Matilde Serao, Cristina, 1908

sole la illuminava tutta, nel suo vestito di percallo

le foglie di basilico nel pomodoro che gorgogliava, Cristina

fratello Carluccio doveva entrare nel collegio militare della Nunziatella

lui, dandole della testa nel petto per baciarla troppo

lui, senza guardarlo, rabbuiata nel viso: ma lui, ostinato

che Peppino Fiorillo pativa nel cervello, che era un

dovette partire per Napoli, nel novembre. Le parve meno

lettera ella la trovò nel panierino dell'uncinetto, senza

mese, ella digiunava spesso. Nel mese di maggio Cristina

la volgarità di credere nel vecchio Jehova dei sacerdoti

grembo. ¶ — Se si mette nel commercio degli spiriti, può

Marangio; apriremmo una porta nel muro divisorio e così

Ella trasalì, tremò, vedendo nel vano della finestra la

sua attività. Si era nel gennaio: il matrimonio con

Carmela. ¶ — Avranno ucciso qualcuno nel portone — strillò la serva

disteso sul pianerottolo, ferito nel petto: una ferita da

è grave; la sfiducia nel proprio ideale, che è

afferrò. Infine, egli restava nel limbo dove si ravvolgono

stesso all'amore. Forse, nel segreto del suo cuore

non si sa perchè, nel modo più illogico e

luce dell'amore e nel cervello il divino raggio

quanti umanamente possano esistere nel mondo. L'anima di

la fatalità ha pietrificata nel dolore. ¶ Da quel giorno

diceva, ella sentiva ondeggiare nel suo cervello quella voce

di un doppio naufragio, nel brancolare cieco di due

Guido, insistendo, incrudelendo, offeso nel suo orgoglio di uomo

turbando il presente, guastandosi nel presente. ¶ — Se mi vuoi