Vittorio Alfieri, Polinice, 1783

il desir caldo che nel core io porto, ¶ e

l'altro; in me, nel petto mio, ¶ nel pianto

me, nel petto mio, ¶ nel pianto mio, nel mio

mio, ¶ nel pianto mio, nel mio sdegno rimane ¶ forza

mi vide ei ritornar nel giorno, ¶ ch'io a

ogni speme, egli ha nel ferro. ¶ Giocasta ¶ Vera è

in me sola, e nel materno immenso ¶ imparzial mio

odio e il furor nel petto ¶ racchiuder vo'. ¶ Creonte

empia guerra ¶ d'Eteòcle nel cor, che in mente

tu m'empi: io nel fraterno sangue ¶ bagnarmi? Agghiaccio

vedrai tosto, ¶ com'io nel campo un tradimento ammendi

avrebbe ¶ sgombri, che poi, nel risaper la morte ¶ data

e sangue, e morte, ¶ nel simulato petto. ¶ Giocasta ¶ A

a forza il vuol. Nel sanguinoso assalto ¶ trovar la

più orribil morte, ¶ che nel sospetto vivermi tra voi

orrido arcano svela, ¶ che nel petto rinserri; io forse

qual sia il delitto, nel fraterno sangue ¶ mai non

seggio, ch'oggi; oggi, nel punto istesso, ¶ in cui

motor di pace; eppur nel core, ¶ più ch'altri

altri forse, e fin nel brando, ho pace. — ¶ Se

fra noi, che sol nel sangue ¶ d'ambi noi

un di voi ¶ già nel turbato aspetto,... e nel

nel turbato aspetto,... e nel fatale ¶ silenzio, io leggo

saprò, col brando mio, nel campo. ¶ Polinice ¶ Uso al

Creonte, a morir pensa nel campo: ¶ — Tra il ferro

tu,... di tua man,... nel tuo fratello?... ¶ Polinice ¶ Io

torri: ¶ a terra immerso nel sangue cadeva... ¶ Giocasta ¶ Quale