Luigi Pirandello, Enrico IV, 1921

sinistra del trono che, nel mezzo della parete, interrompe

O anche, se vuoi, nel Castello dell'Hartz! ¶ Arialdo

poter essere e valere nel mondo; per quanto forse

come in una galleria, nel salone della villa dove

dopo... ¶ Belcredi Già, ricomparve nel salone della villa - ecco

quasi assiderato, fu ammesso nel castello di Canossa alla

manto e la corona. Nel mentre il Dottore e

Ordulfo (c.s.). Ancora nel suo convento. ¶ Enrico IV

del Pontefice, assediandolo qui nel Castello; correre a Roma

me, Madonna, è giù nel cortile; ha voluto seguirmi

po' accostato per sentire, nel vedergli voltar la faccia

nella sala del trono. Nel pomeriggio avanzato dello stesso

mi spiego? Ora egli, nel suo delirio - acuto e

moglie, voi? Vostra figlia, nel suo delirio, è sua

il ricordo della gioventù nel colore dei capelli! E

scusino, può essere anche nel fatto che gli fu

viva, l'immagine effigiata nel ritratto della sala del

trucchi, quello del salto nel vuoto, per esempio, del

che ospitò il Papa nel suo Castello. È strano

la corona ducale, come nel primo atto e il

non me la sento nel cuore. È meraviglioso però

non se la senta nel cuore neanche sua madre

la vostra figliuola giù nel cortile del castello della

pulsa nelle arterie come, nel silenzio della notte, un

ma uscite di qua, nel mondo vivo. Spunta il

appariva vera la luna nel pozzo. E quante cose

voi, come quell'altro nel suo mondo impenetrabile vi

sala del trono, buja. Nel bujo, la parete di

nicchie, si sono impostati nel preciso atteggiamento di quei

come s'è vista nel secondo atto, e Carlo

strana, di lampadine nascoste nel soffitto, per modo che

un momento la notte nel cervello? Perdio, far parlare

che so! Ma supponi nel cuore della donna che

o molle pietà, o nel piatto insudiciato qualche lisca

che si ricompose rigido nel suo abito da prete