Alessandro Manzoni, Adelchi, 1822

soggetta agl'imperatori greci; ne occupò una parte, e

Astolfo, re de' Longobardi, ne invade alcune, e minaccia

anzi assedia Roma, e ne devasta i contorni. Stefano

avea combattuto per servire né per piacere agli uomini

vecchie promesse. Pipino se ne tornò in Francia, e

Anselperga, figlia di Desiderio, ne fu la prima badessa

ricovera presso Desiderio. Carlo ne fu punto sul vivo

terre occupate (xvii). Desiderio ne invase dell'altre, e

risposta i Franchi se ne tornarono a Carlo, il

e a sinistra, e ne faceva gran macello (xxvii

di superare le Chiuse, né sospettando che ci fosse

III, SCENA I, v. 78 ¶ Ne' costumi germanici, il dipendere

dai Longobardi chiamati Gasindi: ne' secoli posteriori invalse il

servile, si trova ugualmente ne' secoli eroici; ed è

nel senso che aveva ne' secoli barbari, cioè come

cara ¶ D'allor che ne partisti. ¶ ERMENGARDA ¶ Oh benedetta

cercando? Ah! nulla ¶ Uscir ne può che ti rallegri

una nuora desiata mai, ¶ Né gli occhi vòlti sopra

mai sempre ¶ Giova compagni ne' consigli avervi, ¶ Come nel

debole son fatti, e ne malleva ¶ L'adempimento o

Il mondo, e fede ne farà. Di quello ¶ Che

mel niega. ¶ Non se ne parli più. ¶ PIETRO ¶ Re

che il mio cor ne prova. ¶ Ma superar queste

io te l'ho; né volentier ripeto ¶ Questa parola

a ripararla ¶ Sul Vèsero ne andrò. ¶ SCENA SECONDA ¶ ARVINO

volta, ¶ Fossa non hanno, né ripar, né schiere ¶ In

non hanno, né ripar, né schiere ¶ In ordinanza: a

in rude sacco avvolti, ¶ Ne gravò le mie spalle

l'alte piante, o ne' burroni ¶ Posai tre notti

ascesi. ¶ Appena il sommo ne toccai, l'orecchio ¶ Mi

Eccardo, il duce ¶ Tu ne sarai. - Dell'inimico in

Amici! ¶ Non più muraglie, né bastie, né frecce ¶ Da

più muraglie, né bastie, né frecce ¶ Da' merli uscite

Ondeggianti di spighe, e ne' frutteti ¶ Carchi di poma

pace, ¶ Quando il prezzo ne offerse; e tu sei

increbbe al mio pensier, né giusta ¶ Né gloriosa, si

mio pensier, né giusta ¶ Né gloriosa, si presenta; e

il re? ¶ ADELCHI ¶ Dubbiar ne puoi? Securo ¶ Dalle minacce

Nostr'arte è questa: ne' palagi il foco ¶ Porremo

il foco ¶ Porremo e ne' tuguri; uccisi i primi

padre ¶ Nella battaglia, e ne' consigli inciampo! ¶ Sempre così

fuga a torme ¶ Altri ne van. Lento ritrarsi e

Arrenditi, ¶ Gli gridiamo; ei ne affronta: al più vicino

peso. ¶ Di gravi io ne portai, ma allor non

chiuse fuggiasco, e re ne uscìo. ¶ Io mi getto

padri la fiera virtù: ¶ Ne' guardi, ne' volti, confuso

fiera virtù: ¶ Ne' guardi, ne' volti, confuso ed incerto

braccia risolute e pie, ¶ Né una reietta vergognar; dirai

Egli a nessun conto ne chieda, poi ¶ Che dalle

stesso un giorno ¶ Dolor ne avresti. - Amor tremendo è

mio gaudio io tacea; né tutta mai ¶ Questo labbro

e Carlo ¶ La cagion ne chiedesse, e, sorridendo, ¶ Di

comando eseguirai; che mai, ¶ Né per timor né per

mai, ¶ Né per timor né per lusinghe, fia, ¶ Mai

getta, e la consulta ¶ Ne turba? - Fedeltà! Bello è

ridente ¶ Splende alla mia; né di toccarlo il vostro

ebbene, ¶ Un tremendo io ne affronto: e un dì

nel suo? ¶ SVARTO ¶ Dubbiar ne puoi? ¶ GUNTIGI ¶ Ch'io

La mia cittade, e ne fe' dono altrui; ¶ Né

ne fe' dono altrui; ¶ Né resta a me che

istante ¶ Io l'ufizio ne assumo; e fiane accorto

foga ¶ Dei sorvegnenti sostener; né quelli ¶ Che l'han

ad or, se pochi ¶ Ne traggi, o re, vogliono

Li fa il terror; né soffriran che a questo

prenderò: null'altro ¶ Far ne poss'io; nulla ei

ma pietosa istanza ¶ Egli ne fea. ¶ CARLO ¶ Venga. ¶ (Arvino

A chi fu re; né a me con detti

odio antico appagar lice, né questo ¶ Gaudio superbo che

Non m'abbandoni ancor. Né, certo, un vano ¶ Da

è gioia ¶ Per me; né lamentar posso un destino

vincitor? ¶ DESIDERIO ¶ Legge? Oh! ne' detti miei ¶ Non ti

Era allor teco - non ne parli: or io ¶ Ne

ne parli: or io ¶ Ne parlerò. Da me fuggia

resta ¶ Ad ascoltar! ¶ CARLO ¶ Né si sottrasse alcuno? ¶ ARVINO

egli era il mio, né tal, che in questo

uccido! ¶ ADELCHI ¶ Non tu, né questi, ma il Signor

sarai stato, in cui ¶ Né una lagrima pur notata

cielo ¶ Fia contro te, né il nome tuo saravvi

e villana è nimistà; né tale, ¶ Credilo, in cor

È il senno tuo; né a questo segno arriva

que' tempi variano perfino ne' nomi, quando però li