Lorenzo Marone, Un ragazzo normale, 2018

Aveva venticinque anni, abitava nel mio condominio, e se

della mia infanzia: chiuso nel mio piccolo mondo, in

Le espadrillas color pistacchio ¶ Nel dicembre dell’ottantacinque (dodici

dello stabile del Vomero nel quale abitavamo, mia mamma

d’aspetto dello studio nel quale lavorava), e alla

venticinque anni che viveva nel mio palazzo, nella scala

i pomeriggi mi recavo nel reparto di fumetteria della

e la nonna, preoccupate nel vedermi sempre solo, senza

molto diversi da noi. Nel nostro stabile, per esempio

il modo per inserire nel discorso la mia bravura

era sfogliarlo la sera nel letto alla ricerca delle

di utilizzarle l’indomani nel parlato comune. Pertanto capitavano

con le mani infilate nel lavello, lei spezzò il

Super Santos per riposizionarlo nel punto esatto da dove

mentre inzuppavo i biscotti nel latte, andavo al bagno

che passava metà mattinata nel bagno a raccontare storie

di essere tornata indietro nel tempo, a quando eri

non infilasse gli occhi nel suo décolleté. Anche a

Papà, ma dove siamo, nel medioevo?” aveva ribattuto lei

hai fatto?” ¶ Il trambusto, nel frattempo, aveva svegliato il

e infilò la videocassetta nel registratore che papà aveva

in nulla se non nel padreterno, credo negli uomini

vero, purché non abitino nel nostro palazzo”. ¶ Professor X

sabato seguente per intrufolarci nel “paradiso”, come lo aveva

impaurito per le conseguenze nel caso ci avessero scoperto

soprattutto, ero deluso perché nel pomeriggio avevo visto Viola

spot della Levi’s nel quale si sfilava i

la videoteca. Ci infilammo nel palazzo e arrivammo davanti

sarebbe corso a infilarsi nel letto. E disse pure

mio interesse. ¶ Mi infilai nel letto con i piedi

se ne stava seduto nel suo piccolo mondo in

uscite. Una volta infilato nel letto, gli bastavano pochi

tesoro, o di trovarmi nel ventre di una balena

di una balena, o nel cono del famoso vulcano

a infilarsi per ultima nel letto, allora nasceva un

si intrufolassero di soppiatto nel gabinetto: allora, quando potevo

chiuso gli occhi quando nel magazzino sbucò Viola. Ancora

Il giornalista che vive nel nostro palazzo e che

poi si girò e, nel vedere la mia faccia

trascorreva la sua vita nel gabinetto perché, forse, era

fare. Mi aveva trascinato nel bagno (il luogo deputato

nell’aria quando soffiavi nel tubo. ¶ Me ne stavo

il mio vestito e, nel mentre, pensavo a Viola

più velocemente di me. Nel bel mezzo di quella

avvicinarlo e capii che nel suo strano mondo il

cassetta”. ¶ Perciò attendevo, e nel frattempo ero tornato a

smanettare con la radio nel tentativo di registrare qualche

un avido lettore e nel corridoio faceva bella mostra

essere millenario’ lo chiamano nel film, perché lì è

di immergersi di nuovo nel mondo di sotto, l

rivedere l’immensa libreria nel corridoio e il pianoforte

e giochi di luce, nel quale un piccolo raggio

via gli odori annidati nel buio. È sempre stata

Chi vuoi che entri nel palazzo...”. ¶ “La casa è

con la testa infilata nel guscio per tutto il

i rigatoni al sugo nel piatto e, con ancora

sui baffi, era sceso nel vano motori per cercare

coperte e ho sputato nel collutorio”. ¶ Lo avevo guardato

il tempo al buio nel letto e dimagriva ogni

tutto ciò che accadeva nel palazzo. Spesso mi capitava

più giusto”. ¶ Una sera nel letto avevo aperto il

parola “sindacalista”: “persona attiva nel sindacalismo”, era scritto. Avevo

diario,” aveva sbraitato Bea, nel tentativo di discolparsi, ma

e girò la chiave nel quadro di accensione, sotto

in grado di leggermi nel pensiero così da vedere

aiutarti, deve essere tuo.” ¶ “Nel mio repertorio musicale esistono

sera stessa, il sabato nel quale avevo promesso a

ogni giorno un mercato nel quale si poteva trovare

cercavo di non imbattermi nel signor Esposito, per paura

mentre ordinavo L’allenatore nel pallone. Lui scomparve sul

e lanciava una monetina nel cappello ai nostri piedi

fuggire da Berlino Est nel lontano 1962 grazie a un

avrà dei kinder. Oppure, nel frattempo, sarà tot, morta

voluta una donna, ma, nel frattempo, eravamo giunti sotto

un pizzico di gelosia nel vedere Sasà che gli

beige e il grigio. ¶ Nel salone ci venne incontro

momento all’altro sbucasse nel salone Viola, anche se

ci salutò e scomparve nel lungo corridoio identico a

e mi gettai furtivamente nel corridoio. Superata la vetrinetta

aprì la porta e, nel vedermi, fece un passo

più facile che leggere nel pensiero,” e la sua

quali controbattere. La sera nel letto, però, non riuscii

vederli uno a uno nel suo sguardo pacato, e

due ombre che affogavano nel buio della strada. Pensai

casa, se lo stanzone nel quale dormiva poteva essere

è di Barrie, è nel libro che hai fra

Culicidae hanno un ruolo nel nostro ecosistema. Sono un

per affogare, si alzava nel cuore della notte e

quelle parole taglienti e nel contempo sentivo un brivido

pieno inverno. È che nel mio piccolo e angusto

La nonna si mosse nel letto. ¶ “È una cosa

della giornata, l’unico nel quale puoi stare sulo

regalato un sorriso malconcio nel quale non sembrava credere

tutte quelle piante strane nel salotto degli Scognamiglio, della

letto.” ¶ “E perché non nel salotto?” ¶ Ci avevo riflettuto

a infilare una moneta nel distributore pieno di palline

ero abituato all’oscurità: nel nostro piccolo appartamento non

era voltata, troppo concentrata nel mettere in scena l

silenzio con la testa nel piatto, nostra madre, invece

e mise le stoviglie nel lavello con lo sguardo

Non volevo avere responsabilità nel suo più che certo

ancora più piccola, tuttavia nel resto della famiglia non

madre”. ¶ Lei era ancora nel letto e con voce

mi lasciò interdetto. ¶ Papà nel guidare si fece prendere

busto per metà sospeso nel vuoto, a graffiare l

perché mi sembrava stonassero nel caos, sagome immobili in

chi amiamo, perché durano nel tempo, so’ fedeli!” ¶ “E

loro crescono i peli nel naso e nelle orecchie

eravamo davanti alla tv, nel primo pomeriggio, lei mi

con la madre. ¶ “Ma nel pomeriggio scende?” avevo insistito

sotto il sedile. Beethoven, nel frattempo, accucciato dietro di

e le afferrai rigirandomele nel palmo. ¶ “Le ho vinte

secondo, cerca di perderti nel bianco che vedi al

unicamente mia, avevo fallito nel momento più importante. Ma

i doppi infissi, come nel resto della casa...” e

estate, perciò un pomeriggio, nel tentativo di scacciare lo

se ne stava tranquillo nel piccolo perimetro. ¶ “Sei un

Nick. Sasà e Fabio, nel frattempo, erano ancora immersi

per la prima volta nel salone di Carmelo, il

le risatine dei presenti. Nel negozio, infatti, c’erano

risvegliato dal coma profondo nel quale ero caduto. ¶ “Mimì

poltrona con la flebo nel braccio restavo a fissare

poltrona con un ago nel braccio non era mica

pelle per poi cadere nel vuoto, e alla fine

l’alto a racchiudere nel piccolo spazio fra le

diventare astronauta e vagabondare nel cosmo per carpirne i

all’altezza del gargarozzo, nel tentativo di reprimere la

importante...” avevo pronunciato quindi nel silenzio dei tetti, volgendo

tv. ¶ Era successo che nel pomeriggio a Palermo un

qualcosa di troppo lontano nel tempo e nello spazio

dicendo?” urlò mamma piombando nel soggiorno con due grandi

piazza; sapevo bene che, nel migliore dei casi, non

non mi avrebbe ascoltato, nel peggiore, mi avrebbe deriso

tornai sotto casa proprio nel momento in cui donna

smontato il suo bancariello. Nel vedermi corrucciato, aggrottò le

Restai a guardarla scomparire nel buio mentre riflettevo sul

piazza e Giancarlo piombò nel viale con la Batmobile

viale con la Batmobile. Nel silenzio di quella sera

Ora sai leggere anche nel futuro oltre che nel

nel futuro oltre che nel pensiero?” ¶ “Puri calcoli matematici

fece seria e sprofondò nel mio petto. ¶ “Io ci

più. ¶ “Scherzavo,” sussurrò poi nel silenzio della stanza, “sono

La sera precedente, infatti, nel silenzio della strada, era

I Quindici”, più precisamente nel volume dedicato al regno

era messo a spiegare nel dettaglio il contenuto della

che poteva essere pagato nel tempo, per Rosario Russo

solo da me, nonostante nel tempo fosse diventato quasi

minuti di riposo, cosicché nel corso di una giornata

niente mi sembravano sprecate. Nel tempo necessario per far

portarmi dalla sua parte, nel suo, di mondo, fatto

tranquilla? Io voglio che nel mio futuro ci siano

rabbia che sembrava esplodermi nel petto e il viso

anche imparare a vivere nel presente, a godersi quello

vedo nulla di normale nel perdere il nonno, o

due poliziotti fermi proprio nel posto occupato dal mio

che finché si rimane nel cuore anche solo di

con il collo infossato nel giubbino e le mani

gli occhi e inspiro nel tentativo di sentire di

sua presenza. ¶ Mi persi nel modo timido della nonna

Trenta minuti dopo eravamo nel Duomo, ad assistere all

del tutto sfilacciato e nel giro di un anno

che ci avrebbero condotti nel mondo. ¶ Forse non era

Duomo ero euforico perché nel primo pomeriggio l’avrei

tornati dalle vacanze proprio nel fine settimana. Le avrei

di registrare per me) nel walkman di Bea e

a piangere al buio, nel tentativo di vincere quel

Red che si agitava nel vaso. Il mio cuore

il passeggino di entrare nel palazzo. Quando ci trovammo

tornare di nuovo lassù, nel nostro nido, a fare

Vasco mentre il giornalista, nel buio, poco più in

dall’auto e scomparve nel buio, e la testa

mi coprivano il volto, nel tentativo di proteggermi. ¶ E

pure si affacciarono, proprio nel punto dove erano incise

lui infila una mano nel taschino della giacca ed

ne stiamo lì, immobili nel silenzio di questo pomeriggio

al telegiornale,” ha gracchiato nel cavo, mentre sentivo la

neanche più ci riconosceva. Nel giro di due mesi

libri e della scrittura, nel rigore morale e negli

ad aprire il cassetto nel quale avevo conservato l

con cautela, sperando che nel frattempo quella rabbia cieca

sesso, la scorsi. Diceva: “Nel momento stesso in cui

un mucchietto di neve nel palmo della mano, quindi

sotto la sua abitazione, nel quartiere residenziale del Vomero

anni e tre pentiti. Nel 1997 la Corte d’Assise

Core come esecutori materiali. ¶ Nel suo articolo apparso sulle