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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Guido Da Verona, Colei che non si deve amare, 1910

concordanze di «nel»

nautoretestoannoconcordanza
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1910
volte più facile riscattarsi nel terrore della colpa, che
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1910
nella fuga, nella lontananza, nel tempo, egli ancora vedeva
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1910
grande consisteva per lei nel sacrificio di sè stessa
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1910
quella ch’era segnata nel lor destino. Ricchi forse
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1910
L’aveva incontrato, quando, nel suo grembo d’amante
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1910
s’era sentita nascere nel sangue la prima ed
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1910
mai quella improvvisa tragedia nel loro sorridente amore? Spesso
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1910
senza tremarne, senza rivedergli nel viso livido la disperazione
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1910
le aveva dipinto, guardò nel precipizio sul quale non
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1910
le metteva un brivido nel cuore; qualche uomo , per
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1910
uomo , per la strada, nel passarla accanto, le faceva
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1910
giorno più bello che nel tempo trascorso, e quand
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1910
per una breve ora nel suo piccolo appartamento: era
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1910
conosciuto le prime volte nel recarsi a trovare il
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1910
Loretta, varcando la soglia. ¶ Nel buio dell’anticamera vide
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1910
di donne ed aveva, nel desiderarle, una rara e
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1910
e nemmeno era più nel caso di riflettere, perchè
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1910
bevve a sua volta, nel medesimo bicchiere. ¶ — Gli altri
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1910
hai detto una volta, nel parlarmi d’altre cose
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1910
verrà forse un giorno nel quale sarò libera, interamente
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1910
un giorno, forse prossimo, nel quale sarò libera. ¶ — Ecco
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1910
le nascose la faccia nel grembo, e con le
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1910
Il conte Berrini passò nel fondo, in maniche di
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1910
anche per non cader nel rischio di portare in
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1910
eleganza e più volte nel giorno arrivavano per lei
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1910
desco dell’occhialaio, ma nel cuore timido ed angosciato
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1910
suoi bimbi. ¶ Si sfogava nel confidare alla Luisa con
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1910
quel dolce regno domestico nel quale, fra molti sudditi
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1910
insieme oliava la gente. Nel silenzio, udiva il rombo
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1910
del suo proprio dolore; nel frastuono, l’urlo del
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1910
riconducevano verso il peccato; nel fischio di ogni treno
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1910
non s’era ingannato nel dirle: « Il tuo amore
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1910
vento, un’ondata sentimentale nel calore dei vent’anni
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1910
Pensò: « Ella mi rompe nel mezzo la mia vita
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1910
nei brevi sonni, immerso nel respiro della sua bocca
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1910
di delirio, ed ella, nel baciarlo, gli offriva in
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1910
che non osarono dirsi, nel tempo in cui stava
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1910
Una volta s’inginocchiò nel confessionale; ma una paura
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1910
fascio di sole, mandava nel cielo scintillante il fumo
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1910
l’automobile vi passò nel mezzo, disperdendole per ogni
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1910
pace degli antichi boschi; nel piano le falci qua
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1910
rimbombo di congegni, svoltò nel serpeggiare del pendìo sotto
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1910
più violento s’accendeva nel mezzo del lago, saettato
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1910
tornasse uomo e ricuperasse nel suo senso esatto il
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1910
ma in ogni modo, nel precario senso e nel
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1910
nel precario senso e nel disordine di tutte le
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1910
aveva egli stesso ammaestrata nel coltivare la sua piccola
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1910
odiava; non di rado, nel pensare a quell’uomo
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1910
d’un’altra visitatrice; nel suo letto stesso aveva
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1910
le labbra, la morte nel cuore. ¶ Ella non si
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1910
dunque glielo avevano tolto; nel suo cuore insensibile era
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1910
le si era infitto nel cuore, seducendo lei stessa
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1910
il dono di portare nel suo grembo il sacrilegio
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1910
pensiero assiduo le martellava nel capo, ella compiva uno
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1910
verità. Molti eran venuti, nel modo più naturale, a
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1910
remare! — ella disse allegramente, nel pomeriggio di quel primo
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1910
era nuovo, lo raddoppiava nel cuore il senso della
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1910
godere. ¶ S’era colta nel giardino un bel mazzo
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1910
amore, egli si compiaceva nel circondarla di tante piccole
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1910
terra gli pareva che nel suo sentimento fosse entrata
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1910
felicità. ¶ Ma v’era nel suo vigile spirito una
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1910
la sua bianca gioventù nel meraviglioso peccato. ¶ — Remi bene
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1910
nella lentezza della remata, nel dondolìo della barca navigante
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1910
tacere. ¶ Egli l’osservava. Nel sole, nella grande vampa
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1910
l’amore. E allentandosi nel colpo della remata, con
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1910
di quella bocca impura. ¶ Nel calor del giorno, tra
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1910
in lei quella che nel giardino saltellava tra i
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1910
lungo i fianchi, abbandonata nel soave riposo del piacere
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1910
due mani le riposavan nel grembo, semiaperte, quasi addormentate
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1910
con la bocca immersa nel suo vivore spiro. Por
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1910
sento felice.,. — ripeteva, gonfiando nel respiro la sua gola
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1910
correva! ¶ Egli le sorrise nel tergersi il sudore che
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1910
sponda una mezzaluna bianchissima nel cielo ancor pieno di
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1910
ancora insoddisfatte balenarono insieme nel suo volto. ¶ Pur tacendo
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1910
bene. ¶ Ella subitamente arrossì; nel suo pudore di fanciulla
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1910
Sciampagna, che le metteva nel capo tanti pensieri giocondo
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1910
un sorso. ¶ Un’orchestra nel giardino attaccò il valzer
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1910
Di là dalla vetrata, nel giardino, una grande magnolia
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1910
si vestiva d’argento nel chiaro di luna, portando
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1910
penitenze perpetue, ce componessero nel cuore sbigottito l’immagine
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1910
forse non troppo lontano, nel quale diresti a tuo
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1910
poi scese di nuovo nel giardino, tornò verso il
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1910
di batista gli sbocciò nel pensiero come un mazzo
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1910
or l’aspettava, guardando nel miracolo della notte, ove
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1910
fra i suoi capelli; nel suo viso batteva la
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1910
quasi fosse ancora sperduta nel sogno. E v’era
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1910
inverno. E continuava: ¶ — Là, nel giardino, m’hai dette
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1910
ho fatta mai: venire nel tuo letto, addormentarmi vicino
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1910
di seta si fascia, nel vento, intorno al collo
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1910
battevano contro le ginocchia, nel camminare. L’adagiò sul
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1910
curvatosi, immerse la bocca nel tepore della sua gola
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1910
di sofferenza, quanto più, nel delirio, con le sue
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1910
un terribile disperato piacere... ¶ Nel suo letto insonne di
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1910
odio virgineo che portava nel grembo inconsapevole si ribellò
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1910
sua bocca umida, graffiandolo nel viso; e mentre pativa
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1910
pallida faccia che appariva nel viso di lei. ¶ Allora
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1910
una vasta nuvola sospesa nel firmamento, la vampa rossa
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1910
cento, eran mille, perduti nel fieno maggengo, ed uno
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1910
apparenza di cosa malata; nel mangiare, qualche leggerissima ruga
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1910
con la Miss, ma nel prato. Saremo una comitiva
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1910
domestico nascose la faccia nel vano del saliscendi per
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1910
guancia la faccia bagnata. Nel piangere lo baciava. ¶ Or
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1910
no... — E c’era nel suo viso l’espressione
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1910
primaverile con la primavera nel viso; nascosti gioielli che
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1910
colore che ha talvolta nel bicchiere il vin del
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1910
velava di suoni torbidi nel parlare a lui, con
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1910
gelosia cominciava a nascergli nel cuore, nei sensi torbidi
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1910
gli alberi. Ogni tanto, nel folto, un po’ di
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1910
prolungate concitazioni, come avvien nel mare dopo l’ondata
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1910
Dammi un buon pronostico. ¶ — Nel Gran Premio ho già
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1910
passo lontano, quasi nascosta nel cespo di rose che
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1910
da un gran vassoio, nel quale raggelava, misto a
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1910
si aperse un varco nel sereno e di nuovo
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1910
s’allentò un poco. Nel prato la gente correva
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1910
dalla coda era passato nel gruppo di testa, non
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1910
alla curva di destra, nel fondo; la giubba chiara
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1910
forse perchè v’era nel suo nome un grido
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1910
a quel trionfo rasciugandosi nel palmo la bocca umida
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1910
Rafa due giorni dopo nel solito viale. Il Giuliani
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1910
sommamente dannoso. E tuttavia, nel suo scaltro animo donnesco
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1910
serietà, quasi per dilettarsi nel recitare una commedia, si
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1910
poco a poco infiltrati nel suo cervello, ed anzi
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1910
vivere così profondamente rifugiata nel suo spirito, che mai
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1910
fedeltà, quella che miete nel piacere come una falce
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1910
uomo che volesse aiutarla nel compiere il suo grande
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1910
meccanico: partirono in fretta. ¶ Nel caldo pomeriggio le campagne
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1910
libro seduto all’ombra nel giardino. Li guardò e
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1910
accendeva della sua bellezza, nel guardarla. Tutto gli piaceva
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1910
si riposava. Lento, accidioso, nel fondo, si udiva il
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1910
e di sangue, aveva nel nascere lacerata la stessa
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1910
queste cose erano solamente nel suo pensiero. ¶ Qual altra
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1910
così forte l’avvinse nel piacere delle sue braccia
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1910
più. ¶ Era una fanciulla nel primo fiore, con l
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1910
assai pallida, lo guardò nel viso, e tacque. ¶ — Anzi
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1910
spalliera, il viso raccolto nel braccio, a metà seduta
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1910
di petali, e tenendoli nel palmo vi tuffò ‘a
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1910
dietro i muri e nel silenzio, per le case
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1910
a sommo del petto, nel gonfiore della gola. S
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1910
la felicità che passava nel loro impossibile sogno. ¶ Andare
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1910
della colpa irredimibile, scendere nel divino perdimento, con la
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1910
dolore acutissimo le batteva nel grembo, la torceva come
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1910
della sua grande abilità nel fare le compere. Che
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1910
cominciava oscuramente ad agitarsi nel suo cuore attento e
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1910
quando si sente minacciata nel proprio amore, finivano con
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1910
indugiavano con ebrietà, come nel tepore d’una coltre
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1910
vi lasciano un solco. Nel suo cuore sensuale e
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1910
sorrise. Rideva in lei, nel suo cuor femminile, l
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1910
abbottonandola. Ma s’interruppe nel mezzo, gli corse vicino
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1910
domani, all’ora solita, nel solito giardino. ¶ Già cominciava
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1910
avesse persuasa a continuare nel suo gioco. ¶ Venne, quel
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1910
sussiego. ¶ — Me ne meraviglio nel senso che vi ho
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1910
quello che vuoi. » Ma nel mio caso questo vorrebbe
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1910
ella disse. Poi scomparve nel buio delle scale. ¶ Ma
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1910
più dal pericolo meraviglioso nel quale si sentivano avvolti
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1910
il sangue, facendola rivolger nel letto e smaniare nelle
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1910
maggiore, il primogenito, quello nel quale il padre si
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1910
che piacere provi tu nel cambiare tante donne? Arrigo
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1910
per vicoli tortuosi, penetrando nel dedalo della città crepuscolare
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1910
braccio ed il respiro nel viso, fosse la sua
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1910
sorella germana. ¶ Egli aveva nel medesimo tempo un immenso
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1910
tentava, lo inebbriava, metteva nel suo cuor forte una
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1910
poteva dire. ¶ Ma solo nel chiamarla, nel parlarle, nel
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1910
Ma solo nel chiamarla, nel parlarle, nel profferire il
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1910
nel chiamarla, nel parlarle, nel profferire il suo nome
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1910
come una spina infittagli nel cuore. ¶ Egli, che non
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1910
gli ritornava, gli affluiva nel cuore per tutta la
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1910
pernottava; s’era sparso nel praticello, a piccoli gruppi
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1910
di tavolate chiassose, giunsero nel giardino e sedettero sotto
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1910
i tronchi, si addentrava nel folto dei rami, correva
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1910
d’ una corte azzurra nel mezzo d’ un bosco
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1910
mandavano un allegro tintinnire. Nel fondo, sopra un terreno
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1910
le campagne semibuie; avevan nel cuore e negli occhi
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1910
per un momento soli nel mondo, affacciati sopra un
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1910
ilarità di Lora. Sedeva nel mezzo d’una tavolata
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1910
amore. ¶ Noi abbiamo talvolta, nel nostro pavido istinto, una
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1910
e forse portavano impressa nel viso l’incancellabile ombra
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1910
vi penseremo. ¶ Entrambi tacquero. Nel giardino le risate squillavano
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1910
fatica della digestione; frattanto, nel calor del vino, si
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1910
di nuovo, strettamente, accanitamente, nel tramestìo della danza. ¶ Ogni
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1910
ombre commiste li accompagnavan nel chiaro di luna. ¶ — Mi
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1910
baciarono. Bocca su bocca, nel profumo della notte, nel
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1910
nel profumo della notte, nel tremore dei loro sensi
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1910
e doloroso. ¶ C’era nel breve bosco la menta
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1910
dà la vertigine... Lì nel bosco, tutte l’erbe
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1910
guardava con occhi limpidi nel peccato mortale. Voleva esser
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1910
volontà, quasi fossegli commista nel sangue, indistruttibile tra i
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1910
quella della propria femminilità. Nel suo turbato cuore di
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1910
dove sarebbero stati soli, nel cuore della notte, senza
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1910
consapevole dei baci, divise nel mezzo da un’ombra
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1910
aveva su la bocca, nel baciarlo; un odore intenso
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1910
insinuò la mano brancolante nel tepor vellutato delle ascelle
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1910
piangere nell’ebbrezza, ridere nel dolore... poi la vide
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1910
impressione spontanea che provava nel guardarlo. ¶ — Buona sera, Arrigo
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1910
maiale che ancor scricchiolavan nel burro in cui s
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1910
il fiato che aveva nel corpo satollo, e sentirsi
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domani ella v’andò nel pomeriggio. Arrigo dormicchiava, steso
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1910
che poteva tutta chiudersi nel cerchio di due mani
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1910
Nelle caviglie, nei polsi, nel collo, in tutte le
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1910
c’è scritto qualcosa? ¶ Nel fermaglio infatti era incisa
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1910
sorella, ma più forte... Nel venire qui tremavo un
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1910
sul fiore della bocca, nel desiderio d’essere intesa
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1910
ho tenuto a bada. ¶ Nel suo viso di fanciulla
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1910
arrossì un poco, indugiando nel rispondere. ¶ — Così... voglio essere
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1910
trattenne come intimidito, e nel silenzio che pendeva, dolcemente
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1910
unghie intanto. ¶ E ritrattasi nel vano della finestra, si
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1910
di te. ¶ Egli metteva nel tono della voce una
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1910
io davanti a me, nel quale mi sia lecito
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1910
di cui parli ma nel quale non credo, chi
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1910
quasi quasi mi diverto nel dirti la verità. ¶ — Dunque
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1910
ritornava e le martellava nel capo. Allor si mise
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1910
muscosa che si apre nel mese di Maggio. ¶ — Qui
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1910
si rivolse la boccetta nel palmo della mano e
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1910
scappava; poi la sera, nel mettersi a letto, ne
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1910
che la donna fa nel togliersi le vesti, quel
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1910
aveva tante volte pazientato nel lungo abbigliarsi d’altre
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1910
ombra oscura le appariva nel cavo delle ascelle. In
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1910
entrarono a teatro semibuio nel palchetto di prima fila
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1910
di quel teatro. Se nel suo bianco letto di
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1910
intessuta di stelle. Sentiva nel suo cuor femineo la
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1910
Di fronte a loro, nel suo palco di seconda
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1910
forse destinato al triregno. Nel frattempo il visconte consorte
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1910
una corona. C’era nel palco Antonello Musatti, di
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1910
in un concorso ippico. ¶ Nel palco della duchessa di
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1910
e tutto il parentorio nel buio. ¶ I Mazzoleni, che
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1910
Clara Michelis, così bianca nel finissimo abito nero, poggiata
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1910
senza remore. ¶ Qualche volta, nel mezzo d’un bosco
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1910
al tempo in cui, nel salotto semioscuro, ella si
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1910
voglia slacciare; ma perchè nel suo cuore di donna
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1910
sapevan esser così lievi nel medicare le sue ferite
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1910
battesimo del fuoco. ¶ Entrò nel palco una fioraia, incipriata
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1910
il mazzo di rose. ¶ Nel ridotto, ne’ corridoi, nell
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1910
entrato in quel momento nel palco e salutava gli
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1910
incredulità, gli si dipinse nel viso. ¶ — Che? La conosci
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1910
staccarli da lei. Ma nel suo buio cervello passavano
235
1910
avrebbe voluto continuare più nel suo gioco. Ma questo
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1910
non giocava, non ismodava nel bere, non sprecava le
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1910
allo Sciampagna che raggelava nel secchio di ghiaccio, il
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1910
aveva tante volte sognata nel suo lettuccio d’inquieta
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1910
uscio; entraron a tastoni, nel buio. Ed entrambi amarono
240
1910
voce paurosa. ¶ Erano soli, nel pericolo della notte; li
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1910
lievi, che dileguavano rapidamente nel calore d’una tentazione
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1910
di cose vive, canti nel verde una fresca fontana
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1910
han dormito, sognato, amato, nel nascosto rifugio, durante un
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1910
bile; qualche ragazza vaporosa, nel letto insonne, rivide a
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1910
rado egli la vedeva nel giardino, più spesso la
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1910
prova talvolta il bisogno nel ¶ Proprio sentimento anche la
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1910
che saluta — un signorotto nel suo feudo — perché mai
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1910
un poco frivola, dormire nel proprio letto con un
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1910
un altro — un signorotto nel suo fondo — che per
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1910
chi trema se passo nel giardino in vestaglia... Sì
251
1910
preparando una gran festa, nel teatro d’un albergo
252
1910
ch’era stata sciocca nel lasciargli credere... ¶ — Noi siamo
253
1910
come la prima volta, nel giardino. ¶ Sopraggiunse Arrigo. Il
254
1910
ne stava in disparte, nel grande atrio dell’albergo
255
1910
atrio dell’albergo, talvolta nel giardino, mostrandosi pieno di
256
1910
or amabilmente si compiaceva nel punzecchiarlo con il suo
257
1910
vivacità e d’ironia. Nel corso di quelle settimane
258
1910
mettevan allegramente di puntiglio nel provocare la gelosia della
259
1910
la Ruskaia ebbe cantato, nel giorno della recita, la
260
1910
caddero dai rami alti, nel fogliame lucido. Le rose
261
1910
una piccola donnina, sola nel mondo, con i suoi
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1910
socio, sollevano mille difficoltà... Nel caso tuo ci sarà
263
1910
e guardando con fiducia nel limpido avvenire disse per
264
1910
Non fece che scrivere nel suo catalogo mentale questa
265
1910
fin dall’infanzia. Forse, nel compiere quell’ascensione, il
266
1910
quasi una iraconda gioia nel soffocare le ribellioni dell
267
1910
spada e l’onestà nel fodero. Per il denaro
268
1910
essere stato uno sciocco nel rinunziare a lei. ¶ Il
269
1910
di scordar sé stesso nel guardarla smarritamente, con un
270
1910
un turbine di memorie nel cervello e nelle vene
271
1910
stessi baci e godettero nel trovarvi un pericolo grande
272
1910
d’un tempo rivisse nel pingue gentiluomo, e con
273
1910
di Borsa. ¶ Arrigo, preso nel mezzo di questa discussione
274
1910
un po’ la gola; nel suo viso apoplettico brillava
275
1910
si era d’accordo nel non volerne. Ora passeremo
276
1910
troppo facile preda. Poi, nel rifiuto ambiguo, crudele, esasperante
277
1910
esasperazione, e si doleva nel doverselo confessare. La gente
278
1910
d’un incantamento. ¶ Talvolta, nel muoversi, nello scuotere leggermente
279
1910
Fra i due candelabri, nel riflesso dell’ebano, pur
280
1910
morbido fruscio d’ala, nel fuggire. Poi, nell’altra
281
1910
d’amore, lo confusero nel vento soave con la
282
1910
Trascorsero due lenti anni. Nel crocchio d’amici, fermi
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più! — ella fece, seria, nel sorridere. ¶ — Volevo dire: che
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certa sensibilità quasi timida, nel guardare il giovine dallo
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Ella inzuppava un biscotto nel tè, afferrandolo in fretta
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sbottonava il soprabito, rimanendo nel viso più arcigno che
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e piantandolo in asso nel bel mezzo di quel
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ben mobiliata. ¶ Donna Grazia, nel trascorrere di quei lenti
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dolcissime, nella cintura svelta, nel collo morbido, forse in
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la pietra pericolosa, trainando nel veicolo dai vetri appannati
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E la vedeva ora nel suo camerino, presso la
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stando ritto e fermo nel mezzo del salotto, irrigidendo
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Ruskaia, » aveva egli detto, nel mettere il suo biglietto
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nella sua forza come nel piacere d’una carezza
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passione che aveva trasfusa nel suo canto, avrebbe voluto
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tanto si era turbata nel vederlo subitamente avvicinarsi alla
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e piena di soavità nel sorridere, gli occhi dalle
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sofferenza che v’era nel suo sorriso, la malvagità
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più pure che sian nel cuore femminile, ma in
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ogni cosa, e specialmente nel giocare e nello spender
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castigati quando fallavano o nel giocare o nello spendere
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essere un ornamento virile nel suo viso dolciastro come
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per questo si cominciò nel palco a magnificare ed
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con questo appellativo, molte, nel guardarlo, pensavano in cuor
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di piacevole aspetto. ¶ Intanto nel camerino della Ruskaia, che
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violino, ed una sera, nel ridotto, si fece vedere
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i suoi detrattori, durò nel primo impulso, ed un
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strada suburbana, egli entrava nel cuore della sua città
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Perchè non venite mai nel nostro palco? ¶ Egli v
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da immemorabile tempo riuniva nel suo piccolo cerchio i
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infuriavano pettegolezzi mondani. Era nel medesimo tempo una casa
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accreditato in modo stabile nel favore dei gaudenti. Sebbene
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il Barbera spumante; nemici nel cuore, della città che
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noiati sbarazzini vomitavan sconcezze nel gergo più triviale dei
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persona, pieno di brio nel volto segaligno, che ammulinava
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propria anima visionaria, lanciando nel suo buio qualche bellissimo
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Poneva lo stesso ingegno nel compiere un’opera insigne
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un’opera insigne o nel far cosa di nessun
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giovine e quasi monacale nel volgere degli anni, poeta
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che avrebbero tenacemente squassato nel buio perpetuo la lor
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del gran signore anche nel pagare l’ultimo soldo
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sua parola convincente pagavan nel frattempo le più avare
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poco ricco, ma ormai, nel vederlo spendere da gran
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nacque da sé, necessariamente, nel modo più semplice. Non
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ultimo giorno della vita... Nel pensiero di tutto questo
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con una scena violenta, nel mezzo della quale, fattosi
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di Arrigo, lasciandolo dilapidar nel suo con la più
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cose che sapeva essere nel desiderio del padre, della
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due volte, tre volte, nel palmo della mano, con
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Avrebbe desiderato far musica nel salotto misterioso della pallida
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Ed egli vide, come nel sogno d’un maraviglioso
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spingere l’occhio lascivo nel bianco d’una scollatura
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bottega semioscura, che doveva nel destino essere tutto il
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gli fosse lecito, compiere nel mondo un passaggio rumoroso
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pescare o frodare il nel bossolo della sua fortuna
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dei gioghi patiti, mettevan nel vincere una caparbia ira
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né gettarsi a capofitto nel gran pelago della carta
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come una fiera tempesta nel suo cuore tranquillo; e
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nella sua voce vibrante, nel suo spirito irrequieto. ¶ Vedova
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si ritrasse a vivere nel suburbio della sua città
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con una certa compiacenza nel parerne l’amico. Così
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si vergognava non poco nel dover rincasare a piedi
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giurisperiti, è naturale che nel nostro bel paese chi
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invece d’un maschio, nel quale avrebbe potuto specchiarsi
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le cose che leggeva nel giorno egli andava la
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tardi la notte, poltriva nel letto il mattino, inalberava
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una manata d’argento nel cassetto del banco paterno
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bello sparato bianco e nel mezzo uno splendido rubino
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altronde un momento psicologico nel cuore di tutte le
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d’amore, un momento nel quale, che so io
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nuocere a sé stesso nel far del bene al
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pettinati con la riga nel mezzo come le nutrici
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amore. Da molto tempo, nel suo cuore nascosto, nudriva
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gli cominciò a bruciare nel sangue un’accensione voluttuosa
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un riso lascivo; e nel chinarsi le loro poppe
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rotonde braccia quasi tuffate nel catino, avendo riflesso nel
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nel catino, avendo riflesso nel volto il piacere dell
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le calze, poi, frettolosa nel suo timore, si cacciò
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li contorse, e legatili nel mezzo con un nastro
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Parlarono. ¶ Colei ch’era nel mezzo della camera domandò
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per pudore si rannicchiò nel lenzuolo. Tuttavia la curiosità
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in una stanza o nel giardino, sola. Ed ella
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i mobili avessero scricchiolato nel silenzio, facendola sussultare... si
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si volse, si rivolse nel Ietto, volle, non volle
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senza fine. Ed egli nel cuore cinico ne rise
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di serpi, la mordeva nel ventre, che le pareva
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praticaccia che si prende nel mestiere, aveva sùbito compreso
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se un acerbo dolore, nel grembo, la martellasse. Allora
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pettegolezzo che già infuriava nel vicinato. ¶ Dunque raccontarono che
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pronto a lasciarsi rabbuffare nel peggior modo, era deciso
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traccia gran che profonda nel suo placido cuore. Subiva
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appetito insaziabile e covando nel petto, come un tepido
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chi vuol lei, qualora nel frattempo le capiti un
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di vincere, di afferrar nel suo pugno quel denaro
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Appunto era capitata li, nel teatrucolo dov’ella cantava
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di spendere il tempo nel miglior modo che sia
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un mediocre amore; poiché nel letto solitario d’una
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simpatico, una certa spavalderia nel trattare con le donne
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buio gli si addensava nel cervello, pieno di fiamme
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dell’anima gli traboccava nel cerchio delle vene, martellando
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metteva luce, vita, calore, nel silenzioso gelo del suo
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un amore desolato nasceva nel suo spirito, ma un
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non esitava un istante nel compierla. ¶ Si mise lungamente
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foss’anche di sfuggita. Nel medesimo tempo non voleva
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medesimi che aveva portato nel viaggio, l’ombrellino aperto
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ripetè sordamente. E contò nel suo pensiero il tempo
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che la sua opera nel mondo era stata solamente
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con sè chi amava, nel suo perverso destino, quando
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parve che avessero guardato nel suo secreto, che mille
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lo afferrò, lo travolse nel suo flutto, come un
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vacuo dell’irreparabilità dilaga nel suo mondo interiore, come
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chinassero su di lui. ¶ Nel suo freddo incubo, immaginava
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assurda speranza s’infiltrava nel suo cervello: — Forse non
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tracce di Loretta; ma nel disordine della sua mente
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anche i domestici bisbigliavan nel servirlo. ¶ Non poteva inghiottire
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si sedettero in fretta nel solito angolo. Pietro portò
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orecchie ronzanti, lo feriva nel mezzo del cuore, come
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che saliva, saliva, soverchiando nel suo cervello esagitato la
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signoria si asserragliava novamente nel suo cerchio di privilegi
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corruzione, le aveva scaldato nel grembo il piccolo serpe
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aveva poi allacciati insieme nel suo nodo convulso. ¶ Atterritamente
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da tentare, alcuno sforzo nel quale adergere l’ultima
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ne ascoltiamo la voce. Nel salire le scale della
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tante volte contati macchinalmente nel salirli, di quella ringhiera
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contro il violino, avvolto nel profumo della sua carne
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aveva rabbrividito qualche volta nel baciarla. E, se non
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ingiusto contro di lei. Nel ridere, la sua bocca
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narici estremamente fini, e nel cavo degli occhi, sotto
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le coltri quand’è nel suo fiore. Egli doveva
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altra, e mi riscaldo nel calore d’un’altra
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cosa? ¶ E però metteva nel saziarla una specie d
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o che potevan essere nel suo cuor femminile par
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Ed è allora che nel suo amore penetra un
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porgere aiuto, come se nel suo cuore di amante
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quale cerca di piacere. Nel suo commiato dell’amore
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a vicenda potevan leggersi nel volto i loro inconfessabili
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quasi dirle: « Aiutami! Guarda nel mio dolore, lasciami piangere
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fissandola. ¶ Clara gli sollevò nel viso gli occhi mansueti
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su tutte le cose. Nel guardarla, i miei occhi
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fra le mie braccia, nel mio letto, coricata. Questo
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è salita lenta, inguaribile, nel cervello. Non devi, anzi
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eravamo in un letto, nel medesimo letto, insieme, ed
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spavento che può essere nel primo desiderio d’un
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come un uomo ferito nel petto, che voglia contenere
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a poco a poco, nel buio, come lucignoli deboli
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casa rustica del giardiniere, nel villaggio poco lontano, i
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qualcosa forse di concorde nel dissimile cuore. Lazzare di
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lacera monella che fossevi nel villaggio. Da principio il
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giorno l’avevan riveduta nel villaggio, e diceva d
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un chiarore di stelle, nel silenzio altissimo del monastero
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vivo, la guardava. Passavan nel cielo, davanti alla sua
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al suo passare, giocando nel suo lesto correre con
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correndo, e trasognata. Era, nel mezzo Aprile, la notte
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E più ella fissava nel cielo i suoi occhi
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umane; s’udivan strepiti nel buio, come di gente
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cacciò sotto la terra, nel buio. Ed ella andava
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spiegata... ¶ Lazzara tacque. Laggiù nel giardino, tra il folto
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stelle senza numero, disseminate nel curvo spazio, che la
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sopra un’aria imparata nel convento: ¶ Date un pane
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un pane, buona gente; ¶ nel mio sacco non rimane
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formava un solco profondo nel fieno soffice; la sua
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di paglia la pungeva nel polpaccio; il suo polpaccio
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spingere il suo battello nel fiume, curiosamente si fermò
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mucchio di cordami vecchi nel suo battello e stava
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luna che saliva su, nel cielo, tra fiocchi di
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sua chiglia, lasciandosi dietro, nel fiume sparso di firmamento
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umana. La videro, buia nel buio; l’intesero che
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da dietro i cespugli, nel pieno chiarore del viale
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profonde, capaci di custodire nel lor silenzio così la
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un flocco di nebbia nel sole. Ora le stava
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florido, vasto, calmo, diviso nel mezzo da un’infossatura
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a lui parve suonasse nel rumore dell’infinito, nell
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ràntola, nello spasimo e nel piacere, istessamente… ¶ Ma gli
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stesso! ¶ La bocca torta, nel ridere, pareva che sui
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comperati a casaccio, collocati nel peggior modo, per riempire
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quasi bianco; egli stava nel mezzo, ella nell’angolo
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pace? ¶ In lei, come nel viso del fratello, si
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uno cercava di leggere nel cuore dell’altra. ¶ — Dunque
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passi, tacendo, e scomparve nel buio. Indi a poco
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di sperdimento, quasi cercando nel suo volto un segno
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parole, in questo momento nel quale una immensa rovina
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tutto. Ho mille rimorsi nel cuore, ma ormai non
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tempesta che mi susciti nel cervello, nei sensi, questo
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mettergli bava e sangue nel palmo che la premeva
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su le braccia, passò nel raggio di luna che
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traversata la soglia, giunto nel mezzo della prima sala
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bagnavano il lembo spiovente nel raggio di luna. ¶ — « Ora
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se questi rumori fossero nel suo cervello o fuori
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inerte, come ha talvolta, nel sonno d’un narcotico
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breve scossa, a lui nel polso, a lei per
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cuore, prima di addormentarla nel sonno dal quale non
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l’odiava, si compiaceva nel dirle, come per ischerno
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poterla uccidere, si dilettava nel ripeterle cose dolci e
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era perduta come lui nel desiderio di appartenergli, quando
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passavi le tue notti nel mio letto vicino a
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cuna, colei che portava nel grembo l’inconsumabile amore
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sua nudità indifesa, e nel baciarla si sentiva pervadere
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notte lontana — quasi dispersa nel vortice del passato — quando
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suoi figli. ¶ Livido, indietreggiò nel buio. La catena delle
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la follìa latente scoppiava nel suo cervello tragico, dandogli
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proda, lungo il sentiero nel campo, un uomo giaceva
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pozza di sangue rappresa nel terriccio, sotto la tempia
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jena. ¶ L’animale, colpito nel fianco, digrignò senz’abbaiare
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raggelò. Si curvarono. Stretta nel pugno convulso, la sottile
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altro, che aveva, lì nel campo, raccolto un fiore