Vittorio Alfieri, Virginia, 1783

e regno vuole, o morte, ¶ temer non sa, né

figli, o libertade, o morte. ¶ Appio ¶ Menzogna è questa

Popolo ¶ O libertade, o morte. ¶ Numitoria ¶ O generosa plebe

universal viltade: atro di morte ¶ sopor quest'è, non

il peggior d'ogni morte orribil giogo ¶ imposto a

il fero cenno ¶ di morte. Or via, satelliti di

nuovo dì. — Costui ¶ di morte reo, per or non

or non danno a morte; ¶ creder potreste ch'io

noi; cercarvi ¶ onore, o morte. In più seguir le

n'era ogni stanza morte. ¶ Quindi t'uscimmo impazienti

la promessa di scambievol morte. ¶ Virginio ¶ Oh miei figli

tutto ¶ testimon di mia morte: al furor prisco ¶ lo

or l'esortarci a morte? ¶ Traligniam noi dagli avi

la rovina, ed onorata morte ¶ ei non s'avrà

tormi la figlia, a morte ¶ ir m'apparecchio; altro

morir suo. ¶ Virginio ¶ Qual morte ¶ per uom sì prode

servir, non vo'. Libera morte impara, ¶ sposa, da me

obbrobriosa vita ¶ volle in morte emendar: morìa Romano; ¶ ma

io lo dannava a morte, udiavi a prova ¶ di

degno ¶ parve ei di morte a' suoi seguaci istessi

con mill'altri, a morte ¶ trar lasciate: ma sola

lei sovrasta ¶ peggio che morte assai. Per me non

amor ricevi — libertade, e morte. ¶ Virginia ¶ Oh... vero... padre