Vittorio Alfieri, Rosmunda, 1783

n'odo il fragor: né in dubbia speme ¶ mi

ti scenda, il so: né schermo resta ¶ a me

all'oltraggio avrei? ¶ Va'; ne più m'irritare. Augurio

vuolsi Romilda: a lei ne fea ¶ io già l

Italia, quanto il Po ne irrìga, e quanto ¶ l

d'Adria il mar ne serra, ¶ tutto han predato

di sì gran re ne lascia. ¶ Stanca or la

squadre, ¶ chi di lor ne risponde? E noi senz

vita: io quindi ¶ aspro ne fui propugnatore. Il vedi

pari ¶ vedesti un dì; né allora, (oso accertarlo) ¶ vile

e tu pur sempre ¶ ne sei l'unica figlia

tutto debbe quant'è, né ad altro il debbe

ma assai del dì ne avanza. ¶ Se in altri

Io mai non soffro, ¶ né in mio pro, tradimenti

scampo, ogni vendetta tolta ¶ ne venga; allor meno infelici

quanta il ciel mai ne acchiuse in cor di

ch'ogni dolore avanza, ¶ ne sento in me. Conosco

ben merto, e tal ne aspetto io pena. ¶ Ma

Romilda, il tutto so, né il danno; ¶ anzi ne

né il danno; ¶ anzi ne sento inesprimibil gioia. ¶ Ma

mia man morrà. ¶ Rosmunda ¶ Né d'amor lieve ¶ l

Rosmunda ¶ Antiveduto ei sta; né ardito meno, ¶ né amante

sta; né ardito meno, ¶ né amante meno egli è

apparir dell'ombre ¶ venir ne vogli. Della orribil reggia

teco io sia. ¶ Gioia ne ho tanta, ch'io

ma giunto ¶ evvi pure; né in lui... ¶ Ildovaldo ¶ Conoscer

folle ¶ ardir ben ei ne pagherà: ti acqueta; ¶ non

miei pietoso ¶ mostrarsi ardisse; né del pianger mio ¶ farlo

indi il suo ardir ne nacque;... ¶ di ciò son

Più lungo star, nuocer ne può. ¶ Romilda ¶ Mi lasci

e tu nol puoi, ¶ né il può persona. ¶ Romilda

anzi starei, che averti ¶ né difensor mio pure. ¶ Ildovaldo

n'ha, ben tua. — Né più mi offende ¶ in

render nol ti può né pianto, ¶ né pentimento; io

ti può né pianto, ¶ né pentimento; io ti vo

gran forza. ¶ Almachilde ¶ Un ne commisi; ¶ ma ben più

forte, ¶ Ildovaldo, non hai;... né dar tel posso... ¶ Che

men grata ¶ non io ne son perciò: né il

io ne son perciò: né il rio periglio, ¶ cui

tosto Romilda a me. — Né sol d'un passo

sangue i voti miei; né sangue io veggo, ¶ che