Aldo Palazzeschi, Il codice di Perelà, 1911

i regni di questo mondo. Voi venite, dunque? ¶ – Di

stato così da che mondo è mondo. ¶ – Allora ne

da che mondo è mondo. ¶ – Allora ne ha sessantasei

ha sessantasei. ¶ – Vuoi finirla, mondo ladro. ¶ – Voi siete, signor

signor Perelà, è un mondo, un globo tutto d

incandescente perché tutto il mondo lo possa ammirare, perché

ammirare, perché tutto il mondo lo veda. ¶ – E voi

signor Perelà, messo al mondo per farmi disperare. Vi

gli uomini del gran mondo. ¶ – E gli ha posti

scoppiare. Io godo un mondo a vedermeli attorno così

Noi cerchiamo per il mondo il nostro cuore come

oceano trascinando per il mondo la mia disgrazia e

avevo compreso sola al mondo, l’avevo tolto dal

denari diventa Re nel mondo dove il denaro è

le toilettes di questo mondo. ¶ – Ma Oliva! Oliva! ¶ – Io

mio cuore è un mondo per voi, tutto di

più bel salto del mondo. Ascoltatemi bene: fra io

sola possibile, giacché nel mondo all’infuori della pazzia

arrivare in tutto il mondo e fino al cielo

e mendace ammirazione del mondo, nemmeno il pensiero della

fosse di meglio al mondo che il fumo, parve

correvano, pareva che il mondo dovesse diventar suo da

stimasse altra cosa al mondo all’infuori di questa

giorni messaggi dall’altro mondo, e in questo non

gli articoli di questo mondo, noi abbiamo paura di

di stoppa a questo mondo. ¶ – Ha ucciso, allora. ¶ – Diremo

attirare la curiosità del mondo intero. ¶ – Che cosa ne

uomo più noioso del mondo. ¶ – Credete si sia valso