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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Paolo Cognetti, Il ragazzo selvatico, 2013

concordanze di «ne»

nautoretestoannoconcordanza
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un libro, forse non ne aveva nemmeno l’intenzione
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ma amava Thoreau e ne aveva adottato il manifesto
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non era una vita, fare pratica di rassegnazione
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faceva buio. Niente luna stelle la sera, ma
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se l’intera montagna ne fosse impregnata. Da un
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a passi e non ne contai che cento. Sgorgava
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aveva. Nemmeno il ruscello certi alberi maestosi. Perfino
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epoca dell’abbandono: alcuni ne soffrono come della morte
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Mi chiedevo che cosa ne fosse dei fiori, degli
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essere tanto solo e ne soffrivo. Loro erano sempre
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ginepro vicino alla mulattiera. Ne percorrevano un tratto e
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contatto da giorni, e ne fui commosso; non sapevo
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alla terra, e così ne ricevevo forza. Ma perché
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scendeva fino al torrente. Ne individuai un pezzetto appena
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il buio. Da bambino ne ero terrorizzato, passavo notti
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quella notte strana me ne venne in mente un
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dismisura. La volpe non ne fu impaurita: forse già
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altri che quando se ne stanno nella loro stanza
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armi e ogni tanto ne combinava una: una mattina
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in sciopero e se ne andò verso il bosco
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giorno prendevo e me ne andavo a camminare. Mi
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mio discorso. Solo quando ne feci una questione politica
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non aveva una famiglia un lavoro fisso, né
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né un lavoro fisso, un televisore, un’automobile
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numero in nessun sondaggio indagine di mercato, non
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Poi per fortuna Gabriele ne aveva da mungere un
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e al cane, lui ne teneva soltanto un goccio
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stalla e finalmente ce ne andavamo a cena. ¶ Casa
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fuochi come il nostro. Ne contammo tre, quattro, cinque
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lavoro mi veniva meglio: ne prendevo due alla volta
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da solo, senza operai macchinari, scavando la terra
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a qualcuno che non ne sapeva nulla. Dieci anni
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impervie. Di questi gruppi ne incontravo ogni giorno intorno
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lungo giro. Niente zaino borraccia né scarponi, solo
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Niente zaino né borraccia scarponi, solo il mio
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le corna. Di nodi ne contai una quindicina: quindici
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così mi chiesi che ne fosse del grande ciliegio
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ripari offerti dalle rocce. Ne incontravo ogni tanto durante
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Dei selvatici nessuna traccia: un fischio d’allarme
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un fischio d’allarme, un rintanarsi improvviso al
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non sulle cime famose, alla ricerca dell’impresa
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cinque di mattina. Non ne potevo più di stare
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che striava le pareti, ne incideva bordi e pieghe
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il conto e ce ne andammo con dignità. Era
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era quasi finito, se ne scorgeva appena una traccia
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il cielo. Quando me ne andai non restava che
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saliva per il sentiero, ne commentavamo le forme, speravamo
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no. ¶ E trote ce ne sono? ¶ Se trovi il
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avevano visto pochi pescatori: ne presi tre di piccole
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che di montagna non ne poteva più. Ma come
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gli altri ci raggiungevano. Ne avevamo divise parecchie, l
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di un metro. Quanti ne avevo già scavalcati così
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non sapevo quanti fossero quali difficoltà nascondessero. Per
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loro movimenti dal basso, ne seguivo le orme sulle
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quel masso, ancora non ne vedevo la fine. ¶ Adesso
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non si era ispessito rinforzato lo spirito, sempre
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immobile e per quanto ne sapeva l’aquila potevo
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sarebbe scesa a banchettare. Ne avevo trovati diversi, di
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l’uomo non costruisce coltiva. L’umidità lo
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La povertà del terreno ne fa un albero dalla
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da una vita e ne aveva visitate moltissime. Nelle
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tuo vecchio io perché ne cresca uno nuovo. In
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po’: non più fieno, resina, né muschio. Nell
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più fieno, né resina, muschio. Nell’aria cominciava
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sensazione che non me ne restassero ancora molti. Salendo
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di spronare le bestie parlare tra loro, e
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è, sabato?, chiese. Che ne dici, andiamo in paese
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riconoscerli dal tintinnio. Se ne andarono senza salutare, e
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sei giorni i cacciatori ne studiavano al binocolo movimenti
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il bramito del cervo gli spari dei cacciatori
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per bene e me ne sono andato a dormire
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giro per vedere quanta ne fosse caduta e appena
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ancora visto un guinzaglio un marciapiede. Dovremo volerci