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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Marco Missiroli, Atti osceni in luogo privato, 2015

concordanze di «nel»

nautoretestoannoconcordanza
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il grande seno incagliato nel vestito. Il grande seno
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grande seno che sfioravo nel­l’abbraccio della buonanotte
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sanciva l’entrata ufficiale nel suo circolo di attenzioni
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con il volto affondato nel suo cuscino, mamma sapeva
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era una bibliotecaria, lavorava nel IV arrondissement. Lì aveva
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appesa tra due fichi nel giardino della villetta. Guardai
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igienica e mi ritirai nel loculo, mi stesi sulla
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senso pratico di papà, nel compimento di una masturbazione
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al cigolio, tutto stava nel tenere sollevato il gomito
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le sue cadute passionali. Nel frattempo io avevo imparato
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ananas. Io mi rintanai nel loculo, le orecchie al
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una bottiglia d’acqua nel frigorifero, me ne versò
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tornarsene a letto uscì nel giardino di una villetta
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de Lamoignon, la biblioteca nel IV. Mi diede un
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fare i compiti. Abitava nel XIX, veniva al Colbert
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perché suo padre lavorava nel X. Ci accanimmo sulla
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Papà andò a vivere nel Marais, mamma rimase con
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mi abbracciò, mi portò nel cortile sul retro. C
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trovò un contraddittorio inaspettato nel suo ometto di mondo
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me l’ero trascinata nel rifugio. ¶ Aprii il libro
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i russi. ¶ E Buzzati? Nel mio quaderno di Lupin
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le chiesi di uscire nel cortile sul retro. ¶ – C
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complicità, nemmeno legame: consisteva nel ribollimento ormonale senza spiegazione
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farlo decisi il salto nel vuoto. Avevo un solo
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trovai sfogliando un libro nel book­shop e che
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con cui si vedeva nel giardino di cemento del
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la pila di romanzi nel montacarichi e mi trascinò
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aspettata e l’aspettai nel cortile sul retro della
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con il piede. ¶ Andammo nel Marais, passeggiammo fino a
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io volevo un mare nel mio finale di racconto
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e Parigi era incagliata nel gelo e in sporadiche
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dovevo passare il tempo nel modo più quieto possibile
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mai voluto sfilarsi. Credeva nel matrimonio, nei ritorni dopo
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Continuai nei cassetti e nel trumeau, c’erano gocce
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un metodico della toilette: nel mobiletto dello specchio c
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karma di un padre. Nel tempo che restava stipavo
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aveva lasciato la casa nel Marais e qualche spicciolo
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mi offrirono di servire nel pomeriggio dei giorni lavorativi
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Possedeva la stessa grazia nel volto, una nuova impazienza
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volto, una nuova impazienza nel corpo. Il suo fondoschiena
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e appoggiò i piatti nel lavello, – Ti va di
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e venti del mattino. Nel frattempo mi specializzavo in
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libri che Marie ergeva nel suo salotto. Non ricordo
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lo rivelò Somerset Maugham nel suo romanzo: c’è
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si riorganizzavano: più tardive nel risvegliarsi, con più controllo
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bagno, sistemai le mance nel barattolo dello zucchero e
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dell’interno: lo scrissi nel quaderno di Lupin per
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a furor di popolo nel menu. Anche a casa
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autista per Parigi e nel passarle i ferri del
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l’amore ogni giorno. Nel bagno dell’università, a
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altro, tenevo più bicchieri nel vassoio senza farne cadere
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la invitò a soffermarsi nel rifugio della mia adolescenza
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gli indiani. Si imbatté nel quaderno di Lupin, lo
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Lasciò uno spazzolino lilla nel bagno e una specie
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di papà, la mise nel portafogli. ¶ E poi nella
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teatro e a camminare nel V arrondissement, certe volte
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affondava nell’etica e nel coraggio. Era vero. ¶ La
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un pied-à-terre nel Village e uno spettacolo
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infastidiva. Avevo un piede nel territorio del diavolo. Tornai
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scostò e si rifugiò nel bagno comune dell’albergo
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casa sua, una stanzetta nel Village, e ora poteva
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esserci riuscito lo gettava nel visibilio. ¶ Aumentai il ritmo
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Un poco. Mi bloccai nel momento in cui finì
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la gente che fumava nel bar della via e
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figlio Cash: ti trasporteranno nel limbo dell’addio e
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per la tua Marie, nel caso prenderei un treno
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mi scorticò. Trovavo sollievo nel camminare e in nient
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mio conatus si annidava nel colore che mi aveva
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abitava ad Assago e nel tempo libero faceva arrampicate
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dissi che dovevo tornare nel mio monolocale. ¶ – Per cosa
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la sua voce passando nel traffico di corso Buenos
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del previsto. La casa nel Marais non si affittava
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libri li avevo ammassati nel centro e per uscire
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causa Burkina Faso: singhiozzava nel corridoio, corse in bagno
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inconsapevole, e sapeva rimanere nel territorio che precede la
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mondo, o ti sputavano nel mondo, e avevano tutte
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che venne Frida spariva nel nascondiglio tre volte al
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Stato. Frida si allungò nel suo tailleur di tweed
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declinato quelle elucubrazioni mentali nel contesto seduttivo, stabilendo un
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a trovarlo in California? Nel frattempo aveva regalato ai
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il mal d’amore nel corso degli anni era
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incontro. Gli approcci titubanti nel nascondiglio, i baci lunghi
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vera ricostruzione era vicina. Nel frattempo mi accontentai del
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rosa che si abbeveravano nel giardino e che certe
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posta scelta a caso nel quartiere Isola, un quadrilatero
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il Camus che tenevo nel cassetto e andai nell
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Garibaldi, davvero avevo lavorato nel bar di Camus? ¶ Bevemmo
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da me. ¶ Sorrise. ¶ Entrò nel monolocale in punta di
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qua della vetrina, chiusa nel suo cappottino nero con
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aveva ordinato due cappuccini nel suo italiano, standomi vicino
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la foga di passare nel traffico, con il fiato
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sera dormimmo vicini come nel pomeriggio e io scoprii
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appartenne finché non tornammo nel monolocale e ci stendemmo
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fossero incontrati per caso nel Marais, poco dopo la
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di rimanere da sola nel monolocale, voleva salutare per
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stato l’altra notte nel letto, mentre lei fingeva
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la cicca della sigaretta nel posacenere, la forma del
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come poteva stare bene nel suo nome? ¶ Ribellioni, volubilità
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insieme l’avremmo impacchettata. Nel frattempo avrei chiamato Lorenzo
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un occhio della testa. Nel tragitto parlò soprattutto di
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io lo vidi sparire nel triangolo. ¶ – Controlla la base
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per averla. La presi nel bagno dell’osteria, godendo
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questa chimica. ¶ Qualche mattina, nel dormiveglia, mi capita di
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il suo augurio era nel fazzoletto che trovai sul
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mostrò casa, mi trattenne nel corridoio per farmi riprendere
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di Shining, le gemelle nel corridoio dell’Overlook Hotel
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Ripose il chewing-gum nel fazzolettino, si alzò e
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e la M spuntavano nel loro filo d’argento
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Disse che sarebbe corsa nel XIII arrondissement per un
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Mi disse di aspettarla nel cortile, la vidi affrettarsi
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il rumore della sega nel garage della fattoria. Assieme
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Faulkner lascia al romanzo nel finale: Cash è sul
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promessa mantenuta. ¶ – Cerca ancora nel caos, Grand. Il tuo
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quella rinuncia. ¶ Mi trattenni nel dirle cosa pensavo: era
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e la guardai bene nel vestitino rouge che le
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sulla finestra che dava nel piazzale. Le raccontai di
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il bicchiere del caffè nel cestino. Smise di guardarmi
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strada vidi Anna stretta nel cappotto. ¶ Giorgio mi afferrò
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andava a gonfie vele. Nel frattempo lei aveva sentito
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la terza. Mi infilai nel corridoio e feci una
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lezione Mohammed mi convocò nel suo ufficio-sgabuzzino per
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di mettere un piede nel territorio proibito. ¶ Nella mia
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avevano dato un alloggio nel campus universitario e tutte
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a nuotare sabato pomeriggio, nel frattempo avevo altre domande
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dalla tenacia di papà nel non volerla sostituire. ¶ Io
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Saini. Mi cambiai veloce nel bagno pubblico e la
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volta e mantenersi integra nel suo triangolo perfetto. Mi
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a casa mia e nel suo ufficio della Statale
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lo accarezzai sul collo nel punto in cui lo
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i pareri erano cambiati nel tempo. All’inizio per
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lettura. Poi le invasioni nel cortile interno o in
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mi sentii bene: ero nel luogo che mi aveva
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poi no: l’abbracciò. ¶ Nel tragitto verso l’albergo
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così repentino, seppur preparato nel tempo. Le chiesi se
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sue carte. – Allora credi nel destino, mia cara? ¶ Emmanuel
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piccole magie per lei. Nel frattempo la chiamò al
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serata? ¶ Rovistarono insieme, una nel suo sari che nascondeva
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quando vendemmo l’appartamento nel Marais. ¶ A quattro anni
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vuoto. Entrai al Parini nel settembre dei miei trentaquattro
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dell’università. Mi addentravo nel territorio del diavolo quando
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cordialità con uno zampino nel vorrei. Mi aveva sfiorato
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Diario di Anne Frank nel punto esatto in cui
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o una presenza elemosinata nel mio disordine. Mi sforzai
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in moglie. ¶ Ci sposammo nel maggio successivo, a Milano
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che non era fidanzata. Nel mezzo del rinfresco, ebbra
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Una mattina notai che nel cassetto del comodino mancava
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diffuso nell’intestino e nel pancreas. ¶ – Et donc? – dissi
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tutti quattro mesi dopo. Nel frattempo ci invitò a
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Milano tre giorni dopo, nel frattempo Madame Marsell mi
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studiammo la Rivoluzione industriale nel Chaplin di Tempi moderni
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che desideravo tornare indietro nel tempo, per considerarla una
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che buttava pane secco nel Naviglio. Si era affezionato
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Chimica, Manfredi, un artista nel servire e nello scegliere
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esistenza trovava un senso nel raccontare. Prima con i
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le metteva la morfina nel tè verde. La mattina
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dei cappelletti che mise nel congelatore. Salutò e disse
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a place des Vosges, nel Marais e a Saint
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la vidi viva. ¶ Quando nel romanzo di Faulkner Addie
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viaggio per essere seppellita nel punto dove voleva essere
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e cercavo una bruttura nel taglio, la sbavatura della
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E mi aveva indicato nel corridoio. ¶ Lasciai Alessandro su