Vittorio Alfieri, Antigone, 1783

morire. ¶ Antigone ¶ Aver puoi morte ¶ qui non degna di

Argo, ei dà barbara morte ¶ a chi dà lor

ei giace? e le morte ossa ancora ¶ dalla reggia

vassi; ¶ ma vassi a morte: io 'l deggio, e

ei mi vien tolto; ¶ morte aspetto, e la bramo

una fiamma anco le morte nostre ¶ spoglie consumi, e

gareggiar di amore; ¶ di morte, sì. Vedova sei; qual

nascimento con più orrenda morte ¶ emendato hanno, eterno obblio

mi costi tu? La morte io piango ¶ anco d

Imperturbabil giudice, le ascolto: ¶ morte è con esse già

alta innocenza, esser di morte afflitte ¶ dove Creonte è

purché l'abbi, la morte. ¶ Argia ¶ In me, deh

sia vil fra voi. Morte, che infame, ¶ qual vi

Emone ¶ Oh cielo! a morte infame?... Oh padre! ¶ nol

incesto, a voi di morte il dritto, ¶ non di

Creonte ¶ A trarvi a morte, ¶ fratelli abbominevoli del padre

me con essa a morte ¶ non manderai? ¶ Creonte ¶ Più

tu stesso ¶ degna di morte la lor santa impresa

donne, ne andranno a morte, ¶ perché al fratello, ed

essa manderai tu a morte. ¶ Amo Antigone, sappi; e

or tosto ¶ Antigone. — Di morte ella è ben rea

la scelta ¶ dubbia, fra morte e fra regali nozze

Emone ¶ Dubbia? ah! no: morte, ella scerrà. ¶ Creonte ¶ Ti

sempre, il può sol morte: ¶ felice fai chi te

il miglior dono è morte; ¶ cui spesso ei niega

me, ti avrei la morte io chiesta, ¶ o data

Darle ¶ vuoi tu, Creonte, morte? or lascia, ch'ella

novel che sorge: — ¶ la morte, o Emone, al cader

Potessi, ¶ almen potessi una morte ottenerti ¶ non infame!... ¶ Antigone

non posso; — compagno di morte ¶ ti son bensì. — Ma

scelto. ¶ Creonte ¶ Emon? ¶ Antigone ¶ Morte. ¶ Creonte ¶ L'avrai. — ¶ Ma

Il fero aspetto ¶ di morte (ah!) forse sostener dappresso

scelta, ¶ fra la tua morte e l'onta mia

or vi affrettate; a morte ¶ strascinatemi. Emon,... lasciami;... addio

è padre. A fera morte ¶ già, fin dal nascer

ah! ratto ¶ mandami a morte. Oh di destino avverso

ancor de' miei. La morte io scelgo, ¶ la morte

morte io scelgo, ¶ la morte io vo', perché il

v'abbia, anzi che morte, tomba. ¶ SCENA III ¶ CREONTE

non m'è sua morte; ¶ l'ira d'Adrasto

Argia ¶ Più d'ogni morte è duro ¶ il tuo

duro ¶ il tuo perdon: morte, ch'a ogni altri

veggo in volto ¶ terribil morte, eppure di te non

io viva,... mentre... a morte?... ¶ Antigone ¶ A orribil morte

morte?... ¶ Antigone ¶ A orribil morte ¶ io vado. Il campo

bastasse pur mia lunga morte!... ¶ Argia ¶ Ah! teco ¶ divider

cui ti lascio. — A morte ¶ vadasi tosto. — Addio, sorella

s'indugia? ancor di morte al campo ¶ costei non

corro al campo, a morte; ¶ non t'irritar, Creonte

deh! non funestar mia morte... ¶ Ecco, a te rendo