Paolo Cognetti, Il ragazzo selvatico, 2013

genziane ¶ sopite – ¶ Io sognai nella neve di un’immensa

esperienza e renderne conto nella mia narrazione”. ¶ Io non

trovai il posto giusto nella valle accanto a quella

la porta ed entrai nella mia nuova casa. ¶ Primavera

ferro smaltato. Sul soffitto, nella mansarda in cui dormivo

insetto”, c’era scritto, “nella terra intrisa d’acqua

ogni pendio, penetrare fin nella più piccola gola. Come

incurvava verso nord affondai nella neve fino all’anca

lavorata in burro. Ora nella mia cantina non avevo

coperti di germogli affondavano nella neve, e mi sembrava

intorno vidi un uccellino nella neve. Faticava a muoversi

a sbattere le ali nella mia mano, poi si

larice caduto, dove magari, nella notte, sarebbe diventato il

mi ritrovavo a svegliarmi nella notte con i sensi

cullavano fino al sonno. ¶ Nella baita precipitai di nuovo

sentire l’acqua scorrere nella fontana. Il vento che

di una montagna, lì nella zona, che una volta

quando se ne stanno nella loro stanza. Un uomo

forti nel corpo e nella mente, possiamo essere accolti

il cambiamento più grande, nella mia vita quotidiana, fu

di ricondurre le bestie nella stalla. Allora, richiamati dal

Dopo quasi due mesi nella baita, insieme alla primavera

di mercato, non era nella media di niente. Un

a chiudere una nicchia nella pietra. I piatti di

delle mucche che ruminavano nella stalla. ¶ Mi accorsi anche

si andava a piedi nella valle accanto, che osservavo

pochi balzi eleganti sparirono nella pietraia. ¶ Continuai a salire

alto, nel vento e nella luce abbagliante. Il branco

adagiato in una cengia nella posa solenne del capo

frana gli scarponi affondavano nella terra molle: una pasta

un gruppo di ruderi nella speranza di trovare riparo

trascinava in estenuanti cavalcate nella neve fresca, lontano da

muoversi intorno a me nella baita. Forse il fantasma

ghiaccio: la grandine che nella notte si era accumulata

atleta che si allenava nella corsa in montagna: la

era ancora un sogno nella testa di Davide e

nevicata, suonare la campana nella nebbia, tenere la stufa

avevo pescato poche volte nella vita, però forse anche

battuta di pesca, e nella corsa di ritorno elencai

dissi io, convinto che nella quota elettiva fosse fondato

acqua ¶ giù dai nevai nella notte. ¶ Tu stendi una

risalire indovinando la via, nella speranza che dall’altra

casa svuotai lo zaino nella lavatrice: avevo messo e

notturna, sentivo che lì nella baita, di me, non

e mirtilli da mettere nella grappa. Il sottobosco adesso

incubazione, fosse finalmente entrata nella stagione del raccolto. Allora

che ci lasciamo indietro nella vita, e basta poco

camino, o una nicchia nella parete, o l’arco

mia sorella o me nella sua stanza quando i

era che ¶ un ospite nella mia casa, la sua

scodella che i cani, nella notte, avevano ripulito dagli

a scrutare le vallate, nella posa dello stambecco. Averlo

sera un po’ prima. Nella brina sul prato di

gli affondò i denti nella spalla. Lucky mugolò di

ferite. Aveva un buco nella coscia che sanguinava. Avrai

Ho incartato quattro patate nella stagnola e le ho

infilato i piedi sotto. ¶ Nella notte devo aver sognato

la bocca, si rotolava nella neve fresca. Forse sei

che mi teneva compagnia. Nella notte aveva esplorato il

altro si sarebbe spostato nella sua casa d’inverno