Carlo Emilio Gadda, L'Adalgisa, 1944

alti alberi, immersi più nella notte, pensavano per primi

da tutti. Alcuni indugiavano nella notte, le di cui

sempre si può posare nella notte. (Per anni si

dolorare le torri, illividite nella tènebra). ¶ Ora non più

che fosse, come verità, nella terra serena. Dalle colline

e molti altri, verranno nella mente dei possessori. E

povera giacchetta sudando ancora nella sera, minatori assetati, frantumatori

parisesso, per angoscioso lavoro nella notte, per gioco, per

dispiacere che gli vagabondava nella schiena o nel collo

non fossero alieni tuttavia, nella magnanimità loro, dall’inumidirsi

truci figuri del crepuscolo, nella via solitaria, li avessero

quello, che ci hai nella testa un bel turàcciolo

strugga nelle opere, e nella padella de’ civili soccorsi

a scolarsi in trincera, nella fossa buia e profonda

Confidenza.... ¶ E aveva lasciato nella costernazione le più distinte

per lasciarci una zampa, nella bella tagliola, anche fior

grullo,19 dalla su’ nicchia nella torre de’ Mercanti brandiva

avvinati, martellandolo a forza, nella cadenza delle scarpe e

conobbe raro il riscontro nella vita affettiva, pur così

hanno certe chicanes servili. Nella faccia della montanara, così

d’oro, e cornutissimo, nella placca scarlatta. Il cantone

richiudevano, a quel rintocco, nella pietà e nel silenzio

Sinai; lui invece intenebràtosi nella chiocciola buia della scala

che è peggio, costruita, nella forma razionale del cavatappi

quei cinque soggetti.... Diciamolo nella lingua splendida della tua

freddo (oltre un’ora), nella chiesa diaccia, più che

troppa efficacia a resuscitar nella chiacchiera (de’ credenti-miscredenti

fondi e direi supplici nella dolcezza del viso, di

ricevere non ne mancava nella Parigi del ’95. Nel suo

stagioni della madre. Ortensia, nella sua tristezza di ipotimica

tristezza di ipotimica e nella sua rettitudine di oca

per la città e nella terra lombarda: ed era

frantumazione: (degli idrocarburi pesanti nella raffineria dei petrolî): da

Il diamante cristallizza volentieri nella prima classe del sistema

denominata kimberlite, da Kimberley: nella già Colonia del Capo

si trova «in posto» nella roccia madre: non cioè

immette dopo circonvallante percorso nella cosiddetta darsena di Porta

e dotti di cloaca nella parte meridionale della città

a 12 fienagioni per anno. Nella Vettabbia immettono il collettore

in paese e arroccata nella munizione tutt’attorno il

stato modificato dal vero nella sua parte onomastica. L

alcuni centri del Nord. ¶ 20 «Nella cadenza delle scarpe e

agg. bello distingue spesso, nella parlata leziosa, l’impianto

di nuova nomina: superato nella guerra (titanomachia), fu dal

e certo assai là nella conoscenza de’ grandi problemi

giorno che fece epoca nella vita degli zii: e

posta, s’era quetato nella limpidità della sera. ¶ Gli

anzi dimolto accorto, pur nella grazia de’ suoi modi

d’un particolare sorriso, nella dosatura del quale è

rinomati anzi come sono, nella nostra indaffarata Milano, per

e rimessa a nuovo, nella terminologia ufficiale, cioè in

là lunga e distesa nella notte, lei e la

pranzo, o anche solo nella tromba di Eustachio, a

potenzialmente presenti. ¶ E adesso nella urgenza dell’ora, col

tristezza, nell’onta e nella scarogna delle sue 433 lire

che s’è visto nella depressione ciclonica submeridiana delle

Lo intuiva: lo presagiva nella fidente certezza dei visceri

tatto di donna Giulia, nella sua chiaroveggenza, nella sua

Giulia, nella sua chiaroveggenza, nella sua «energia», nel suo

evento. E aveva accolto nella gratitudine del cristiano e

gratitudine del cristiano e nella tenerezza del padre la

pezzetto di strada assieme) nella disfunzione di Basedow. ¶ I

soltanto nel dialogato, ma nella didascalia e nel contesto

l’autore si tuffi nella bagnarola e nell’acqua

anima individua è accolta nella città totale e latina

sua nobiltà d’animo, nella terra dei bozzoli in

pur seguitando a cuocere nella vastità del ferragosto americano

ed il lago, ossia nella hall, alla quale inoltre

por tempo in mezzo nella latrina in riparazione, perchè

a coda, si tuffò nella bagnarola asciutta della donna

era appiattito per sempre nella misteriosa nullità del potenziale

due giorni prima, piombando nella costernazione il mondo letterario

misura. Sicchè gli ingegneri, nella villa deserta, e privata

lo avrebbero sicuramente incomodato nella elimazione de’ suoi dodecasillabi

la domenica del 14 maggio 1817, nella piana di Santa Rosa

appariva a un tratto nella sua terrificante immobilità, non

di leggere, credeva pochissimo nella Madonna, questo purtroppo è

che si conobbero e, nella stiratura della gamba, «impararono

del resto non infrequente nella sua biografia, specchio d

lo aveva serbato religiosamente nella naftalina, per quarant’anni

anseàtico del perigurdio, questo nella terminologia più recente. ¶ «Povero

Fino allo incredibile approdo. ¶ Nella sua villa senza parafulmine

genti? Non si smagliasse, nella rete dell’idea, lo

per arrivare al cancello: nella sua mente viva, piena

Alhambra-filanda-pagoda esiste nella reale realtà, in riva

dai pezzi (pesi) oro nella monetazione del Maradagàl. ¶ 10 «Colmigno

notiziario de’ giornali: e nella letteratura educativa. «Di scondone

apparato auditivo del Palumbo, nella guerra fra Maradagàl e

scritto che fece epoca nella storia delle teorie monetarie

a guisa di serpe, nella guerra fra Maradagàl e

ma non versi eschilei, nella penna de’ tragedi senza

resusciterà con geniale ricorrenza, nella letteratura e nel film

bibliotecario-capo si irretisce nella giungla degli indirizzi e

volitiva: tale una pulce nella solennità settentrionale del borghigiano

ogni più nobile schema nella imperfettibilità del mondo si

dei mandrilli di porfido nella tenebra del museo egizio

più importanti riviste specializzate. (Nella sala delle riviste, tutelata

Meglio tagliar la corda....». ¶ Nella sala, invece, quello zirlo

Giordano che si conserva nella Pinacoteca di Vicenza: e

domicilio o per prestito nella sala di lettura. ¶ 10 Il

sede in via Clerici. ¶ 22 Nella doviziosa collezione di riviste

scodella vaporava a disperdersi nella oscurità, fra i costoloni

che la madre concedeva: nella casa abitata dal tarlo

rosbiffe! Tutti, tutti entravano nella luce: li avvolgeva la

e piumetti, piumacchî. E nella stagione rigida, cioè da

da caffè, tornata poi nella sala aveva deposto il

in una totalitaria armonia, nella fisiologia necessitante d’una

attavolati si sentivano sodali nella eletta situazione delle poppe

eletta situazione delle poppe, nella usucapzione d’un molleggio

importanza del loro deretano, nella dignità del comando. Gli

pitturata il De Chirico. Nella quale, bestemmiando sottovoce, alla

mano a mano accumulando nella di loro persona – (come

una straordinaria speranza. ¶ NOTE ¶ 1 Nella ragione biologica (species) si

Tantochè guerra e pace nella mitologia ellenica pervengono a

che nonna grinzuta: come nella cucina di Cenerèntola. Ivi

stava mondando il riso nella vecchia tafferìa nera, da

voleva interessarla alla storia: nella cucina piena di gorgoglianti

lato del tavolino, aggomitolata nella sua gobba, gli sorrideva

il noto Papo dietro nella livida sera di Maremma

che Valerio ed Elsa, nella luce d’un pomeriggio

di via degli Orefici nella piazza del re a

precise! ¶ *** ¶ Discesi, e svoltati nella via del Conservatorio, quivi

davvero d’ogni precedente nella storia delle umane competizioni

una fuga, come Guerra, nella vana speranza di arrivare

della chiesa, sfociavano già nella piazzuola, in due distinte

occupava il piano focale nella diòttrica delle «amiche», delle

della vita di tutti. Nella disperata officina batteva ogni

in un Foro, elettrificati nella società nuova e perenne

era un motivo reale nella partitura del destino. Ogni

nozze: epitalamio senza precedenti nella storia della nostra città

potessero esercitarlo senza minaccia, nella terra serena, dopo dono

forse forse, mi giurano, nella lunga saccoccia piriforme che

e lavoro». Impossibile sperare nella variante «lavoro e famiglia

caproncelli de’ due sessi nella guardata lunga, propiziatrice, quasi

damo) si levava trillando nella eleganza del cielo e

sane, testè divinamente burrose nella sala,61 il vaccino si

Eterno): «seduto bel comodo nella sua seggiolaccia». La vecchia

della via degli Orefici, «nella piazza del re a

Il caffè Vittorio Emanuele, nella via degli Orefici, e

che) e in genere nella parafonia empirica di chi

Abbinati, i due nomi, nella stazioncina delle Ferrovie Nord

la risultante immagine persistè nella retina con effetto cinematografico

capellute e membrute: svolazzanti nella region de’ rondoni con

e degli onori funerarî nella Milano 1925 s’è abbonata

dialetto. ¶ 61 «Testè divinamente burrose nella sala». Dacchè ivi s

tutto iscarnito il collo, nella distinzione del ritegno altalenava

infatti la dama: incastonata nella più assoluta coerenza con

erbi-fruttivendoleschi, lattaî saettati nella domenica: con cosciame di

come fumo di ciminiera nella corsa. E, sotto, la

sulla marsina del tipo: nella mano destra una frusta

capo si rilevava omai nella pace, e nella gloria

omai nella pace, e nella gloria, dopo la materna

poi per alcun tempo nella nostra città, prima che

volevo dire Valerio, veduta nella luce d’una rivalità

attitudine di cattiveria stanca nella persona e nel viso

a chiunque, la certezza nella propria infallibilità. Per quanto

sua bicicletta: che rivivrà nella immagine: una seconda, una

da passar dei mesi nella bile.... Da quella brutta

Adam, nato ad Ayr nella Scozia, (1756-1836), fu ispettore delle

vivo e dirò palpitante nella sistole-diastole d’ogni

nelle prata extra muros, nella suburbana campagna». ¶ 9 Tabouret, (franc

bucherellata del confessionale: ma nella precipitazione iraconda dell’Adalgisa

le nozze: e invece nella «nuova famiglia» l’avevano

suggerimento. Cercò un fazzoletto nella borsetta: se lo premè

comuni e direi usuali nella fisica dell’uman genere

non lo erano altrettanto nella computisteria, poveracci. ¶ Come dice

qualche unghia sul panno, nella devota cancellazione delle pillàcchere

spolveratura e della spazzatura, nella «lana» che veniva stanata

elisia mansuetudine, o come nella dolcezza de’ rimpianti, quelle

modi della divina Sostanza.9 Nella vivezza appassionata del ricordo

aver raggiunto quest’ottimo nella pertinace evoluzione della discendenza

stratificate negli evi, affiorando nella risorgiva di una persona

come Giovanna d’Arco nella loro corazza di acciaio

il vertice, ripiombava rotolando nella gravità. L’Ateuco, infaticato

nostri figli nel benessere.... nella sicurezza del domani,... di

orgia, a pancia piena, nella pancia del topo morto

Così tutto è fecondo, nella infinita fecondità di natura

da colmare una buca, nella fabbrica nuova lì a

Fossati nel mese e nella stagione d’amore per

Rigoletto, il mibemolle sopracuto nella ripresa interna del «Caro

quante volevo, incoraggiandomi anzi nella pesca: «quale vuole?... aspetti

a star di casa nella glottide. ¶ «Quela vós!» le

una improvvisa ruga verticale nella fronte, impallidendo. Nell’ombra

aveva messo un brivido nella spina dorsale: avrebbe voluto

erano le parenti acquisite nella nuova parentela: cognate, suocera

Longfellow, Tennyson e Coleridge nella memoria – (di quando in

sogno, brutto e interminabile, nella disperazione popolana dell’Adalgisa

come farfalla in lume, nella rapidità di quella icastica

tempo, ogni anima vive nella memoria. ¶ Vedova! Nel 1921. ¶ Aveva

dopo una tremenda lite nella cartoleria Cazzaniga. Anche la

Grands Magasins francesi): notevole nella Milano 1895-1905. Fondata già da

lucro accantonato dall’emporio nella felice esuberanza della sua

ancora. Attimi di ritardo nella richiusura degli usci e

immersione in un liquido, nella direzione dell’asse». Cioè

napoleonico. ¶ 13 «Les petites perceptions», nella psicologia di Leibniz, (Nouveaux

Humain), sono incrementi infinitesimi nella vita dell’essere individuo

almeno dell’inavvertito, (anche nella costruzione delle zone logiche

allora non usava. Ma nella stagione frigida il manicotto

che oggi sono domiciliati nella detta. Non però il

un tipo non infrequente nella società massinellica. ¶ 52 «Guigoni & Bossi

su palizzate e steccati, nella periferia di Milano 1890-1930. Pratacci