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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Alberto Moravia, Il disprezzo, 1954

concordanze di «nella»

nautoretestoannoconcordanza
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so perché, avverto che nella sua bellezza, di solito
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meglio ubbidisce e sale nella macchina. Ma, nuova sensazione
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scendiamo a pianterreno, siamo nella strada, camminiamo senza dir
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genere per il quale, nella mia serietà, immaginavo di
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vero, ma stranamente persistente nella sua espressione e nelle
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più tardi, rintracciando pazientemente nella memoria molti fatti insignificanti
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il viso rattristato pur nella rassegnazione, che la mia
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sempre più fallibile, pur nella sua apparente precisione, dell
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prima di me, andava nella cucina dell’affittacamere, preparava
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su quel pavimento sudicio, nella penombra gelata dell’appartamento
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cercar roba da mettere nella casa e ogni giorno
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il busto si innestava nella larghezza dei fianchi: «Emilia
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sarà tratto il film. Nella sceneggiatura, uno per uno
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propri casi personali; intanto, nella stanza in cui ha
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ad impostare la discussione nella maniera giusta e a
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modestia. Fragile e minuta nella persona, in quattro anni
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po’ misero, come, appunto, nella casa di un meticoloso
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prese il suo posto nella poltrona a fiorami, e
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avvertendo che potevamo passare nella sala da pranzo. ¶ La
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ed impietoso dell’indagine nella ferita che, sinora, mi
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e mezzo; quando fui nella strada, quasi d’istinto
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me stesso. ¶ Come giunsi nella mia strada, mi riprese
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il livello dell’acqua nella vasca in cui vive
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si seguirono con rapidità nella mia testa dolente, ispirandomi
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chiudevo la porta, passavo nella sala di soggiorno. Allora
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quel momento il telefono nella stanza accanto. Pensai: «È
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uscii. ¶ Il telefono era nella camera accanto, sul comodino
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telefonò a lungo e nella mia impazienza dolorosa e
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le presi il mento nella mano e feci per
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manifesto sollievo, e correndo nella camera attigua. Dal sofà
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Riccardo». ¶ Mi alzai, passai nella camera, presi il ricevitore
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non c’era stato nella condotta di Emilia negli
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di un altro uomo nella sua vita, ma anzi
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stata più varia e, nella sua maniera modesta, più
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non aveva che me nella sua vita. ¶ D’altra
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esso non andava ricercato nella sua vita, bensì nella
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nella sua vita, bensì nella mia. ¶ Ero così assorto
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io abiteremo, molto volentieri nella sua villa». ¶ «Benissimo, è
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che aumenti la fiducia nella vita... il film neorealistico
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inumano, quasi metallico pure nella dolcezza: «Rheingold mi ha
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cinema come ci vuole nella vita: la poesia». ¶ Guardai
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salotto e raggiunsi Emilia nella camera. Mi aspettavo una
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passavamo tutti e tre nella sala attigua, che era
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un foglio di carta nella macchina e, dopo avere
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riflessione si fece strada nella mia mente: “Ora dovrò
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rumore di passi risuonare nella sala di soggiorno e
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l’uscio, la spingevo, nella sala di soggiorno, verso
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peso, una dimensione che nella mia mente non avevano
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ineffabile mi si affondava nella carne. Risposi, la faccia
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non sorprenderebbe ma che, nella sua, meraviglia e sembra
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di Emilia parevano affondare nella mia sensibilità ogni minuto
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affacciò, col viso ricomposto nella solita espressione serena e
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dopo uscivamo di casa. Nella strada stretta, fiancheggiata su
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acquisti. ¶ Come fui salito nella macchina, aspettai che anche
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avessi rotto, sia pure nella maniera più accorta e
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voce: «Vado ad aspettarti nella macchina... tu intanto paga
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e, prendendole il mento nella mano, cercavo di girarle
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avvenire. Emilia dormiva ancora, nella camera da letto; e
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salotto, indugiai a lungo, nella penombra, impadronendomi lentamente e
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mia vita si confondevano nella mia bocca in un
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ero uscito dal salotto. ¶ Nella camera da letto, in
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pigiama. Mi ero seduto nella poltrona e macchinalmente stavo
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sua frase, così crudele nella sua sincerità; e credo
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disse nulla: ma frugò nella tasca della vestaglia, ne
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ma, rimettendosi il fazzoletto nella tasca, disse con voce
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vattene, vattene». Doveva esserci nella mia voce non so
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signora venga con me, nella mia macchina: Rheingold andrà
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mia macchina: Rheingold andrà nella sua, Molteni... così durante
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io avrei preferito andare nella macchina di mio marito
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vigna rigogliosa piantata quasi nella sabbia e poi il
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proprio in questo credere nella realtà come è e
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per questo Omero credeva nella realtà del mondo sensibile
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voltai e vidi, disegnate nella forte luce del mattino
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bassa voce: «Adesso vengo nella tua; macchina... cerca di
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spalancato della sua automobile, nella strada piena di sole
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figura si disegnava. E nella sua bellezza c’era
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ci sorpassò, rimpicciolì rapidamente nella lontananza e scomparve. ¶ Forse
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di una riconciliazione e nella mia mente la lucertola
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appena distinguibile e sperduta nella vastità della notte, il
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ed Emilia erano ambedue nella sala; Emilia, che indossava
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nei nostri rapporti. Irrompendo nella sala, mi sarei precluso
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si spalanca improvvisamente, irrompe nella stanza un turbine di
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ogni specie. E come nella stanza, se la finestra
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parola «io» risuonava aggressivamente nella sua bocca, con una
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è?». ¶ «Mettersi in fila nella vita, come in fila
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allo sportello dei biglietti, nella stazione... viene sempre il
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a meno di avvertire nella sua voce una certa
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farlo ancora stamattina... ma nella giornata di oggi sono
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la difficoltà non è nella sceneggiatura». ¶ «E dov’è
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ma la tua presenza nella mia vita... I nostri
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mi sembrava di avvertire nella sua voce mi commosse
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subito la chiave girare nella serratura. ¶ CAPITOLO DICIASSETTESIMO ¶ Il
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forse avvertendo qualche ironia nella mia voce, «molto psicologico
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Penelope va dunque ricercata nella differenza tra i due
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stesso che al cavaliere, nella leggenda del dragone, ricorda
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poi, con asprezza, mettendo nella voce un accento teutonico
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morte la purezza che nella vita mi era mancata
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traforata, per metà affondata nella sabbia e nell’acqua
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colpì di più, infatti, nella nudità di Emilia, fin
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po’ della loro immensità. Nella posizione supina, le mammelle
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fisico quanto spirituale, pur nella sua immediatezza e urgenza
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Il silenzio pareva penetrare nella villa insieme con la
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che risciacquava i piatti nella cambusa; gli ufficiali che
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a tavola; e giù nella sala delle macchine, i
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adesso, piuttosto che sdegno, nella mia voce si esprimeva
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il dolore che era nella mia voce e, tutto
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il regista si calava nella poltrona, atteggiando il viso
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portava alla terrazza, entrai nella sala di soggiorno. Era
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ci abitassimo da mesi, nella villa, e che Emilia
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di trovarsi a Capri, nella casa di Battista. Ora
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di restare a lungo nella villa; e io invece
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dignitoso per me accettarla, nella presente condizione... ma la
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sentii la chiave girare nella toppa. ¶ CAPITOLO VENTUNESIMO ¶ Eccomi
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e girai la chiave nella serratura. ¶ Chiusi le imposte
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baldanzosa e leggera: “Sono nella villa, non ho ragione
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n’era bisogno, era nella stranezza misteriosa della sua
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era proprio e che, nella situazione in cui mi
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mi aveva proposto e nella quale ravvisavo tre possibili
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avevo potuto farla trionfare nella sceneggiatura, anche se era
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che potessi farla trionfare nella vita. Soltanto in questo
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di Battista. Precipitosamente, rientrai nella villa e andai a
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e andai a chiudermi nella mia stanza. Ma non
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di sole che penetravano nella stanza attraverso le stecche
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Finalmente mi alzai, tornai nella mia stanza. Mi sentivo
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l’isola e giunsi nella piazza di Capri. Qui
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perché mi sembrava che nella mia situazione non avrei
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sparpagliate sulla sua superficie, nella risplendente luce solare. Pensai
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mi offriva e saltai nella barca. Il bagnino entrò
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e a lei, come nella villa, come sempre quando
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ti spogliavi, sono salita nella barca». ¶ Non dissi nulla
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trovava la Grotta Verde, nella quale, a tutta prima
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urtare la spiaggia, penetrando nella ghiaia con un rumore
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abituati e distinguevano finalmente nella fitta penombra la barca
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del pomeriggio. Ero rimasto nella grotta più di un
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solo, non fossi penetrato nella grotta e alla fine
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di addentrarmi con lei nella grotta. E poi avevo
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il tempo, come entrai nella sala di soggiorno ormai
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altra, sui pavimenti lucidati, nella penombra del crepuscolo. Intanto
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impazzire pensando che, forse, nella morte di Emilia dovevo
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né in sogno né nella veglia. E confrontando l
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E confrontando l’ora nella quale mi era apparsa
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Rossa. Così nulla coincideva nella vita come nella morte
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coincideva nella vita come nella morte. E io non
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fissata per l’eternità nella forma che aveva rivestito
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di scrivere queste memorie, nella speranza di riuscire in