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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Italo Calvino, Fiabe italiane, 1956

concordanze di «non»

nautoretestoannoconcordanza
1
1956
niente da fare! ¶ – Ma non lo sa vossignoria che
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1956
di per sé, e non ama né lusso né
3
1956
torceva la bocca, e non c’era verso di
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1956
un suo nipote che non vedeva mai. – Pippinu, – gli
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1956
la Principessa. ¶ – Oh, zio, non sapevo che vi foste
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1956
che vi foste sposato! ¶ – Non lo sapevi? Ora lo
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1956
ho avuto!» Ma ormai non c’era niente da
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1956
l’ho persa e non riesco ad aprire. ¶ In
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1956
aprire. ¶ In men che non si dica ebbe una
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1956
Principe: – E com’è? Non era questa la mia
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1956
cerca vostra Eccellenza? Perché non entra? ¶ – E sarebbe questa
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1956
ma così bella come non se n’erano mai
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1956
tuoni, vento; il Re non trova altro riparo che
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1956
può dare Sua Maestà non è certo quella che
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1956
dà un dolore che non posso dirti. ¶ Il Re
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1956
moglie come la mia, non la può aver nessuno
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1956
conversazione con vostra moglie. ¶ – Non può essere, – rispose il
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1956
essere, – rispose il Re, – non può essere! ¶ – Scommettiamo? – insistette
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1956
Passavano i giorni e non era riuscito neanche a
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1956
Lui le disse: – Vattene, non mi seccare! ¶ – Cos’ha
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1956
dica, signore, chissà che non la possa aiutare… ¶ Allora
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1956
orecchio: – Figlia mia, tu non mi conosci, ma io
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1956
poche cose. ¶ La Regina non conosceva la sua parentela
24
1956
come la Regina era, non stette più nei suoi
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1956
dirvi. È vero o non è vero che vostra
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1956
il Re, – ma questo non significa nulla. Sarete riuscito
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1956
di queste cose, ma non a trattare con lei
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1956
ascoltatemi: è vero o non è vero che vostra
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1956
incontro ridendo. Il Re non l’abbracciò, né le
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1956
apprensione, ma il Re non diceva parola. Arrivati alle
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1956
quante domande le facessero non volle mai raccontare come
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1956
diroccato. La giovane entrò: non c’era anima viva
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1956
prendiamo quel Re che non voleva figlie femmine. Col
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1956
che le era nata non era vero che fosse
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1956
data alla comare e non ne aveva saputo più
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1956
più nulla. Il Re non s’era più potuto
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1956
palazzo senza di lei non ho pace; mi metterò
38
1956
per il mondo, e non farò ritorno finché non
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1956
non farò ritorno finché non avrò trovato sue notizie
40
1956
oliarello disse al fanale: – Non mi conti niente? ¶ – Che
41
1956
era un Re che non volendo più figlie femmine
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1956
la vecchiezza accosta. Perché non prendi moglie? Se noi
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1956
Al figlio questo discorso non suonava. E ripeteva al
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1956
queste parti? ¶ – Oh, se non è che per questo
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1956
è un affar serio: non s’affaccia mai e
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1956
mai e io stesso non l’ho mai veduta
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1956
in bassa fortuna e non si fa mai vedere
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1956
Maestà, se questa faccia non vi piace, nessuna altra
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1956
fidanzata, avendo scoperto di non essere figlio del mercante
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1956
con lui. Tanto, ormai, non ho più nulla da
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1956
inginocchiò ai suoi piedi. – Non sapevo con chi parlavo
52
1956
treccia così bella che non voleva parrucchiere e se
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1956
fatato le Fate, e non posso uscir di qua
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1956
di uomo, finché tu non starai per un anno
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1956
sempre più scura, finché non fu nera come la
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1956
Ppuh! Come sei brutta! Non ti vergogni di farti
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1956
e lei, piangendo, raccontò. ¶ – Non dubitare, – le dissero le
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1956
le dissero le Fate. – Non resterai sempre così, – e
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1956
due palmi. ¶ Il Re non la lasciò neppur finire
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1956
parte tutto impaziente ma non poteva metter piede sul
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1956
col Viatico. Solo lui non ci poteva andare. Si
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1956
lei servitori, ma vedere non poteva vederla, passare sul
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1956
Giovanni, – disse al compare, – non mi dovete dir di
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1956
del raccolto. E, se non vi dispiace, vorrei anche
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1956
le mie molte occupazioni non mi permettono di perder
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1956
vedere questo scialo che non finiva più, cominciò a
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1956
Giovanni cominciò a confondersi: non sapeva più che scusa
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1956
sua fortuna. ¶ Arrivato dove non c’era più niente
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1956
il palazzo? ¶ – Figuriamoci se non mi piace! – disse Don
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1956
roba che Don Giovanni non se l’era nemmeno
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1956
Madamigella vestita di verde non c’era più: era
72
1956
bel palazzo avevate e non ce l’avete mai
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1956
il pescecane. ¶ E se non era la stagione dei
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1956
ma a quell’età non ci fu verso. Dovette
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1956
tirò la rete e non c’era neanche un
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1956
Diventò istruito, crebbe, e non lo chiamavano più Pidduzzu
77
1956
avrebbe sposato Pidduzzu o non si sarebbe sposata mai
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1956
per te e ciò non può essere: bisogna che
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1956
come un figlio. Ma non aver paura, non toglierò
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1956
Ma non aver paura, non toglierò la mia mano
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1956
sapeva che Don Pidduzzu non aveva il becco d
82
1956
giorni il libro, ma non c’era scritto niente
83
1956
Pidduzzu lesse il libro: «Non mangiare niente, prendi la
84
1956
ritorno, mentre navigavano e non vedevano che cielo e
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1956
vita, e Don Pidduzzu non faceva che pensare alla
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1956
testa ai piedi e non trovava medicina per guarirla
87
1956
dalla rogna –. Don Pidduzzu non si contentò della parola
88
1956
a riva; da bordo non avevano portato via niente
89
1956
a trovare Pippina, che non stava più in sé
90
1956
aveva. Per un mese non fecero altro che scaricare
91
1956
sua madre, di cui non sapeva più niente. Poveretti
92
1956
sembra? ¶ – Il Principe? E non lo sapete com’è
93
1956
è pidocchioso? Quello per non spendere un soldo, si
94
1956
padrone, ma vossignoria perché non si sposa? Ormai ha
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1956
il tempo passa e non torna più… ¶ – Ah! Tu
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1956
morto! – fece il Principe. – Non lo sai che per
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1956
fichifiori. ¶ Per i fichifiori non era stagione e il
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1956
quest’epoca, Maestà? ¶ – Io non so d’epoca e
99
1956
so d’epoca e non epoca. Ho detto fichifiori
100
1956
ordine del Re. ¶ – Se non è che questo, – rispose
101
1956
ma per le pere non valeva. ¶ Baldellone fu condannato
102
1956
li rivorranno, ma tu non darli, sai! Allora la
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1956
sarà tolta. ¶ Il Re non volle saper altro. L
104
1956
me ne vado, ma non dubitate che saprò sdebitarmi
105
1956
da allora in poi non ebbe più da temer
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1956
fronte a Pippina. «Se non sapessi che la sorella
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1956
fratello innocente. Ella rispose: – Non pensiamo al passato, andiamo
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1956
s’alzò. La scena non si può descrivere. S
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1956
ogni sorta di libri, non c’era chi le
110
1956
nella sua stanza e non volle più uscire. Mangiava
111
1956
là dentro; per lei non esistevano più né passeggio
112
1956
divertimento. ¶ Il padre, che non vedeva che per gli
113
1956
come un gatto, e non vuole metter fuori neanche
114
1956
figlia mia, visto che non vuoi nessuna distrazione, ho
115
1956
è un carbonaio! – E non fa niente: il carbonaio
116
1956
uguale, ma a chi non le portava la lezione
117
1956
un problema. Il Reuzzo non sapeva rispondere. Pum! Gli
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1956
figlio è sangue reale. ¶ – Non fa niente: è mio
119
1956
lana per i materassi non gli mancava, i canterani
120
1956
Ma il Reuzzo disse: – Non c’è bisogno di
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1956
do un altro! ¶ – Come? Non sei pentita? ¶ – Manco per
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1956
Manco per sogno. ¶ – E non ti vuoi pentire? ¶ – E
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1956
ben levata» alla sposa. ¶ – Non si può entrare, – disse
124
1956
disse il Reuzzo, – Caterina non si sente bene. ¶ Poi
125
1956
a tirarla pei capelli. Non sapendo cosa fare, si
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1956
Don Tommaso! – Don Tommaso non capiva cosa potesse essere
127
1956
io vado a Napoli. Non hai niente da dirmi
128
1956
far visita, se solo non vi scomoda. ¶ – Padrone! – lei
129
1956
Alla Reginella la cosa non garbava, ma lui volle
130
1956
che conoscevo a Napoli? ¶ – Non sapete? Al mondo siamo
131
1956
Reuzzo, quando li vide, non restava che dichiararsi vinto
132
1956
somiglianti, e il Reuzzo non finiva di chiederle perdono
133
1956
parlare ad alta voce. Non vedendolo in casa, si
134
1956
mercanzia che porto stavolta non l’ho comprata. È
135
1956
al bosco. Noi, figli non ne abbiamo: è il
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1956
educarono fino a che non compì vent’anni, e
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1956
qualcosa? Parla. ¶ – No, papà, non voglio né gioielli né
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1956
di questa Reginella e non vedi l’ora d
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1956
Vattene allora! Che io non ti veda più in
140
1956
Che madre e madre! Non sono stata mai tua
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1956
è mia madre, se non voi? ¶ – E chissà mai
142
1956
giovane che per poco non perdette conoscenza. ¶ Il mercante
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1956
quella collera della moglie, non sapeva opporsi. E tutto
144
1956
animo suo, raccontandogli come non poteva tornare dalla fidanzata
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1956
timone. ¶ Che è che non è, appena voltarono il
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1956
casa dalle porte murate. Non mancava loro niente, avevano
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1956
pozzo. E Ninetta disse: – Non vi angustiate, sorelle: calatemi
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1956
contro il povero giardiniere. ¶ – Non so niente, come può
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1956
traveggole, o hai bevuto? ¶ – Non sono né pazza né
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1956
nel mio giardino. ¶ – Io non ho visto niente, Maestà
151
1956
tutte le parti ma non riesce a trovare un
152
1956
d’esser stata scoperta, non si fece calare più
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1956
bella come una fata: non ebbe più pace, cadde
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1956
racconta tutto: che se non si sposa questa ragazza
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1956
si sposa questa ragazza non può trovare pace. Dice
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1956
argento. Rosa e Giovanna non vedevano l’ora che
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1956
ramo di datteri e non pensava a feste né
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1956
Andateci voialtri, che io non ne ho voglia. ¶ – Eh
159
1956
e con la morte non si scherza. ¶ – E io
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1956
venire! – e – No che non ci vengo, – la sera
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1956
po’ t’assomigliava. Se non avessimo saputo che eri
162
1956
ordini! Se domani sera non la seguite fino a
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1956
così via. ¶ Il Reuzzo non se la prendeva, e
164
1956
bella e splendente come non era mai stata. Il
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1956
due sere, alla terza non ci riuscirai. ¶ – Ma cosa
166
1956
si consuma per te. Non credere di sfuggire. ¶ – E
167
1956
del Reuzzo. ¶ – Maestà, io non ho la mia libertà
168
1956
di Re, tanto buona non è»,23 e gli venne
169
1956
una poveretta anch’io, non posso. ¶ – E com’è
170
1956
le domanda la vecchia. ¶ – Non sapete? Sono la Regina
171
1956
la terrete in casa non potrà mai venirvi bene
172
1956
E devi badare che non ci rubino la seta
173
1956
in sogno. – Svergognata! Questo non puoi esser stata che
174
1956
tua Sorte. Vedrai che non lo vorrà, ti farà
175
1956
Francisca, – disse, – a me non la date a bere
176
1956
un bucato così voi non l’avete fatto mai
177
1956
la Gnà Francisca stavolta non comprò solo la farina
178
1956
in tutto il Regno non si trova del gallone
179
1956
oro. Ma l’oro non bastava mai. Riprova con
180
1956
figlia di regnante e non era certo l’educazione
181
1956
della figlia minore che non ne sapevano più poco
182
1956
sta per nascere e non abbiamo il corredo. Vendiamo
183
1956
quattrini li abbiamo; perché non dobbiamo farla fatare? ¶ Per
184
1956
che era una delizia. Non seppe resistere alla gola
185
1956
piangere: la loro bambina non avrebbe più potuto vedere
186
1956
che a casa sua non c’era più un
187
1956
camerieri e servi che non finivano più. Il mercante
188
1956
per sposa. ¶ Baldellone, che non sapeva nemmeno d’avere
189
1956
buona nella nave, e non le fece mai vedere
190
1956
morissi, lo sai che non posso aprire! ¶ – Ah, è
191
1956
stavano insieme. Ma Baldellone non aveva pace: quella traditrice
192
1956
il Re! Che Baldellone non le avrebbe mai perdonato
193
1956
Gli girò intorno, e non aveva porte. Gli girò
194
1956
me pure manca! ¶ Ma non sapevano cosa pensare e
195
1956
essere in sei. ¶ – Ma non dovremmo essere in sette
196
1956
dissero. – Uno di noi non è tornato. ¶ – Qui c
197
1956
c’è qualcosa che non va, – disse uno di
198
1956
vedendo che il compagno non tornava, s’impensierirono e
199
1956
mangiare e da bere non ne mancava mai. ¶ Un
200
1956
a dire: – Ma perché non lo togliamo dal mondo
201
1956
hai messo al mondo, non saresti capace a toglierlo
202
1956
disse al figlio: – Se non ho un po’ di
203
1956
latte della tigre. Stavolta non potrà scampare. ¶ Il figlio
204
1956
scampare. ¶ Il figlio che non sospettava tutti questi tradimenti
205
1956
un diavolo!» ¶ Il brigante non sapeva più cosa pensare
206
1956
maschi. Cadde malato e non poté più lavorare. Spese
207
1956
prendo qualche uccello. ¶ Uccelli non ne vide volare neanche
208
1956
sarto. Prese a dire: – Non si capisce come ha
209
1956
Tornò il sarto e non trovò più il granchio
210
1956
restituirla alla locandiera dicendo: – Non siamo mica ladri, da
211
1956
il fratello minore. – Stanotte non glieli restituiremo più. Così
212
1956
borsa appariva, capì che non era la locandiera, ma
213
1956
danari su danari, ma non gli finivano mai perché
214
1956
guanciale. E la Principessa non riusciva a capire come
215
1956
virtù addosso, per cui non gli finiscono mai i
216
1956
il mondo. Cammina, cammina, non stava più in piedi
217
1956
un asino, – pensò, – almeno non avrò più fame, perché
218
1956
a terra, che fai? Non sei mica un pesce
219
1956
che la poveretta, quando non ne poté più di
220
1956
rana. In terra Cola non ci tornò più e
221
1956
dal Faro, perché lì non era riuscito a trovare
222
1956
acqua dolce. Il Re non ci voleva credere e
223
1956
aveva quel pensiero che non gli dava pace, che
224
1956
disse che il fondo non l’aveva visto, perché
225
1956
acqua. ¶ Il Re, che non ne poteva più dalla
226
1956
aspettò tre, ma Cola non si rivedeva. Finalmente venne
227
1956
intero un bastimento! Per non farmi inghiottire mi son
228
1956
era profondo il Faro non gli era passata. E
229
1956
E Cola: – No, Maestà, non mi tuffo più, ho
230
1956
ho paura. ¶ Visto che non riusciva a convincerlo, il
231
1956
Regno! ¶ – Una corona che non ce n’è altra
232
1956
cuore mi dice che non tornerò più su. Datemi
233
1956
è segno che io non torno più. ¶ Gli diedero
234
1956
una gran mercanzia, e non posso andarci per non
235
1956
non posso andarci per non lasciarvi sole. ¶ – E vossignoria
236
1956
d’argento. E se non me lo porta, che
237
1956
porta, che il bastimento non possa più andare né
238
1956
dissero le sorelle, – ma non sai che puoi mandare
239
1956
no, – disse il mercante, – non ve la prendete con
240
1956
marosi, e il bastimento non poteva andare più avanti
241
1956
ché con la benedizione non ci mangio. ¶ Poi il
242
1956
lo pigli, a me non mi vedrai più. Se
243
1956
Che hai? – e lui non osava risponderle. Ma lei
244
1956
occhi all’albero e non vide più il Sett
245
1956
ricordati, vestiti di rosso, non mi abbandonare. ¶ Lasciamo loro
246
1956
erano oppiati, e disse: – Non sono cose degne di
247
1956
il Re, visto che non c’era niente da
248
1956
uomo vestito di rosso non si poteva trovare. ¶ Un
249
1956
la lucertolina morta, finché non la fece risuscitare. Vedendo
250
1956
con la stessa erba, non risusciti? Tentar non nuoce
251
1956
erba, non risusciti? Tentar non nuoce». Strappò l’erba
252
1956
Re: l’uomo rosso non l’avevano potuto trovare
253
1956
che il suo compagno non era il marito, e
254
1956
via coi due asini. Non sapeva come fare per
255
1956
meno pericolo. ¶ Del marito non poté trovare più nessuna
256
1956
la mattina delle nozze non aveva più trovato la
257
1956
Re e una Regina non avevano figli. La Regina
258
1956
penitenze, ma i figli non venivano. Andava per la
259
1956
uccellini, e solo io non ne devo fare! – Passò
260
1956
cameriera si spaventò e non voleva più scendere nella
261
1956
un Imperatore. L’Imperatore non voleva dare sua figlia
262
1956
matrigna della ragazza, e non vedeva l’ora di
263
1956
a coricare, di’ che non vuoi cameriere, perché ti
264
1956
la mia sposa, ma non dire a nessuno che
265
1956
a ballare, ma tu non ballare con nessuno. Quando
266
1956
tanto bene seduta e non si voleva alzare. Al
267
1956
al suo sposo che non poteva andare a ballare
268
1956
poteva andare a ballare, non le dissero niente. ¶ Tutt
269
1956
l’avevano così maltrattata. – Non fa niente, – disse lo
270
1956
Re e la Regina non ne potevano più di
271
1956
cercò di ripararsi, poi non riuscendoci, tutt’a un
272
1956
Ma la Principessa disse: – Non c’è tempo da
273
1956
di orefice. Il padrone non c’era; c’era
274
1956
fece una somma che non finiva più. – Seimila lire
275
1956
me! – Ma l’uccello non si muoveva. ¶ La Principessa
276
1956
con tua moglie, perché non vuoi andare? ¶ L’uccello
277
1956
occhio e glielo cavò. – Non ci vedo più, – diceva
278
1956
da ogni parte guardasse non vedeva che animali d
279
1956
Vorrà proprio a te! Non ti ci provare neanche
280
1956
ci provare neanche, tanto non ti vuole. ¶ Ma il
281
1956
la Regina gli dissero: – Non ti vuole, te lo
282
1956
che in quel palazzo non voleva tornarci più perché
283
1956
d’averti ritrovata! Perché non ritorni al nostro palazzo
284
1956
guardava con occhi duri. – Non ti ricordi quel che
285
1956
genitori mi picchiarono. ¶ – Se non facevi così, restavo serpente
286
1956
mani a beccate! ¶ – Se non facevo così restavo uccello
287
1956
e bella, piaceva e non voleva lasciarla. – Ma va
288
1956
madre. – Aspettami qui finché non torno, – e galoppò via
289
1956
Egli le spiegò che non era mai potuto scappare
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a uno, e quando non ebbe più capelli si
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erano figli di Re. Non sapevano neanche che il
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oche! E loro, poverini, non hanno nulla! Adesso prendo
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dargliela? Per il portone non posso passare, perché c
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io cosa posso darvi? Non ho nulla… – e non
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Non ho nulla… – e non la voleva prendere. Ma
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di festa, il fratello non andava in campagna e
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mangiavano, lei disse: – Fratello, non sai? Stamattina una vecchia
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dove viene questa roba? ¶ – Non sai? – risponde la sorella
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male al capo… – finché non resistette più a nascondere
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Pensava che sua sorella non avrebbe mai acconsentito a
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camicia insanguinata –. Il marito non seppe dire di no
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senza ragione: a noi non ci ha mai fatto
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questa povera giovane! ¶ – Io non l’ammazzo di sicuro
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vide quei miseri resti non poté trattenere le lagrime
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a casa sua. Perché non stesse così senza le
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Il Re rispose che non gl’importava: e così
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due mozziconi di braccia, non sapeva come fare. Trovò
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era senza mani e non lo poteva più ripescare
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disse: – Stattene qui, che non ti mancherà niente. Io
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ti mancherà niente. Io non t’abbandono. ¶ Lasciamo la
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a casa, e quale non fu il suo dolore
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fu il suo dolore non trovando più sua moglie
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e gli dissero che non se ne sapeva più
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aveva partorito. Il Re non si dette pace di
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si dette pace di non poterla trovare e si
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cui s’era pentito, non uscì più di casa
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pur essendo tra re, non s’erano mai visti
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e tira, la pianta non veniva via. Ci si
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carità, – gli disse Teresa, – non mi mangiate, siamo povera
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Ma se vedo che non l’hai mangiata, ti
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tornata da raccogliere cicoria, non vedendo più Teresa, domandò
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Teresa. ¶ Visto che Teresa non tornava, sua sorella Concetta
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carne umana! ¶ – Per carità, non mi mangiate, sono una
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la testa mozzata, perché non ha voluto mangiare una
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e Concetta tutta spaventata non sapeva cosa fare di
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a Concetta. ¶ A casa non videro più tornare Concetta
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chiamava Mariuzza, disse: – Mamma, non possiamo perdere così due
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la stessa fine se non mangerai questo piede umano
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no. ¶ – E perché? Perché non mi dài quella chiave
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E se sono morti, non vorrai mica che risuscitino
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Nello stipo… ¶ – Così tu non morirai mai? ¶ – Io sì
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tutta la casa finché non trovò la colomba. Le
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ce n’erano a non finire. ¶ C’erano tanti
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Drago e ci riammazza! ¶ – Non abbiate paura, – disse Mariuzza
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delle tre ragazze che non dovette più andare per
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per morire, per me non c’è più speranza
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inanimata, vicino al fuso. ¶ Non si può raccontare la
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dormisse, il suo viso non diventava neppure freddo: solo
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diventava neppure freddo: solo non respirava più né le
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intere, sperando che risuscitasse. ¶ Non volevano crederla morta e
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volevano crederla morta e non la vollero seppellire: fecero
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mai sarà?» I cani non finivano più d’abbaiare
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latte, mancò poco che non cadesse a terra svenuto
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era ancor calda. «Allora, non è morta!», pensò, e
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è morta!», pensò, e non si poteva saziare di
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si svegliasse, ma lei non si svegliava. Tornò anche
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il giorno dopo: ormai non poteva star lontano da
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e la Regina madre non riusciva a capire il
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femminuccia, belli che così non se n’erano mai
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piangevano, ma la mamma non li sentiva. Con la
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lo voleva vedere. Carola non voleva, ma piangendo, dovette
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un brav’uomo e non ebbe cuore d’ammazzarlo
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su di lei, ma non capiva cosa volesse dire
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dire, ma la madre non rispose. ¶ Il terzo giorno
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bolliva. ¶ Il Re, intanto, non sentiva niente, perché nella
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i medici per distrarlo. ¶ Non si può dire lo
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grancassa e pensò di non aver sentito bene. ¶ La
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suonava i piatti e non riusciva a prestar ascolto
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disse: – Figlia mia, perché non ti vuoi maritare? ¶ – Papà
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quando l’ebbe impastato, non le piacque com’era
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piacque. – È bello, ma non parla! ¶ Lei gli rispose
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Pipi cominciò a parlare. ¶ – Non posso parlare con te
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felici, ma Re Pipi non usciva mai di casa
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mia, com’è che non esci mai con tuo
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per la campagna, ma non riuscivano a trovarlo. La
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col mio dispiacere e non voglio più saper niente
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chiusa nella sua stanza non ci stette molto. Non
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non ci stette molto. Non potendone più dalla malinconia
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animali mi mangiano. ¶ – Qua non vengono anime cristiane, ma
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Intanto, tieni questa castagna. Non la perdere. Domattina ti
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cammino fino a che non troverai un’altra casa
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cosa che vendi. Tu non chieder danari: di’ solo
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È Re Pipi. Se non riuscirai a parlare quella
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c’è dentro. Se non riesci neanche la seconda
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chiese: – Quanto ne vuoi? ¶ – Non voglio danari. Voglio solo
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Maestà. ¶ La Turca-Cane non voleva, ma la cameriera
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Puoi entrare. ¶ La Reginotta non sapeva come fare a
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andiamo! ¶ Ma Re Pipi non sentiva. E così cantando
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disse la Turca-Cane. ¶ – Non voglio danari, voglio star
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la seconda notte che non potevano dormire per questi
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spastato: possibile che voi non sentiate niente? ¶ Re Pipi
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Re Pipi pensò: «Se non sento, vuol dire che
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oppia il vino. Stanotte non voglio bere». ¶ Intanto, la
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disperata che mai perché non le restava che la
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lui. Ma sta’ attenta: non cogliere verzotti invece di
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orto e l’ortolano non c’era. Andò per
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volta dietro ai cristalli non c’era Filo d
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piantato come prima che non si poteva più sradicare
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quella casa sottoterra perché non vedesse donne, tranne quell
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suo corpo da morto non marciva: la madre lo
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è capace di mangiarti. Non ci andare, finché non
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Non ci andare, finché non avrà promesso di non
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non avrà promesso di non mangiarti per l’anima
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ti do un bacio! Non ti mangio, te lo
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dopo mangiato il fico. ¶ – Non mi fido delle tue
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Filo d’Oro che non ti mangerò. ¶ Allora Filomena
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a rinchiuderlo sottoterra perché non rivedesse Filomena, e combinò
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foste Filo d’Oro non un bacio vi darei
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mangiati. La povera giovane non faceva che piangere. ¶ Ma
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disse: – Ebbene, anche se non mi vuoi dare un
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le scottature e così non moriva; però poi doveva
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carità! Cosa fai qui? Non sai che l’Orca
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Orca ti mangia? ¶ – Se non mi mangia quest’Orca
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tornò a casa e non trovò più lo scatolino
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e il corteo nuziale non arrivava. Filomena reggeva il
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uno stoppello;17 ma lui non l’aveva; così mandò
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misurare mio fratello che non ha mai avuto nulla
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siamo messi a posto; non facciamoci più vedere laggiù
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perché era uno che non ne aveva mai abbastanza
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uscissero dalla quercia, ma non li contò mentre se
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due rami. ¶ La moglie, non vedendolo più tornare, andò
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un’altra volta e non è più tornato! ¶ Il
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e dei figli. Per non seppellirlo squartato chiamarono un
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un ciabattino, volete che non cucia una ciabatta? ¶ – E
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sua madre. Sua madre non stette lì a sprecare
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cavallo e parti. Ma non toccare mai le redini
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il cavallo torna indietro. Non hai che da lasciarlo
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vedendolo tornare, disse: – Vedi? Non sei andato dove ti
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che il fratello grande non tornava, il secondo decise
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bosco, tanto fitto che non ci passava neanche un
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danari vuoi. ¶ L’orfano non voleva nulla, ma finì
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e una Regina, e non avevano figli; e perciò
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notte e giorno, ma non sapeva più a che
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le misero nome Carola: non c’era nessuno al
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parlarne al Re e non si può dire il
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loro di che vivere. Non bastandogli il bando, per
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nella sua stanza, che non vedesse nessuno. ¶ Sola nella
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e perisca il mondo non s’incaricano d’altro
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rispose la vecchia, – ma non dirlo a nessuno! ¶ – E
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certo, figliola! Basta che non ti fai vedere! ¶ – Allora
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alla porta della figlia non intese risposta, e sentì
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l’aveva chiusa per non farsi sorprendere a filare
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mia sposa! – disse Liombruno. – Non è che l’ultima
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m’hai perduta, e non mi ritroverai più a
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a meno che tu non consumi sette paia di
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hai vinto per virtù non tua, ma di quel
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E adesso? ¶ – No, ora non ti vediamo. ¶ – E così
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ti vediamo. ¶ – E così non mi vedrete più, – disse
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la Fata Aquilina, e non avrò pace finché non
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non avrò pace finché non l’avrò trovata. ¶ – E
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sono i tuoi figlioli? ¶ – Non lo sai? Questa casa
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a portata di mano, non gli faremmo niente. ¶ – Davvero
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gli faremmo niente. ¶ – Davvero non gli fareste niente? ¶ – Davvero
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fareste niente? ¶ – Davvero. Certo. Non lo toccheremmo neppure. ¶ – Allora
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di San Giovanni di non fargli niente, vi faccio
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di San Giovanni di non fargli nessun male se
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dei Venti che quasi non lo lasciavano in piedi
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giri per il mondo non l’avevano mai incontrata
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so qualcosa, – disse Scirocco. – Non sono mica addormentato come
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i miei fratelli, che non sanno trovar nulla. La
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della Fata Aquilina e non è vero che sono
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morirò di dolore se non la trovo. ¶ – Non so
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se non la trovo. ¶ – Non so come fare, – disse
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mi scivoli d’addosso. ¶ – Non ti preoccupare, – disse Liombruno
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tua strada, e io non resterò mai indietro. ¶ – Ah
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mai indietro. ¶ – Ah! Tu non sai come corro io
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maledetto. Sono mezza morta. ¶ – Non volete prendere qualcosa? Un
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tazza di brodo? ¶ – Nulla, non voglio nulla. ¶ Ma la
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disse la Fata. – Io non ho preso niente. ¶ Le
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Re la cui moglie non faceva figli mandò a
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dà un consiglio che non serve, gli sarà tagliata
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figlio e quell’altro non ci fosse differenza, e
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a Emilio che Cannelora non era suo fratello bensì
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una cuoca, e che non dovevano trattarsi da pari
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volevano tanto bene che non ci badarono neppure. Allora
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il cappello sulla fronte, non diede segno a Emilio
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e cercar fortuna. ¶ Emilio non sapeva darsene ragione: – Ma
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Ma perché, fratello mio, non si sta bene qui
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disse: – Fratello, la fortuna non vuole che viviamo insieme
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suo compagno. Gli ortolani non sapevano come ringraziarlo, e
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gli gridò dietro: – Signorino, non andate di qui, che
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un bosco da dove non si viene più fuori
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insieme e contenti. ¶ Cannelora non capì cosa intendesse dire
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doppietta, ma la cerva non stava mai ferma, e
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il cane mi morda. Non potresti legarlo? ¶ Cannelora lo
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Ecco, – disse la serpe, – non mi fido perché hai
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intanto, il giovane Emilio non aveva pace. Ogni giorno
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sottoterra. Ma bada bene, non lasciarti ingannare dalla finta
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matrimoni. Ma io poveretta non c’ero e son
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fare la minestra. Se non trovi l’ortolano, cogli
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spalle, dicendo: – No che non ti perdono né ti
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di smeraldo. La sposa non capiva più niente dalla
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ombra sul suo viso. ¶ – Non sei felice con noi
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1956
stai taciturna? ¶ – No, nulla, non ho nulla, – rispondeva lei
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nulla, – rispondeva lei, ma non riusciva a sorridere. ¶ – Vieni
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vi prego! – esclamò Schiuma. – Non uccidetelo! Non fategli ancora
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esclamò Schiuma. – Non uccidetelo! Non fategli ancora nessuna magia
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lui? – fecero le compagne. ¶ – Non so… Vorrei provare a
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la vedevano sempre triste, non osarono dirle di no
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che quella che cantava non poteva essere che la
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ore e ore, finché non giunsero in vista d
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compagno, sei in salvo. Non c’è nessuna sirena
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al suo paese, ma non faceva altro che pensare
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pensava. – Voglio navigare finché non la ritrovo! Voglio salvarla
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moglie è Sirena e non so come farla ritornare
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morirei insieme a loro. ¶ – Non morrai, – le disse il
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Maestà vuol scherzare: io non sono che un povero
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sono impigliati degli uccelli. ¶ – Non importa, sali un momento
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sono un povero uccellatore, non posso imparentarmi con un
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giri il mondo finché non troverò la bella Fiorita