Aldo Palazzeschi, Sorelle Materassi, 1934

lo sguardo, l’uomo nella sua espressione più alta

istante; parola che forma nella memoria, e nel giusto

Lucifero, che ancor luceva nella biancheggiante aurora, quando il

gran salmeria n’andò nella valle delle donne, per

de’ quali accompagnati infino nella valle delle donne n

di guardaroba; mentre che nella prima parte della parete

da ricevere; e accanto nella stessa parete, un cassettone

porta-finestra sempre aperta nella buona stagione, o dietro

quanto i fili argentei nella sua testa fossero più

i vent’anni, impiantatesi nella loro casa si erano

senza ritardo, e come nella fucina di quella bizzarra

finezza, di tale virtuosismo nella sua materia, da lasciare

di relazione, era stata nella loro clientela qualche mantenuta

formavano un capitolo speciale nella storia delle nostre sorelle

austera, classica, che culminava nella parte di destra con

in tutti. Vennero introdotte nella sala delle Benedizioni, in

sorridente di amor paterno, nella veste candida incominciò, uno

questo pensiero fosse balenato nella mente avrebbero sentito il

Ecco la loro mèta, nella quale avevano dimenticato il

potendolo sfogare direttamente, ché nella piena e tranquilla sicurtà

in quell’ombra discreta nella quale anche a noi

alla porta di destra, nella penombra in fondo allo

agli altri giorni, salivano nella loro camera e lì

morte di quelli, e nella quale era un letto

civile. ¶ Erano quelle che nella stanza terrena parevano una

se ne allontanava, più nella fantasia di vergine quella

e alla città, ma nella linea orizzontale di un

alba del Lunedì, rientrate nella loro fucina, col grembiulone

tanto lontani dalla realtà nella quale erano immerse? ¶ E

non uscivano dalla viottola nella quale procedevano con difficoltà

di tutte le vendemmie, nella quale i contadini, dopo

un sorso d’acqua nella quale Niobe aveva versato

staccando e gettando via, nella corsa, i fili dal

per la pulizia mattutina nella camera delle sorelle mentre

far cadere i vetri nella strada: «Brutti musi!» esclamava

si possa chiamare, e nella vecchia casa tornata, in

augurano una buona Pasqua nella speranza che altrettanto sia

parola di risorsa e, nella frase, come il palo

prendere così poco posto nella loro esistenza, venne a

pronunziarla. Umile e timida nella vita si manteneva tale

Incominciarono a guardarsi disorientate nella casa fredda e vuota

palese, ma quasi che nella giovane mente fosse tanta

piede scendeva dall’azzurro nella luce che veniva da

qualche sospetto di sole nella luce, un roseo vagante

volte, s’era stampata nella mente e nel cuore

trovato tutto, tutto come nella più amorevole famiglia; rallegrandosi

zie invece lo osservavano nella tema ch’egli si

confezione, distoglieva un poco nella loro disciplina le due

lasciato delle strizzatine croniche nella vescichetta della bile. E

al quale egli rispose nella maniera che sapete. Teresa

gli teneva sempre piena nella camera, e di un

che l’era rimasta nella gola. E il latte

latte m’è andato nella cenere”. Quindi ritrovando la

non trovando le zie nella loro stanza come le

terra volle risalire rapidissimo nella sua camera, facendo vedere

era venuta a creare nella famiglia capitando come un

insieme quando furono sole nella loro camera interdette e

il primo calore; e nella terra gli anemoni viola

sorelle corsero a rinchiudersi nella loro camera come tutte

una rivista. Scomparsa quindi nella sua cuccetta attigua ad

una cappa tutta nera nella quale era un mantello

della futura direttrice, che nella sua qualità di padrona

vergato una tale stangata nella pancia che erano piovute

La direttrice invece custodiva nella sua storia un dramma

città. Essendosi prodigato generosamente nella triste epidemia, era rimasto

bel ritratto del giovane nella montura del bersagliere, col

e corsero alla tavola, nella penombra, dove erano preparati

comitiva, uscendo, si fermò nella stanza del lavoro quasi

a solo con lei nella penombra delle scale. S

inverno e la primavera nella casa delle zie. ¶ A

passi fuor dal cancello, nella via; e con tale

all’altro, mangiavano insieme. Nella buona stagione Palle usciva

sapere di lui, intrufolarsi nella sua vita il più

momento la scarsissima considerazione nella quale tenevano una mucca

cosa che succede sempre. Nella nostra vita quotidiana si

ogni mezzo per mantenerci nella primitiva illusione e dimostrarlo

impronta dell’adolescente; e nella cui pelle era la

apparivano di carne. ¶ Soltanto nella scultura greca e in

sogno, del ragazzo capitato nella loro casa in modo

dal sarto era rapido nella prova di un vestito

per uno spiraglio rimasto nella porta a cui non

e si era trattenuto nella loro stanza, erasi comportato

porta, o doveva entrare nella camera dove Remo, la

roba dal piatto e nella lotta ne buttavano in

del vicinato, si ritirava nella sua camera a dormire

il disagio che soffriva nella propria famiglia, e vi

faccende domestiche, o chiusa nella sua camera incominciò a

per il peso che nella casa esercitava Palle il

per lui un calore nella voce come non aveva

del pranzo prendeva corpo nella maniera più consistente, fatto

indugio che valore avessero nella vita le donne, e

esse, quello che rappresentassero nella nostra società. Conservava la

Per vederli all’unisono nella loro differente personalità bisognava

che neppure si affacciasse nella mente l’ombra del

ad avvitarsi sulla seggiola nella tema di cadere. Soltanto

regime, era rimasto ucciso nella rivoluzione e la contessa

gambe, l’avevano preceduta nella corsa, giacché possedeva delle

sorpreso più volte accidentato nella macchina e in faccende

seguitò a ridere salendo nella sua vettura e salutando

l’invito e salì nella sua vettura per recarsi

spirito. Si potevano incontrare nella sua villa i più

briga, provocando una discussione nella quale si sarebbero comportate

Le cifre erano state nella loro vita delle tappe

splendore della macchina rifletteva nella casa angoscia e dolore

rinunziando a veder chiaro nella faccenda, invece di fargli

a Santa Maria. Remo, nella sua ascesa, aveva fatto

una degna cornice. E nella degna cornice era anche

candore di quell’ostia, nella stola del Santo Padre

Teresa con la minaccia nella voce. ¶ «Quello che ogni

che non voleva penetrare nella mente e che pure

il mondano, sedevano accanto nella macchina, parlavano con simpatia

talora si accasciavano spossate nella tensione del pensiero dominante

i vicini la videro nella strada vestita di seta

per squagliarsi e correre nella rimessa a pulire o

porte, dalle finestre, rientravano nella casa, prendevano corpo per

affermava impunemente; c’era nella sua reticenza un’accusa

opposto il suo potere nella certezza che tutto si

ora che erano chiuse nella dispensa si sentiva invadere

reggere – mi fo guidar. ¶ Nella voce di Carolina moriva

a questo modo con nella mano la cambiale firmata

scale: andavano a rinchiudersi nella loro camera come nei

crudele più assai, giacché nella sua qualità di serva

sepolcrale. ¶ Giselda era chiusa nella sua stanza per non

famiglia, e le sorelle nella loro senza che ne

poverine, nel suo dolore, nella loro preoccupazione per la

che la saggezza, rientrata nella casa dopo quest’ultima

avrebbe incominciato ad allontanarsi nella mente, il resto veniva

Tè, Zi’ Cà…». Aveva nella voce la consueta naturalezza

dalla sete, mentre Palle, nella via, eseguiva rumorosamente la

parve nascondersi scivolando dimessa nella sua gola corta, per

le sorelle apparvero insieme nella stanza, per poco non

tanto graziose e belle nella tenuta delle feste. Teresa

che modo facessero; come nella strada una persona a

sarebbe svolta, si capisce, nella maniera più tranquilla e

quello che appena caduto nella botola nera non esiste

delle zie come prima nella strada balzando dall’automobile

bene dentro il sacco, nella trappola aperta; ridevano per

ricevere, la fece salire nella sua camera dove si

no, la poveretta, chiusa nella sua camera, venne sorpresa

eseguiva la sua manovra nella strada, spostandone a ventaglio

o addirittura sconvenienti, serpeggiarono nella folla che quasi si

Sarà bene aggiungere che nella folla, dopo quel primo

amore di un bersaglier. ¶ Nella prima, carrozzata a due

personaggi ufficiali del seguito. Nella prima i quattro fanciulli

i quattro fanciulli caudatari, nella seconda le zie, sole

le zie, sole, e nella terza i quattro testimoni

fece serpeggiare un brivido nella folla, che vedeva per

con la sola presenza nella casa, e che era

erano alloggiati gli sposi. Nella prima erano essi coi

amici e familiari, e nella seconda i musicanti con

loro parole, scorgevano solo nella nebbia delle bocche ridere

avvinte. Lo avrebbero salutato nella loro casa, lì non

avvicinò alle donne ancora nella medesima attitudine: le avvicinò

col polpastrello delle dita nella certezza di non potersene

cattiveria. E rientrando poi nella casa, a capo basso

colpa implorandone il perdono. Nella stanza da lavoro girellavano

nel bosco di Vincigliata. Nella casa non c’era

il solo punto oscuro nella loro vita col nipote

all’ultima, più grande, nella quale la sua nudità

di sgradevole era corso nella vita comune. La sua

le si presentò giungendo nella stanza, comprese a volo

donne erano perdute beatamente nella contemplazione delle fotografie di

sempre teso ai rumori nella stanza soprastante, ma senza

E quelle inseguendola fin nella strada e gridandole dietro

di essere davvero padrone nella loro casa: “Ah! Oh

fatica. Rientrata in casa, nella sua giusta cornice della

modelli, disegni e figurini, nella cucina già si sentiva

sapeva trattare questa, colpendola nella vanità senza sbagliare: “capite

primo desiderio si riaffacciò nella riconquistata tranquillità e nel

cuore; e restar sempre nella bambagia e attaccati alle

alla parete di centro nella loro stanza da lavoro