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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Carlo Bernari, Speranzella, 1949

concordanze di «ne»

nautoretestoannoconcordanza
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1949
I ¶ Ne è rimasta una all
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e dal sole se ne vola in farfalline rosse
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grande arteria vicina. Toledo ne è quasi dominata e
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del suo paese e ne porta sempre con sé
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restringere…» ¶ «E ora che ne fai?» chiese Mastrovincenzo. ¶ «Gli
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E così io me ne vado a dormire e
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da lei e Ciccillo ne è orgoglioso come d
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E tu danaro non ne tieni?» ¶ «Quelli che mi
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di legna dolce… Tutti ne approfittano un poco: sicché
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don Giosuè, che se ne viene passo passo, dal
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colorito sano e se ne va. Ciccillo lo segue
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figlio?» ¶ «Non lo sapete? Ne ha parlato tante volte
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Corni, che non se ne sa più niente. Ultimamente
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proprio per questo. Se ne volete sapere qualche cosa
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quasi gridato e se ne accorge volgendo gli occhi
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uscire. E deve uscire. ¶ fame, né amore la
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deve uscire. ¶ Né fame, amore la sospingono alla
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una placchetta ovale come ne hanno viste al braccio
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comunione. Non era bello brutto, era un uomo
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Lonegro non dimenticò lui la sua Casa. Appena
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il chiromante non se ne lamentò; ma gli rimase
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non è alla Casa, alla Causa. La sua
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altra senza che se ne avvedesse. ¶ Quando scopriva di
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di sopra i Quartieri ne ridevano. Riuniti in una
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Chi sa quanta te ne sarai mangiata tu, di
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cognato i suoi affari ne avrebbero sofferto. ¶ «Certamente te
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avrebbero sofferto. ¶ «Certamente te ne sarai fatta una pancia
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Nessuno l’avrebbe inseguita, il cognato che stava
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cognato che stava dentro, la sorella. Carmilina dovè
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una boccetta di idrosolfito ne versava qualche goccia sui
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capito bene”. ¶ «Non me ne cacciate» si riudì la
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mattonella fredda, non se ne ricordava. Intimidita abbassò la
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ora. Aspetta che te ne riscaldo una bella tazza
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cosa sta così: me ne so’ scappata.» ¶ «Ah si
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quando?» chiese. ¶ «Quando me ne sono scappata? Adesso, nemmeno
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in un fiato: «Me ne so’ scappata perché non
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Si torse le mani, ne fece un groviglio disperato
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si ubriacano poi non ne parliamo» afferrò a volo
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capirli! Ma… Che ce ne importa a noi? Dunque
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così disgustata che me ne andrei in America, che
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dico, coi selvaggi me ne andrei, pur di non
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dici questo» E quando ne avrai cinquanta come me
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fumate e non ve ne accorgete… Ma io si
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mossa simile? E be’… Ne vorrei cento di clienti
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aspetti; Ma io non ne ho voluto mai sapere
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di fogne. La Speranzella ne era sommersa, ma saggiamente
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Parenti non si pronunciava, in bene né in
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pronunciava, né in bene in male, era troppo
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spalla. «E perché te ne scappi?» ¶ «Tenete una mano
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E tu dove te ne vai a quest’ora
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lei… Ma che se ne fa? Ormai! Capisco io
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vecchietto vestito di nero. ¶ «Ne avete tenuta tanta di
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disperso, ucciso, massacrato, chi ne sa niente!» ¶ «Ehhh» lo
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anni io e lui ne ha quasi cinquanta. E
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è bravissimo… Sai quanti ne ha salvati! Ma solamente
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consiglio… E lui non ne sbaglia uno.» ¶ «Ah, sì
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per le cose importanti. Ne ho visti passare certi
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ci ho mai creduto… alla guerra e né
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Né alla guerra e alla pace, né alla
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e né alla pace, alla sconfitta e né
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né alla sconfitta e alla vittoria… Di Radiolondra
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Di Radiolondra poi non ne parliamo e non parliamo
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sulla soglia senza compromettersi col sì né col
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compromettersi né col sì col no. ¶ «Che significa
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non lo so, non ne sono sicura, ecco.» ¶ «Tu
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di Pompei non me ne fido più.» ¶ Ma non
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era mai l’ultima, mai chiudeva del tutto
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affrettato di manovella. ¶ «Ce ne voleva un’altra? Che
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a Michele dove mai ne prendesse, con qual sorta
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1949
per parlare; e tacque. fu capace d’impedire
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credete?» ¶ «Beata chi non ne ha bisogno, penso io
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acqua, che pure lei ne ha bisogno.» ¶ X ¶ L
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si sempre, e magari ne potessi fare a meno
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quattro traditori che se ne sono venuti di fuori
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una mano d’aria ne ricalcò le linee. Ecco
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parole, anche se non ne intende il significato; e
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sorriso stupidamente felice se ne va in giro per
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povera ragazza che se ne va a perdizione accanto
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al mare. La Villa ne era sollevata; una nube
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il sole ora se ne va. ¶ «Where are we
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1949
che rideva tra sé. Ne provò vergogna, ma fu
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lei chiamava vino, non ne parliamo proprio, un intruglio
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badato alla sua camicetta, aveva fatto caso alla
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una che sta dormendo. Ne’, donn’Elví, dicevamo, e
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Appena gli estranei se ne furono andati, Ciccillo divenne
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indovina con chi se ne andava quella figlia di
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voi dite Idea… Che ne so io.» ¶ «E perché
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mangiando i meglio milioni… Ne ho stracciate carte di
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parte nostra… E quanti ne ho visti, sapessi, i
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d’artificio che se ne devono cadere le lastre
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un ramo dall’albero, troppo lungo né troppo
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albero, né troppo lungo troppo corto, pareva naturale
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Roba della tessera non ne voglio.» ¶ «Contrabbando» gridò Elvira
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figlia di Cotenella che ne portava una partita a
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che per gioco se ne sta a gambe larghe
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fibbie. Adesso non faceva l’una cosa né
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né l’una cosa l’altra, se ne
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né l’altra, se ne stava perplesso il suo
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sguardi. ¶ «Ma che te ne devi fare?» chiese Elvira
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lunghe assenze di Michele, mai faceva caso alle
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è logico” pur se ne era tentata, senza ammettere
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professò.» ¶ «Appunto. Sono i ne ne nervi che combinano
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Appunto. Sono i ne ne nervi che combinano lo
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Roma; e che ve ne fate? Invece, con la
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del mestiere che ce ne intendiamo, lo chiamiamo ipnotismo
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dovete testimoniare! Chi se ne frega di me?». ¶ «E
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e un altro se ne apre. La terra è
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a metterselo sotto, che ne farà uscire.» ¶ «E che
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farà uscire.» ¶ «E che ne può far uscire?» ¶ «Un
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congeda, quello che se ne va in America e
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in America e se ne torna indietro, e quello
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tosse che lo soffocò. Ne usci lagrimando e lamentandosi
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lato grottesco, mostruoso e ne era sbigottito. ¶ «Ma tu
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con le sottoscrizioni. Che ne puoi sapere, tu?» ¶ «Centomila
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come noi!» ¶ «E come, ne ha di bisogno, sta
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pezzenti, che non abbiamo cielo da vedere e
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cielo da vedere e terra da camminare, e
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la strada non sono veri signori né veri
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sono né veri signori veri pezzenti; sono l
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pareti vuote e se ne tornò al labbro di
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esce da questi vicoli? Ne sono usciti di sarti
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occhi, non devi badare a che leggi, né
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né a che leggi, quello che capisci.» ¶ «Perché
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per mesi; ma se ne parlò quasi senza parlarne
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brutto fatto”, e: ¶ «Non ne parliamo, comare mia» cominciava
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cominciava col dire. «Non ne parliamo proprio.» ¶ Non parlandone
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delle sue delusioni, se ne andava invece libero per
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sorriso e la Pizzicatella ne fu soddisfatta. Essa si
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diceva prima, e due ne dice ora; e se
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spalle robuste, egli se ne sta ore ed ore
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ragazzo. ¶ «Perché non te ne vai almeno al cinematografo
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questo non preoccuparti, nessuno ne beve, tranne il padrone
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un boccone; e allora ne cedeva una metà al
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placchetta di riconoscimento come ne aveva visti forse nell
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voltarsi anche lui, “prova ne sia che un sacco
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che i soldi se ne stanno da una parte
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parte e quelli che ne hanno bisogno se ne
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ne hanno bisogno se ne stanno dall’altra, come
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degli estranei?” ¶ “Non ve ne incaricate” diceva la Pizzicatella
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della Cafettèra non usciva un filo né una
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usciva né un filo una trave; entrava e
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vecchio re che se ne andava “su un vapore
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uno alla volta se ne hanno da venì dalla
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po’ troppo. E se ne sta andando anche la
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flu flu flusso se ne manda fuori ogni giorno
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sbigottita. «E voi ve ne andate così?» ¶ «È il
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la testa, adesso… Lei ne capiva di caffè… Ah
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generi raddoppiavano o moltiplicavano. il comando inglese gli
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re?» ¶ «A proposito? Che ne hai fatto?» ¶ «Niente, signor
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niente. In ultimo se ne viene con quest’altra
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fatto?» ¶ «E che se ne ha da fare?» ¶ «E
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domani, quando non ce ne sono, da chi vado
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il momento…» ¶ «Ma che ne vuoi fare di tutti
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stesso se domani se ne viene da me il
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fiori, e non erano rose né fiori. Allora
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non erano né rose fiori. Allora, tale e
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mentre i fraticelli se ne tornavano su una goletta
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Eh sí, mò ce ne stiamo con le mani
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per le lunghe distanze; le metteva più rossetto
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lei ha provato, se ne possa star lì a
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patria; e Parenti se ne stava solo in piedi
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cade il discorso, non ne parlare proprio. Si vede
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Nannì, io figli non ne tengo, ricordati questo.» ¶ «Queste
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fremito, che ora se ne saliva per il braccio
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si diceva sui giornali, coloro che essa chiamava
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una comare la notizia, ne ritrovò subito il senso
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che vuol dire: Abbasta. Ne ho avuto abbastanza, mò
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o malamente? E che ne sappiamo noi se non
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della Cafettèra, che se ne stava silenziosa e istupidita
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colla regina, che se ne partivano! Come, non ve
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pulizie personali. Parole se ne fecero poche, tranne qualche
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voi» disse, «qua ve ne state?» ¶ «Io non sto
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state?» ¶ «Io non sto qua né là,» disse
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non sto né qua là,» disse Carmilina aprendo
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bando della Cafettèra. Più ne trovo per i vicoli
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i vicoli meno ce ne saranno là, pensava la
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mare di teste, mai ne aveva vedute tante in
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E don Tremendina, non ne sa niente lui» Perché
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di nuovo: che me ne frega a me del
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del principe, del presidente? coi comunisti né con
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presidente? Né coi comunisti con il re. Neh
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traditori!» avverti qualcuno che ne conosceva le parole, le
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all’altro, ma come ne mutava l’aspetto! Dalla
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dai sassi, prosegui: «Se ne è servita di quella
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a ieri sera, che ne volete sapere!» disse donna
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proprio il caso, che ne dite, dico bene?» fece
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ti fa a te? caldo, né freddo. Di
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a te? Né caldo, freddo. Di qua t
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vi do fastidio me ne vado» disse Nannina voltandosi
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si riprese e subito ne coniò uno tutto suo
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che non sta proprio in terra né in
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proprio né in terra in cielo.» ¶ «Che ne
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né in cielo.» ¶ «Che ne so io?» ¶ «Ma dice
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allora sarà vera, che ne so io?» Il ragazzo
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il dottore! … Io che ne posso sapere? ¶ «E allora
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Nannina e la corrompevano; ne uscivano vermi che le
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benedizione di Dio?.» ¶ «Che ne posso sapere io, se
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che lui non teneva per l’una né
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né per l’una per l’altra parte
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ha avuto femmine, eppure ne ha fatto pellegrinaggi, ne
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ne ha fatto pellegrinaggi, ne ha fatto di bagni
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non l’ho sperimentata. Ne so quanto voi. Ma
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pure da noi ultimamente ne dev’essere arrivata una
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Bada però che ce ne vuole una quantità enorme
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dai – tedeschi – e – chi – ne – può – sapere – mai – niente
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rabbrividire tutti quelli che ne sentivano appena il nome
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a lei non dava dolori, né disturbi, solo
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non dava né dolori, disturbi, solo un sudorino
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le unghie, qualche volta ne avvertiva persino la presenza
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cominciato la Cafettèra, «non ne parliamo proprio. So’ signori
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Come sta? Non me ne parlate mai…» ¶ Ciccillo ne
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1949
ne parlate mai…» ¶ Ciccillo ne parlava sempre mal volentieri
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E che io te ne parlo? Che ti posso
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spesa che non me ne fido più con questa
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del dottore, che se ne veniva alla fine del
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abuso sessuale… Di colpi ne ha avuti in questi
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Ciccillo il chiromante, che ne era stato allontanato tre
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altro giorno ancora se ne venne con la notizia
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tornato sconfitto nei vicoli: «Ne eravamo migliaia», disse il
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di Diomede, il ciabattino, «ne eravamo migliaia sotto il
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1949
fino al balcone, ce ne hanno cacciati: conclusione: si
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che cominciare! Non te ne accorgi che stai camminando
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abisso…’.» ¶ «Da mò me ne sono accorta! Ma che
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caldo della Cafettèra, che ne volete di più?» dicono
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resti servono, soldi non ne girano, dicono i bottegai
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frutta; ogni ghiottoneria se ne va per l’aria
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Ma vieee e e ne ogni sabato, e chi
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1949
dire in coscienza. Brutte ne e e e ppure
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Qui sta il fatto. carne e né pesce
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1949
fatto. Né carne e pesce. Va bene che
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1949
gamba.» ¶ «Addirittura?» ¶ «Proprio così. per voi né per
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1949
così. Né per voi per Michele, s’è
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dice Pascalotto. ¶ «Vacci, che ne sai tu di qua
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1949
scansato la testa. ¶ «Che ne so» dice poi. ¶ Dondolando
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quest’ora qui, se ne andava a casa senza
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prendere gli stracci… Se ne veniva piano piano da
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servizi e tu te ne vai a passeggio…» ¶ «Voi
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migliaia di fatti…» ¶ «Che ne sapete voi della gioventù
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riceve una lettera, non ne riceveva da un secolo
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fa incontro, vuol sentirla, ne legge qualche pezzo di
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scusare se io me ne sono andato così, e
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a Nannina se ce ne siamo andati all’intrasatta
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dire voi? Nannina non ne poteva più e io
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più e io non ne potevo più. E poi
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1949
Napoli, la gente se ne scappa! Qui infatti ce
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scappa! Qui infatti ce ne stanno un sacco di
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Poi se vuole se ne può venire anche papà