Teofilo Folengo, Orlandino, 1526

anco lo ciatto gode nel suo fango. ¶ 8. ¶ Però Dante

fatto, pesta l'acqua nel mortaio; ¶ sia pur o

sottopaladini" son chiamati, ¶ perché nel gran consiglio a quatro

per menar il brando ¶ nel sangue di Maganza, e

e monte; ¶ quello tira nel Ciel per suoi vestigi

flagella. ¶ 48. ¶ Flagellasi d'ognora nel tenace ¶ amor c'ha

Berta ciò vede, onde nel cor l'abbraccia, ¶ ché

la forza e cangiasi nel sguardo, ¶ cresce la nausa

al vento sòle, ¶ ecco nel mar ispano si ripone

la porta et entra nel postíco. ¶ 65. ¶ Questo ben sa

el roy; ¶ et io nel grembo a Caritunga mia

Chi giú d'arzone nel bagordo casca, ¶ non fia

apparve in atto) ¶ soffia nel corno quanto pò la

vede che 'l Danese nel stecato ¶ era s'un

ch'Italia vi ritien nel fil di spade. - ¶ 53. ¶ Rampallo

del rubicondo ¶ ch'eri nel fin del canto dissi

di questi santi ippocriti nel vaso, ¶ vi trovarei (che

occhi, senza sosta ¶ scampa nel porto ché 'l mar

lo fusto integro, ¶ percotelo nel fianco e 'n terra

vil poltrone! ¶ che fai nel letto? - e mentre il

che mezzo il sotterò nel sabione. ¶ 75. ¶ Poi quella turba

la testa, ¶ et egli, nel vibrar, spallato resta. ¶ 80. ¶ Spiacque

Narrazione ¶ 3. ¶ Stette Milone solo nel stecato ¶ come tal volta

accostar, figliuolo, perché porta ¶ nel corno il feno et

altri in schiera. ¶ 30. ¶ Or nel serrar de mani si

paia star di Berta nel cubicolo, ¶ nulla di manco

dilli presto ¶ come Milone nel suo letto giace, ¶ ché

aver trovato ¶ Milon stracco nel letto suo corcato. ¶ 45. ¶ Tal

da le vene, ¶ forma nel vaso matrical pigliando, ¶ ogni

d'un bergamasco; ¶ grosso nel proferir, nel scriver tardo

bergamasco; ¶ grosso nel proferir, nel scriver tardo, ¶ però dal

dietro, ¶ anzi m'entra nel ventre e fa letame

a le braccia, ¶ dicendo nel suo cor: - Bon pro

l'ancise, lei stringendo ¶ nel collo co le man

Carlo Mano ¶ per Gallerana nel contato ispano. ¶ 17. ¶ Or al

che di foco ¶ parea nel volto aver un Mongibello

notte sí lo affise ¶ nel mezzo de la piazza

ch'egli 'l tien nel vestimento, ¶ - Lasciami, - disse alor

guisa di ranocchio ¶ resta nel fango, e la giumenta

la coda piú, ma nel capestro. ¶ Berta, che n

ami occulti ¶ vedeno trar nel legno suo leggero ¶ appesi

folghe segue alcun piscicolo ¶ nel lito e primo mar

l'orecchia, ¶ ch'ognun nel ben altrui sempre si

Milone ¶ lasciato avesse Berta nel suo letto! ¶ Carlo testé

conte calavrese) ¶ lassivamente Berta, nel conspetto ¶ d'uomini e

che tua madre su nel Ciel regina ¶ gli copre

la sospesa lena; ¶ onde nel moto d'una picciol

Io mi confido ¶ - disse - nel Ciel, o padre mio

le pietre fa cantar nel ciel sonoro; ¶ et è

pelo, ¶ cangiossi tutto quanto nel sembiante, ¶ né poté far

le calcagna e dà nel naso. ¶ 2. ¶ E cosí advenerammi

per l'uscita, ¶ dico nel cacatoio, perché grata ¶ fu

ogni ragione; ¶ perché qualunque nel parlar s'adira ¶ convien

rosto. ¶ Ma quello, che nel core porta il dardo

porre il santo calice nel sacco, ¶ ecco la gola

riposta ¶ tenemo, e risoluta, nel carnero: ¶ perché da l

monti e tempestati, ¶ pericoli nel mar e falsi frati

lupi e mercenari, ¶ larghi nel commandar, nel far avari

mercenari, ¶ larghi nel commandar, nel far avari. - ¶ Alor il

il velo ¶ di colera nel mar su l'alte