sangue del mio figlio ¶ Già si sente
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cambio: ¶ Piacque. Te per mio figlio ¶ Sotto nome d
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figlio: ¶ Servo fedele, il mio signor consiglio. ¶ CIRO ¶ Padre
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signor consiglio. ¶ CIRO ¶ Padre mio, caro padre, è vero
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Ognor tu fosti il mio ¶ Tenero padre amante: ¶ Essere
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si prometta). Ad ubbidirti, ¶ Mio re, son pronto. (risoluto
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compagni. ¶ MITR. ¶ Oltre il mio figlio Alceo, ¶ Uopo d
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Astiage) ¶ CAMB. ¶ (seguendola) Idol mio. ¶ MAND. (scuotendolo) ¶ Destati, o
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Cambise! aimè! lo sposo mio! Son morta!) ¶ AST. ¶ Ah
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rea, ¶ Tu contro il mio divieto ¶ In Media entrare
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Nol richiede il morir mio: ¶ Lo sapete, io sol
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volto ¶ Non ignoto al mio cor, destommi in seno
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Offeso il fiero ¶ Dal mio tacer, snuda l'acciaro
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cara ¶ Parte del sangue mio, dunque di nuovo, ¶ Misera
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dici? ¶ Era presago il mio timor? Ma tanto, ¶ No
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il loro aiuto: ¶ Il mio figlio perdei, tutto ho
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perduto. ¶ Rendimi il figlio mio: ¶ Ah! mi si spezza
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sarà, ¶ Che, a tanto mio dolor, ¶ Non bagni per
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Sappi, che al nascer mio.. ¶ ARPAL. ¶ Siegui. ¶ CIRO ¶ (Giurai
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Alceo ¶ Dunque è il mio Ciro? ¶ MITR. ¶ Oh Dio
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MAND. ¶ Sai che il mio figlio ¶ Prigioniero è per
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e sfortunata: ¶ Compatisci il mio timor. ¶ Va: se in
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difendi ¶ Cara parte del mio cor. (parte) ¶ SCENA SECONDA
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Ti deggio, ¶ Amico, il mio riposo. E qual poss
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tui? ¶ Vieni, vieni al mio seno. (Odio costui). ¶ MITR
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e parti. ¶ MITR. ¶ Vado, mio re. ¶ AST. ¶ (Più non
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divenne! Ei sa il mio fallo: a tutti ¶ Palesarlo
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un pubblico giudizio, il mio segreto ¶ Paleseran costoro ¶ Per
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in guisa ¶ È al mio timor la crudeltà, che
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Il sol perdei ¶ Conforto mio. ¶ ARP. ¶ (Falso dolor! Con
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Ah! se non fosse mio, ¶ Lo crederei pietà). (parte
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CIRO ¶ Sorgi, vieni, o mio caro ¶ Liberator, vieni al
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caro ¶ Liberator, vieni al mio sen. Di quanto ¶ Debitor
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figlio son io! ¶ MAND. ¶ Mio caro figlio! ¶ Mio Ciro
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MAND. ¶ Mio caro figlio! ¶ Mio Ciro! mio conforto! ¶ CIRO
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caro figlio! ¶ Mio Ciro! mio conforto! ¶ CIRO ¶ Io! come
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troppo: o il figlio mio non sei, ¶ O per
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inganno? ¶ CAMB. ¶ Amata sposa, ¶ Mio ben. ¶ MAND. ¶ Sogno o
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son desta? ¶ Cambise! idolo mio! tu qui! tu sciolto
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omicida! Ah! sposo, il mio ¶ Non è dolor, smania
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Non più, Mandane: ¶ Il mio furor m'avanza: ¶ Non
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questa ¶ Una vendetta. Il mio tacer t'offese: ¶ Mi
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Palese ¶ Vedrai tutto il mio cor. ¶ CIRO ¶ Vengo, son
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chi vuole. Il figlio mio ¶ Vendicato esser dee. Son
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abbastanza, ¶ Compiendo il dover mio. Le rozze spoglie ¶ Non
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Che in vece del mio figlio il tuo dovessi
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suo perdé per il mio figlio, a cui ¶ Noto
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cui ¶ Noto è il mio duol, della cui fé
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l'infame ¶ Uccisor del mio Ciro. ¶ ARP. ¶ Intendi Alceo
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al fonte; il figlio mio ¶ Salva, difendi: ei forse
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È il tenor del mio fato. Ebbi il mio
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mio fato. Ebbi il mio figlio, ¶ Stupida! innanzi agli
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e volli ¶ Ostinarmi a mio danno! Ancor lo sento
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detta. ¶ CAMB. ¶ Vedi del mio furor... ¶ MAND. ¶ Fuggi: quel
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perduto! Ascolta, ¶ Principessa, idol mio. Non ode. Ha chiuse
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Non è del figlio mio ¶ L'omicida costui?) ¶ CIRO
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difesa) ¶ CAMB. ¶ Dal furor mio ¶ Né tutto il Ciel
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Non è quegli il mio Ciro? Ove son mai
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falso Ciro... ¶ MAND. ¶ Il mio Ciro smarrito... ¶ ARP. ¶ Astiage
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Cambise e Mandane) ¶ ARP. ¶ Mio re, che fai? Se
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Qualche nuova sventura; il mio consorte ¶ Voglio seguir. Te
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che paventi? ¶ MAND. ¶ Figlio mio, nol so dir: tremo
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insulto mi par del mio destino. ¶ Benché l'augel
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almen che verrà. ¶ ARPAL. ¶ Mio caro Alceo, ¶ Tu salvo
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non amo? ¶ CIRO ¶ Sì, mio ben; sì, mia speme
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Al tempio! al tempio! ¶ Mio principe, mio re. Questi
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al tempio! ¶ Mio principe, mio re. Questi guerrieri ¶ Arpago
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volea: ch'arda al mio foco, ¶ Se troppo è
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un barbaro. ¶ MAND. ¶ È mio padre. ¶ ARP. ¶ È un
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Popoli, ardir! L'esempio mio seguite: ¶ Si opprima l
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Che avea sul sangue mio, ¶ Forse Astiage abusò; voi
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questi ¶ Gli auspizi del mio regno? Ah! ritornate, ¶ Ritornate
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di sangue, eccoti il mio. (inginocchiandosi) ¶ AST. ¶ Oh prodigio
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virtù che disarma il mio furore! (Arpago getta la
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le armi) ¶ AST. ¶ Figlio, mio caro figlio, ¶ Sorgi, vieni
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figlio, ¶ Sorgi, vieni al mio sen. Così punisci, ¶ Generoso
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torti e l'odio mio? ¶ Ed io, misero! ed
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vegga il mondo ¶ Il mio rimorso almeno. Eccovi in
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favor corrispondi, ¶ E il mio rossor nelle tue glorie