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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Paolo Cognetti, Il ragazzo selvatico, 2013

concordanze di «mio»

nautoretestoannoconcordanza
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stato molto più a mio agio sui sentieri che
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gorgogliava. Sarebbe stato il mio mondo per un periodo
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i miei quadri, il mio vino, i miei ricordi
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rubinetto e dosando a mio piacere il caldo e
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con il numero. Il mio era l’uno. Un
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tratto e poi, con mio stupore, si dirigevano verso
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suo battito accelerato nel mio palmo, il solletico delle
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veloce. Era Remigio, il mio padrone di casa. Era
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sa. Questo fu il mio curioso lavoro per tutta
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questo sarebbe stato il mio lavoro quotidiano”. ¶ Incantato dalle
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come stava venendo il mio orticello, ma quando alla
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di suoni, era il mio cuore; e allora perché
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a scendere verso il mio orticello. ¶ Notte ¶ Continuavo a
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il predatore, ma nel mio letto il buio invertiva
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bar di paese con mio padre e mio zio
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con mio padre e mio zio. Dopo cena mio
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mio zio. Dopo cena mio padre raccontò di una
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buon passo. Be’, disse mio zio, e che ci
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bisogno di dimostrare il mio coraggio. Andai con loro
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non spaventare il musicista mio padre e mio zio
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musicista mio padre e mio zio decisero di non
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la luna, e del mio fuoco non restava che
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le aveva portato il mio odore, alzò la testa
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molte notti conosceva il mio odore. Si dileguò senza
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rimase a osservare dal mio balcone, all’erta ma
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foglie secche, e sul mio balcone Mozzo finì il
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il sentiero verso il mio appuntamento. ¶ Estate ¶ Stagione dell
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per vivere a modo mio dovevo stare da solo
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Gabriele capì perfettamente il mio discorso. Solo quando ne
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di molti villaggi, il mio maestro di montagna: il
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abbandono che era il mio vero mal di montagna
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dal rifugio imitavo il mio maestro: provavo a parlare
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né scarponi, solo il mio bastone e scarpe leggere
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occhi, a unire il mio presente e il mio
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mio presente e il mio passato. ¶ Poi vidi alcune
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un rintanarsi improvviso al mio passaggio. Era come se
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in cui confluivano il mio bisogno di libertà, la
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fu la clessidra del mio tempo lassù. Quando arrivai
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era nato, sentiva il mio stesso bisogno di scegliere
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la pena per il mio peccato di presunzione. Ore
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stata irreversibile: invece il mio vecchio io spuntava fuori
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fuori, incontrai il pastore mio vicino, che era venuto
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fuori di tasca il mio quaderno. Restai lì con
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decisi di inaugurare il mio quaderno con un ringraziamento
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un rispetto formale il mio, per un albero che
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e il fuoco del mio camino. Una fila di
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andò via, presi il mio quaderno e scrissi: ¶ Ho
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e un piede di mio padre sporgere dalle lenzuola
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strano averlo lì, sul mio divano letto, ospite in
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ospite in casa mia. Mio padre è un uomo
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altre volte avrò visto mio padre in un letto
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la vita è mia, mio il divano dove lui
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divano dove lui dormiva, mio il bicchiere da cui
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cui aveva bevuto, e mio padre non era che
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giù per i sentieri. Mio padre non ha mai
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Quando sono tornato dentro mio padre non c’era
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e il tronco vecchio mio padre. Poi invece ho
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nuovo. In questo caso, mio padre era soltanto un
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e a malincuore, al mio ritorno, lo legavo lì
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pranzo, che era il mio modo di fare amicizia
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qualcosa. Con Lucky quel mio vezzo avrebbe avuto vita
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dire che Lucky fosse mio. ¶ In alto facemmo un
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da Gabriele pensai al mio amico che si scaldava
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sembravano dire quello è mio, lo prendo io, guai
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seduto al tavolo il mio quaderno era lì che