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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Renzo Bistolfi, Il segreto del commendator Storace ovvero, quando si dice morire sul più bello, 2019

concordanze di «nel»

nautoretestoannoconcordanza
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aveva in tasca e nel pomeriggio aveva tirato su
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il pomo d’Adamo nel collo scarno. Doveva stare
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aveva fatto la guerra, nel 1957 non potesse neanche... Pensa
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I giovani carabinieri sparirono nel portone, il maresciallo bloccò
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acqua: un mondo confuso nel quale tutti gridavano e
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si irradia nelle membra, nel cervello, provocando una voluttuosa
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precedente invece era accaduto nel bel mezzo della notte
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perpetua, e lasciar seccare nel forno un’orata alla
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limone e le sciacquò nel catino, quindi iniziò a
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tono non ammetteva repliche. ¶ Nel frattempo i visitatori, una
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ingresso ed erano passati nel secondo salone, più vasto
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Jole, dandogli man forte nel deviare il discorso dall
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lui, che bisogna vivere nel DDT come se fossimo
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DDT come se fossimo nel cassetto di un comò
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soffiò rumorosamente il naso nel fazzoletto che teneva sotto
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il coro dell’orfanotrofio, nel quale aveva cantato finché
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statua della libertà, ma nel buio ne aveva intravisto
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raffreddore che lo fiaccava, nel buio dell’angusta cabina
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la porta che immetteva nel salone d’ingresso. ¶ Dal
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inglesi di così interessante nel tè, a meno di
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certo trambusto: passi affrettati nel corridoio, voci smorzate, qualche
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lasciando un’impronta oblunga nel letto sfatto. Nick provò
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arrivo a Genova. ¶ Uscì nel corridoio dove, nonostante l
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faceva sbattere le palpebre nel sole del mattino. Si
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stop ¶ Seguiva l’indirizzo. ¶ Nel giro di pochi giorni
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finestre basse e schiacciate nel sottotetto, un’ampia terrazza
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rivestite di stoffa scarlatta. Nel camino ardeva una bella
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pure lei ha fatto nel suo telegramma, a portarmi
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ultimo biscotto del Lagaccio nel caffellatte, gli diede un
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dopo all’operazione peli nel naso. ¶ Doveva essere la
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grigio. Teneva due dita nel taschino del gilet e
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vena prese a pulsargli nel collo. ¶ «Quello che mi
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occhi, come uno che nel momento cruciale della messa
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si asciugò le mani nel grembiule e si avvicinò
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più facile dunque che nel suo passato vi fosse
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lì, acquattate come sogliole nel fango, sempre pronte a
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le sue reazioni e nel contempo trasmetterle un messaggio
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che un fantasma aleggiasse nel salone scintillante di luci
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travi massicce che salivano nel buio verso il colmo
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poetico negli uomini e nel sesso. Al massimo erano
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le briciole di tabacco nel fornello con un gesto
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movimento, ma subito dopo nel marasma generale le era
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ombrello, ma non entrò nel portone. Restò lì ancora
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e fargli da guida nel cammino che lo costringeva
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esisteva da qualche parte nel mondo sebbene il commendatore
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mondo sebbene il commendatore nel suo testamento non ne
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se gli avesse letto nel pensiero Jole gli chiese
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occuparsi dell’esecuzione testamentaria. Nel frattempo si era speso
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mattino, monsignor Malacalza era nel suo austero ufficio di
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po’, poi decise che nel pomeriggio sarebbe andato a
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di offrirle un lavoro nel suo negozio di stoffe
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curiosità che gli girava nel cervello da molti anni
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i gabbiani volavano alti nel cielo senza una nuvola
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tutti, anche a distanza, nel quale si imbatteva per
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mio ragazzo.» ¶ Gli versò nel piatto due mestoli di
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Jole che si ritirava nel proprio alloggio, il gemito
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senza approdare a nulla. ¶ Nel buio il bagliore dello
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come a volergli leggere nel pensiero. «Ma perché lei
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di ragazzo? Di rimestare nel fango? ¶ Lei questa eventualità
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così dire, un condominio. Nel senso che il suo
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il testamento.» Gioconda retrocesse nel vano della porta con
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a me, a ricordarmi nel testamento... anche l’Ersilia
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addormentato, uno che arrossisce nel vedere la sua ombra
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di convocare la gente nel suo ufficio senza che
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aver gridato. Quando gridava nel sonno, Alfred si alzava
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poco, eppure l’acqua nel pentolino sulla stufa durante
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Damonte accese il fuoco nel camino, sgomberò il tavolo
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uscita. ¶ Damonte lo precedette nel salone grande dove c
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era un vero labirinto, nel quale lui avrebbe potuto
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sgusciò via e lui, nel tentativo di trattenerla, perse
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basso dalla sua finestra nel sottotetto. «Lei e i
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adesso! ¶ Da bambino cantava nel coro dell’orfanotrofio, poi
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un turacciolo di sughero nel gorgo del lavandino. ¶ Per
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sistemato i suoi vasi nel vestibolo e nello scalone
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Ho fatto delle ricerche nel nostro archivio parrocchiale e
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procedere più spedito. «Insomma, nel nostro archivio non risulta
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andata perduta della documentazione nel nostro archivio, che so
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vivessero more uxorio, insomma nel peccato mortale, non so
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che non mi convince nel fatto che la moglie
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era opinione comune e, nel tempo, la stessa opinione
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Lui aveva cantato solo nel coro della chiesa, all
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di nuovo in ascolto nel suo angolo la prossima
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Dieci anni fa siamo nel quarantasette. E nel quarantasette
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siamo nel quarantasette. E nel quarantasette avevo ancora la
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sentì il cuore accelerargli nel petto. Ma come? Cosa
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forti.» Spense la cicca nel posacenere già pieno e
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di casa, quel giorno, nel palazzo c’erano soltanto
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navata era ormai immersa nel buio, solo qualche beghina
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la conoscono perché stanno nel palazzo a fianco, vero
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di una certa importanza nel momento che le pareva
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si era resa conto nel prosieguo della giornata che
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collo sembrava dovesse scoppiargli nel colletto rigido da un
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Si infilò due dita nel colletto per allentarlo un
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vado a casa. Tornerò nel pomeriggio. Qui fuori c
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cavalier Damonte fecero capolino nel vano della porta. «È
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arrivato alla conclusione giusta nel tempo minimo e indispensabile
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il taccuino si trovava nel cassetto della scrivania, giù
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prenda freddo, entri subito nel portone», e gli porse
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si diresse allo sgabuzzino nel sottoscala, dove erano riposti
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corta cicca di toscano nel posacenere di Alberobello. «Non
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avrebbe cominciato a rosicchiare nel cervello del marito. ¶ «E
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continuava a strillare e nel silenzio avrebbe potuto svegliare
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Giuseppe mise il musetto nel corridoio. «Cosa succede papà
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portò le pantofole, che nel frattempo aveva recuperato sotto
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Si rivoltò due volte nel letto manovrando il braccio
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ronfava nella sua stanza nel corridoio opposto, in cima
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l’interruttore: le luci nel salone grande si accesero
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grande si accesero; passò nel salone d’ingresso e
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Trovò quel che cercava nel grande armadio a muro
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attraversò, uscì di nuovo nel salone grande attraverso l
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più piccola che immetteva nel cortiletto retrostante, anch’essa
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la cassetta degli attrezzi nel ripostiglio delle scope e
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aveva bisogno di farla. Nel giro di un quarto
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della sveglia gli rimbombava nel cervello come il frastuono
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facendolo voltare e rivoltare nel letto, come se fosse
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e se la ficcò nel taschino interno della vestaglia
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e un’altra volta nel senso opposto, senza alcun
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rabbonì all’istante e nel contempo gli fece aggrottare
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mille volte.» ¶ Il maresciallo nel buio della Topolino si
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Una vena gli pulsava nel collo per lo sforzo
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Nicolò la sentì trafficare nel salone d’ingresso, poi
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via della Pescetto che nel frattempo aveva telefonato, ero
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sangue. I carabinieri sparirono nel portone, Galanti fermò la
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il volo e scomparve nel vuoto. ¶ Galanti udì un
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del Verde di Parigi, nel sottoscala, e mi sono
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finestra del salone e, nel sottotetto, la finestra della
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perché loro per scendere nel sotterraneo usavano l’altra
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azzardo, aveva diversi precedenti. Nel 1937 fu arrestata dalla polizia
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fra poco... Ecco. E nel telegramma aveva parlato di
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i trallalero. Si metteva nel suo angolo con una
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appartamento in San Donato, nel centro storico di Genova
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vecchie case, quelle stratificate nel tempo, che parlano una
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e dunque, anch’egli, nel mio romanzo non è