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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Carlo Sgorlon, L'armata dei fiumi perduti, 1985

concordanze di «nella»

nautoretestoannoconcordanza
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tranquillizzare la signora Esther, nella cui casa viveva da
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aveva parlato con spavento nella voce di deportazioni in
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di sostanza. Anita viveva nella loro stessa casa, dopo
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incappare nei reclutamenti e nella guerra. Marta e Arturo
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una grotta preistorica scavata nella montagna, con la sensazione
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per terra, si agitavano nella sera solitaria. ¶ «Andiamo a
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contadini affittuari, che stavano nella casa più vicina alla
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Anita. ¶ Andarono a dormire nella stessa camera, come facevano
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letto vuoto di Esther nella stanza accanto. Anita invece
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a leggere i segreti nella mente delle persone, e
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frequentava, gettando i genitori nella disperazione. «Non posso più
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che era incominciata ancora nella sua infanzia, all’epoca
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di uomini, che correvano nella notte verso luoghi misteriosi
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gli arnesi che servivano nella buona stagione, o nel
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estate, e s’immerse nella notte per i sentieri
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degli animali che fuggivano nella notte. Si sentì invasa
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che la vita fosse nella sua origine un’unica
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così dire, sarebbe vissuta nella continuità di essa, perché
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che si muovevano silenziose nella gora dell’acqua stagnante
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accoglierle in qualche modo nella sua comunità. Così era
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sentito soffiare lei finora, nella vallata del Natisone, a
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della Russia, per cui, nella marcia di ritorno, a
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tedeschi, o erano fuggiti nella speranza di scansare la
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Arturo era rimasto lassù, nella Terra Nera, la Černozjóm
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ciò lo aveva confermato nella sua idea fondamentale. Vedeva
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perduti nel buio e nella babilonia della guerra. ¶ Un
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turbata, e dovette andare nella propria camera. Era convinta
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rasserenò; fu come se nella sua vita niente fosse
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alpini i tedeschi, e nella notte si sentiva il
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avrebbero osato mai entrare nella Repubblica di Carnia, come
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da quasi venti giorni nella stazioncina tra le montagne
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sorpresa, simili a lupi nella notte. Essi sapevano per
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le vie, nei cortili, nella piazza della chiesa e
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i cavalli a bere nella vasca della fontana, nel
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dei bivacchi nei cortili, nella piazza o nel mezzo
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magari nel freddo e nella pioggia? No, non ci
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Marta continuava a restare nella sua camera con Anita
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gli dava ordini perentori nella sua lingua, Baldo restava
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perenne movimento. Faceva scorribande nella dispensa di Marta, ben
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la strada per entrare nella sua mente, e restavano
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da anni. Erano rimasti nella stanitša a coltivare le
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come Urvàn, aveva combattuto nella guerra civile, sotto Krassnov
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un peso molto scarso nella sua vita. Li aveva
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lui. Un giorno mise nella piccola camera di Gavrila
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zar. Aveva sempre fissa nella mente, come una ferita
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per morire nemmeno quando nella stanza avevano fatto irruzione
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alla fine. Conservava nitida nella memoria la sua stanitša
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combattuto con i Rossi nella battaglia di Mosca, e
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escluso. Un giorno, entrando nella camera di Gavrila, dette
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hanno un gran peso nella vita delle persone. Le
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compenso. Se fosse stato nella sua stanitša lungo il
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triste e stempiato, che nella guerra aveva perso tutta
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ritornare al più presto nella propria terra. Pareva una
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Donez o il Volga. Nella notte si sentivano i
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la loro patria. Ma nella loro memoria erano rimasti
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Per esempio di come, nella guerra civile, i loro
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cosacchi una zona proibita, nella quale non volevano entrare
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la motocicletta si persero nella valle, dopo ore di
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ruote e lunghi brividi nella schiena. Avevano una fretta
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dov’erano si sentissero nella tana del lupo. ¶ Cercavano
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congeniali. I tedeschi caddero nella trappola preparata dal loro
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terribili del borgo incendiato nella parte più alta della
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su tutta la valle. Nella sua paura arrivò fino
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sul punto di fiorire nella loro anima fanciullesca. Se
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stanitše abbandonate, delle località nella steppa e nelle Terre
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o al salame nascosto nella paglia. A lui nessuno
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certo punto s’infilava nella gola stretta della tristezza
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destino andava sopportato là, nella loro terra. Se c
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fatto loro il funerale nella chiesa e li avrebbero
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dentro una babele tremenda, nella quale un uomo poteva
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molto meglio farlo lassù, nella propria terra. Provò a
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profonda. ¶ Era così implacabile nella vendetta che persino gli
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madre di Alda cercò nella sua memoria, e scoprì
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loro, nelle piccole botteghe, nella latteria, alla fontana, e
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un po’ come se nella steppa o nella taiga
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se nella steppa o nella taiga l’inverno si
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cosa che contava veramente nella vita era la religione
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insistenti e più fitti. Nella valle di Gorto ci
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simpatia particolare perché aveva nella voce un tono ingenuo
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Il fatto di vivere nella stessa casa con due
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capire che quando stava nella sua stanitša lei disponeva
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Ghirei, e anzi ognuno nella villa per lui era
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tra le due possibilità. ¶ Nella villa pareva occupare tutto
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che incontrava Akmekkahn. ¶ Eppure, nella confusione dei linguaggi in
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un linguaggio maccheronico, deformato nella forma e nella pronunzia
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deformato nella forma e nella pronunzia. E ognuno, a
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e nastri colorati, sottratti nella camera di sua zia
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cosacco imparava alla perfezione nella steppa, fosse fallito. Alda
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più congeniale, continuamente saltava nella fantasia e nel sogno
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anche Marta, sentendolo ululare nella valle, era invasa da
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una statua di ghiaccio nella notte della steppa, come
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del tutto uno straniero nella Russia sterminata. Le bábuške
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stato sbattuto lì dentro, nella situazione attuale, da una
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che non dormisse mai nella stessa casera o nella
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nella stessa casera o nella stessa baita, e che
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non si poteva vivere nella disperazione, e un popolo
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con la testa affondata nella neve o nel fango
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cercavano di tenere duro, nella speranza di trovare un
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per sapere cosa passasse nella mente dei capi, e
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a rompere la monotonia nella vita del presidio. Tutti
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di un nuovo periodo nella vita del presidio. D
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per essa. Erano ripiombati nella loro antica essenza di
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cosacchi videro subito che nella casa più grande, probabilmente
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accesa. Burlak bestemmiò sottovoce nella sua lingua. I cosacchi
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perduta nel ’21, potesse ricominciare. Nella sua voce entrò qualcosa
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Una specie di gemellaggio nella morte.» ¶ «Già. Quando partirono
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operai e pastori come nella sua. Sentiva una fortissima
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contro il kazàk. Tutti nella villa erano andati a
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voleva saperne di entrare nella sua testa. Perciò aveva
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presidio. Adesso che dormiva nella stanza di lei (mentre
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popolo non si sviasse nella violenza e nella rapina
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sviasse nella violenza e nella rapina. Ancor più fortemente
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non poteva più rivolgersi nella direzione dell’avvenire, lo
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tornato alla sua città nella steppa, né avrebbe mai
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un esilio senza speranza, nella domaine sperduta nelle dolci
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di tedeschi e cosacchi nella zona delle colline, e
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Stiepàn fece una predica nella chiesa che il parroco
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un fischio di treno nella notte. Parlò della patria
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Asia, prima di stabilirsi nella steppa e nelle Terre
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o borbottando forse qualcosa nella sua lingua incomprensibile. Poi
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grasso, che si disperdeva nella campagna circostante. Quei camini
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freschissima nel muschio e nella roccia. Con sorpresa, con
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a restare per lei nella zona dell’irrealtà, come
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canto e il ballo. Nella potenza dell’uno e
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un freddo polare, come nella steppa. L’alito subito
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festa con lui. ¶ Sparando nella notte, contro le stelle
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tribù incontrata nelle steppe. ¶ Nella festa Ghirei era uno
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rispondeva. ¶ Ognuno parlava prevalentemente nella propria lingua, eppure si
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o dal prete cattolico, nella chiesa del paese. Non
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Urvàn e Gavrila, avvenute nella guerra tra i Bianchi
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tempi dell’estrema sventura. Nella sua memoria e nella
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Nella sua memoria e nella sua mentalità v’era
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si era portato dietro nella lunga migrazione, e che
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La fame stava aumentando nella Carnia assediata, circondata da
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I cosacchi lo aiutavano nella ricerca, e chiamavano anche
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Si rapivano, si portavano nella steppa sul cavallo, senza
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graffiavano, piantavano le unghie nella faccia; ma dopo che
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da giovane. Lui entrava nella sua stanza, di notte
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né oggetto né destinazione. Nella sua lugubre esasperazione riusciva
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cani, tutti fossero presi nella stessa morsa della fame
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due paracadute, ben visibili nella luce lunare. Si trattava
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la roba era lì, nella speranza di tendere un
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malfattori, vennero portati giù nella caserma, sospinti malamente con
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sapeva ben bene inserirsi nella realtà. ¶ La vita le
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nel suo sdegno e nella sua paura di cerbiatta
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che non voleva tornare nella posizione di prima. Il
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e subito si dispersero nella notte. Akmekkahn brontolava sottovoce
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di soffrire. Akmek infatti, nella sua lunga esistenza, si
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la vita. Poi, scendendo nella tomba, si stava finalmente
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era più qui, ma nella dolce campagna francese, in
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la sua donna francese nella speranza astrusa di poter
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e fatalmente si corrompeva nella violenza e nel sangue
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vicino al suo cavallo, nella stalla dei contadini. Non
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bene, farò così.» ¶ «Se nella battaglia senti l’odore
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italiano, gareggiava con Luca nella velocità con cui veniva
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solo degli anni passati…» ¶ Nella voce di Akmek si
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cosa fare. ¶ Urvàn, pur nella confusione generale, aveva le
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i loro dispacci. Lui, nella modestia del suo vedere
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al proprio passato. ¶ Oppure, nella serenità apparente degli Atamany
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mente soluzioni che lui, nella sua semplicità, non riusciva
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pensare. Ogni tanto ricadeva nella riflessione che non poteva
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in tutti i villaggi, nella valle del Tagliamento, in
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centinaia di cadaveri, morti nella grande incursione aerea di
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gloria e la sconfitta nella guerra civile. Gavrila e
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vittoria erano la fiducia nella bontà della propria causa
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amaro. Quelli che stavano nella caserma della guardia di
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cedervi. Così erano caduti nella trappola tesa loro da
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ferite lavate alla meglio, nella loro strana fierezza di
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fu una tregua totale nella lotta, anche se nessuno
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celebrò l’ufficio funebre nella caserma. Poi i morti
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agli Alleati che avanzavano nella pianura. L’Armata cosacca
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occhio costernato, e leggevano nella frenesia degli animali i
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hai messo il piede nella tagliola…» ¶ Si accostarono al
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del Caucaso che calavano nella valle del Terek a
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rosicchiare i loro ossi, nella stanza del prigioniero. ¶ «Avanti
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del mondo, e lui nella sostanza l’accettava con
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aveva voglia di sperare nella Provvidenza e nella protezione
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sperare nella Provvidenza e nella protezione della Madonna, anche
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così volentieri con lei, nella villa degli Heshel, perché
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muschi, nel bosco, o nella grotta che pareva avere
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sé. Immaginava di ritirarsi nella grotta, con cibo e
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terra di Francia e nella fattoria sperduta del Berry
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moderni, perché era entrata nella loro vita e nel
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forse la salvezza era nella diserzione. Ma lui non
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lui. A volte ricadeva nella sensazione che Alda fosse
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eroe del loro esercito, nella difesa di Mosca? E
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una strana teoria, e nella sua strategia e in
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modo non si riconosceva nella figura che gli ritagliavano
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di colpi e seppellito nella terra e nei sassi
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croce era stata messa nella bara ai piedi del
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finalmente chiusa e calata nella fossa. Ognuno gettò una
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niente della situazione generale. Nella villa tutti si misero
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Urvàn pensò che fosse nella caserma del comando, e
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dove? ¶ Appena rimise piede nella villa, assieme al veterinario
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Dunaika di essere ammesso nella camera della madre per
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il dottore furono ammessi nella camera di Anita. La
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successo altrove, per esempio nella valle del Torre, dove
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molto tempo aveva ruminato nella sua mente il proposito
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Ghirei a Urvàn tornarono nella caserma. Qui v’era
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Akmek. ¶ In ognuno, adesso, nella stretta del momento, era
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affannosamente nel disorientamento e nella disperazione. Il senso del
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cenno della mano. ¶ Andarono nella stalla della casa dei
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Dove andavano? Erano diretti nella valle di Gorto, per
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la speranza, perché mai nella storia si era verificato
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freddo, nel fango e nella pioggia. Si scatenarono violenti
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che tenere il bambino nella carretta, tutto avvolto in
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della strage, una caserma, nella speranza che il loro
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modo, pur essendo rimasta nella villa, a dormire di
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si andava ingrossando. Soltanto nella valle di Gorto si
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quale scopo. Forse perché, nella loro situazione, non potevano
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come fontane ma lui, nella sua esaltazione, non sentiva
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e si stava allontanando nella sera. Il paese aveva
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ormai spento. ¶ Appena sbucati nella valle di Timau, Urvàn
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Luca al petto, avvolto nella coperta, come fosse pericoloso
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prese Luca, sempre avvolto nella coperta, e lo affidò
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su per le montagne. Nella notte i cosacchi furono
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del generale von Pannwitz. Nella direzione opposta camminavano in
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della guerra. Si sentiva nella notte il cigolio delle
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avvenire. Andarono avanti, ancora, nella notte, con circospezione perché
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tre figli, rimasta vedova nella battaglia della valle di
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per correre a cavallo nella steppa senza confini. Ogni
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via con l’inganno, nella persona di Kruma Polunin
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stracarico. Poi le cuocevano nella padella bucata, per farne
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tedeschi e avevano sperato nella loro vittoria, sapevano qualcosa
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suo grande progetto ruzzolato nella polvere. Aveva la coscienza
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impalpabile che s’insinuava nella mente degli uomini, e
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avevano ricominciato a costruire nella mente delle patrie iridescenti
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Hood che fosse tornato nella foresta di Sherwood dopo
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ancora cani avrebbero latrato nella notte, per stanare un
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cose raccolte e ammucchiate, nella speranza che qualcosa, di
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uomo non c’era. Nella stufa di ghisa la
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sua stiriana e tornarsene nella sua stanza solitaria. Però
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silenzio assorto della notte. Nella casa tutti dormivano, e