Vittorio Alfieri, Oreste, 1782

terribil ombra ¶ sorge a noi contro, e te respinge

ci sta, nol potrem noi: ch'ella s'uccida

mai non sarà con noi: tu fra 'l sospetto

rio timore entrambi, ¶ trarrem noi sempre incerta orrida vita

lui ¶ l'odio per noi cresce cogli anni; ei

insidiare Oreste ¶ cessa: da noi lontano, esule ei viva

tutto ignoti; è in noi sembianza ¶ di stranieri: d

morte il sol nomarla noi. ¶ Sai, che in tutt

disparte. ¶ Oreste ¶ Ella ver noi si avanza. ¶ SCENA II

Stranieri, è ver, siam noi; d'alta novella ¶ qui

sete? ¶ Pilade ¶ Greci pur noi: di Creta ora sciogliemmo

nati, ¶ insieme almen piangerem noi. Fia vero ¶ ciò ch

avremmo anche pur troppo noi. — ¶ Di terror piena, e

vendetta; ¶ quella che a noi natura non concede. ¶ Ma

il rieder suo. — ¶ Ma noi qui assai parlammo: io

il nostro ardir; stranieri noi, tropp'oltre ¶ veniamo or

tolga il ciel, che noi... ¶ Oreste ¶ Assai t'inganni

fin... ¶ Oreste ¶ Regina, arrechiam noi la morte... ¶ Clitennestra ¶ Di

cospetto, che odiosi troppo ¶ noi le siam fatti omai

si esponga appien da noi. ¶ Oreste ¶ Godranne Egisto. ¶ Pilade

no, ma a morir noi, venimmo. ¶ Altro non dico

m'abborriva Oreste. ¶ Pilade ¶ Noi siam del padre messaggeri

altrove porta. ¶ Ciascun di noi, se morir dessi, è

abbracciar tal madre ¶ da noi si debbe. ¶ Clitennestra ¶ Oh

prendi. ¶ Pilade ¶ Odimi. — A noi non lice in questa

è fuor di sé... Noi sempre, ¶ Pilade, al fianco