Ada Negri, Di giorno in giorno, 1932

riso di Libellula, e nella piccola mossa con cui

arco: ciascuno la ripeteva nella forma e nel candore

strumento d'un'orchestra nella quale i piú disparati

sino a casa. ¶ Chiusa nella stretta gabbia dell'ascensore

quell'abbandono di me nella luna e della luna

PÈSCO IN FIORE ¶ Entrò nella mia casa, stamattina, un

cristallo, di terraglia, sparsi nella mia piccola casa, era

me l'aveva inviato nella speranza di rallegrarmi con

possono, nello spazio necessario, nella giusta atmosfera, respirare in

concentrai, un ultimo tempo, nella contemplazione del ramo. Avrei

pure essendo, ciascuno, perfetto nella propria forma di minuscolo

senza deporgli una monetina nella borsetta che gli sta

suoi margini, perché anche nella campagna, a far le

Non pòlline di fiori, nella polvere del marzo metropolitano

rosso per le labbra nella tasca del grembiale. ¶ Ritroverò

di spilli. ¶ Dappertutto mammole: nella prateria dietro la casa

una fragranza sí penetrante nella sua tenuità, che le

ieri, quand'erano nascoste nella terra; e che cosa

L'ALBA ¶ Mi rompe nella testa il sonno della

scudo, non si movono nella stessa guisa delle spade

con esso, m'affondo nella terra, mi trasformo nelle

segreta che mi ritempri. Nella pienezza dell'esistenza, assaggio

sulla terrazza della villa, nella quietissima notte. Sereno senza

ostacoli. Ora s'impigliano nella Via Lattea: se ne

con la cuffia, immobile nella poltrona. Perché cosí immobile

accostato. Il passerotto stava nella gabbia, mentr'io ero

No, non qui: là: nella portineria, dove la nonna

il marciapiede, e dentro, nella stanza: da ogni angolo

improvviso una donna; e nella donna, adesso, risveglia la

delle passioni, mi addormentava nella stasi della memoria, nell

d'automobili che viaggiano nella notte, recando in giro

fossero spiriti. ¶ Mi tornò nella mente una storia, che

vicino a loro; e nella fossa scopersero il corpo

me. Il fante ritrovato nella fossa del Carso dietro

sogno. Non la rividi. Nella rètina abbagliata non m

che s'innalza, sola, nella prateria confinante con la

novelli ha certo corrisposto, nella mia quercia, un piú

ostinato incunearsi delle radici nella feconda cecità della terra

centenario di San Francesco, nella Basilica Bassa, cantare il

estinto, o fiore.» ¶ E nella crinolina della Traviata, nei

nel cuore, nel corpo, nella Via Crucis di mamma

pregare. Potrò sempre cantare, nella chiesetta di Salice. Signore

correnti. Ora è rientrata nella prateria, e solfeggia in

del travertino, io scorgo, nella piazzuola di sotto, automobili

Fonte Maggiore divinamente serena nella sua teoria di santi

di bianco e azzurro. Nella sua ampiezza i pochi

rondoni nel volo e nella voce, piú quieti e

colombi. Disegnano, i rondoni, nella trasparenza del tramonto, giri

s'è illuminata: tremolano nella valle i lumicini di

mezzogiorno chiamano i colombi nella piazza maggiore, dinanzi al

ricco e cupo che nella mia Lombardia. ¶ Ma dall

si ritirarono a scontar nella preghiera e nella rinunzia

scontar nella preghiera e nella rinunzia i peccati dei

dell'affresco le apre nella gola una ferita, alla

sé. Trovò se stessa nella predicazione di Francesco: si

di Francesco: si annullò nella sua volontà e nel

finalmente in sua compagnia, nella selva di Santa Maria

quando, l'anno successivo, nella sinistra notte dal ventuno

era assolto. Poteva morire. ¶ Nella chiesa che porta il

mai. Che faccio qui, nella mia inguaribile incertezza? Uomini

di San Pietro, cara nella sua semplicità: senza timpano

braccia levate in alto, nella Crocifissione del Cimabue! ¶ Non

la piazza assolata, entro nella Basilica, mi raccolgo un

faticosa scalinata interna: cerco nella Basilica Superiore la terribile

ad essa; e sprofondo nella vita dell'affresco. ¶ L

pittura: è un'apparizione. Nella loro fissità, vecchia di

piedi accanto alla croce. Nella dissoluzione delle figure, è

gettata anche la pelle. Nella perfetta sua rinunzia sta

Francesco. Il fatto, unico nella storia dei santi, svoltosi

Vescovado continua a vivere, nella maestà del suo insieme

COMUNICANDA ¶ Di buon mattino, nella chiesetta privata del monastero

e donna Maria Giovanna (nella Regola benedettina la professa

e pure, e solenni, nella sua vita non ve

che solo potrebbe renderla, nella sua orrida maestà, un

allora, sino alla Porziuncola, nella piana d'Assisi. È

dice, le altre sparse nella boscaglia. In questa si

da Siena, sin dal 1400, nella pietra del monte, tutt

bene ch'io soffra nella carne: per attutire, per

conobbi in Assisi, stava nella certezza matematica del male

viveva di vita forte nella fronte senz'ombre, negli

superiori necessità a vivere nella stessa casa, ma irreparabilmente

e da Peppina, che nella casetta su a Porta

letto e l'uscio. Nella cassapanca, i panni pronti

tinta, stemperantesi in cenere nella soffocata malinconia dei tramonti

dire ritrovarsi. ¶ Per entrare nella mia camera debbo attraversare

la facciata è lí, nella gloria del suo rosso

martiri del cristianesimo, e nella cripta si respira l

camminato coi tempi; ma nella struttura, e anche nei

pupille. E quale parsimonia nella parola, negli atti! L

miseria, metteva su famiglia nella baracca di legno. Se

rappresenta un antico affresco, nella basilica di San Teodoro

raccolta, nel tempio o nella piazza: annuncia loro l

Scorgo in un angolo, nella penombra, un tavolo-mensola

rende grazie a Dio. Nella custodia di vetro, la

da via Paolo Diacono. Nella quiete pomeridiana, solo quel

La donna ha rimesso nella cesta il bambino, e

vederne piú il viso: nella nuca, nel torso, nell

è scomparsa, mi volgo nella direzione opposta, infilo il

Langosco, di fronte: ridente nella serenità quattrocentesca d'un

impasto de' suoi mattoni, nella ricchezza del sangue che

viventi attraverso i secoli, nella forza con cui s

del corpo risulta pur nella costrizione della singolare positura

riccioli al vento, stupenda nella corsa, giú per una

tempo. ¶ GIOVANI E VECCHI ¶ Nella Côrtassa, questo pomeriggio, son

ed io siamo entrate nella Côrtassa, ci siamo confuse

basilica rossa; che, concentrata nella propria compattezza, non sembra

mort! L'è mort! – Nella suggestione del gioco, che

tirar grandi i figlioli nella miseria. ¶ — Vi sono d

e con Teresa, come nella compagnia d'amici di

se c'era, allora, nella nicchia bianca, quella Madonnina

altre piú mordenti noie, nella lettera del primo dicembre

fiorirà quattr'anni dopo, nella pace di Bellosguardo. Ma

avrà sempre, dovunque andrà. Nella casa di Borgo Oleario

dalla base alla cima nella trasparenza delle lanche. Su

pure ma asimmetriche, splendente nella parte superiore di maioliche

a me per condurmi nella basilica. Passo, entrando, dal

nel mondo e unite nella venerazione del sepolcro. Ciascuna

energie vi si esaurirono nella fatica: ogni sforzo, un

Egli pure è seppellito nella basilica: ai piedi d

ricorda al tempo. ¶ Giú nella cripta sotterranea, in un

muratori e fabbri, levando, nella cripta, una testa di

città: fin che sostarono nella cattedrale, dove rimasero sino

come martello su ferro, nella chiesa vuota. ¶ Per scalini

dall'acque, si scende nella cripta. Spaziosa: luminosa: folta

luogo, che il Petrarca, nella lettera al Boccaccio, chiamò

sé scavando e sprofondando nella piú misteriosa sostanza di

ma indovino lí dentro, nella cassa d'argento dietro

piú libera perché placata. Nella sua malinconia non molle

piú: io, sí. Riodo nella memoria il grido della

l'altra, m'imbattei nella compagnia, che camminava in

al fuoco. S'immedesimava nella sua parte con tanto

come feci a riconoscerla, nella fanciulletta per bene che

tristamente somiglianti fra loro nella truccatura e nell'espressione

non s'arrischia mai. Nella sua vita consuetudinaria, spoglia

nacque è a Kavadarzi, nella provincia di Tirkvesc, presso

ci fosse nata dentro. Nella vita universitaria si gettò

un po' troppo accentuato nella sua linea. E balla

c'è piú abbandono nella piega della bocca, del

vantava d'essere esperta nella chiromanzia: una sera tenne

la marchesa Vittoria, famosa nella lettura della mano. La

corpo di razza, assumeva, nella pelle, toni cinerei: negli

e Lodi. “Com'era, nella sua mano, la linea

piú bello potrò vedere nella mia vita... Perché, sai

Alberto taceva. Io temetti nella donna lo scoppio d

dalla Russia: avendo perduto nella raffica bolscevica gran parte

una terrazza tutta sole, nella quale s'apriva un

abbandonato la vecchia casa nella vecchia via, e mi

essere un maschietto: perché nella sua famiglia, di padre

ci vado, qualche volta, nella bottega dello zio Lègora

era il fanciullo Gesú nella bottega di Giuseppe. La

Milano antica. ¶ Tornerò spesso nella bottega dello zio Lègora

azzurra, e sentii che nella stanza ogni oggetto s

stati i capelli, contrastanti nella loro fiacchezza col resto

della sua cucina o nella semi-oscurità d'un

qualche tempo di soggiorno nella casa non s'affezionasse

del suo spirito incidersi nella probità dell'aspetto, e

occhi le s'accendevano nella faccia a linee rette

Era un'orfana, cresciuta nella casa: che l'assisteva

istituto, quando si riuniscono nella mia camera! Il Signore

allegrezza. La comanda anche nella preghiera. Il mio destino

potenti nell'industria e nella finanza, e tutti in

signora era stata famosa, nella cerchia dei conoscenti, per

che sostava, animosa, solida, nella zona neutra della maturità

un prezioso anello caduto nella sabbia. Un giorno il

rivisti molti anni dopo, nella casa del figlio, già

che non doleva piú. Nella donna, soltanto, una pietà

quell'ultimo incontro, perché nella coscienza di lei non

fatto buio. Il silenzio nella camera era costituito d

rombi d'automobili giú nella via, gracchiar d'un

piú ostinata a durar nella donna, anche quando l

voluto. ¶ Rifece il buio nella camera, per non vedere

Dio l'avesse accolta nella sua misericordia. ¶ FINE ¶ NOTE