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invenzioni verbali


Giuseppe Parini, Il giorno, 1801

concordanze di «ne»

nautoretestoannoconcordanza
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1801
gli occhi trascorri, e ne dilegua ¶ Quel che riman
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1801
licore agro e indigesto ¶ Ne le viscere tue te
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cavo legno armoniose fila. ¶ la squisita a terminar
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che a fida ¶ Carta, senza testimoni furo ¶ A
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la destra; e prestamente ¶ Ne rapisce un de' ferri
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fume: ¶ Altri un altro ne scote; e de le
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1801
altri eroi vago cinabro. ¶ quando a un semideo
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I tuoi balsami allor: oprarli ardisci ¶ Pria che
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Breve non fia però; al termin giunto ¶ Prima
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con novi modi ¶ Imbandir ne' tuoi scritti eterno cibo
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1801
ancor che a te ne vegna ¶ Il delicato miniator
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1801
regno ¶ I sacri usi ne serba. Ecco che sparsa
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1801
Il titol di monsù: sol dà leggi ¶ A
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ieri ¶ A te dono ne fèo. La notte intera
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a le tue nari. ¶ men pronto di quello
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te gli spirti, e ne la mente induca ¶ Lieta
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da te vada superbo, ¶ i mal visti accusarte
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il tempo verrà che ne' superbi ¶ Convivj ognaltro avanzerai
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superbi corsier che irrequieti ¶ Ne' grand'atrj sospinge arretra
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licenziose aure in balìa. ¶ senz'arte però vada
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furibonda in un momento. ¶ disdegnar con le sanguigne
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le disperse ¶ Leggi raccolte, ne fe' parte al mondo
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pure onde salubri, e ne' quadrivj ¶ E in mezzo
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già pronto ¶ Via se ne corre ad annunciare al
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vuol; tu baldanzoso innoltra ¶ ne le stanze più interne
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e tanto ¶ Docil fidanza ne le innocue luci. ¶ Oh
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A più fervido sol ne' più sublimi ¶ Colli dove
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avole nostre; ed or ne' campi ¶ Cresce solinga; e
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imputerà nel dì venturo. ¶ al cucinier perdona, a
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Tanta salute. A te ne' servi altrui ¶ Ragion fu
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uomini scettrati; ed or ne scende ¶ Vago al fin
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ancora ¶ La tua bella ne dica. Empiono è vero
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Ergesi altera; e pur ne mostra a pena ¶ Tra
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poggi e il monte ¶ Ne coronan di poma: e
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e Pale amica ¶ Latte ne preme a larga mano
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e d'infinita ¶ Serie ne cinge le campagne il
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seppe ¶ Durar sì forte: lassezza il vinse ¶ Nè
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nè lassezza il vinse ¶ deliquio giammai nè febbre
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vinse ¶ Nè deliquio giammai febbre ardente: ¶ Tanto importa
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E sul placido bue: il truculento ¶ Cor gli
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piegàro i teneri belati, ¶ i pietosi mugiti, nè
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Nè i pietosi mugiti, le molli ¶ Lingue lambenti
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vittime umane isti superba. ¶ senza i miei precetti
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ma il divin lavoro. ¶ allor men destro ad
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il castissimo calice serbato: ¶ cavalier con alito maschile
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appannarne il nitido cristallo; ¶ dama convitata unqua presuma
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mensa in vario stile ¶ Ne ragionin gran tempo. Ognun
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ragionin gran tempo. Ognun ne chieda ¶ Il dolente marito
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vivacissime scintille, ¶ Ch'altre ne destan poi. Sonan le
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Giudica e libra; qual ne scopre acuto ¶ L'alte
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lui ragiona, ¶ Suo linguaggio ne apprendi; e quello poi
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te fosse alto ripeti. ¶ paventar quel che l
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volto lucidissimo si cangi. ¶ del poeta temerai che
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con alate ¶ Odi ringraziar, tesser inni ¶ Al barbato
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secol nostro, e qual ne appresti al novo ¶ Diogene
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all'alma ¶ Gir serpendo ne' cori; e con fallace
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arnie: un giorno poi ¶ Ne van colme le pàtere
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allor che molle assisa ¶ Ne' broccati di Persia al
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supremo auriga ¶ Arduo consiglio ne terrai; non senza ¶ Qualche
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lieto amante ¶ Sente dettarsi ne la mente un gioco
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bella intese assai. ¶ Tal ne la ferrea età, quando
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Oh qual con lieti ¶ ben celati a te
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non più feroce ¶ Qual ne' prischi eccitar tempi godea
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ribaciata mano ¶ Del tavolier ne le pugnenti sponde. ¶ Livida
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pondo sopra il letto. ¶ fra l'intime stanze
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in volto ¶ E infiammata ne gli occhi alto declama
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allora ¶ Entri: e improvviso ne rimbombi e frema ¶ L
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del gran caso empièo. ¶ le Muse devote, onde
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gran genitore. ¶ La Notte ¶ tu contenderai benigna Notte
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d'eroi famosi andate ¶ Ne le bocche de gli
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Loco è, ben sai, ne la città famoso, ¶ Che
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dubbio marte ¶ Nobil furor ne' forti petti inspira; ¶ E
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i cori ¶ De' semidei, ne lo cui sangue in
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gara: ognuna il volle ¶ Ne le stanze più interne
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prole de' numi. Un ne le mani ¶ Porta verga
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verga fatale, onde sospende ¶ Ne' miseri percossi ogni lor
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i giochi ¶ Ed Amor ne sospinse. Il trono è
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natura. ¶ Altri di lor ne la carriera illustre ¶ Stampa
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esce di là dove ne' fori ¶ Si ministran bevande
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uno, ¶ Che al lavor ne presieda. E legni e
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1801
Romani a lui sovente ¶ Ne commetton la cura: ed
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grazie. Oh qual dimane ¶ Ne i genitor, ne' convitati
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1801
dimane ¶ Ne i genitor, ne' convitati, a mensa ¶ Ben
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1801
faceto il nero ceffo. ¶ d'animali ancor copia