Vittorio Alfieri, Virginia, 1783

qual vogli, apprendi, ¶ che noi siam plebe, e d

plebe non son; per noi, che mani ¶ abbiamo, e

vonno, pria che con noi goder divisa ¶ la dolce

è di schiavo in noi. — ¶ Per me fia chiaro

ed ai nemici più. Noi siam di plebe, ¶ e

fatta ci viene: a noi, fin ch'io respiro

è tolta? ¶ Popolo ¶ Per noi, pe' figli, o libertade

voi nemico, ¶ come di noi. Distrugger prima i padri

è sua rabbia in noi. Fidar vi piacque ¶ in

della donzella? ¶ Popolo ¶ Mallevador noi tutti. ¶ Icilio ¶ Ed io

qui tutti, ¶ certi di noi, di nostre spose, o

Dio di Roma ¶ a noi ti mena. Il tuo

dimmi: ¶ a che siam noi? ¶ Icilio ¶ Lo stesso suol

dolci nomi, or di noi schiavi in bocca, ¶ mal

chi salva Roma? ¶ Icilio ¶ Noi: ¶ vivi, col brando; o

in cui dobbiam militar noi; cercarvi ¶ onore, o morte

eran di vivere tra noi. — ¶ Ma ad abbracciar le

plebe, il cielo, ¶ e noi: se invan; se non

che di perir con noi,... tremando io il dico

dicon tacendo,... ¶ tu con noi perirai. Tua nobil destra

fortemente esprimi; ¶ degno di noi; simìle, e pari, al

tempi ne vietano. Fra noi ¶ d'amor paterno e

e nostri, non terrem noi mai ¶ fra le tremule

altro pianto, ¶ se avessimo noi figli: a fero passo

in Roma forse; ¶ ma noi bastiam soli a dar

omai romano troppo. ¶ A noi che giova or l

esortarci a morte? ¶ Traligniam noi dagli avi? — Infra poch

morir dessi, il saprem noi. Ma intanto ¶ torna, o

orribili disegni. ¶ Chiama tiranni noi; ma in seno ei

magistrati fatti ¶ tremendi a noi, più che i nemici

io mai... ¶ Numitoria ¶ Di noi stimavi ¶ far gioco: oh

te, concedi. — ¶ Ove per noi cadano infranti i ceppi

ardisci ¶ dissimular così? Con noi nel foro ¶ venìa securo

o padri, oggi da noi ¶ imparatelo... Oh duri!... ognun