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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Marco Missiroli, Atti osceni in luogo privato, 2015

concordanze di «nella»

nautoretestoannoconcordanza
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il giorno del trasloco nella capitale francese. ¶ Quel pomeriggio
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in azienda, io ero nella mia stanza a svuotare
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avrebbe fatto lo stesso nella sua camera, Emmanuel la
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Lei aveva sorriso, amara, nella stessa smorfia della cena
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preso dal nonno, ufficiale nella Prima guerra mondiale, un
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l’asso di spade. Nella simbologia di mamma annunciava
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le orecchie al muro: nella stanza dei nostri ospiti
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con un piacere impiccato. Nella mia vita ero stato
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mancava, certo, anche se nella Ville Lumière stavo bene
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a Notre-Dame, poi nella chiesa di Saint-Vincent
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aiutai a stipare tutto nella Peugeot 305, poi mi voltai
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corsi in casa, andai nella camera da letto dei
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mi disse di aspettarla nella stanza degli ordini, un
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delle scale che scendevano nella zona telefono, c’era
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atavica: ero già rinchiuso nella fortezza? ¶ La mattina dopo
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La tua forza è nella chimica, Libero – e mi
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disegnavo un cerchio perfetto nella ghiaia. Continuai a scavare
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mai partecipante, camminavano mano nella mano e si baciavano
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politici studenteschi. Erano mano nella mano. Fissai Antoine e
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davanti a me, rovistò nella valigetta e tirò fuori
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sul retro della biblioteca. Nella ghiaia disegnai cinque cerchi
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delle prugne secche avvolte nella pancetta e una Coca
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dell’obitorio con Orwell nella tasca del loden ed
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avec moi. Glielo ripetei nella sua seconda lingua, Sarai
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Mentre calavano la bara nella terra mi sussurrò Senza
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un perizoma. Li misi nella busta. In fondo vidi
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di andare a vivere nella casa del Marais. Per
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maturava nei silenzi inediti, nella praticità acquisita, in un
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devo fare? Lo guardavo nella fotografia della Marmolada, i
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ragazzo che diventa commesso nella sua bottega per espiazione
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le infilai a stento nella toppa. ¶ – Hai paura? – chiese
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il pallore del sesso nella mano nera. Ecco cosa
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senza fretta. A volte nella toilette dei Deux Magots
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e mamma legassimo bene nella distanza, trasformando la mia
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di sacrificio. Quando entrammo nella casa di rue des
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Quel giorno lo feci nella mia cameretta, le chiesi
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nel portafogli. ¶ E poi nella mia vita c’era
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ogni volta, e sperava nella mia risposta affermativa. ¶ – Oui
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seno, guardandola e inscenando nella mia testa suoi tradimenti
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Secondo Marie mi trovavo nella curva amorosa che struttura
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che struttura un legame nella vera complicità. Quella che
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di sentirsi combattuta: eravamo nella terra del capitalismo, ma
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tavolino la guardavo muoversi nella pista minuscola. L’atmosfera
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di Emmanuel, sarebbe entrato nella società del maquillage con
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io provai sollievo solo nella periferia di Belleville, ferita
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i miei ventitré anni nella Spalding e in due
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papà che avevo trovato nella casa del Marais. Caddi
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la stufa a carbone, nella mia c’erano la
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negritudine in lei e nella ragazza che venne dopo
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il blu e infilai nella tasca interna Lo straniero
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stato di nuovo invisibile nella Parigi della consistenza. ¶ La
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perché me la restituisse. ¶ Nella prima settimana fotocopiai cinque
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che preservava la fiducia nella donna. I francesi la
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identità. Qui potevo farcela: nella città dell’imbrunire, e
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Gli somigli. ¶ Gli assomigliavo nella costituzione fisica e in
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sudicia. La differenza stava nella musica. Ogni volta che
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umanità che avevo sfiorato nella Parigi di Belleville. Facce
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e quando ci chiudemmo nella stanza dei faldoni me
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la forza dell’addio. Nella settimana che venne Frida
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dolore all’anca accusato nella tappa precedente alle Azzorre
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scegliemmo un altro locale nella strada parallela. Fu lì
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Il tennis era finito nella tomba con papà. Ero
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d’avvocato, l’indignazione nella difesa e la potenza
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Non la prendemmo, camminammo nella mia passeggiata meneghina: corso
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e infilai la mano nella tasca esterna che mi
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con il numero trovato nella scheda della biblioteca. Prima
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da avvocato. Poi andò nella sua valigia e prese
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tenne sveglio. La vedevo nella penombra, era supina e
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un parco Sempione calato nella nebbia. Rimanemmo nella foschia
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calato nella nebbia. Rimanemmo nella foschia anche quando si
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retro, poi lo accompagnò nella stanzetta chiusa. Lorenzo bussò
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e accelerava, una freccia nella notte dei Navigli. ¶ Grand
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due promesse. ¶ Ci vediamo nella Parigi natalizia. ¶ M. ¶ Invece
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e i fiori confusi nella notte. Marika venne da
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vidi, bianco e sottovuoto, nella sua seconda vita di
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rossa di Giorgio. Consumammo nella sua macchina e io
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ne avevamo parlato passeggiando nella nebbia di Sempione: in
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o diventare se stessi nella brutalità. Avevo scelto una
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un fusto di Moretti nella stanzetta dell’osteria, Joyeux
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ça. Poi mi buttai nella mischia, visto che Giorgio
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cortile, – Allora festeggiamo – rovistò nella borsa e tirò fuori
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cena. ¶ Prima di infilarmi nella stazione di place de
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menopausa, – E adesso vai nella tua Parigi. ¶ Mi vestii
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foglio A4, lo infilai nella Olivetti. Scrissi la mia
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Poi Giorgio mi chiamò nella stanzetta dei fusti: c
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gli angoli, lo arrotolai nella tasca dietro. Proseguii in
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Il lunedì successivo andai nella libreria di Porta Romana
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breve mi avrebbe invitato nella sua casa di Siracusa
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piede nel territorio proibito. ¶ Nella mia prima lezione al
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un fine settimana lungo nella sua casa a Siracusa
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racconti degli altri e nella solitudine del padre. ¶ – Capii
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Il sedere era compatto nella sua generosità, gli anni
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sistemato nello zaino, avvolto nella coperta a scacchi che
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angolo racchiuso dalle siepi, nella terra dove Palmiro aveva
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lo era, trovarlo dritto nella sua rotta, e lo
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entrambi confusi. Ci infiliamo nella doccia e ci laviamo
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persone. Anna si aggirò nella stanza degli ordini e
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letture che aveva stipato nella mia testa. Pour les
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era fregato da solo nella sua Fortezza. Era una
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Sapeva sorridere e rimanere nella cordialità con uno zampino
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ordinò di prenderla, così, nella notte in cui l
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Firenze e Roma.Viveva nella Capitale. Ci riavvicinammo male
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quando vede la mamma nella cassa da morto: le
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la fissavo mentre dormiva, nella penombra aveva una forma
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confidavo che vedevo mamma nella bara come Vardaman e
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in bionde, ambrate e nella Guinness che piaceva tanto
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con l’insegnamento, sempre nella ricerca spasmodica di un
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ruttare e lo rimetteva nella culla. Una mattina la
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spasmi all’addome entrò nella struttura adibita per il
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potente. ¶ Il funerale fu nella chiesa di Saint-Vincent
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ancora, poi lo riportai nella culla e gli suggerii