Egisto Roggero, L'eredità del genio, 1898

meno illuminate, senza caffè nè birrerie, dai negozi ormai

aman quegli altri che ne sono felici... Tu hai

Ed egli ora se ne pentiva, come di una

quetamente, davanti a lui, ne l'ombra discreta che

dita di Marino che ne lacerasse l'involucro che

ancor chiusa e lentamente ne aperse la busta. La

sempre al suo fianco: ne' suoi viaggi a l

viaggi a l'estero, ne' convegni d'arte, tra

fatalmente ed inesorabilmente trasfusa ne l'anima con gli

mettiti in salvo, finchè ne sei in tempo! ¶ E

e triste, quel mare, ne' fremiti delle sue ondate

constretta dal vento che ne scompigliava le succinte vestimenta

seppe ella altro fare, nè altro dire. ¶ E la

mettea quelle piccole mani ne' capelli e chinava su

Non precisava il giorno, nè l'ora, nè il

giorno, nè l'ora, nè il luogo: ma pure

della inferma che se ne moriva lentamente sorridendo, tra

Ma poteva io farlo? ne aveva il diritto? Ahimè

Dalgas, il pittore, se ne moriva povero, stremato, instupidito

stremato, instupidito. ¶ Era ancor ne' miei occhi la miseranda

nera, elegantissima acconciatura che ne modellava il corpo formoso

la frase di Fulvio. ¶ Ne' fumi dello champagne la

D'Alvi, il calvissimo, ne' suoi trent'anni, marchesino

le candide trine che ne celavano il corpo peccaminoso