Vittorio Alfieri, Maria Stuarda, 1788

qui d'imenèo per noi, ¶ e mi avvedeva io

privati vostri ¶ sdegni; a noi tutti alto periglio è

entrambi i regni, a noi non meno ¶ caro, che

brama; ¶ e che fra noi segua il divorzio, teme

posta: ¶ già non siam noi persecutori: pace ¶ noi sol

siam noi persecutori: pace ¶ noi sol vogliamo, e libertà

un turbin veggio, ¶ che noi minaccia, e che piombar

Scotti, il siam pur noi; di Roma, ¶ di rie

Arrigo ¶ Pari è fra noi la sorte? ¶ Maria ¶ Ah

non tu? ¶ Arrigo ¶ Di noi chi 'l voglia, e

che a niun di noi ne tocchi il danno

il so, cui fra noi giova ¶ il mantener la

havvi simìle. ¶ Ormondo ¶ A noi son note ¶ tue vicende

eterno, e tale in noi lasciò la ispana ¶ devota

vuol pria ¶ ciascun di noi, che all'abborrita cruda

pensi. ¶ Più che a noi tutti, a te dovria

Messo di pace a noi non viene Ormondo; ¶ e

pria che salda ¶ fra noi concordia si rinnovi, ascolto

rinnovi, ascolto... ¶ Arrigo ¶ Fra noi concordia? Sempiterna io giuro

io giuro ¶ inimistà fra noi: schiudi i tuoi sensi

Quanto importasse il vigilar noi sempre ¶ sovra Arrigo, e

tutto ¶ non sia fra noi chiaro e quieto, io