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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Ugo Ojetti, Mio figlio ferroviere, 1922

concordanze di «mio»

nautoretestoannoconcordanza
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impero sfasciarsi. Dice il mio amico: – Dopo una gran
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ripetere le idee del mio amico dottore perchè sono
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concedermi di affidarlo al mio editore perchè lo stampasse
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abbia un séguito. Il mio amico m’ha giurato
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poi risulterà che il mio amico aveva ragione e
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In questa ipotesi, il mio amico aveva chiesto che
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ha voluto soddisfarlo. Il mio amico, com’è suo
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U. O. ¶ I. ¶ AL MIO UNICO LETTORE CHE ANCÓRA
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in litografia, comprato da mio padre il 15 novembre 1860 che
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partita la mattina con mio figlio Nestore per Roma
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medico dirne male? ¶ Il mio amico m’ascoltò attentamente
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ripensai all’invito del mio amico. Uscii, per igiene
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a chiudermi in questo mio studiolo dove di giorno
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ed è tornato anche mio figlio. Ma io ho
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a me e al mio povero stato. Volevo dire
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dirò fra breve, il mio desiderio sarebbe di averne
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lasciare per testamento il mio manoscritto solennemente suggellato alla
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alla mia sincerità, al mio capriccio, e magari alle
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distrazioni: non per merito mio, si badi, ma del
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lavorare anche io nel mio piccolo con purghe, pillole
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certe ore, in questo mio bugigattolo, io mi sono
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la formulerò mai. ¶ Un mio collega tornato dalla Versilia
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noi entrammo in guerra, mio figlio Nestore finiva il
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più questo distacco tra mio figlio e me, e
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è: l’occhio di mio figlio corre alle debolezze
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vizii come corre il mio. ¶ Nestore cominciò presto a
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in quei tre anni mio figlio, tra esami ordinarii
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l’ho detto, lettore mio. Io mi cullavo allora
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in mente che fu mio suocero buonanima a volerlo
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spinto quasi da solo mio figlio nei più gloriosi
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all’anagrafe. Forse perciò mio suocero che aveva allora
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sicura della mia, quando mio figlio concentrava ancóra a
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La traduzione dell’Iliade mio suocero la sapeva tutta
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e nella persona di mio figlio, mi sarebbe stato
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per non togliere al mio racconto quell’interesse progressivo
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quindicimila lire, più il mio stipendio: totale, venticinque o
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e passa. E del mio lavoro sarò padrone io
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mi lasciava cuocere nel mio brodo di vecchio borghese
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Vi sono andato con mio padre, quando avevo dodici
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mia fidanzata e col mio suocero futuro, per invitare
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andato cogli altri del mio ordine o, come ora
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monotonissima strada seduto sul mio bagherino a guardare la
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quell’onorevole offerta al mio figliolo socialista e ferroviere
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per altro che per mio figlio. “Vecchio borghese con
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le sue informazioni sul mio conto. Trentacinque, anzi trentasei
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tavola, pel pranzo, trovai mio figlio che aveva ventiquattro
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certo aveva interpretato il mio rifiuto come il primo
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non ebbi bevuto il mio caffè (lo zucchero ce
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udito il tonfo del mio corpo sul lastrico: ¶ — Ah
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avvenuto. Nestore sapeva il mio debole e continuava: ¶ — C
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sono monarchico o perchè mio figlio è socialista? ¶ Il
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come cicatrici, e il mio volto di ragazzo trasformarsi
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reddito professionale. Caro il mio Pietro, e non vuoi
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anche io come il mio povero coniglio, e questi
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e l’autorità di mio figlio. ¶ Fino all’ultima
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reca in azzurro il mio nome. Mia moglie che
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pur l’ombra del mio errore, mi osservò bonario
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Io sono abituato al mio toscano e non transigo
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fa meraviglia, eh, ragazzo mio, che io mi ricordi
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conosciuti, anche fuori del mio collegio. Tutti! ¶ Allegro, facondo
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la riunione presieduta dal mio ospite giocondo aveva deliberato
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venuto a scriverlo nel mio podere di Poreta che
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precipizio: un piccolo mondo mio, insomma, del quale conosco
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e io discesi nel mio studio. Fino all’ora
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suddito svizzero. Ricorrerò al mio governo. – Maestrini svizzero? In
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speciali che vengo, lettor mio, ricordando, fu che i
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egida del socialismo del mio Nestore vi avevano accumulato
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dirla in biblico, anche mio figlio Nestore? Mia moglie
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o impiccagioni. – Sappiate che mio marito è il migliore
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tutto sacrificargli, salvo il mio amante, – dice a Babùc
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anime sensibili (tu, lettor mio, se hai tempo, puoi
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Io gli ripetevo che mio figlio non mi rivelava
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avevo chiesto, secondo il mio diritto, d’andare in
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ragioni che soddisfacevano il mio amor proprio o si
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ora fa. È il mio turno di riposo. ¶ Cencina
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scrivania. Questo fu il mio atto d’imperio. E
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fosse il fastidio pel mio inatteso e risoluto intervento
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d’aver mai veduto mio figlio così. ¶ Il medico
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degli altri. Lascialo, lettor mio, dire a un medico
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mia moglie meditasse sul mio silenzio e finalmente ne
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i risultati di quello mio. Ma, obbedendo alle necessità
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accontentai d’affermare il mio pensiero: ¶ — Io lo credo
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loro chiavi erano nel mio cassetto; e talvolta salivo
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un sospiro ridiscesi nel mio studiolo. La proprietà, almeno
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di romperla con questo mio figliolo rosso, che sia
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debbono ragionare come il mio attore quella notte, con
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natura e per il mio comodo, e mi piace
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lo sapeva; ma era mio dovere disturbarla per dirglielo
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della conoscenza dell’animo mio (e non gli davo
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per dichiarargli l’animo mio. ¶ Era una giornata di
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Roncucci, un guardiasala del mio paese che prima della
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al suo figliolo, dottore mio; e gli ho detto
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lo so. C’è mio figlio, purtroppo, e mi
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d’un disertore. Ma mio figlio anche con una
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mangiare e sta zitto.... Mio figlio, con la mano
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due. E la seconda mio figlio se l’è
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per non mostrare al mio interlocutore il piacere che
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un buco anche pel mio russo che súbito offrì
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informarli, capii, sull’essere mio e del russo. Ma
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memorie. ¶ — Magari domani, figliolo mio. ¶ — Ma che figliolo! Se
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Hai voluto sapere il mio pensiero. Te l’ho
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passati a prendermi al mio albergo con l’automobile
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che non è il mio. Ma qui a Roma
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lo aspettava, dell’arrivo mio. Mi fece appena un
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assicurato che il sigaro mio e il sigaro suo
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trattava di Nestore, di mio figlio, ferroviere per giunta
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scapolo, la faccia del mio Nestore non sarebbe stata
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un braccio sotto il mio e si diresse rapido
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Rotonda, io ripensai al mio sindaco. Dov’era finito
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intanto di spiegare al mio mentore l’annosa questione
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sarai tu al posto mio. No, non lo dico
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preferisci, ti chiamo il mio segretario, e detti a
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a cuore ad un mio amico e compagno carissimo
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porta si richiudeva sul mio naso. ¶ Pazzotti fece pochi
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del telegrafo fuggire. Nel mio vagone, per caso, non
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dopo tutto, voglia al mio unico figliolo, quel pensiero
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ho mai detto, lettor mio, che io da molti
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agire. E tu, lettor mio, tra mezzo secolo ne
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fortuna, il pudore del mio angusto egoismo. Ma s
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convincere súbito di questo mio necessario rifiuto gli amici
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preghi di sollecitare il mio collocamento in pensione. Da
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sè per coltivare il mio poderuccio, un figlio e
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suo traffico, lavorava nel mio casale, e bene e
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Volevo francamente ripetere a mio figlio che suo padre
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fiato. Io sorseggiavo il mio: ¶ — E credi che riuscirete
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futura, Matteo Schiantelli, il mio Matteo, fu nominato assessore
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calca per continuare il mio giro. Non lo sapevo
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ormai devi esserti, lettor mio, accorto anche di questa
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perchè io voglio col mio sangue.... ¶ — Sangue non c
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E voglio dargli il mio nome, soltanto il mio
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mio nome, soltanto il mio nome: Torricelli, Torricelli, i
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un figlio, un figlio mio lo voglio, per poterglielo
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pensato all’avvenire di mio figlio. Mi risalì alla
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di restare chiuso nel mio studio a sporcare la
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di corsa. E nel mio letto trovai mia moglie
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a te. Era il mio dovere. ¶ — Lo sai qui
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e ch’io dal mio troppo premessi, il letto
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Insomma, qui almeno nel mio letto, sarò il padrone
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condurre la politica, lettor mio, che forse avrai la
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proprio sull’aja del mio casaluccio di Poreta coi
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sta appesa qui nel mio studio, da quarant’anni
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spennando un pollo in mio onore, mi sedetti sull
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e per sempre, il mio lavoro e la mia
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ragione il Re del mio sogno: su per la
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l’oliveto è tuo. ¶ — Mio? ¶ — Tuo. È un favore
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chiese due bottiglie del mio trebbiano più vecchio, contro
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Si compri una Smac. Mio figlio è il rappresentante
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benissimo. Così facesse il mio. ¶ — Lasci l’automobile al
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meccanico. E salga sul mio carrettino. L’accompagno io
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continua così, dovrò pregare mio figlio di non mettere
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giorni dopo, per merito mio, il signor Tocci comprò
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io firmavo in nome mio ma pagavo con danari
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più capitato dopo il mio matrimonio, e m’ero
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lei: ¶ — Ma, bravo dottore. Mio marito ci ha sofferto
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sarebbe la base del mio trattato sull’educazione della
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quanto sia inguaribile il mio ottimismo, o più semplicemente
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cenci di borghesia: il mio Nestore è tornato borghese