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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Alberto Savinio, Tutta la vita, 1945

concordanze di «nel»

nautoretestoannoconcordanza
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1945
quale è detto che nel tempo immediatamente precedente la
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incosciente. ¶ Mi sono spiegato? Nel surrealismo mio si cela
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tutto che è crisi nel mondo da più anni
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questo universo più vasto nel quale Dio non trova
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giorno pieno, ma anche nel sole era notte. Dietro
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qualcuno che si nascondeva nel treno e si ostinava
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cognizioni topografiche non rientravano nel suo raggio mentale. «A
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né mete, si scosse nel suo ferrame e ripartì
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amore; poi rientrò lentamente nel suo ufficio, onde veniva
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è creato un homunculus nel telegrafo Morse e se
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si guarda d’aprire nel timore di liberare i
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ricordo triste e grottesco, nel tentativo di riempire in
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agli ippocastani, cinti ancora nel basso del tronco di
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segno di vita umana nel suono di una tromba
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a stento si esercitava nel segnale che la mattina
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avevano parlato di «lui» nel salotto in penombra, essa
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essa lo aveva amato nel ricordo, nella mente, nella
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si accorgesse della sostituzione. ¶ Nel progetto di Lodovico, tutta
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gelosamente nella mente e nel cuore. E Lodovico pregustava
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rive del grande fiume nel momento stesso in cui
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uomo degno di succedergli nel cuore di lei...». Poteva
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il suo piano, e nel piroscafo che lo riportava
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egli poteva trovare varco nel suo animo. Bisognerà mostrarsi
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atto il suo piano. ¶ Nel percorso dalla stazione di
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lumaca. ¶ Lodovico fu introdotto nel salotto che riuniva i
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a contatto, uno aprì nel mezzo della sua parete
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rive lo vinsero. Perseverò nel lavoro, ma di giorno
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e sempre più affisandosi nel suo ricordo si preparò
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questi suoi panni neri?». Nel suo animo di parassito
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incisione. Alcuni giorni dopo, nel momento che Enrico esalava
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si cominciò a udire nel salotto un debole miàgolo
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il suo gesto, ma nel momento stesso ella si
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insignificante ma in movimento; nel che l’uomo è
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celeste, un piccolo limbo nel quale lo scherzo e
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dama che un giorno, nel suo salotto, lo invitava
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parlò dell’invito rivolto nel 1937 al signor Didaco dal
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immenso locale a serra, nel quale il signor Didaco
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assistenti che lo secondassero nel suo lavoro. Finalmente, e
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liquido corrosivo da iniettare nel viscere del cane, ma
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un po’ di giorni nel suo palazzo e testimone
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i soliti quattro passi nel paradiso terrestre da lui
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della scienza e immersi nel sonno, e i loro
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Didaco soprannominato Padreterno indugiò nel rapimento; poi, d’un
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Nello scompartimento di seconda nel quale essa si sta
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a questo fine uscì nel corridoio e si affacciò
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di attributi, diverso anche nel suo colore di fango
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vent’anni, era venuta nel convincimento che la vita
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unite assieme le risvegliarono nel fondo della memoria alcuni
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scatola dei giochi piombò nel buio, e allora la
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in un equivoco tenebroso, nel quale padre e uomo
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andò all’indirizzo indicato nel giornale e disse che
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distrazione. «Scusi: diciamo così nel nostro gergo di fabbricanti
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Fufù. «Sono così sola...». ¶ Nel volgere di pochi giorni
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di notte si raccoglie nel sommesso ronzio dei sogni
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e ballava ancora. Sotto, nel grave silenzio, giaceva il
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della città. ¶ Il cielo nel frattempo si era coperto
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luci abbaglianti si accesero nel cielo e calarono lente
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tremante di stupore fino nel mezzo del salotto come
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di venire al mondo. Nel giorno stesso in cui
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di spumante, s’infilò nel mare e scomparve, come
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mutismo cominciò più tardi, nel tempo in cui il
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dall’onomatopea alla parola; nel tempo in cui la
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la notte sul giardino nel quale gli uccelli si
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spalle. Egli era nato nel secolo passato e si
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religione era la Scienza. Nel primo periodo della sua
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parola «mistero» fece ritorno nel vocabolario del commendatore Sapo
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proprio stampo. Per questo nel piccolo Nìvulo era tanta
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visto. ¶ Questo «qualcosa» volò nel cielo e formò la
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mondo prenatale e introdurlo nel chiaro ancorché transitorio mondo
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falliscono, l’augurio contenuto nel nome di Eònio attecchì
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di Eònio aveva messo nel nome del suo figliolo
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eterno». ¶ Quando Eònio entrò nel suo quarto anno di
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e i trent’anni nel secolo passato erano la
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suoi figli crescevano e nel frattempo era morto suo
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suo figlio primogenito entrò nel suo ventesimo anno di
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portava in giro, spenta nel pubblico la curiosità per
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giovinezza, come la statua nel marmo. ¶ Venne il novembre
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dormiva e sognava. E nel sogno aveva ritrovato la
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senza corpo visibile, e nel cuore di una città
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Mentre guardavo il balcone nel dubbio che la misteriosa
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della stupidità che sono nel mondo, sarei più contento
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l’interno si versarono nel fondo, e nel vuoto
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versarono nel fondo, e nel vuoto fra i due
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città si spense, e nel silenzio udii il tonfo
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Stupidità, che io trascrissi nel mio taccuino. Non oso
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città e nelle campagne, nel mondo intero la vita
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vespertino in cielo, convogliò nel suo trionfante fragore una
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fianchi, andava a morire nel cuore invisibile di qualche
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però! Rotta l’eternità nel treno, essa si ricostituiva
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essa si ricostituiva laggiù nel trillo rado di un
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occhi chiusi, avvolti ancora nel sonno come dentro un
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chiusi i sogni abbandonati nel treno. ¶ Poi il treno
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infinito calato e sommerso nel cuore dell’informe città
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si scarnava. ¶ Sto ancora nel corridoio. ¶ Dopo una delle
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ovale della faccia «sospesa nel vuoto»; non vedo l
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un viaggiatore che dorme nel fondo dello scompartimento, e
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mio guscio di ferro, nel fondo del «mio» mare
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più sconcia... ¶ Il treno nel frattempo si è soffermato
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con quanta forza ho nel braccio sulla testa del
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scompartimento. La luna splende nel mezzo del cielo, spande
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i piedi, lo infilo nel finestrino, lo spingo fuori
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verde che dall’infinito ¶ nel cuore t’inabissi del
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trasformazione. ¶ La luna splende nel mezzo del cielo sopra
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parlavi?». Ismene rispose: «Forse nel sogno» e questa risposta
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dire «Buongiorno Bago» parlava nel sogno, Ismene non mentiva
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voce allarmata di Ancilla nel corridoio: «È tornato il
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stato succhiato dall’armadio? Nel momento in cui i
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fatto com’era scritto nel biglietto. ¶ Ismene fu collocata
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primo piano, s’infila nel corridoio rasentando la parete
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l’indice sulla fronte nel punto in cui al
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circonda Luigino, una direzione nel confuso, una linea di
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una linea di precisione nel rombo di vuoto che
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tovagliolo arrotolato e infilato nel portatovagliolo, vede il bicchiere
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suoi genitori sono passati nel fumatoio e là hanno
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monte in un paese nel quale nessuno lo conosce
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sùbito o aspettare domani? Nel salvadanaio Luigino tiene in
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gli sarebbe molto utile nel viaggio. La custodia di
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dolce della sera. E nel dolce della sera il
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che prima di raccogliersi nel sonno sembra che vogliano
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da girare nella toppa. Nel corridoio non c’è
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odore di violette. Brillano nel mazzo aereo del lampadario
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attardava per alcuni giorni nel suo appartamento in città
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suoi fianchi di velluto nel quale le tarme avevano
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annodato fosforeggiano ancora. Fosforeggiano nel buio, come nel buio
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Fosforeggiano nel buio, come nel buio fosforeggiano le anime
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spagnoli di pelo biondo nel canile di Francoforte quel
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squadra dell’ATMA specializzata nel trasporto dei mobili Novecento
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camera da letto dominata nel mezzo come una chiesa
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dei suoi genitori e nel quale lui, Dazio, aveva
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eautontimorùmenos. ¶ Tornò a casa nel pomeriggio tardo. I mobili
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morta, gli avevano detto, nel metterlo al mondo); ricordò
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Figliol prodigo, Dazio rientrò nel salotto scuro di tappeti
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un uomo. Un uomo nel quale Dazio, aggirandosi faticosamente
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reggono grappoli opimi. E nel riflesso dello specchio Dazio
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una persona sola, prolungata nel tempo e di là
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i mobili sono rientrati nel loro silenzio, nel loro
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rientrati nel loro silenzio, nel loro sonno. Lo specchio
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buio si stringe e nel buio echeggiano ancora a
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Teresa, tanto tempo addietro, nel loro leggero boschetto biondo
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la mano gli cade nel vuoto – in un orribile
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orribile vuoto. Che rimane nel mondo, se Teresa non
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mobili, dentro i cassetti, nel comodino. Trovò un vecchio
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cuore di coricarsi solo nel letto matrimoniale, in cui
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diletta Teresa. Cercò luogo nel quale i ricordi fossero
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fossero men vivi. Entrò nel salotto buono. Quello era
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vestito sul divano e nel sonno aveva dimenticato che
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il mondo dei sogni nel quale i morti ritornano
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sono già morti, e nel quale incontriamo, amiamo, odiamo
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che, a parte lui, nel salotto non c’è
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difetti. Dico soltanto che nel barattare i mobili di
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e son tanti, che nel nostro tempo sono assillati
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e ogni domenica montava nel suo apparecchio e andava
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mangiare il baccalà cotto nel latte, perché diceva che
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che questa poltronaccia sfigura nel nostro salotto nuovo?” diceva
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compagnie il letto coniugale, nel quale ogni settimana, puntualmente
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sarebbe determinato a entrare nel salotto buono. Quanto ad
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e indi a poco, nel cuore dell’attesa, risuona
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nuovo fruscio si accende nel salotto all’annuncio dato
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come di un neonato nel quale improvvisamente e miracolosamente
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la galera nell’altra nel salotto buono per le
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istrada, entravano in fila nel salotto buono di casa
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di bianco e roseo nel mezzo, che il metropolitano
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raccolse con delicatezza e nel quale, esaminatolo a lungo
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nessuno saprà mai che nel momento in cui il