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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Matilde Serao, Lettere d'una viaggiatrice, 1908

concordanze di «nelle»

nautoretestoannoconcordanza
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1908
degli uomini, sparsa dovunque, nelle memorie immote e nel
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poco di noi muoia nelle stesse vie, nelle stesse
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muoia nelle stesse vie, nelle stesse case, nelle stesse
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vie, nelle stesse case, nelle stesse camere, fra le
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una notte romana, errando nelle lontane piazze bagnate e
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beltà moderna di Roma, nelle sue strane mescolanze col
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reconditi e più inafferrabili, nelle sue manifestazioni più aristocratiche
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quei viali di busso, nelle piccole case ove giovani
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dieci anni, il mondo, nelle sue parti più singolarmente
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di questo, che è nelle ombre di un parco
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e di argento: e nelle stanze, nel cortile, nella
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per le vie deserte; nelle strade, ogni tanto, qualche
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una tristezza quasi tragica nelle piazze larghissime, ove niuno
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monumenti che niuno guarda, nelle chiese che nessuno frequenta
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e le violette seminascoste nelle pelliccia di lontra, e
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nella bellezza e diminuita nelle loro meschine lotte? Ma
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fantasmi? Pensate voi che nelle vie, nelle case, sui
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voi che nelle vie, nelle case, sui ponti, sotto
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aleggiano, incerte, nei musei, nelle chiese, nelle vie, nei
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nei musei, nelle chiese, nelle vie, nei palazzi, che
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fare, di sè stessa, nelle crisi d’indifferenza: sacrileghi
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averla amata, amata, sì, nelle memorie più floride, per
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venne dagli uomini, cioè nelle opere imperiture e nella
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in un’ora mattinale, nelle chiese sonore e deserte
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pente se ha colpito, nelle sue ore di iracondia
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questa veranda si bagnano nelle acque oscure, ove le
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innanzi ai nostri occhi, nelle gondole, la mia speranza
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scorgere, per un istante, nelle sue linee delicate: un
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consiste solo nella volontà, nelle azioni, nelle opere, nei
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nella volontà, nelle azioni, nelle opere, nei fatti, ma
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ora e di luce, nelle albe fresche e nei
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e nei crepuscoli caldi, nelle giornate plumbee e basse
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lì, innanzi a voi, nelle sue parvenze nobili e
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e sobrie o sfolgoreggianti nelle chiare vesti da festa
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pertanto, eguale alla nostra, nelle nostre migliori manifestazioni di
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date, fittissime, le une nelle altre, alcune antichissime, cancellate
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non hanno mai comperato, nelle loro peregrinazioni, una guida
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una voce bassa, modulata nelle tonalità più commoventi, che
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di primavera, fu colà, nelle penombre affumicate della stazione
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bianco, che portavano viole nelle mani e sul petto
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più forte, più insistente, nelle strade, nelle case. Chiudete
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più insistente, nelle strade, nelle case. Chiudete le imposte
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imposte socchiuse, entra, anche nelle ore pomeridiane, un raggio
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bianca delle lampade elettriche, nelle piazze che sembrano dei
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tutto il sole entra nelle case, e su questi
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novella primavera nello spirito, nelle vesti, nella cortesia, poichè
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di velo, le donne, nelle tinte identiche ai fiori
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destrezza, non sulla faccia, nelle mani, in grembo: ma
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vestito di fantasia, tenendo nelle mani il fatale cofanetto
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l’hanno conosciuta, altrove, nelle sue grandi peregrinazioni, all
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da sé, solo, solo, nelle sale da giuoco. ¶ IL
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dove, sui volti e nelle persone, nelle parole e
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volti e nelle persone, nelle parole e negli atti
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così complesso, così attraente nelle sue mille forme, così
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mille forme, così affascinante nelle sue forme belle, così
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forme belle, così curioso nelle sue forme grottesce, così
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forme grottesce, così divertente nelle sue forme orribili. La
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air, e circolando sovranamente nelle sale; e la sposina
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anelli, da smagliare: e nelle mani, strette, nascoste, coperte
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camminano, ondulando sui fianchi, nelle loro vesti molli e
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soave, dalla tiepida Nizza nelle più molli e più
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voluto essere ella stessa, nelle immutabili vesti nere, nel
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nel più perfetto incognito, nelle sue dimore in paesi
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un tempo, quando attraversava, nelle vesti bianche e lievi
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nel mondo tutta chiusa nelle memorie, tutta assorta nel
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dolore massimo ha purificato nelle più belle altitudini morali
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grappoli di uva vanno nelle mani degli estremi racimolatori
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numero! Addio, fiori olezzanti nelle sere di primavera: per
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si reca, a piedi, nelle grandi officine dei sobborghi
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settembre.... ¶ Sì, ogni tanto nelle rapide fughe in carrozza
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dominio, il Boul’Mich, nelle cui birrarie, alla sera
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entra nei caffè, entra nelle grandi trattorie, e nelle
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nelle grandi trattorie, e nelle piccole, appare a tutte
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Questa esposizione che sembra, nelle sue forme ed è
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che tale vista induceva nelle persone più fredde e
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delle primizie: non avventurarsi nelle pietanze ignote. Combattere infine
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di buona reputazione, sparsi nelle vie più centrali, dove
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discorso, e ritornare periodicamente, nelle chiacchiere della mattina e
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un vero bosco, ove, nelle ore successive, mutano gli
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delicate figure di donne, nelle mille delicatissime manifestazioni della
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sia intatta, sia incolume, nelle sue espressioni collettive: se
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il carattere schiettamente inglese, nelle loro vesti tailleur, dalle
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tremante di freddo, portando nelle manine illividite un mazzolino
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immergeranno i vostri passi nelle peregrinazioni poetiche e donde
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di Pont Saint-Martin, nelle ombre della sera, in
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montagna che vi prende nelle sue braccia gelide, che
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la montagna vi dà, nelle negre fantasime delle prime
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scalette di legno, entrate nelle piccole stanze e, subito
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passi per le scale, nelle stanze, talvolta, sono passi
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spirito, degno di vivere nelle altitudini e di amarle
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alla casa poi, su, nelle piccole stanze, a far
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passeggiatina intorno al villaggio, nelle prime ombre della notte
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cittadine, sia solamente grossolana nelle sue marce forzate, nel
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seducente di glaciale tristezza, nelle fredde brume: resta come
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piacerà più tardi, evocandola nelle scialbe e monotone giornate
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l’arte hanno impresso nelle menti di quanti amano
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Laggiù, prima di partire, nelle praterie, intorno a Verrès
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mille ottocento metri, Ayas, nelle albe domenicali, chiama i
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cima fredda e sinistra nelle ombre notturne, ma così
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arco immenso di macigni, nelle viscere della terra. Colà
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anima, più tardi, lontano, nelle ore solinghe. La vera
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la montagna s’infiammi nelle sue nevi eterne, o
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mortale. È più alto, nelle ombre: sale nel cielo
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porta della sua casetta, nelle sere di estate, quando
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passata all’aperto, avvolti nelle coperte, sopra una roccia
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erano fuori di casa, nelle viottole. E lo lasciammo
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a cui appartengono. Massime nelle piccolissime frazioni di villaggio
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pellegrini, di poveretti, vagolanti nelle tetre ombre notturne, dispersi
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vi si fa colezione, nelle due vaste stanze da
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nei mesi più duri, nelle giornate più corte, con
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o a cavallo, passando nelle altre valli alpine italiane
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Francia, in Isvizzera, o nelle valli lontane d’Italia
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avrà l’aspetto desolato, nelle notti fosche: quando, infine
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alpigiani scenderanno a dormire nelle stalle, divisi dagli animali
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chiusi e talvolta bloccati, nelle case di legno, innanzi