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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Federigo Tozzi, Gli egoisti, 1923

concordanze di «non»

nautoretestoannoconcordanza
1
1923
sua anima. Da prima, non ci aveva creduto; e
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1923
creduto; e proprio quando non aveva nè meno un
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1923
Aveva dovuto imparare a non credere alle promesse di
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1923
E, sebbene questa diffidenza non gli riescisse naturale, s
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1923
s’era giurato di non procurarsi più maggiori delusioni
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1923
procurarsi più maggiori delusioni. Non aveva voluto conoscere nessun
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1923
perchè si vergognava a non aver fatto ancora nulla
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1923
finiva dentro lui stesso. Non partecipava mai alla vera
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1923
immorale. ¶ Stanco, come se non fose stato invece più
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1923
quattordici ore a letto, non aveva nè forza nè
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1923
Ministero della Pubblica Istruzione. ¶ Non sapeva fare niente; non
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1923
Non sapeva fare niente; non aveva imparato a fare
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1923
ripugnanza che lo spaventava. Non poteva nè meno pensarci
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1923
ne aveva la voglia. Non si reggeva più in
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1923
In Piazza della Pigna non c’era nessuno, ed
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1923
sole e le ombre non volessero farlo passare. Ma
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1923
usciere, piccolo come se non avesse avuto il capo
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1923
in qualche luogo, dove non era più possibile patire
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1923
sua anima! ¶ Nello Giachi non lavorava. S’era tolta
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1923
Mettiti a sedere. ¶ Dario non voleva; per non cedere
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1923
Dario non voleva; per non cedere alla snervatezza. Ma
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1923
mangiare con me, perchè non ho più soldi finchè
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1923
ho più soldi finchè non riscuoterò lo stipendio. A
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1923
avrei da fare! E non ho voglia! ¶ Dario lo
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1923
voglia! ¶ Dario lo guardò; non sapendo nè meno quel
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1923
sapere quant’è che non vedo Albertina? ¶ Il Giachi
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1923
vedo Albertina? ¶ Il Giachi non rispose nulla; ma l
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1923
te lo spieghi io? ¶ — Non ti capisco. Quando si
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1923
subito lo stesso. ¶ — Perchè non vuoi bene da vero
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1923
troppo, anche quello che non si dovrebbe mai dire
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1923
Poi, perchè il Giachi non lo prendesse per pazzo
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1923
Giachi gli disse: ¶ — Io non ti credo! ¶ — E perchè
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1923
credo! ¶ — E perchè? ¶ — Perchè non è vero! ¶ Questo modo
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1923
ho perso l’appetito: non mi sento più bene
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1923
metterci più tempo; ma non ebbe il coraggio. Prese
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1923
si consumava e che non gli sarebbe stato mai
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1923
stata troppo lunga; ma non si decideva a chiudersi
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1923
Era anche sicuro che non avrebbe dormito. Non aveva
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1923
che non avrebbe dormito. Non aveva voluto andare da
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1923
una pacificazione quieta. Quando non aveva nè meno le
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1923
e andava dove ancora non era stato mai; con
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1923
gli ricordarono ch’egli non aveva da mangiare. Dentro
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1923
erano liete da vero; non ci credeva. ¶ Le cupole
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1923
cartoccio, rotto. Pensò che non avrebbe mai potuto adattarsi
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1923
Dario si riscosse, ma non alzò gli occhi: era
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1923
la sua tristezza. Ma non osò. La ragazza respirava
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1923
in sè. Perchè, dunque, non era stato a trovarla
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1923
una lampadina elettrica che non faceva luce anche perchè
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1923
Monte Mario. ¶ Ma, ora, non gliene importava nulla; benchè
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1923
con tutto l’universo: non gli mancava nulla. Egli
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1923
mettesse a suonare; ma non percepiva distintamente nessuna musica
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1923
quella larva, sparì; e non ne restò alcun segno
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1923
in una piazza dove non era stato mai; camminava
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1923
piazza era grande e non finiva più; si allargava
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1923
per quanti sforzi facesse, non riuscì più a ritrovarla
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1923
mettersi a correre; e non gli pareva mai di
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1923
viso una cosa che non capiva, gli chiese: ¶ — Che
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1923
per dirle tutto, ma non era più certo di
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1923
Perchè, vicino a lei, non aveva più quelle sensazioni
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1923
suo modo di pensare. Non si ricordava nè meno
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1923
un poco scollata; e non poteva guardarla sul collo
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1923
alla Porta Salaria. Quantunque non ci fosse quasi nessuno
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1923
pareva che il silenzio non esistesse più. ¶ Verso il
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1923
restava una luce che non poteva spegnersi subito; durando
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1923
parlare era giunto; e non doveva attendere più. Gli
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1923
cielo. ¶ Allora, tremando tutto, non potendo più tenere la
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1923
tenere la voce che non obbediva alla volontà, le
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1923
i suoni nascevano, egli non poteva udirli subito; come
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1923
un concerto gigantesco. Quando non scrisse più era già
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1923
la nebbia della mattina, non si vedevano: sopra l
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1923
fosse per sparire; e non restasse che il cielo
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1923
che il cielo. ¶ Dario non ricordava più nessuna preghiera
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1923
pregare lo stesso; finchè non gli parve che tutta
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1923
Ma quando si alzò, non era più capace a
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1923
che aveva scritto, ma non lo capiva più. Se
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1923
lo capiva più. Se non avesse pensato di far
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1923
qualche cassetto, inventandole che non aveva fatto niente. Gli
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1923
un dolore enorme come non aveva mai avuto. Non
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1923
non aveva mai avuto. Non credeva più a quel
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1923
un desiderio a cui non poteva resistere più. Aveva
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1923
gelosa, gli chiese: ¶ — Perchè non me l’hai detto
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1923
dubbio che fosse vero: ¶ — Non hai nè meno la
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1923
scritto? ¶ Ella gli rispose: ¶ — Non ci penso, perchè ti
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1923
caso s’erano incontrati. Non aveva mai amato nessuno
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1923
anche troppo!» Ella, però, non ammetteva che scherzasse; impallidiva
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1923
altra volta, e perchè non andasse via troppo presto
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1923
più di una settimana, non scrisse più musica: si
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1923
selvaggio sempre inseguito; e non riesciva più a restare
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1923
sapere che egli allora non aveva la forza di
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1923
dimenticava; oppure, per infingardaggine, non si decideva mai. A
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1923
almeno due anni, e non ne era capace; sebbene
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1923
ne era capace; sebbene non parlasse di altro. ¶ Una
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1923
fare anche il cronista. Non era stato sul punto
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1923
Gli disse: ¶ — Oggi, almeno, non sei fuori di te
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1923
gli chiese: ¶ — Che hai? Non dovevo venire da te
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1923
dovevo venire da te? ¶ — Non lo so nè meno
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1923
so nè meno io. Non mi sento mai bene
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1923
Vieni subito! Anzi, perchè non andiamo insieme? ¶ — Non posso
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1923
perchè non andiamo insieme? ¶ — Non posso! Non ho voglia
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1923
andiamo insieme? ¶ — Non posso! Non ho voglia! ¶ E rise
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1923
Dario lo guardò fisso: ¶ — Non capisco come sei fatto
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1923
capisco come sei fatto! ¶ — Non lo so nè meno
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1923
qui. ¶ — E io, che non ho da mangiare, come
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1923
Il Giachi sorrise, e non seppe quel che rispondere
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1923
escì. Da tre anni non rivedeva il Carraresi, ed
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1923
mani piuttosto affilate e non si tagliava mai le
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1923
Mi sono già infastidito. ¶ — Non lo dire! Starai a
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1923
Dario, per cambiare discorso, non volendo rispondergli con violenza
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1923
discorso; e chiese: ¶ — Perchè non è venuto con te
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1923
è venuto con te? ¶ — Non me l’ha voluto
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1923
di bocca; e, perchè non gli cadesse di tra
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1923
sempre più vivo. ¶ — Io non ci potrei stare! Le
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1923
Lo so. ¶ Poi, per non ridere troppo, tossì; e
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1923
conoscere e vedrai che non la giudicherai male. Non
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1923
non la giudicherai male. Non ci credi? ¶ — Sarà come
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1923
Il Gavinai rispose, convulso: ¶ — Non è vero. ¶ — Non parliamone
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1923
convulso: ¶ — Non è vero. ¶ — Non parliamone. In ogni caso
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1923
la conoscerai oggi stesso. ¶ — Non ne ho nessun desiderio
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1923
per accenderla. E siccome non gli riuscì, la rincincignò
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1923
specie di giubilo convulso. Non poteva più contenersi, non
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1923
Non poteva più contenersi, non poteva ascoltare più niente
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1923
piede, e disse: ¶ — Io non credo che a Dio
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1923
il resto, per me, non esiste più. Soltanto mi
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1923
avesse risposto il Gavinai, non importandogliene niente, dopo aver
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1923
un’altra sigaretta, che non riusciva a mettere in
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1923
Io, da qui innanzi, non amerò che i poveri
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1923
tarde e quelle che non sapevano dove dirizzarsi; alle
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1923
Dario, benchè temesse di non essere approvato, chiese: ¶ — Perchè
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1923
essere approvato, chiese: ¶ — Perchè non andiamo e sentire com
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1923
con il Giachi. Ma non ci tornerò più. Mi
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1923
Ma è ancora presto! ¶ — Non importa, siamo stati abbastanza
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1923
importa, siamo stati abbastanza. ¶ — Non ci stavamo bene? ¶ — Io
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1923
un temporale. ¶ Tuttavia, essi non andarono subito verso il
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1923
Piazza San Pietro. Ma non fecero in tempo: i
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1923
voleva amare Roma, e non gli era possibile. Attese
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1923
come tra sè: ¶ — Io non lo so. ¶ Ormai, non
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1923
non lo so. ¶ Ormai, non avrebbero potuto più parlarsi
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1923
sentiva come ferito e non sapeva di che; il
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1923
una chiavica. Sospettò che non potesse esserci più una
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1923
colpa a Roma. Ma non lo scusò. Avrebbe voluto
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1923
di averlo scosso, ma non si sarebbe degnato a
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1923
passare da debole. Eppure non si era mai sentito
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1923
basta! ¶ Chiese, timidamente: ¶ — Perchè non mi credi come te
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1923
credi come te? ¶ — Perchè non sei. ¶ Non si sentì
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1923
te? ¶ — Perchè non sei. ¶ Non si sentì scoraggiato; ma
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1923
anche da piangere. ¶ Dario non riesciva a dominarsi, e
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1923
e impallidiva, dolendosi di non sentirsi bene. Alla stazione
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1923
ferri delle tende. Ma non riescivano a sorridere; e
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1923
trotterellare se il vetturale non li frustava, avevano certi
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1923
Staremo bene lo stesso. Non mi dire niente; e
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1923
certe nuvole bianche, che non riescivano a stare insieme
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1923
certe tristezze; che innanzi non avrebbe nè meno capito
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1923
capito. E perchè Dario non le parlava ancora? ¶ Pareva
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1923
amareggiava la sensualità; benchè non credesse più alla disperazione
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1923
più intollerante e perverso. Non riesciva a godere del
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1923
a farle male; finchè non la vide cambiare di
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1923
vide cambiare di colore. ¶ — Non mi amare! ella disse
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1923
di quell’estate che non avrebbe mai potuto dimenticare
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1923
come da tante notti non gli riesciva più, la
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1923
ragione a dire che non doveva amare? Nondimeno si
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1923
Nondimeno si propose di non permettergli nessuna allusione ad
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1923
e gli pareva che non avesse niente a che
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1923
era tanto buona! Perchè non le comprava, in Piazza
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1923
quell’eleganza ch’egli non aveva ma che lo
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1923
volta, avrebbe voluto che non si fosse accorta di
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1923
la voce velata, per non piangere dalla tenerezza: E
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1923
andava dal Carraresi che non aveva voluto conoscerla; attratto
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1923
voluto conoscerla; attratto, perchè non si somigliavano, dalle sue
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1923
caffè che avessero trovato. Non pareva che fosse stato
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1923
scherzosa: ¶ — Credevo che tu non volessi vedermi più. Credevo
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1923
Dario rispose, sul serio: ¶ — Non te lo meriteresti, ma
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1923
ti dirò. ¶ — Di lei non mi dirai niente. ¶ Il
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1923
poco: ¶ — Lo sapevo che non avresti voluto! ¶ — Perchè non
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1923
non avresti voluto! ¶ — Perchè non la conosci nè meno
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1923
Roma; e sento che non avevo sbagliato. Anzi, se
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1923
facevo qualche riserva, ora non ne farei più; nè
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1923
impossibile, alzando gli occhi, non vedersi in qualcuno degli
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1923
da innumerevoli piegoline sottili. Non s’era fatta la
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1923
convinto che i preti non capiscono la Bibbia; e
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1923
uccidere tutti quelli che non credono. ¶ L’uscio, con
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1923
di sè, gridò: ¶ — Se non te ne vai, ti
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1923
pagare. Dario gli disse: ¶ — Non vedi che tutto è
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1923
che tutto è finito? Non vedi che nessuno ha
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1923
ha paura? ¶ Ma egli non riesciva, nè meno a
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1923
la coda dell’occhio, non si sentì sicuro altro
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1923
lontano dal caffè; ma non gli riesciva a rimettersi
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1923
riesciva a rimettersi, e non trovava più il filo
188
1923
lasciare l’amico; e non gli dava più retta
189
1923
respiro di sollievo, esclamò: ¶ — Non vedo l’ora di
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1923
entrati dentro al caffè! ¶ Non potendosi dare pace di
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1923
chiese tutto smarrito: ¶ — Ma non c’è una strada
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1923
è una strada dove non passi nessuno? ¶ — Andiamo da
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1923
Tornerei a Roma, se non altro, per questo! Mi
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1923
da questa gente, e non ci vuole nessuna pietà
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1923
per chiedere: ¶ — Ma perchè non andiamo per il Corso
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1923
aria spigliata e disinvolta. Non andava mai a letto
197
1923
da piangere; e, allora, non riesciva mai a prendere
198
1923
sua collana di corallo. Non aveva, dunque, da portare
199
1923
più grande di lei, non aveva niente da confidare
200
1923
con quella pena che non avrebbe confidato nè meno
201
1923
con gli occhi molli non di pianto ma di
202
1923
Ciò ch’ella amava non doveva essere distrutto; ne
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1923
credere come prima. Perciò, non ostante tutto, volle passare
204
1923
strada, dove del resto non era nessuno, e tutto
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1923
quasi aspro. Perchè egli non se n’accorgeva? ¶ Sul
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1923
incertezza, che alcune cime non avevano nè meno i
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1923
paura che da me non lo sappia. ¶ Ma Albertina
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1923
di pochi momenti prima non esisteva più: egli sentiva
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1923
dirai. ¶ E siccome Albertina non gli rispose, gridò più
210
1923
contro la campagna; e non poteva guardare niente senza
211
1923
in silenzio, decise di non tornare mai più a
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1923
stata una fortuna; quantunque non paresse ancora. Figlia di
213
1923
di andare a Roma non più d’una volta
214
1923
conseguenze; e se Dario non la lasciava più, aveva
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1923
in treno? I chilometri non smettevano mai; e, qualche
216
1923
Ma, alla prima fermata, non fece in tempo a
217
1923
accordare quella velocità, che non sapeva niente del suo
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1923
a convincersi che, oramai, non c’era più rimedio
219
1923
appuntamento e disperasse di non andarci. ¶ Ma gli avrebbe
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1923
sua famiglia; ma, intanto, non pensava più a scendere
221
1923
della sua famiglia e non Dario. ¶ Per tutta quella
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1923
ai quali credeva di non aver mai fatto attenzione
223
1923
volta. ¶ La mattina dopo non voleva incontrare nessuno; voleva
224
1923
una volta; come se non le avesse lasciate mai
225
1923
una stanchezza che ora non capiva più. ¶ Destandosi nella
226
1923
e la fermarono. Fuori, non c’era nessuno; e
227
1923
sarebbe tornata presto; e non aveva mai pensato a
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1923
strano di sapere che non era più a Roma
229
1923
ch’egli dovesse conservare. Non si sarebbe più accostato
230
1923
suono grave di campane, non smetteva più; insieme con
231
1923
come il cipresso; e non gliene importava come se
232
1923
rifiutato di volerle bene. Non trovava in sè nessuna
233
1923
a sè stesso per non provare quel disagio acre
234
1923
e in sè stesso non trovava con che inimicarsi
235
1923
la sua punizione tormentosa. ¶ Non era più sicuro ch
236
1923
impedire a lei di non amarlo più. Ma, tutto
237
1923
perfino quei lampi, per non sentirsi troppo solo. Gli
238
1923
perfino la miseria; e non trovava da lamentarsene. Perciò
239
1923
Perciò, si promise di non mancare mai al proposito
240
1923
forte e scettico; ma non era possibile. Ed il
241
1923
lei; perchè, per prudenza, non voleva mandarle le lettere
242
1923
soltanto a pensarci; e non gli pareva nè meno
243
1923
sua parte; e disse: ¶ — Non mi vuole anche lei
244
1923
fretta, per paura di non osare più, le baciò
245
1923
pareva che vacillasse; e non poteva rispondere. Si tirava
246
1923
me l’ha detto! Non bisognava parlarne! Mi lasci
247
1923
la testa giù: e non lo guardava. Non s
248
1923
e non lo guardava. Non s’era ancora rimessa
249
1923
vendicarsi al più presto. Non gli importava niente se
250
1923
e gli dispiaceva di non starci più di nascosto
251
1923
qualche persona. ¶ Egli, dunque, non aveva niente in sè
252
1923
muovere ad ogni passo. Non poteva farla aspettare; perchè
253
1923
forte; quasi lo assordasse. Non vedeva nè meno. Si
254
1923
fiori che di sera non hanno nessun colore. Sempre
255
1923
mese era partita, e non gli aveva scritto. Egli
256
1923
di curiosità dolorosa, ma non guardava nè meno più
257
1923
un nero sbiadito. Ma non gli disse subito ch
258
1923
era una dattilografa. Dario non gli dava retta, ma
259
1923
della giovinezza. ¶ Il Carraresi non s’era fatto più
260
1923
tolto da ogni indecisione. Non sentiva, invece, nessun desiderio
261
1923
amici, egli voleva prima non vivere più come viveva
262
1923
amor proprio; e, per non incontrare qualcuno di costoro
263
1923
voluto dire: ¶ — ... che forse non ti ama più? Che
264
1923
Che ne sai, ormai? Non vedi che non ti
265
1923
ormai? Non vedi che non ti scrive nè meno
266
1923
della tristezza; e rispose: ¶ — Non importa! ¶ Il Papi insistette
267
1923
doventato perfino più magro! Non ti fai vedere più
268
1923
vedere più da nessuno. Non si sa dove passi
269
1923
amico; ma, se no, non vorrei. ¶ — Io ti parlerei
270
1923
la mia amicizia; ma non per questo devi credere
271
1923
quel che pensi tu. ¶ — Non fare il superbo, allora
272
1923
fare il superbo, allora! Non ti si può dire
273
1923
scherzava sempre tanto volentieri, non lo capisse fino in
274
1923
capisse fino in fondo. Non era possibile, dunque, essere
275
1923
Ormai, era certo che non poteva contare su nessuno
276
1923
aveva qualche segreta dolcezza non doveva parlarne a nessun
277
1923
circostanze; e, ora, quegli non ne teneva nessun conto
278
1923
teneva nessun conto; anzi, non gli portava nessun rispetto
279
1923
sa se, amando Albertina, non avesse potuto staccarsi da
280
1923
temette che l’altro non facesse altrettanto. Egli l
281
1923
tenne la mano finchè non fu sicuro che tutto
282
1923
che già si aspettava: ¶ — Non è possibile che ti
283
1923
no. ¶ — Si vede che non sei come me. Ma
284
1923
era una cosa che non avrebbe potuto scusare per
285
1923
e guardò, come se non avesse dovuto rivederle più
286
1923
Basilica si sbriciolava; e non ne restò che una
287
1923
acquedotti sparivano, i monti non erano altro che nebbia
288
1923
Egli stesso moriva, e non aveva nè meno la
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potesse restare. ¶ L’anima non esisteva; ed egli si
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perfino nella luce immensa. ¶ Non poteva morire da lì
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con un raccapriccio spaventoso. Non c’era, per lui
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grazia a poterci tornare. Non volle stare più solo
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troppo vasta, ed egli non la sapeva ancora conoscere
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avesse dimenticato ogni cosa, non se ne sentiva appagata
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aveva il giardino se non era più la stessa
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era più la stessa? ¶ Non voleva pensare a Dario
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rifacendosi a dietro; perchè non le sembrasse troppo piccola
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avrebbe dette Dario; e non lo dimenticava mai. Le
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senza poterla più amare? Non sarebbe bastato rivederlo, perchè
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ignoto e inevitabile? ¶ Perchè non gli scriveva? Sarebbero state
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di pianto; ed egli non avrebbe letto le parole
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così sbiadito ch’ella non voleva riconoscerlo più. E
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passione per Dario che non le dava più modo
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di pensare ad altro. ¶ Non voleva vedere più niente
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mangiare; e cercava di non toccare nessuna cosa; perchè
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lei stessa. ¶ Alla fine, non potè più sopportare che
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vero del Giachi, e non rivedeva più il Papi
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cieco che guarisce e non ha più pazienza; ma
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che ricorda; anche se non lo vede bene. ¶ Avrebbe
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il malumore. ¶ E Albertina non gli aveva mai scritto
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risparmiata. Intanto, bisognava che non parlasse a nessuno; e
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di divulgarla agli altri. Non fidandosi più di se
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sopra la campagna, che non si sapeva più di
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pensato ad uccidere? ¶ Ma non vide più come avrebbe
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e si chiese perchè non potesse uccidere. Anche la
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senso di vergogna; e non la voleva sopportare. Il
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chiarezza che prima pareva non ci fosse stata; e
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come una ruota che non potesse più fermarsi. ¶ Allora
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e le ali che non si vedono, saltavano; ricadendo
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avvallamento, di cui prima non s’era accorto, pareva
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ora era fermo, benchè non pascolasse. ¶ Due pecore avevano
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verso se stesso; perchè non pensava alla vita, ma
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una grande dolcezza; e non trovò strano a credere
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si sentì spersa; come non le era mai avvenuto
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evitasse, e decise di non farsi vedere da Dario
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impazienza; e pensava perchè non escisse subito dalla Pensione
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un vestito nuovo che non s’era mai messo
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quando si chiese perchè non gli aveva mai scritto
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amava già un’altra, non doveva dirgli niente; era
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di più perchè ella non lo cercasse. Si tolse
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amava già un’altra, non doveva dirgli niente; doveva
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volta il cappello, ma non le riesciva più ad
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escì in istrada; ma non sapeva se andare verso
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testa bassa; e, per non stare in strada, prese
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di una sua amica; non potendo sentirsi troppo sola
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occhiata quasi di sgomento: non poteva convincersi che accanto
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che accanto a lui non ci fosse Albertina, per
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di pensare a lei. ¶ Non poteva fare a meno
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e, qualche volta, invece, non osava nè meno. ¶ Perciò
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ancora completamente sorda; benchè non avesse mai più mosso
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occhi dall’orchestra, e non capiva quel che le
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stata all’Augusteo; e non poteva sopportare il fracasso
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ascoltando la città che non riposava mai, le pareva
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tristezza che lo avviliva. Non sapeva quel che fare
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la gente inginocchiata; ma non pensò a pregare come
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cassetti del canterano; perchè, non spianando bene sull’impiantito
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piuttosto buono che cattivo. Non credeva più di essere
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Roma; ma era indispensabile non commettere più l’errore
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fatto. ¶ Da se stesso non poteva rendersi conto d
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ora il lusso. Roma non aveva aggiunto nulla alla
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che gli si presentasse. ¶ Non aveva profittato nulla, perchè
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erano troppo deboli. Inoltre, non aveva saputo fare a
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fare a meno di non subire dagli altri ogni
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avesse quasi sempre corrisposto, non poteva scacciare da sè
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una donna più adatta. Non capiva, poi, perchè con
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perchè con il Giachi non si fosse mai inteso
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dal suo animo, che non gli avrebbe mai scritto
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intellettuale. Roma, per essi, non era altro che una
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continuamente da soli e non dare spiegazioni altro che
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egoismo spirituale; che consiste non nello sviluppare gli individui
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da occasioni caparbie, che non hanno nè meno un
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atterrito. ¶ Mentre cercava di non pensarci, non fu in
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cercava di non pensarci, non fu in tempo, sentendo
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e l’abbracciò. Ancora non le aveva visto la
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cercavano quasi istintivamente di non vedersi; o, almeno, volevano