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Caterina Percoto, Racconti, 1858

concordanze di «mio»

nautoretestoannoconcordanza
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1858
lo intese, monta nel mio carrettino, trotta, ti aspetto
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1858
hanno raccontato.... ¶ — Or bene. Mio padre non voleva che
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che mi viene del mio salario, lo bacerete per
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chiese il dottore. ¶ — Mainò, mio bel signore, e spero
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mazzetto. — Quindici giorni dopo, mio padre, che voleva far
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Piacemi la melanconia, è mio diletto la solitudine, ed
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belle città! Oggi il mio cuore chiuso aborre le
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Non avrò più nel mio petto neppur una scintilla
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madre, le carezze di mio padre, i giuochi e
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di quella vigilia! – Il mio cuore non è più
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altri palpiti commossero il mio povero cuore, imparai altri
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a ridere di quel mio primo devoto desiderio; ma
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dai ringraziamenti. ¶ — Oh Dio mio! caro Giacomo, andava esclamando
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d'aver pagato il mio debito; che se avesse
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galantuomo, bisogna che obblighi mio fratello a vendere le
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questo singhiozzo: ¶ — Oh Dio mio! Oh Dio mio! ¶ — Quegl
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Dio mio! Oh Dio mio! ¶ — Quegl'infelici vi appartenevano
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osservazione. Mentre seduta sul mio letto io sto qui
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Nencia, gridò, che fa mio padre? — La fanciulla spaurita
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riconoscerti alla fisonomia; ma, mio Dio, come se' cresciuta
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e di rivedere il mio paese, che ho tosto
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l'han voluto il mio Tita. Ma ne ho
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due dita per amor mio. Sapete pure ch'io
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esempio della parrocchia, il mio confidente, il mio giovane
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il mio confidente, il mio giovane amico!... Avevano un
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che sei ancora il mio Giovanni. Fatti in qua
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ti avessero mostrato il mio sepolcro, dì, e non
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senza neanche salutarmi? ¶ — Dio mio! Voi mi squarciate il
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vederti così. Vorrei col mio sangue ridonarti al paese
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la notte seduta al mio solito su d'una
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e che per il mio cuore valeva per ben
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pagheremmo colle galette.... ¶ — Dio mio, figliuoli miei! rispose il
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lei co' risparmi del mio salario, e vi ha
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dalla fame distrutto? Al mio cospetto fra il ricco
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Qui mi scrive un mio amico, il signor tale
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un'antica costumanza che mio padre non preteriva in
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aggiunte un po' di mio capo, che si sa
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secondo i consigli del mio fattore, che è un
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contessa ridendo, che il mio fattore non ha tanta
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un fosso in un mio podere, che era circondato
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quel signore, amico di mio padre, che ha voluto
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è la figlia del mio buon padroncino, che Dio
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costumato, voi farete a mio modo, e lo porterete
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tanto tanto! Oh Dio mio! se fai così, tu
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da ladri! Veder il mio Tita scacciato dalla compagnia
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a voler per amor mio sfuggire le compagnie e
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Cioè, si riseppe che mio marito aveva portato a
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cominciò a guardare sinistramente mio marito, e nelle case
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che se voleva morire, mio danno.... ma che le
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quel disgraziato!... ¶ — Fídati al mio cuore! le gridò la
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saprete. Vi spiegherò tutto, mio caro amico, ma per
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e tutta in lagrime: ¶ — Mio marito! gridava. Che cos
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Che cos'è di mio marito?... ¶ — Vostro marito è
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mia rovina, quella del mio padrone e di tutta
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sua famiglia. Oh Dio mio! che sarà mai di
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un povero famiglio. Il mio padrone mi ha mandato
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con altri contadini del mio paese. Per non lo
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vado per riprendere il mio farsetto.... Oh Dio! oh
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un disgraziato.... ma il mio affetto per voialtri è
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butta le gambe! ¶ — Effetto, mio caro, dell'essere avvezza
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e ciò, a veder mio, aggiunge un gran pregio
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avesse più tempo del mio Pierino? È sparuto, che
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ho già detto, che mio suocero egli stesso m
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questa malattia per amor mio, per allattare il mio
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mio, per allattare il mio Pierino! ¶ — Or via, non
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Tu parli per il mio bene, ed io son
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verrà a casa il mio povero uomo, non troverà
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po' di brodo.... e mio marito è un povero
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terrai conto per amor mio? e volgevasi alla compagna
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è vero? ¶ — Sì, cuor mio! ma tien sotto le
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ricevere il Signore. Dio mio! Io so poco la
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contessa. Ma.... oh Dio mio! ell'è così estenuata
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n'è vero, babbo mio?... E la mamma? Dove
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in atto di acchiapparla. — Mio Dio quanti occhietti! come
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il ponte! Oh Dio mio! veh come tentenna! Oh
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a dire: ¶ — Oh Dio mio! se tu sapessi come
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tu sapessi come il mio mi amava! Egli era
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di coricarsi visitava il mio letticciuolo e mi metteva
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Il tempo guarirà il mio cuore. Voglio godere di
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la mia Ginetta! il mio tesoro.... ¶ — Tornami, tornami a
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Sempre qui, accanto al mio letto. Oh, ella non
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accarezzava l'orfanella: ¶ — Babbo mio, disse, ti voglio fare
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lei come se fosse mio. Oh tu non devi
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sono passati tanti nel mio villaggio prima ch'io
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tutta la state. — Eh mio Dio! e voi altre
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Dividere con te il mio pane, lavorare con te
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di sentire quello che mio malgrado io sento. Potrei
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di voi! lasciatemi al mio destino. Nè si rivolse
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se sapeste come il mio cuore vi ringrazia!.... E
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ha cercato indarno il mio. Io, infelice! ero lungi
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io lo preghi, padre mio, di concedervi una lunga
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danno certezza che il mio è qualche cosa di
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no, più sogno il mio! Le tue adorabili qualità
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dinanzi agli occhi. Allorchè mio fratello moribondo ti confidava
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grande tesoro... — Tesoro, padre mio, è stata la vostra
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disperse, mutilate, insozzate.... Oh mio Dio!... e in mezzo
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quando diedero il fuoco? ¶ — Mio marito era ne' campi
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non saper niente di mio marito! Ogni qual tratto
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i loro figliuoli: e mio padre? e mia madre
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hanno più nulla...? O mio Dio, ci vuol altro
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vostra..., balbettò Mariuccia. ¶ — Eh! mio Dio, non vuoi che
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è la copertina del mio letto nuziale!... Ma come
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come va questa faccenda? Mio Dio! e qui, se
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hai la lentima del mio pagliericcio? Ma non ho
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che credeva abbruciate!... Ah mio Dio, me lo sono
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tratta della mia fortuna.... Mio Dio! Gli è tanto
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tenerti ciò ch'è mio? Ti trovo mille testimoni
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roba ch'è sangue mio? ¶ Mariuccia non rispondeva, ma
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copriva di baci, — Oh! mio buon padre, supplicava, per
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per te? Parla, angiolo mio! le rispondeva il barone
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minuto; si tratta del mio Vigi che vogliono fare
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a quella volta. ¶ — Ah mio Dio, non c'è
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porterai tu per amor mio.... — E senza aspettare che
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la gl'insegni il mio nome. Oh mi sarebbe
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miei occhi!... Ma il mio destino mi chiama altrove
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Lisa, egli.... non ritornerà! ¶ — Mio Dio! perchè affliggersi prima
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sul carro, e al mio fianco stava il povero
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disgrazie sono piombate sul mio povero capo! Egli ha
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a dirmi che il mio marito l'avevano fucilato
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Mariuccia, mi esaudì; e mio marito era vivo: nè
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me, i miei figlioletti, mio marito, e ci diede
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via, quietati per amor mio! Ma la fanciulla non
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allo zio diceva così: ¶ «Mio buon Padre! ¶ Permettete che
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la vostra Cati, o mio buon padre, che ora
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a piangere per il mio povero paese. – Mi sta
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di aprirvi tutto il mio cuore, come se fossi
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imperdonabile. Voi rispettaste il mio dolore, nè più mi
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sciagure che desolavano il mio paese io caddi ammalata
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sempre addio a voi, mio buon padre, ai luoghi
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ma per compiangere al mio destino e per perdonare
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piangi.... — Or via, cuor mio, finisci di cenare e
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io potessi alimentarvi col mio ultimo respiro.... Mio Dio
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col mio ultimo respiro.... Mio Dio, che me li
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me li hai dati, mio Dio, che hai santificato
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si può dare, capite! — Mio Dio, Natalia, non vi
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può averglieli dati? Eh mio Dio! quando si è
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nessuno dà niente! Oh mio Dio! La fame!.... la
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vi siete ricordati del mio male e non del
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male e non del mio bene! Vi siete ricordati
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ricordati della maledizione di mio padre e non del
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dunque rimasto a Udine? — Mio padre ha buone gambe
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i vestiti; guarda questo mio com'è bellino!... Sei
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dire ho perduto il mio tempo nel passare per
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trovar una donna del mio paese venuta a vender
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nel collo bestemmiava.... Oh mio Dio, se tu avessi
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ho pagato puntualmente il mio frumento d'affitto — rispose
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senza ingiustizia supplire col mio. — L'anno non è
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fare alla finanza il mio regalo di zuccheri. — S
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è un mugnaio del mio paese. — Té! la Tonina
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riempiere la misura del mio dolore doveva venire la
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alquanto rasserenata, ¶ — O amico mio! ripigliava, io ti ho
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di petto... Oh Dio mio! e pensare che quella
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povera gente, bisognerebbe, amico mio, che noi avessimo il
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lati la pianura del mio paese, mostravasi vicino, e
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letto. ¶ — Gli è il mio compagno di sventura, diceva
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comperato a Palma il mio povero uomo; una pezzuola
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inginocchiatevi qui, presso al mio letto, colla vostra candela
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mi ha consolata. Il mio povero uomo lavorava tutto
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non si accorgesse del mio venire. Il sole aveva
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che avevano permesso al mio Luigi di sposare un
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bene, vedere intorno al mio letto una famigliuola felice
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che non sarà più mio posava sovra il mio
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mio posava sovra il mio cuore, e io ne
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sarà, spero, terminato il mio patire. – Ti scrivo per
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stanze, avendo ceduto il mio appartamento in contemplazione del
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del prossimo patrimonio di mio figlio Rodolfo. – Comincia adesso
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prima in compagnia di mio marito sotto la direzione
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sola, poi aiutata da mio figlio. In questo lungo
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dolori hanno afflitto il mio cuore, ma fui anche
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adempito ai doveri del mio stato e di veder
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paese ho perduto il mio primogenito; il secondo è
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e per la quale, mio malgrado, io sentivo una
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rimetto nelle mani di mio figlio Rodolfo, è tale
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là l'amore di mio marito e de' miei
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faceva ad uscire dal mio appartamento. Ah! quando mio
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mio appartamento. Ah! quando mio marito moribondo mi dava
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cui mi vergogno; ma, mio malgrado, nel distaccarmi da
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volte nell'aprire il mio scrignetto io mi vedeva
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il cuore! Ora il mio scrignetto è vuoto, e
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dagli anni! – Oggi, quando mio figlio le andava lentamente
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era stato collocato sul mio capo nel giorno più
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sacerdote ha benedetto il mio primo ed ultimo amore
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nel vedermene spogliare, il mio cuore gemeva come se
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le sue radici. Il mio guardo era freddo, indifferente
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lungo. Non vedete? il mio capo è canuto, si
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balsamo sulle piaghe del mio povero cuore. Ho letto
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viene a collocarsi tra mio figlio e me, a
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riapre alla gioia il mio povero cuore. Un suo
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suo figliuoletto, figlio del mio figlio, che porti il
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tutte le gioie del mio avvenire. Ell'era vestita
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piangere, i sentimenti del mio cuore erano partecipati, ed
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della mensa vicino al mio posto, mi chiamava col
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sue infantili dimande. Dio mio! è tanto tempo ch
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di presto rivederci il mio cuore non poteva rispondere
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affetto vive ancora nel mio cuore, ma chi più
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fossi nella tomba. Il mio capo s'è fatto
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è già passata. Ah mio Dio! perchè darmi un
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i singulti: ¶ — Oh paese mio benedetto, dove potrei adesso
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anche colaggiù; insegnerà il mio nome e la mia
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le scale, oh Dio mio come sparuti! li seguiva
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e se anche nel mio secreto piangevo perduta per
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male interpretazioni e il mio nome rispettavano. Avevo dimenticato
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amore, quest'era il mio fine, questa la speranza
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nel creder puro il mio cuore; e tornata alle
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alcun'istanti inconsolabile. Il mio rifiuto non valse ad
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Egli era stato al mio letto, quand'io mi
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depositai col mezzo del mio amico su d'un
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che già conosceva il mio cuore. Era il punto
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salvata dalle memorie del mio passato che talvolta venivano
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con quella parola il mio cuore, le dolci abitudini
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voglio farli pensare a mio modo, no! liberi tutti
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una famiglia. ¶ Dio! Dio mio! queste parole mi laceravano
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dalla persuasione che il mio matrimonio fosse già cosa
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1858
mia posizione, e il mio partito fu irrevocabilmente preso
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1858
Armellino, buon Dio!! Sogno mio desiderato da tanti anni
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lavori della stagione. Guarda mio padre come ne gongola
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mo di grazia? ¶ — Ah mio Dio! Perchè è venerdì