Matilde Serao, Addio, amore!, 1890

cose e le persone nella camera delle due fanciulle

che si udiva anche nella loro stanza: e le

detta. Forse era trascorsa, nella immobilità, nel silenzio, ed

stordita dal colpo preso nella fronte, appoggiata al legno

muretto: stavano accanto ora, nella grande oscurità della notte

compassionevole nelle parole e nella voce. ¶ - Niente, niente... ho

desolazione, ch'egli intravide nella bruna notte. ¶ - Io ti

di lei che scintillarono nella notte, umane stelle di

più di quanto soleva nella semplice sua manifestazione affettuosa

ho messo il dolore nella tua lieta giovinezza... ¶ - Non

la misteriosa forza. Ma, nella rettitudine del suo cuore

con un lieve tremito nella voce. - Non mi confiderò

con una lieve malinconia nella voce. ¶ - Senza incertezza? ¶ - Senza

prese quella mano: e nella stretta vi fu un

aver incontrato nessuno. Rientrando nella sua casa egli era

sì, vedeva della luce, nella loro camera, era acceso

col lume acceso! E nella follia che le saliva

terra, abbandonata sulle braccia, nella infinita angoscia, Anna piangeva

amo. Una vita intera nella santa atmosfera del tuo

o piuttosto, no, vieni nella strada dei Sepolcri, accanto

con treni diversi, perduti nella folla, come vuoi che

le parole. Era solo nella sua piccola casa: imbruniva

qualche cosa d'infantile nella vecchiaia, e dalla corona

neppure chiederne gli ausilii nella sventura: che il Signore

voltarsi indietro, e uscita nella via di Santa Chiara

delle migliaia di lire nella borsetta infilata al polso

essere sconosciuto e disperso nella sconosciuta folla. E in

Pompei si ritorna sempre nella giornata. ¶ - No - ella rispose

così, anzi, che sempre nella sua vita non avesse

le era confusamente risuonata nella coscienza, ella visse in

che si sia smarrita nella strada. Oh sì, nell

quando tutti furono entrati nella sala terrena dell'albergo

offerte di qualche ristoro nella sala dell'albergo, nè

parea rifulgesse. Così seducente, nella ebbrezza dell'amore felice

porta, gittò un'occhiata nella camera. Era vasta, con

questi mobili erano perduti nella vastità della camera che

tutta l'anima concentrata nella voce e nello sguardo

il paesaggio silenzioso: ma nella mattinata, quando era sola

ferita a morte, sparente nella via deserta, nella sera

sparente nella via deserta, nella sera che scendeva, come

più, svanita. Allora tornò nella stanzetta e stramazzò sul

implacabile le si delineava nella mente: tutto è finito

è finito: vi era nella frase, l'ultimo saluto

alzò, andò di là nella grande stanza da letto

Colei che aveva peccato nella speranza e nel desiderio

dicendo: ¶ - Perdonatemi, perdonatemi... ¶ Vagamente, nella confusione della febbre, ella

di cui doveva morire, nella sua stravaganza pensò che

gentiluomo, senza mai eccedere nella familiarità, facendosi vedere scarsamente

egli avrebbe vegliato, perchè nella mente fantasiosa entrasse un

Acquaviva, aveva avuto fede nella sua saviezza di educatore

sua saviezza di educatore, nella sua vigilanza affettuosa! Anna

stessa andava e veniva nella camera dell'inferma, ombra

arrivava ogni mattina, entrava nella stanza in punta di

significative. Fu un progresso nella sua salute, un giorno

dallo sforzo, taceva. Ma nella serata, al poco chiarore

creatura inetta e crudele nella sua inettitudine. Quando faceva

quel giorno, soffrendo, raumiliandosi nella sofferenza, tutta immersa nella

nella sofferenza, tutta immersa nella confusione dei cuori nobili

più nulla, credendo solo nella saggezza e nella bontà

solo nella saggezza e nella bontà altrui. Le pareva

Cesare Dias, ingrandito ormai, nella sua fantasia, alle proporzioni

frivolo bagaglio, la dilettava, nella sua fantasia indebolita: le

ella, colpita, avendo obliato, nella sua grande febbre, tutte

la voce si soffocava nella gola e le lacrime

era rimasta sola, sdraiata nella poltrona, presso il balcone

e la trovò immersa nella contemplazione di questi fiori

forse, attraverso il temporale, nella disperazione, egli aveva gittato

se fosse meglio perdersi nella tempesta, nobilmente, generosamente, dopo

rovi, al buio e nella solitudine, avendo per sostegno

orgoglio. ¶ Un silenzio crebbe nella stanza, dove il mite

quello che avrebbe avuto nella sala: e gli eleganti

arte e del piacere. ¶ Nella sala, dalle sette e

sala del San Carlo nella magnificenza della sua architettura

magnificenza della sua architettura, nella ricchezza dei suoi ornati

che nel colore e nella stoffa del vestito, esse

battevano palpebra, vinte immediatamente, nella sensibilità, dall'onda musicale

pareva diventassero più vividi nella loro nerezza, una luce

sul palcoscenico, sospirato, pianto nella musica, e da quel

strozzata. ¶ Di nuovo, silenzio nella sala, per il secondo

cose circostanti che apparivano, nella loro verità, così chiare

così chiare, così luminose nella loro manifestazione! E in

serena, raggiunto l'equilibrio nella tranquillità del cuore e

suo destino, si perdeva nella contemplazione di quell'unico

infine, innocente e ingenua nella legge comune, di fare

dare il suo parere. ¶ - Nella mia qualità di centenario

nuovo accanto ad Anna, nella penombra, mentre dirimpetto, accanto

austero e così galante nella sua nerezza, e il

l'amante si precipitava nella battaglia cercandovi la morte

lo stesso tetto, o nella stessa camera della donna

il minuto divino moriva, nella realtà; appariva già come

appariva già come ricordo, nella memoria. ¶ - Fo una passeggiata

che seguitava a dormire nella stanza di lei, udì

realtà era furioso che nella prima scaramuccia con Anna

di aver avuto torto, nella forma. Avrebbe dovuto tacere

tacere, quando aveva udito nella sua voce fremere lo

vettura che si fermava nella strada. Ella non aveva

avere nel suo aspetto, nella sua voce anche l

la damigella di compagnia, nella sua bonarietà. ¶ - Egli è

se n'era fuggita nella propria stanza, fu Laura

quello che aveva fatto nella giornata, fremeva di collera

ella, sempre pallida. ¶ - Domani, nella mattinata; aspettatemi. ¶ Ricominciò il

in chiesa, quella mattina, nella vasta e pacifica chiesa

capo, non convinta, ostinata nella sua fede, ma rispettandolo

sempre meraviglioso. E se nella prima battaglia era stato

mai di aver torto nella vita, e quando mi

stupidamente, per vederli dispersi nella inanità e nella miseria

dispersi nella inanità e nella miseria spirituale. Ah, io

dato un gran passo nella esaltazione della sua passione

era la idea saliente, nella gran confusione della mente

morta: e le sembrò, nella fantasia inorridita, di ravvisare

e nelle impressioni, solitaria nella mia collera e nelle

soccorrere, a far rivivere. Nella febbre, che mi ha

che mi ha riarsa nella sera della mia fuga

hanno poesia le vedove nella cui anima vaga un

da me, m'immergerebbero nella disperazione! Non mi scrivete

è messo un colpo nella testa. Non mi sgridate

tutto non era detto nella lettera, e che Anna

ingiurie quiete e gentili nella forma, brutali nella sostanza

gentili nella forma, brutali nella sostanza. Già s'incamminava

si era recata immediatamente nella stanza delle ragazze, dove

modo. Mise la mano nella tasca interna del suo

vide sparire. Lentamente, rientrò nella stanza da letto e

cui vi ho abbandonata, nella chiesa di santa Chiara

cara figura e adorandola nella immaginazione. Certo, il tempo

rassegnazione, straziate e taciturne nella grande ingiustizia onde sono

come un presentimento; e nella stanza di un così

una sofferenza silenziosa divorata nella segretezza del cuore che

ma guardandosi intorno, vedeva nella mattinata gioconda danzare i

raggio del sole, o, nella serata, l'ombra addensarsi

umiliandosi: e spesso vaneggiava nella gelosia, non sapendo bene

irruente e così instancabile nella sua irruenza, offendeva tutti

la mano di Anna nella sua; sapeva che questa

male scritta, sconvolta finanche nella calligrafia. ¶ Da più giorni

tale stato di sonnambulismo, nella morbosa ansietà dell'attesa

e di nuovo, poi, nella carrozza, Anna si assorbì

due sorelle andarono immediatamente nella stanza della loro madre

i buoni, si confondevano nella sua mente, ed ella

di vivere qui. ¶ E nella sua voce vi era

dimora, che Anna faceva nella camera di sua madre

erano piene di gente, nella sera, nella notte, e

di gente, nella sera, nella notte, e da ogni

aranci del mare. E nella immensa soavità delle cose

veramente, un atomo doloroso nella gioconda danza delle cose

delle cose; e distesa nella poltrona, con le mani

lungo, infinito, sotto terra, nella buona bara inchiodata. ¶ - Non

malattie mortali. Essa è nella tisi che fa agonizzare

passionale, che si serra nella disperazione; essa è nelle

ogni energia; essa è nella nevrosi che fa tremare

vi erano dei segreti nella vostra esistenza che non

amore; di girarvi intorno, nella vostra orbita, satellite assorbito

della vostra quotidiana presenza, nella vostra casa, col vostro

voi vi siete fatto, nella vostra fantasia, un concetto

golfo ormai tutto chiaro nella notte plenilunare, aveano qualche

nel suo cuore e nella sua mente, ma dalle

vi mise la chiave nella serratura e la schiuse

PARTE SECONDA ¶ I. ¶ Avvolta nella rosea vestaglia di morbida

erano già le undici. Nella sua stanza entrava il

a metter le parole nella serratura. ¶ - Aspetta un minuto

era tornato a sdraiare nella sua poltrona, vicino alla

delle ore di riflessione nella solitudine, nelle ore in

vaso giapponese di Satzuma, nella cui creta teneramente gialla

e andando e venendo, nella sua camera, sempre più

ritratto di Cesare, chiuso nella sua cornicetta di platino

brevi frasi, aveva vibrato nella sua voce l'ironia

una risata così sanguinosa nella sua limpidità, che egli

con loro nel sole, nella polvere, al trotto gaio

da quel patto scambiato nella notte plenilunare, innanzi al

e ancora una volta, nella sua fantasia, tutto il

gliene rimaneva un bruciore nella vanità offesa, e un

faceva una gran ridda nella fantasia, mentre ella invocava

non vi sono catastrofi nella vita: - così diceva Cesare

l'eleganza delle donne, nella campagna, innanzi alla nobile

folla non può errare, nella effusione di un sentimento

sua? Perchè non restava nella sua casa, nella sua

restava nella sua casa, nella sua stanza a pregare

con una certa emozione nella voce. ¶ - La tribuna è

indistintamente, e non penetravano nella sua comprensione. Egli vide

più del fiele, amaro nella vita e nella morte

amaro nella vita e nella morte. ¶ Un gran movimento

Tu lasci tua moglie nella più orribile solitudine, Cesare

gran palma del giardino nella piazza, stava immobile, e

poteva più. ¶ Finalmente sola. Nella propria stanza, strappò dalla

per la prima volta nella vita Anna vide che

a quelli di Beatrice, nella novella di Edgardo Poë

teneva il suo posto nella sediolina bassa, chinato il

è altro paragone, che nella piacevole impressione che mi

dolcezza, della tenerezza, era nella sua voce. Egli parlava

con una desolazione vera nella faccia e nella voce

vera nella faccia e nella voce. ¶ - Non bisogna arrischiare

il salotto e andarono nella stanza da letto di

che si era seduta nella poltrona, accanto al proprio

nervi, esaltandoli. ¶ Ella, seduta nella sua poltrona, chiusi gli

testa sul suo petto, nella più dolce e più

di udire qualche rumore nella stanza di suo marito

riprese Adolphe, volendo distrarsi nella lettura, supponendo di poter

di sgomento. Ah che nella sincera e vivace fede

da una visione tetra, nella duplice commozione di quell

Cesare, se ne andò nella camera di lui, posando

e qua e là, nella lama snudata di una

paio di guanti, portati nella stessa giornata, perchè parea

passeggiare su e giù, nella vasta stanza, con la

nome, vibrante ancora dolcemente, nella notte. Essa vide bene

suoi denti battevano. Rientrò nella stanza tremando, ebbe appena

una dama, poteva trattenere nella propria casa un uomo

signora, nel suo paese, nella sua casa, può disporre

per la prima volta, nella sua vita, ella apprendeva

mentre ella si addormentava nella stanza solitaria dove egli

luce verdina, livida, entrava nella stanza. E nello stesso

metà di giugno, cioè nella prima estate del suo

di ignote cose. Erano nella stessa villa, ma per

A chi scriveva? Era nella sua stanzetta sulla sua

a Sorrento, ma solo nella seconda metà di agosto

Europa. Ma quell'anno, nella prima settimana di luglio

rassomiglia assai al sentimento nella sua apparenza, con quella

con tale una emozione nella voce, che egli ne

donne erano stravaganti, ognuna nella propria espressione, ma la

certi giorni, si ostinava nella sua figura di uomo

scacciava naturalmente da sè nella rettitudine della sua coscienza

qualcuno di Cesare, poichè nella bontà grande del suo

quanto fosse stato amato nella sua assenza. In verità

posate. ¶ Ma quel giorno, nella quiete della villa Caterina

alle ragazze, il che, nella società mondana, è un

pari, abbracciandola, baciandola: e nella medesima giornata, senza causa

in ogni suo sguardo, nella trasparenza della sua carnagione

si buttava in ginocchio nella stanza dove era morta

cinque ore di assenza nella giornata, tornavano a ora

tornavano a ora avanzata nella notte: con quale sguardo

alcuna visita, vivendo molto nella sua stanza; uscendo alla

il suo cuore struggersi nella pena e avrebbe voluto

inferno, o si rinchiudeva nella sua camera, chiedendo l

con lui! E dopo, nella giornata, anche sua sorella

l'incontro. E giammai, nella tortura della sua passione

suo amor proprio, trionfante nella sua vanità, carezzata in

sparendo, andandosi ad immergere nella solitudine della sua stanza

Sibilia, che abitava adesso nella loro antica casa di

bianche d'inverno, passato nella larga cintura di amoerro

beltà muliebre, Laura, era nella stanza di Cesare. Ella

esitando, vacillando, incerta, affascinata. Nella sua allucinazione, Anna avrebbe

Anna, nel suo sogno, nella sua follìa. ¶ Ma Laura

vuol morire in pace, nella sua tana. In camera

lievissima esitanza si notava nella domanda. ¶ - ... adesso - mentì ella

letto, si guardò intorno: nella sua stanza regnava un

che il tempo passasse. Nella sua camera era acceso

volto pallidissimo, che tenea nella mano una lampada sepolcrale

quell'ombra. La fiammella, nella lampadina, vacillava: e i

presso il letto, ammantata nella sua bruna veste, terrea

che quella divina creatura, nella sua anima infernale, avesse

il fascetto delle rose nella cintura, allo stesso posto

tutta bianca e serena nella faccia, si trovavano di

gelosa, che le ripresentava, nella figura di Laura, il

non trovò altro segno, nella fiera creatura. Poteva essere

che Anna aveva veduto nella stanza di Cesare e

nove, quando... tu eri nella stanza di Cesare... io

donna come me, va nella stanza di un uomo

taci, taci - replicò Anna, nella immensa confusione della sua

di sorella: e caritatevolmente, nella tua lunga infermità, ti

che abbiamo camminato insieme, nella vita, Laura, Laura, sorella

tu possa amare pienamente, nella santità del dovere compiuto

si fermò, quasi guardasse nella via, nella grande ombra

quasi guardasse nella via, nella grande ombra della notte

vivere insieme con lui, nella stessa casa, e amarlo

a ficcarsi le unghie nella carne. ¶ - Tu m'hai

andò, diritta e snella nella sua veste bianca, quasi

fece girare la chiave nella serratura: ma sulla soglia

della sua stanza. Anna, nella sua immobilità non ebbe

le parve di entrare nella regione degli estremi distacchi

una vita sola; e nella mancanza di ogni forza

nervi, erano ormai spente: nella profonda atonia di ogni

di non cedere, ferma nella sua infamia, invocando col

poichè ella, Anna, era nella verità, nella giustizia e

Anna, era nella verità, nella giustizia e nell'onestà

e secondo la legge. Nella prostrazione delle sue forze

per la terza volta, nella sua vita, quando si

vento della bufera abbatteva. Nella fatale giornata di Pompei

innocente, ed era bella! Nella sera fatale di Sorrento

di esser punita, essendo nella ragione, infine, per la

perchè? - si chiedeva ella, nella desolazione di tanta sconfitta

fatto? Era così schiacciante nella sua monotonia questo fatto

era così veramente implacabile nella sua fissità, che ella

amore, ella era venuta nella stanza dell'amor suo

negli struggimenti quotidiani, come nella catastrofe! Ma poichè ella

sogno, era un fatto, nella sua implacabilità, nella sua

fatto, nella sua implacabilità, nella sua ineluttabilità. ¶ - L'ultima

veglia lunga, nel gelo, nella solitudine, nella gran ruina

nel gelo, nella solitudine, nella gran ruina di quel

di luce scialba allungarsi nella stanza, una luce bigia

avesse cosparso della cenere. Nella piazza della Vittoria erano

vago. Di nuovo, come nella sera innanzi, tutti i

con una nuova gravità nella voce. - Tu vuoi separarti

lacrime, potresti vedermi contorcere nella più insopportabile tortura, non

una rovina, nel cuore, nella mente, nei sensi, tu

hai ragione, sempre, tu, nella tua vita: da che

ragione nel tuo egoismo, nella tua perfidia, nella tua

egoismo, nella tua perfidia, nella tua perversità, nella tua

perfidia, nella tua perversità, nella tua paurosa corruzione, come

glacialità che ella rabbrividì, nella sua follia. ¶ - Non andartene

male fisico, ella rientrò nella sua stanza e si

grosso nodo, mentre prima, nella sua convulsione, si erano

dei movimenti che aveva, nella mattina, prima del colloquio

decisa a farsi ammirare, nella passeggiata che va a

la piazza ed entrò nella Villa, camminando col suo

tirò innanzi, tutta raccolta nella sua nera vesta, nella

nella sua nera vesta, nella sua giacchetta di pelliccia

contava i minuti secondi, nella sua mente, tenendo sollevato

umana parve già disfatta nella angosciosa smorfia della agonia

steli di mughetti raccolti nella conca verde di una

in un convulso sorriso, nella testa un po' abbassata

fatalità che si ripresentava, nella medesima forma di beltà

color della cenere entrò nella stanza. Anche Anna si

avendo veramente tale orrore nella voce e nella faccia

orrore nella voce e nella faccia, che egli la

ha il massimo torto, nella vostra disperazione, poichè voi

Aveva messo la mano nella tasca e ne aveva

che ella aveva preso nella scrivania di suo marito

uscire. Morta, subito. E nella stupefazione terribile di quel

tappeto, quella morta, chiusa nella sua negra veste e

che ella portava seco nella tomba: vi era il