Enzo Striano, Il resto di niente, 1986

vie’, da San Michele?2 No, amore mio, queste nun

il militare. «Chisto è ’no viaggio ’nfame.» ¶ Questa, dunque

borbottava vovó. ¶ «Avita porta’ ’no cuofano de pazienza. A

dire “accidenti, ma guarda!”, “’no cuofano”, cioè “assai, in

è miso sì o no l’unguento de la

neri, ricci. Il resto no. Non era soddisfatta di

donne che mia madre. No, non è necessario. Così

non fatevi pregare.» ¶ «Ma no» gli rispose, con durezza

Quelle con accenni amorosi no, no e no. Mai

con accenni amorosi no, no e no. Mai lì

amorosi no, no e no. Mai lì dentro. Neppure

puro spirito, sì o no? Non è lo stesso

loro!» ¶ «E i preti no?» chiese allegramente Guidi. Intervenne

severo verso voi stesso». ¶ «No, Lenòr. Se così fosse

vende il pesce...» ¶ «Ma no!» ¶ «Dicono. Io non l

nel Pallonetto, Sanges disse no. ¶ «Non sopportano intrusioni.» ¶ «Ma

sostengono, lugubri, crudeli.» ¶ «Tu no» disse lei, scotendo il

già iniziato: «Certo che no, perdio! Io farei il

non gioco più. Tenete ’no mazzo!».1 ¶ Galiani osservò, freddamente

sta faccia!» ¶ «Questo è ’no paese de merda» rispose

parole; in napoletano “tenere ’no mazzo” può significare “avere

faceva “Sì, sì”, oppure “No”, col capo, senza mai

tuonò di sdegno: «Oh no, che dite! Le religioni

mi sbaglio?» ¶ «Credo di no, purtroppo» sospirò. ¶ «Ah, beh

non va bene. Proprio no.» ¶ 3 ¶ «Per me neppure» concluse

a pensarci bene. Oh no, per carità! Guarda giù

mai né sì né no, lasciandogli tuttavia immaginare che

poesia saccio, la diceva ’no viecchio de Persano. Siente

sera in Laterano? Oh no. Era sicura di no

no. Era sicura di no. Anche a Napoli ne

volete la Repubblica?». ¶ «Ma no. Ho detto: se si

difficili. Lei s’irrigidì. No, no e poi no

Lei s’irrigidì. No, no e poi no. S

No, no e poi no. S’opponeva come bambina

piombandola in vergognosa angoscia. ¶ «No. Ah no! Não! Deixe

vergognosa angoscia. ¶ «No. Ah no! Não! Deixe-me, lasciami

Corte!» ¶ «E di’ di no! Perché mai i ducati

porto lo perettiello annevato?» ¶ «No, Vosti’. ’Na giarra d

a Palazzo...» ¶ «Questo poi no, signora. Non posso permettervelo

ne va padre Caracciolo.» «No, quello è furbo. È

veniva? Cos’era? Religione no. Ormai... Etica, allora? E

solo guai.» ¶ «Sambuca è ’no fesso. Un uomo di

guerra de Masaniello?» ¶ «Perché no? I lazzari li conosco

il re. Ferdinando è ’no turzo, ma in quanto

miei versi fanno schifo, no?» ¶ «Non essere sciocca, Lenòr

si poteva cucinare? Pesci no, sotto le feste salivano

sarebbe stato meglio di no. Sorrise, mormorando quietamente: «Cerco

aria disperata, esclamò: «Ma no. Non è che mi

ragione. Io me so’ ’no poco fatto de vino

sbracata, sfatta. ¶ «Tane’, porta ’no braciere» ordinò Tria. Sorrise

della sposa. ¶ «Meu Deus, no. Che vergogna!» ¶ «Non è

piace di più.» ¶ «Oh no» rise lui. «È più

Corte. Tu sai giocare? No? Ti imparo io. ’Nce

emettendo mugolii di sofferenza. ¶ “No. No. Ti prego, amore

mugolii di sofferenza. ¶ “No. No. Ti prego, amore mio

quattro steariche. Fiori, oh no, riuscirò appena a pagare

medicina?» ¶ Lui accennava di no. O piombava in sonno

ebbe una crisi, urlò: «No, no, no!» per un

una crisi, urlò: «No, no, no!» per un intero

crisi, urlò: «No, no, no!» per un intero pomeriggio

mandavano buon odore. ¶ «Eh no!» disse, con energia. Colmò

sarebbe scesa dopo, forse no: c’era pasta avanzata

persone care segna, come no. Ti cancella per sempre

lo sai fa’?» ¶ «’Gnora no. Nuie tenimmo lo saccone

la ragazza, con naturalezza. «No ancora. Non tengo li

non se levano. Se no, sai da quando avevo

vuoi dire? Poesie “schifose” no.» ¶ «Mon Dieu!» ridacchiò in

sì. A le vote no. Ma tu, signo’, veramente

pazienza per farle dichiarare: «No. Quelle cose llà no

No. Quelle cose llà no. Io me so’ fatta

me so’ fatta zoccola, no femmena perduta». ¶ Non volle

Per quest’altre cose no: ti vedono, sei un

queste linee e, se no, ammonirli, contrastarli. Come sta

ci vorrà per cambiarla?» ¶ «No che non mi piace

voi in quegli anni. No ghe xe nula che

Ho visto done che no le val la metà

su sé ogni desiderio. No, lasséme far. Da quanto

Casanova è vostro conterraneo, no?» ¶ Lui rise. Le afferrò

chi vi dice di no, Lenòr? Non sono però

lui cercò di baciarla. ¶ «No, per carità. C’è

Chisto è peggio de ’no Napolitano» osserva Ruvo, ridendo

Sior sì. Ma che no se trati de una

est constitué en Assemblée. No, questo è più vecchio

avviso: sapete che diceva?» ¶ «No di certo.» ¶ «Oi ne

uomo fece cenno di no. ¶ «Don Ca’. Accossì non

cercasse di difenderla. ¶ «Damme ’no calle, damme due calli

calle, damme due calli... ’No grano, signora bella. ’Nce

a Napoli?» ¶ «Una repubblica? No.» ¶ «Perché no?» ¶ «Perché non

Una repubblica? No.» ¶ «Perché no?» ¶ «Perché non ci sarebbero

lo friddo se ’nfracedaie ’no dito de’ sto piede

verde: “‘E ditto ammennole! ’No bello fetente lo nonno

uccidono li purpe? Co’ ’no muorzo ’ncapo”.» ¶ «E tu

ssacche! V’avimma da’ ’no cuofano di denari arretrati

ave’ la pelle de ’no lupo che ho ammazzato

d’igiene» rispose, testarda. ¶ «No» sorrise lui. «È proprio

hai colpe.» ¶ «Io forse no, ma Ferdinando, Maria Carolina

comporre, magari versi, perché no. S’arresta, perplessa, quasi

mia pessima interpretazione.» ¶ «Ma no, Ignazio. M’avete fatto

rose gialle sulla falda. ¶ «No bisciù» dice la cuffiara

alle Tuileries, meu Deus no, guai a chiamarla così

morto. L’epicureismo.» ¶ «Oh no!» ribatte, sbalzata a ricordi

il peso dell’età? No, è proprio Pulcinella che

Se lo desideri, come no.» ¶ Prepara il caffè, lo

altro poco di caffè?» ¶ «No, grazie, basta. Se no

No, grazie, basta. Se no, poi non dormo.» ¶ Sta

venuti ad arrestarla. ¶ «Ma no» insiste Gennaro, cingendola alle

immaginarsela. Come Castelnuovo? Oh no: il Maschio Angioino è

Da tata nuosto. La no’, non lo sai che

accidere lo re?». ¶ «Ma no!» ride Gennaro. ¶ Scuote il

procede. «Nuie avimma fa’ ’no munno cchiù meglio. Più

marito e moglie o no?». ¶ Lei si turba. ¶ «E

Tu e isso siete ’no poco eguali. Ma isso

la mazza e tu no. De la bandiera, signo

si irrita. ¶ «Perché se no vivi come una capra

mormora Graziella, seria. ¶ «Io no, ma gli altri sì

stai accorta, sì o no? Tenesse qualche commare?». ¶ Lei

e a scrivere. Se no, come comunichi le idee

cavalieri, preti e, perché no, giacobini. Qua l’ignoranza

re gli ha detto no. Per ordine di Nelson

torna come prima.» ¶ «Eh no! A Napoli si sarà

tono un po’ risentito. ¶ «No, no. Fa freddo, t

un po’ risentito. ¶ «No, no. Fa freddo, t’ammaleresti

Quando torno. Resto, come no. Avrò tanto da dirti

pazzarìe! Lo sai o no che se qualcuno ti

Brontola con durezza: «Io no. Io co’ li Frangise

la morra, signo’? È no juoco ca se fa

anche gli abiti. Oh no. Prova sensazione molto dolorosa

Vo’ veni’, sì o no?» ¶ Gennaro ricompare la mattina

è ospitalità degna de ’no rre» ride, estasiato. È

chiude gli occhi. ¶ «Oh no, no!» singhiozza, Gennaro se

gli occhi. ¶ «Oh no, no!» singhiozza, Gennaro se la

via» dice Gennaro. «Andiamo.» ¶ «No. Debbo vedere, no?» gli

Andiamo.» ¶ «No. Debbo vedere, no?» gli risponde, con curiosa

lei. «Perché noi ancora no? Cosa aspettano? È giusto

di volta il cervello?» ¶ «No. Ma nella sostanza è

sentire, anzi, meglio di no. In quel “secondo trapasso

a stendersi sulla panca. No. Non può andare avanti

Te vuo’ sósere o no? Aggia chiama’ lo gendarme

sciocca, ipocrita premura. ¶ «Yo no soy culpable de nada

con durezza. ¶ «Signo’, tengo ’no mandato.» ¶ Squadernò il gran

mucchio di carte. ¶ «Piglia ’no lenzuolo» ordinò il vecchio

intimò l’uomo. «Se no mi porto pure a

allora lo re è ’no strunzo, si se piglia

favore, rispondete sì o no.» ¶ «Sì» balbettò, scontenta, vuota

narice. ¶ Batticuore, vergogna ansante: «No, no!». ¶ «Allora, perché tenevate

Batticuore, vergogna ansante: «No, no!». ¶ «Allora, perché tenevate l

club? C’erano, o no, quei libri in casa

dispiaciuto, faceva segno di no. ¶ «Qualche cosa sarà successa

Zoccola, statte zitta! Se no vai dinto a lo

il lazzaro. Strilla: «Menie’! ’No sorso d’acqua». ¶ Un

de casa dint’a ’no palazzo, tieni criate e

al corrente, sì o no, di quanto è avvenuto

è venuta l’artrite?», «No, io no. Tanta umidità

l’artrite?», «No, io no. Tanta umidità nella Vicarìa

Ci vogliamo ricordare o no del punto sette? Senza

Ma ho detto o no che chiunque voleva ci

anche loro, sì o no, che tutto questo durerà

conoscere te, tu lui no. Per definizione. Filosofica. Beati

più. Forse un disegno? No, prende spazio. Quante pagine

i preti? E perché no? Anzi, anzi: non sarebbe

aggia ’mpara’ bbuono. È ’no poco difficile.» ¶ «E adesso

che si meritano.» ¶ «Ma no» fa Gennaro. «Ci penserà

dai ’na prùbbica”, ”Monzù, ’no poco de chillo vino

di Ferdinando. “Chillo è ’no viecchio muollo muollo. Lo

arrivato lo Frangese, ¶ co’ ’no mazzo de carte ’mmano

chi partecipava e chi no. ¶ Le “parenti” restavano zitte

chi voleva seguire, chi no. Voci gridarono: «Jenna’, te

lavoro politico, sì o no?» ¶ Scuote il capo, sempre

voi se pubblicare o no». ¶ V’è scritto che

Donna Liono’, lasciate sta’.» ¶ «’No momento momento. Purtroppo sono

mio pensiero. Pulcinella è ’no povero ddio. Un uomo

non si possono dire. ¶ «No, no» s’impunta. «Non

si possono dire. ¶ «No, no» s’impunta. «Non per

Ci avrà provato, come no, caro Ciaia. Sono gl

occhio severo, incredulo. ¶ «Ma no! Abbiamo combattuto per ben

di Tanzlied, ballata, si no voi non capire. Die

iniziato l’attacco?» ¶ «Oh no» fa lui, ripigliando per

miracolo regalato a Championnet. No. Devo parlarvi d’altro

dentro. Non è giusto, no. Paghiamo tutti. ¶ «Avete fatto

stizza, confusione, fastidio. ¶ «Eh no, Luigi! Devo pensare che

di Lauberg. E come no! I fuggiaschi, terrorizzati, avevan

era ancora scritto. Ora no. Mo’ non c’è

piccolo momento di debolezza.» ¶ «No, no. Niente debolezze» sorride

momento di debolezza.» ¶ «No, no. Niente debolezze» sorride. «Sono

hai? Ti senti male?» ¶ «No. Ma penso che la

guizzi di piacere? Oh no, solo per accontentarlo. Espiazione

di natura, animali, persone. ¶ «No, Luigi. Io non sento

Vomero.» ¶ «A Sant’Elmo?» ¶ «No. Se potessimo, dal Vomero

ed osiamo per Chiaia. No, no, aspetta.» ¶ Corre verso

osiamo per Chiaia. No, no, aspetta.» ¶ Corre verso il

torna, trafelato. ¶ «Di qua no. Sento voci. Niente scelta

alza dalla sedia. ¶ «Oh no. Ve ne prego. Restate

divertendosi a scompigliarlo. ¶ «Oh no. Molto più tardi» balbetta

uccida per decapitazione. Oh, no, non per stupido orgoglio

c’aggio da ’mpennere ’no monsignore!» ¶ Altra ilarità, movimento