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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Matilde Serao, Il romanzo della fanciulla, 1886

concordanze di «nella»

nautoretestoannoconcordanza
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1886
Aspra è la battaglia nella vita femminile, ma il
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1886
sono scomparse, sono entrate nella felicità o nella morte
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entrate nella felicità o nella morte, alcune nella felicità
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o nella morte, alcune nella felicità per la morte
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tutti i fantasmi che nella mia mente s’incalzano
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lontane tutte, mi risuonano nella testa, in coro. È
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psicologia sperimentale. Io scavo nella mia memoria, dove i
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tracce della vita geologica nella crosta terrestre, e vi
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ove l’anima è nella moltitudine: e non me
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di essere un paltoncino. Nella piazzetta dei Bianchi non
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Spirito Santo che sbucavano nella piazzetta, non compariva nessuno
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e Gennarino, che dormivano nella stessa stanza, dietro una
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con le cogome sepolte nella cenere calda, e tre
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Un’amarezza si diffondeva nella buona anima di Maria
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altre dormivano, al caldo, nella felicità intensa e profonda
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come a rassegnazione, entrò nella chiesa dello Spirito Santo
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fontana, Giulietta Scarano assorbita nella desolazione della sua idea
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messa, — rispose quella sogghignando nella sua sfacciataggine di servetta
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irose, lamentose e strascicate nella noia, sugli sfoghi dei
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nero, nel goletto bianco, nella cautela del passo, nella
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nella cautela del passo, nella bassezza della voce, nella
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nella bassezza della voce, nella morbidezza delle mani che
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solo per la preghiera, nella limpidezza inespressiva degli occhi
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si diressero alle macchine. Nella piena luce del salone
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elasticità del tasto. Poi, nella quiete mattinale, principiò il
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II. ¶ A un tratto, nella taciturnità delle macchine che
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a buttare il telegramma nella buca della porta, che
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soave leggenda sentimentale circolava nella sezione femminile: e il
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era avvenuto il giorno nella sezione femminile e nell
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terribile; ma di sera, nella penombra, con quegli occhi
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viso concentrato e chiuso nella indifferenza, in un abbrutimento
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le aggiustava sul petto, nella ricca cravatta di merletto
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con la faccia rilasciata nella fatica: fuori le madri
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col padre, tutta incappucciata nella mantiglia che le aveva
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di un grosso colpo nella testa, incapaci di decidersi
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si sviluppò in ufficio, nella strada, nelle case. No
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sapere far altro, consumate nella salute e senza un
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accesso febbrile divenne furioso. Nella sezione maschile erano attivati
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ma nessuno si voltava. Nella sezione femminile erano presenti
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passeggiando come un leone nella gabbia. Non diceva niente
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pensiero, era ammalata, attaccata nella sua forza e nella
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nella sua forza e nella sua potenza. La torcevano
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due linee che andavano nella stessa direzione, si univano
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di rosa era passato nella cintura del suo vestito
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puoi fare? ¶ — Aspettare. ¶ E nella breve fronte pallida, negli
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da Vienna? Pareva che nella cassa vi fossero le
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di quei bimbi, che nella loro infanzia potevano già
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ma da duecento anni, nella casa, si andava perpetuando
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potremmo fare la funzione nella cappella Cantelmo? — domandò Eva
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alla fatalità che dominava nella sua casa; Anna Doria
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da margherite. ¶ — Dovreste vederla nella tempesta la buona nave
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le diceva quasi nulla, nella dolcezza del suo ebetismo
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un tavolino, giuocando, smorti nella loro passione. ¶ Tecla e
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e donna Maria Miradois, nella cameretta del cannone di
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Sannicandro, dagli occhioni imbambolati nella luce, le due sorelle
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aveva trascinato Carlo Mottola nella quadriglia; essi ballavano senza
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essi si potevano chiudere nella immensa e fiorita villa
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protezione, senza difesa, buttarsi nella lotta dove tante erano
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entrava nel chiostro, scompariva nella bocca nera della chiesa
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scintillanti di perline, stringendo nella mano il libro di
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grande matrimonio: e pazientemente, nella piazza del Gesù Nuovo
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normale aspettavano la sposa. ¶ Nella chiesa tutta stucchi e
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piangeva, o pensava. E nella chiesa di S. Chiara
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che erano quella mattina nella chiesa di S. Chiara
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andati, sei mesi prima, nella chiesa di S. Maria
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fatto senza nessun invito, nella fredda cappella dei Cantelmo
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la moschetteria al ritorno, nella loro villa-castello, fuori
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della funzione, era venuta nella chiesa di S. Chiara
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punto la novizia entrò nella chiesa, l’attraversò in
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pregava: ella, ostinata, ferrea, nella lotta con Maria di
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sfogo ai loro dolori nella contemplazione della candida creatura
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pregava, col cuore umiliato nella vittoria, per colei che
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che più s’inabissava nella preghiera era Chiarina Althan
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di silenzio si allungava nella chiesa: il sole aveva
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dei capelli tagliati rimase nella mano della monaca, molle
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Qualche viso di donna, nella chiesa, si gettò indietro
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ma senza niun tremito nella voce, senza emozione, una
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piangevano, su quella monaca. ¶ NELLA LAVA. ¶ Una voce interna
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pubblico nel Giorgio Gandi, nella Marcellina, nei Nostri buoni
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dalla scena avevano trasportato, nella vita, molta cipria nei
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bianchi, un po’ selvaggie nella loro simpatia, specialmente Riccarda
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a esprimere la passione nella Gerla di papà Martin
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Padiglione del Divino Amore, nella vecchia Napoli, un convento
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se ne accorse, e nella sua bontà, disse a
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cantavano al teatro Nuovo, nella Bella Elena, la particina
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nessuno in paese, nè nella provincia, osava di chiederle
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scoglio, veniva dal mare nella sala: il movimento andava
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per trovarsi alla villa, nella serata, si sentivano. La
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che le lasciò entrare, nella sua bonarietà di napoletano
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filo di acqua scorre nella vasca sottoposta, fra il
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estive napoletane, alla Villa. ¶ Nella mitezza dell’aria quelle
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che venivano a consolarsi nella Villa della crudeltà coniugale
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moglie in casa. ¶ E nella sua vanità di vecchio
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cinque sorelle si pavoneggiavano, nella luce cruda delle fiammelle
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stava bene che seduta, nella carrozza, nelle feste e
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le due coppie, tranquilla nella sua aspettazione. ¶ Sole, alle
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innamorato, seguendo l’innamorata nella chiesa, nella penombra afferra
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l’innamorata nella chiesa, nella penombra afferra la mano
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e la dentiera luccicava nella sua cornice d’oro
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all’occhiello e guardava nella sala, per vedere chi
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cupo, Margherita Falco seducente nella sua tolettina semplice di
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via, non si ostinasse nella sua cattiveria. Gennaro Mascarpone
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stearica, si era spezzato. ¶ . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . …Nella Cucina, al chiarore fumoso
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e ora si veniva, nella prima domenica di quaresima
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che faceva Angelo Pitou nella Figlia di madama Angot
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fecero fare un giro nella sala, gli consegnarono il
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sapere, esservi una burletta nella pignatta, diede un gran
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di cavolo accuratamente arrotolati nella carta piombata azzurra, rossa
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vino che si faceva nella grande vigna di Ottaviano
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della Scuola normale, entrò nella seconda classe, dove erano
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casa. Innanzi alla porta, nella via di Gesù, vi
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ore prima dell’usato. Nella chiesa della Madonna dell
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dei Fiorentini, tutta sconcertata. Nella penombra del teatro San
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ma le voci morivano nella gola; le Fusco avevano
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fiacchezza il canto mattinale, nella sua prima strofa: ¶ Ho
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movimento era accaduto, come nella formazione dei ranghi militari
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secondo corso erano entrate nella loro classe, un camerone
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erano andate a malincuore nella stanzuccia umida e bassa
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tessitura di filo nero nella scriminatura, che discendeva troppo
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di quella voce acre, nella classe circolava un bigliettino
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schiusa, gli occhi inebetiti, nella sua posizione di papagallino
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di Estrada, era rimasto nella classe un gran soffio
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Ogni mattina si riunivano nella chiesa di Santa Chiara
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quella di una donna nella urna-scatolina di cartone
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andare su e giù nella penombra, in fila di
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E principiarono il giro nella classe: in fretta molte
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professore ascoltava quasi sorridente, nella consolazione del suo cervello
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sui banchi in disordine, nella sala del terzo corso
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involontariamente, non vergognandosi più, nella comune inquietudine, ognuna si
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aria beata, rossa tutta nella faccia con gli occhi
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un vicolo dei Guantai. Nella convulsione, di sotto le
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della madre sfracellata, giù nella via: tutte parlavano sotto
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Deste era così carina nella sua bellezzina piccoletta, Carmela
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il fiore e piacente nella sua robustezza, che Isabella
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di barometro, che imbroglio nella pedagogia, nella storia, nella
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che imbroglio nella pedagogia, nella storia, nella geografia, essa
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nella pedagogia, nella storia, nella geografia, essa aveva impastato
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al professore un errore nella dimostrazione, a cui egli
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insegnato per un anno nella scuola elementare del quartiere
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eccellente nel lavoro e nella condotta. ¶ .... Cleofe Santaniello ha
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e fa la maestra nella scuola elementare di Montecalvario
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scuola elementare di Montecalvario, nella prima classe inferiore. Ella
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chiesto invano un aiuto nella sua sezione, non potendo
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una delle prime, insegna nella scuola elementare del quartiere
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elementare del quartiere Chiaia, nella terza classe, e ha
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è riuscita, ha insegnato nella scuola del quartiere Vicaria
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nello studio, come trascuratissime nella condotta, la vide nascondere
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corrisposto, pure esso denotava nella Ponzio un colpevole traviamento
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concorso, fa la maestra nella scuola elementare del quartiere
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è buttata giù, lei, nella strada. La sorella e
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tutte le terrazze prospicenti nella piazza. Non erano soltanto
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devozione e per curiosità. Nella folla minuta si mescolavano
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sempre più serena, affettuosa, nella bonarietà naturale e pacata
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ma quietata nell’apatia, nella quasi immobilità della vita
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loro pretensioni erano stravaganti, nella provincia non vi era
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di fuoco si fece nella folla un grandissimo silenzio
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avevano accesi i bengala. Nella piazza il popolo era
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pieno di emozione, regnava nella camera: Grazia Santangelo fermava
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In verità, ella posava nella suprema inerzia dello spirito