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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Salvatore Di Giacomo, Nella vita, 1903

concordanze di «mio»

nautoretestoannoconcordanza
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vado per un affare mio, fino all'Annunziata. Parla
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figlio? A casa, cuore mio bello. Che ci resto
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e due casi - mormorò - Mio marito ha letto il
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per lasciarlo posare sul mio interlocutore, ch'egli affisava
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ov'ero seduto, il mio bambù e l'ultimo
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Non ha visto il mio carrozzone? ¶ - Sì... difatti. ¶ Ripigliammo
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ogni moto ribelle del mio carattere così ombroso, è
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a quel Rigo il mio desiderio assunse quasi una
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Gazzetta Ufficiale, da un mio ex compagno di scuola
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la morte di un mio zio mi fece ottenere
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caratteri fisici soffermava il mio sguardo sullo sciagurato. Labbra
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udir la voce del mio ex maestro che parlava
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di dicembre del 18.. il mio portinaio mi mise sul
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precedente e avea seguito mio padre laggiù nel breve
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nel breve cimitero del mio paesello - io avevo dovuto
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altro, dunque, al posto mio sarebbe stato davvero più
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Come ritorcer l'animo mio, che si voltava addietro
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partecipazione era estetica: il mio nome era scritto in
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e Matteo Barra, il mio compagno di studio e
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Dottore in utroque!.... Ah, mio Dio! Son contento, guarda
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come a interrogar sul mio silenzio le dolorose e
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quel punto, sciogliersi il mio cuore così gonfio. Sentii
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stato, dopo tutto, il mio compagno di speranze, di
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suo cuore batteva sul mio, così forte, così forte
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orgoglioso e inasprito animo mio il tedio di questo
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fa, nel febbraio, il mio amico artista Totò del
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calligrafia evidentemente muliebre, il mio nome. ¶ Io non sono
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con le ammiratrici del mio nobile ingegno, non eccito
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poca la firma del mio amico Totò! Lì per
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lo spiegò subito. ¶ «Conoscete, mio caro amico, l'ex
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E sento che al mio cuore tormentato è riserbata
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ma col baleno del mio sguardo commosso la più
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sarò ben riconoscente, amico mio! Ora io non desidero
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fretta. ¶ - Lei - mormorò il mio amico. ¶ E mi parlò
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qualche volta? - chiesi al mio amico sul punto di
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le parecchie che il mio portinaio aveva avuto la
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alla medesima tavola, il mio compagno d'ufficio de
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ufficio non conta nulla, mio caro, a fronte di
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rinunziare alla scrivania di mio padre, alla stanza dov
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stanza dov'è stato mio padre, all'aria che
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aria che ha respirato mio padre! Ah, sì per
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che avevo terminato il mio modesto asciolvere, sorseggiando un
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cinque ignobili ciuffetti, il mio compagno di ufficio de
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giovinezza dell'animo vostro! Mio Dio, che aridità e
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suo cuore dolente, il mio compagno de Laurenzi? E
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come per rispondere al mio pensiero, e dopo aver
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poi che là dentro mio padre, ch'era uno
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vogliono. Titoli? E il mio ingegno, il mio passato
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il mio ingegno, il mio passato? Questi signori non
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spento. E soggiunse: ¶ - Vedrai, mio caro. S'è battagliato
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me e sull'animo mio, mentre m'avviavo alla
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avviavo alla porta del mio ufficio, pesava ancora, come
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di quest'uomo il mio sguardo investigatore e tentavo
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stanchezza mi allontanò dal mio compagno. Lo incontravo, ci
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solite sorprese. Ma, Dio mio, non avrei mai immaginato
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per me urgentissimo: un mio quadro di caratteristici costumi