Angelo Galli, Canzoniere, 1459

ben fia sancto ¶ si nel suo pecto alcun vi

festa di San Matheo nel 1428 et lei prima si

è questa, Amor, che nel bel viso ¶ mi porgi

più me scalda Amore ¶ nel contemplar de le vermeglie

et gioven donna ¶ stava nel tempio ai dì piatosi

mio che conserva ¶ altrui nel mondo eternalmente vivo. ¶ Ma

le labra sancte, ¶ alma nel cel non fo più

de li dei, ¶ beato nel mio stato chi non

s'el adven che nel parlar li cresca ¶ piacer

publicana, che ben porti ¶ nel pecto tuo gelato un

quante n' ha lei nel suo bel viso; ¶ et

cum l'arco teso ¶ nel bel sguardo gentile, ¶ ché

come sòle, ¶ è stato nel suo piover temperato, ¶ ma

l corpo tuo giù nel profondo. ¶ Giuda serà el

tu prima de lui nel basso luoco ¶ cum più

vuoi ch'ella sogiorne ¶ nel servo tuo, è uopo

veggia portare, et sia nel dì d'ancoi; ¶ giù

dì d'ancoi; ¶ giù nel profundo eternalmente stia, ¶ inver

madonna ama ancor lei nel suo secreto. ¶ Questo pensando

insegne ¶ che madonna ha nel viso tracte fore ¶ se

vita, el nostro amore ¶ nel secreto del core; ¶ ma

agli occhi un'ombra nel calore estivo, ¶ son tinti

secrete ha el paradiso; ¶ nel mover del bel riso

paradiso; ¶ el mio sta nel tuo viso, ¶ nel sfavillar

sta nel tuo viso, ¶ nel sfavillar de le tue

man de Dio ¶ fece nel celo et poi la

dolce riso. ¶ Se su nel cel per gli angeli

de la mia vita! ¶ Nel suo danzare el portamento

sappi ben ogni ragione, ¶ nel terzo cel denanze a

lui luce. ¶ Admirarolla prima nel bel volto ¶ a parte

meraviglie che la ten nel viso ¶ e 'l canto

belli, ¶ et mirar hor nel manco et hor nel

nel manco et hor nel dextro, ¶ ch'io non

parte abscose» ¶ responde et nel responder via s'envola

o donna Honesta, ¶ dipingiristi nel mirabil viso ¶ mille rose

or quel c'hai nel mezo ¶ o pur capelli

selva errando ¶ qual io nel caro bosco, meco stando

nimico che pria colga ¶ nel tuo bel viso i

fero, ¶ oimè, oimè, che nel mio paradiso ¶ entre et

entre et me cacce nel profondo abisso? ¶ Non so

honesta sospirando: ¶ «Sì», dice, «nel veder tuo puncto e

farebbe l'hom giocondo ¶ nel foco assai m'è

riso Dio gli scelse ¶ nel celo et pusili al

bianco ¶ ch'Amor pinge nel viso de madonna? ¶ Chi

et sei ¶ te do nel dolce cinger tuo de

questo tempo estivo, ¶ spira nel volto suo suave et

ne prega e in nel mio pecto ¶ terò secreto

riso, ¶ move li piede nel danzar giulìo, ¶ che ne

el sguardo! ¶ Foss'io nel tuo et tu ne

che col bel dire nel suo cor me lesse

io l'immagin sua nel specchio, ¶ beato me s

tanta luce infermo, ¶ ma nel sovran vallor poi se

el fucile, ¶ s'Amor nel suo bel pè triumpha

core che se sta nel centro ¶ de la vaga

pio, ¶ tanta dolceza sento nel cor mio ¶ che caccio

ch'io veggia in nel suo sguardo la mia

gratia, piena de perdono, ¶ nel deto mio et più

deto mio et più nel cor te pono, ¶ et

altro viso è vinto, ¶ nel vestir strecto è un

che sì da lunge nel mio cor destille ¶ l

da sera, ¶ né fu nel tempio alcuna accesa spera

occhi chiara ¶ te raggerà nel viso pur un poco

quel del sole, ¶ et nel mirar l'un l

et la biancheza ¶ mirar nel viso de costei ch

mille carte? ¶ Languidi fanse nel bel viso smorto ¶ le

che 'l spirto mio nel suo corpo entre, ¶ cusì

casco, ¶ et quando in nel morire io stesse acorto

io me ravivo in nel sguardo fugiasco? ¶ Perché 'l

et tanta offesa ¶ stracca, nel fin tu caderisti in

mai porse, quanto in nel bel viso ¶ porgeva dolce

spinta da gran venti. ¶ Nel 1420. ¶ 214 ¶ Questo è quel mese

me venir manco; ¶ racendeli nel cor le fiamme spente

O tu ch'ascolti nel piatoso sono, ¶ nelle dolente

sai ch'è giù nel mondo vostro ¶ cosa che

non può qua giù nel piccol mondo. ¶ Forsa che

se non che abarbaglio ¶ nel lume di begli occhi

savia la parola! ¶ Porta nel dolce seno, ¶ la creatura

più bella ¶ ha lei nel piede piccollino et schietto

toccasse. ¶ Et s'io nel poco errasse ¶ ni raggi

tarde o più presto. ¶ Nel fin concludo questo: ¶ ch

Amore arbitro dà poi nel fine la sententia. A

quando te specchi poi nel suo bel viso, ¶ vedi

che scì te induri nel fugir degli anni, ¶ perché

Così cacciato foi giù nel profundo ¶ et ruinato de

voce ¶ che mise poi nel fine el core afflicto

era in celo, ¶ remise nel tarcascio el fiero telo

infiamme el core in nel stato giocondo, ¶ perché scì

carte, ¶ quando tu serai nel dolce sonno, ¶ et io

terza stella, ¶ havete inteso nel piatoso sono ¶ come la

creder dovemo che su nel conspecto ¶ del sommo Re

tolto, ¶ riguarda a Dio nel volto, ¶ dove ogne cosa

socinta rosa: ¶ qual donna nel suo sonno hogge se

pensier che porto scripto ¶ nel mezo de la fronte

esto mondo: ¶ stariame seco nel più chiaro celo ¶ dove

ma via più tosto nel mio dolce stato ¶ me

la retorrebbi io qui nel mondo, ¶ et non mancasse

a non por mai nel mondo più speranza. ¶ Pensa

tempo che t'avanza: ¶ nel tuo secreto almen volgete

bel tempo te stevi ¶ nel core a renfrescarle a

morte crudel m'entrò nel volto, ¶ per gran pietà

non godo, ¶ ché scì nel pecto Amor me la

Amor me la dipinse, ¶ nel capo et nella lingua

tosto tosto a me nel cel più divo ¶ tracto

s'aretra. ¶ Que fai nel tuo naufragio, hom de

voler, che sta impedito ¶ nel van piacer de questa

sua salma? ¶ Perché tanto nel mondo ognor te fide

per salvarmi, ¶ veggiomi già nel porto d'Accheronti, ¶ ché

immensi ¶ che te illustrar nel parto et per quel

A la nostra donna nel 1431, in quello de Castello

medesma, non piatosa, ¶ desta nel mal (et ogne ben

ira morta, ¶ et io nel recascar tornarci a volo

discordia. ¶ Sol repensando in nel nom de Maria ¶ — non

et quel che vale —, ¶ nel mio concepto fa dolce

de qualche beato, ¶ scarche nel fine lo suo mortal

A la nostra donna nel 1432 a Milano. ¶ 258 ¶ Revolgendo in

far ch'el sia nel numer degli electi. ¶ Ma

corte? ¶ Questo verace amor nel cominciare ¶ non è, come

more. ¶ El proprio amore nel principio forse ¶ ha in

tucto el tuo disire ¶ nel glorioso Dio, ché s

doglia ¶ me pinse sì nel cor che 'l suo

et fermo l'ho nel core, ¶ a quel che

a la materia mesta ¶ nel vostro mondo sai che

preterita ¶ dal primo padre nel giardin giocondo, ¶ volse che

suo dal trino coro ¶ nel ventre virginale: o sancta

pianse la terza poi nel sacro legno, ¶ però che

gran doglia afranto; ¶ ma nel dolerse, un poco de

mio, o sommo bene, ¶ nel sancto grembo de la

è el suo voler nel tuo disio ¶ et parli

da la beata corte ¶ nel ventre tuo purissimo et

pria se mise in nel sancto camino ¶ et io

alme traficte ¶ che giù nel mondo peccatrice foro ¶ Milli

unghie fesse; ¶ né Ecco nel rembombo transformata, ¶ né ad

Doi vivono là giù nel mortal mondo ¶ nate del

ama, ¶ «Tu retornarai giù, nel mondo errante» ¶ dicendo «dove

tangue. ¶ Viva men vado nel beato hostello, ¶ ché, morendo

offensione, ¶ quelli che vivon nel mondano hostello ¶ cum questa

el duce ¶ sol far nel mondo nel mestier de

sol far nel mondo nel mestier de Marte. ¶ La

loro insegna non tenean nel pecto, ¶ era minor de

de luce. ¶ Costor portavan nel stendardo electo ¶ la tavola

mai nulla ne fo nel mondo austero ¶ che i

de quattro prerogative come nel primo verso se contene

primo verso se contene nel 1427 de febraro, cessante la

ma l'amorosa ragna ¶ nel fin piglia pur tosto

de te già qui nel mondo, signor mio, ¶ lasciar

essendo nella nuvola nascoso ¶ nel tempio, quel piatoso ¶ se

el ben men dura ¶ nel miser mondo, quanto gli

la stagione ¶ a morir nel mio stato più giocondo

observi apino ¶ la regola nel cel de San Francesco

via et voglie ¶ mostramite nel brun vestir discinta, ¶ socto

lei scorgea humile ¶ arder nel viso suo tucta amorosa

cum voi stessi giù nel basso inferno, ¶ io staria

paradiso, ¶ ché 'l porte nel tuo viso, ¶ et chiamar

hora che si colca nel ponente ¶ degli antipodi el

vede ¶ apparir l'alba nel nostro oriente, ¶ la mente

acciò che non errasse ¶ nel smesurato modo del suo

a stare senza te nel mondo ¶ ch'io non

ben stando là giù nel profondo. ¶ Adunqua, mentre che

duol più tocchi, ¶ voglia nel pianger ch'io contrasti

che singular te fa nel mondo rio, ¶ lascia l

dir per medecina, ¶ sano nel fine et beato diventi

vivo et bel colore, ¶ nel qual chi fixo mira

serian macri, ¶ ché chi nel mirar loro non s

giogo al collo ¶ et nel suo core l'amorosa

lui, ¶ felice è chi nel tuo saper s'enterna

fa' che te transforme ¶ nel piacer suo, ché savia

Roma capitano de Firenze nel 1428, 28 novembre. ¶ 273 ¶ L'alta elloquenza

cose grave volse così. Nel 1428. ¶ 274a ¶ Se l'età

gentileza, ¶ ché chiunqua entra nel mondo cacce fore? ¶ Do

Signore, mandato da Firenze nel 1430 a dì ultimo de

pecche prima perdonate, ¶ poi nel deserto volse stratio farne

Per una giovene bolognese. Nel 143. di magio in Ferara

Amor l'assale. ¶ Così nel cor la bella donna

grato lo invillire. ¶ Et nel cerebro sculto lo ripono

pur t'amai sempre nel secreto mio, ¶ ché più

gli ha posto Amor nel suo bel viso, ¶ per

per mille Rome; ¶ perché nel gaudio tuo scì lieta

Rosello di Roselli] ¶ Pensando nel mio bel tempo perduto

negli aspri affanni et nel crudel dolore, ¶ ove piangendo

Per non star più nel primo error constante, ¶ sequirò

o luda: ¶ ch'Amor nel mio pensier bella et

Qual pena fia magior nel cupo abisso ¶ ch'io

ch'io ami, stia nel fuoco et mora amando

dal suo factore ¶ descende nel tuo sogno breve et

tanto caro, ¶ che in nel cor tuo io non

oltra mesura. ¶ Poi giù nel mondo te dia tal

se soglia, ¶ et sempre nel mio cor convien s

sia facta angelica natura. ¶ Nel viso bel, ne li

viso chino. ¶ Sì come nel cor mio celebro e

refe' Tebe ¶ tanta virtù nel bel sonar non hebe

cui la voce ancora ¶ nel cel fia intesa, et

io quando amiro fiso ¶ nel fulvido splendor del tuo

i begli occhi che nel cor me stanno ¶ temo

et, repensando a cui, ¶ nel tuo partir te par

el mio cor che nel tuo se transforma, ¶ qual