Carlo Bernari, Speranzella, 1949

con tutto il corpo, non tentò di salire per

mozzato il respiro. E non ricordò più essa stessa

vedete?» ¶ Là, là, là, non si stancava di indicare

a Taverna Penta, e non scorgendo nulla si guardavano

guardava all’aria e non capiva niente. Si girava

sconnesso e scarsamente ornato non la raccomandava proprio per

sabaudo. Il re spesso non c’entrava niente; ma

in un baleno di non essere più veduti da

affannoso, una pietra, e non rispondeva. ¶ «Gesummaria! e come

casi, come si dice, non si fanno complimenti.» ¶ La

sua intimità compromessa, se non contaminata, l’americano. «Faccio

per quell’ombra che non sapeva starle vicino; o

di sé quel grido non suo, prestato forse da

un’altra voce che non riusciva a riconoscere. Si

Ma poi perché gialle? Non portava i guanti, il

le dita a stringere, non l’abbandonava. Avvertiva ancora

deliqui della moglie; ma non aveva mai fiatato per

prerogativa di maschio che non permette capricci e svenimenti

della marina è questo! Non si può stare un

logico.» ¶ «Be’, don Ciccì, non ve la pigliate amara

interruppe la Pizzicatella; «se non si sente, che andate

dalla bocca!… Voi perciò non trovate mai bene… Ecco

qualche cosa?… E perché non ve n’andate da

i ragazzi.» ¶ A Nannina non ci pensava, perché non

non ci pensava, perché non era ancora nel suo

ordinò: ¶ «Chiudi. I ragazzi non tornano per il momento

Ciccillo sicuro che se non afferrava subito la verità

E vieni vicino che non ti mangio! Guardalo là

fanciullaggine, ripeté: «Ciccì; tu non puoi capire, ma ti

una maniera forte assai. Non dovessi vedere più la

ma vedevo, vedevo e non capivo; davanti agli occhi

con un americano che non lo conosceva neppure! Ed

ingresso della ragazza, ma non sollevò neppure la testa

so io.» ¶ «E perché non è idea questa? È

che adesso il re non è più idea?» Poi

e di dire, che non esce più. Perché se

hai voglia di smaniare, non esce più; e ci

ci pensi e quando non ci pensi. Hai capito

E il re nostro non è un’Idea, forse

Ma quello è principe, non è re» disse Nannina

Elvira?» ¶ «Gesù, e come? non la conoscete» la Cafettèra

stanno servono. E se non vuol mandare quelli che

come una corazzata. Come, non riesco a farla io

si fa capire che non è un traditore: e

come pezzenti. Il nevaiuolo non guarda al portafoglio. Che

mi sono fumato io. Non ci metto neppure la

capito?» ¶ Proprio tutto Nannina non aveva capito, ma fece

bene?» ¶ Nannina guardava sbalordita, non capiva se anche le

donna ormai contaminata e non sa più dominare i

lei par di svenire, non sa farsi rossore e

se una maestosa figura non le sorgesse al fianco

delle parole, anche se non ne intende il significato

che l’avrebbe protetta, non offesa, se l’avesse

quei panni. E forse non aveva voluto offendere neppure

fortuna, si disse Nannina, non m’ha riconosciuta; e

contro i napoletani che non si scansavano in tempo

lungo quant’era, perché non voleva piangere; non le

perché non voleva piangere; non le era più possibile

ruggine e calcinacci. ¶ Nannina non avrebbe voluto che il

col mantice alzato, sebbene non piova, lunghe file di

chiudendosi rapidamente, di azzurro non restava che un lumicino

sotto la volta nuvolosa. ¶ «Non capito?» chiese l’americano

che disse sgomenta: ¶ «No, non ti capisco» poi quasi

parola «lo sai che non ti capisco!» ¶ Nannina si

così che dovevo fare, non è vero?» chiese all

di tennis, dove Nannina non era mai stata; mai

troppo ai lati essa non s’accorse che la

no paura io, no, non mi metto paura» gridò

sinistra. Ma l’americano non capiva. Allora lei, facendo

s, Police…» ¶ «E tu non essere sergente? No polisse

quel lato si; ma non signorina come dite voialtri

piacente. Ma l’americano non si volse al richiamo

Nannina, ragazza di vicoli, non aveva mai percorsa. Gesù

simpatico a Nannina egli non era; ma neppure antipatico

disse poi, rassegnata. ¶ Il non conoscere una sola parola

puerile, perché il mammalucco non le capirebbe neppure certe

capirebbe neppure certe finezze. “Non è vero, donn’Elví

ciglio del burrone. ¶ «Eh, non c’è male» disse

vescica. Tossi bambinescamente perché non si sentisse il rumore

poterne gustare il contenuto. Non aveva saputo mai perdonare

clienti il fatto che non si limitassero a comprare

ogni costo trovarle discrete, non c’è male. Il

che lei chiamava vino, non ne parliamo proprio, un

proprio, un intruglio che non so come si possa

dove c’è gusto non c’è perdenza. E

della sua maestra che non vedeva intorno a sé

era tolto il bolerino, non tanto perché avesse caldo

Elvira le ha regalata. (Non trovava più il suo

ficcato?) Ma l’americano non aveva badato alla sua

sentiva di alcool; e non tanto, s’accorse. Vide

sa trovare la strada, non vi pare? Si fece

scoperte; e lei che non portava niente di sotto

belante. ¶ Benché la paura non le consentisse di connettere

capì che l’uomo non la minacciava, cercava qualche

bottoni, innervosito forse di non avere abbastanza tasche tra

indosso a lei e non era mai contento di

ci credete?» ¶ «Beata chi non ne ha bisogno, penso

farsi nemici fu cauta. Non voleva che donn’Elvira

intenzioni ironiche di Elvira non sfuggirono alla vecchia che

che disse: ¶ «Donn’Elví non mi fate ridere.» ¶ «Perché

mi fate ridere.» ¶ «Perché non mi credete?» ¶ «Se così

Ma quella del re non ce l’hanno» disse

la testa nel guanciale. ¶ «Non te la prendere cosi

li hai neri, neri, non li vedi come sono

sognanti di Elvira e non potè tradursi in realtà

è quest’offesa;» ¶ «Come, non vuoi essere pagata?» ¶ «Pagata

meno… Ma l’offesa non mi piace, signor Me

tu li avanzi o non li avanzi i soldi

soldi?» ¶ «E come sarebbe, non li avanzo? Ma che

il debito per voi non dev’essere scomodo.» ¶ «Elví

Elví ti assicuro che non è scomodo. Sto facendo

avevo io?» ¶ «E come non me la ricordo;» ¶ «Embè

lire alleate. «Ma questi non sono un sogno.» E

villa?». ¶ «A Villanova? Come non me la ricordo?» ¶ «Elví

tenetevelo come un regalo. Non sono neppure cinquemila lire

me la devo sposare?» ¶ «Non so ma voi mi

e carezzante. ¶ «E allora non me lo vuoi dire

mandato la ragazza? E non me lo dire. Hai

ragione, sono fatti che non m’interessano. Ma sai

Ma è inutile, io non so parlare con voi

con voi.» ¶ «E perché non sai parlare?» ¶ «Che so

mettete soggezione. È poi non so ancora niente, come

col re nostro.» ¶ «E non è più re. Che

è più re. Che non lo sai?» ¶ «Ci sta

starci ci sta, ma non conta niente.» ¶ «Perché, non

non conta niente.» ¶ «Perché, non fa le parti del

sti traditori…! E ora non si sente che Sforza

che ci ha cuore non le può digerire tanto

Ma pure gli americani non ci scherzano…» ¶ «Anche loro

Noi, chi?» ¶ «E come, non l’avete ancora capita

per il signore che non è più signore, sia

mi sono fatta io.» ¶ «Non è molto chiara, ma

chi faceva male? Forse non farà neppure bene, però

Re, vale milioni. Chi non ce l’ha se

della tua stessa idea, non è cosi?» ¶ «Ci dobbiamo

uno, signor Me’, che, non per offendere, sta cacciando

Elví;» ¶ «Signor Me’, voi non mi potete capire. Signor

dice che la telepatia non esiste… Sapeste quante volte

modo… Uh, Gesù, io non ci posso neppure pensare

o rispondendo ai clienti, non toglierà l’occhio dalla

al suo ritorno, per non interrompere il filo che

limite nello spazio, così, non più di così, basta

perché sembrasse più donna, non davano forse anche al

per mestiere? Perciò Nannina non riusciva più a trattenere

non cambierà più.» ¶ «Forse non avete tutti i torti

E chi è che non ci ha creduto!» esclamò

Molti… E anch’io non ci ho mai creduto

vittoria… Di Radiolondra poi non ne parliamo e non

non ne parliamo e non parliamo neppure dei fascisti

conosco: figliola, dovete essere, non c’è dubbio; porgetemi

dire chi era, chi non era e chi la

aveva a lui indirizzata non aveva potuto accompagnarla… ¶ «Così

lei gliene parlate. Lei non può venire perché a

professionale. «Abbandonate, abbandonate, che non vi mordo.» ¶ Abbassò la

presenta benissimo». Ma Nannina non comprese il linguaggio del

Quegli stivaloni a pennellata non potevano essere che di

sciabola fra gli stivaloni non poteva essere che una

con un’elsa che non basta una mano a

dalla mano della ragazza. ¶ «Non vogliono mandarlo via, forse

Lonegro. «Sta tranquilla che non ce la fanno. La

troppo forte in Italia, non la sbatteranno mai fuori

da Luogotenente a Re non ci vuol niente, proprio

Lonegro. «Lo sei o non lo sei?» ¶ «Quant’è

Iddio volevo dire che non lo so, non ne

che non lo so, non ne sono sicura, ecco

sono sicura, ecco.» ¶ «Tu non lo sai ma io

degli occhi, finché Nannina non dette qualche segno di

e poco manca che non parli davvero, mentre un

quella Mamma di Pompei non me ne fido più

ne fido più.» ¶ Ma non chiudeva; si limitava bensì

Elvira chiamava l’acquaiuolo non conoscendo il suo nome

Be’, tu a me non m’atterri. Se non

non m’atterri. Se non ti stai attento ti

sempre meno clandestine, se non addirittura libere: il timore

e poi chiudo». Ma non era mai l’ultima

venti lire; e se non fai così non la

se non fai così non la raddrizzi mai la

fretta la sera, scontento non si capiva di che

balbuziente. ¶ «Si presta?» ¶ «E non ve l’ho mandato

a qualunque trattamento.» ¶ «Forse non ci avete mai provato

Chi? Io? Ma se non faccio altro. Se se

un’altra? Che, noi non bastavamo?» ¶ «Uh anima bella

no?… Che d’è, non so’ soldi quelli?» ¶ Confusa

vista del danaro e non aveva mai chiesto a

di spenderli, come per non farseli trovare in casa

acquerella di caffè che non costa troppo e non

non costa troppo e non guasta il cuore di

la loro modestia, da non suscitare neppure soperchia invidia

e come l’amante non aveva perduto ancora la

quella settimana donna Filomena non vinceva; e allora consegnando

socio sospirava: ¶ «Il signore non l’ha voluto per

donn’Elvira. «E voi non lo avete fatto provare

ne andrei, pur di non sentire più storie… Donn

Ciccillo a fianco che non vale tre centesimi, giorno

notte sempre fuori che non mi pare di avercelo

disse secco Nannina. «E non mi voglio neppure inguaiare

al pavimento. «Tanto Ciccillo non ci sta mai, dormirò

la notte, tu?» ¶ «Carmilina non me lo ha detto

porticina dell’acquaio. ¶ «Così non bagna il pavimento» disse

mesi che fumate e non ve ne accorgete… Ma

pulita!» ¶ «È arrivata che non sono neppure cinque minuti

proprio uno zucchero.» ¶ «Ma non è cosa per voi

spalle di don Giosuè: «Non è cosa per voi

di allusioni. «E poi, non c’è pericolo, signor

starà qui con me non c’è nessun pericolo

lì – si consolò subito – non conosce bandiere: basta servirsene

servirsene con cautela per non compromettere l’onorabilità. Farla

a collocarsi Nannina che non era creatura della sua

creatura della sua carne, non le importava granché. Con

don Giosuè «anche se non ha la croce di

e sa che Ciccillo non se lo terrebbe un

se uno è fetente non ha ritegni e non

non ha ritegni e non c’è niente che

per conto suo proprio, non avrà avuto sedici anni

chi aspetti; Ma io non ne ho voluto mai

diceva mia madre buonanima, non è così?» ¶ Nannina finalmente

un’espressione comunque che non fosse d’invidia e

trovano coperta, quando tornano. Non voglio che si mettono

zuppa di fagioli che non finiva mai, e lasciando

sé, Nannina cercò di non farsi riconoscere da qualcuna

in tanta gaiezza. Forse non faranno nulla di male

bustina con quattro dita, non sapevi se in segno

un italo-americano. Parenti non si pronunciava, né in

porta di casa. Ora non era più pellicciaio, ma

che fa paura… Perché non ve le schiarite quelle

Ormai sono nere e non vengono più…» disse Parenti

che folla ci troverai!» ¶ «Non fa niente» disse Nannina

e una trentuna e non ci pensate più… Un

detto il professore, che non si sbaglia mai. Voi

ha quasi cinquanta. E non volevo proprio saperne di

mi ha fatto tornare. Non so che cosa ha

scienza, intendiamoci… Uno che non sa come deve regolarsi

un consiglio… E lui non ne sbaglia uno.» ¶ «Ah

cognato mio… uno che non ha fatto mai niente

fare miracoli così quando non c’è una base

vuol salvare, ma se non ha fatto niente, dove

s’accende la luce, non sapevano dove andarsi a

vi dico, il mondo non è cambiato. E se

è cambiato. E se non è cambiato stavolta non

non è cambiato stavolta non cambierà più.» ¶ «Forse non

dire adesso? Che se non ci fossi stata io

roba, a chi, se non c’ero io?» ¶ Così

o dal tintore, se non la portavano già indosso

vi si perdeva impaurito. Non se lo sentì neppure

alla vita. ¶ Per riscaldarsi non le rimaneva che riprendere

adolescente. ¶ «E allora perché non ti lasciano a te

Uè, bellezza.» ¶ «Amico caro.» ¶ «Non ci pare proprio che

Nannina lo guardò stupita; non capiva, o meglio capiva

meglio capiva oscuramente che non doveva capire subito; ma

mano sulla spalla. ¶ Nannina non poteva capire, perché non

non poteva capire, perché non possedendo una casa le

abitate?» chiese l’americano. ¶ «Non abito» fece ingenuamente Nannina

indirizzo di Ciccillo. Ciccillo non stava quasi mai in

fra tanti off limits non sarebbe arrivato sin lì

sua porta. La vita non riusciva a coglierla mai

del mago. A lei non rimaneva che la fatica

inquietò, perché quella visita non era scritta nel libro

e sfogliasse e risfogliasse, non riusciva a trovare la

verrà subito appresso e non dovrà sfuggirle. ¶ Indisposta come

domani o dopodomani, e non sapete che questo futuro

Ricordatevi che quello che non è di Dio è

a noi disgraziati che non abbiamo altro, l’unica

in quel sacrilego vocio: «Non mi dovete abbandonare.» ¶ «E

di qualche cosa che non ho capito bene”. ¶ «Non

non ho capito bene”. ¶ «Non me ne cacciate» si

caffè? Da quanto tempo non ti bevi un bel

piede dalla mattonella fredda, non se ne ricordava. Intimidita

acquaio e la credenza, non si capiva se a

Dunque?» ripeté. ¶ «Ma se non mi state a sentire

meraviglia della donna. ¶ Dunque non aveva alcuna importanza il

saranno state due ore, non lo so, non lo

ore, non lo so, non lo guardo l’orologio

Carmilina? Figurati Carmilina, adesso. Non t’ha detto niente

ne so’ scappata perché non mi fidavo più in

vedere che la ragazza non rientri in una delle

una delle tre previsioni? ¶ «Non so proprio come fare

o un generale… Forse non doveva essere importante, ma

ma un sergente certamente.» ¶ «Non parlo del grado, chi

fatta bene.» ¶ «Per questo non c’è niente da

Quando si ubriacano poi non ne parliamo» afferrò a

la strada. L’occasione non mi è mai mancata

janara mi sbrana.» ¶ «Carmilina non si muove. La creatura

giorno e a casa non ci sta mai… Però

ci sta mai… Però, non ti scordare che ci

sapere una cosa che non sta bene…» ¶ «Per me

sta bene…» ¶ «Per me non dev’essere una cosa

ti devo dire, tu non sei brutta… In casa

A me i guaglioni non mi sono mai piaciuti

scambiano una lunga occhiata. Non basta il vapore della

voi dite seriamente?» ¶ «Nannì, non son cecato… Per grazia

figlio, invece.» ¶ «Che figlio?» ¶ «Non lo sapete? Ne ha

stava a Corni, che non se ne sa più

Come la fate difficile. Non mi manca niente e

mi manca niente e non voglio niente. Dicevo per

Dicevo per dire. Che, non posso dire che mi

un signorone…» ¶ «No, che non lo puoi dire… Perché

lo puoi dire… Perché non è un ringraziamento, questo

della mattinata; e Nannina non ha recitato le sue

è sabato; e lei non ha ancora deciso quale

rimorso come di cosa non goduta, un profumo di

si poteva fare e non si è fatta, un

realtà della vita” perché non forzino le porte del

tutta la risposta. Cicalio non sa più distinguere, fra

segnata in queste linee, non perdete tempo, correte da

scolorito del mago che non la sua stessa immagine

del compare d’anello. Non si sarebbe mai detto

abitino della prima comunione. Non era bello né brutto

brutto, era un uomo; non più l’onesto giovane

dal suo stesso martirio, non avesse cercato di fermarlo

ma il soldato Lonegro non dimenticò lui né la

udienza, ma il Principe non volle affidargli la sua

E Lonegro: ¶ «Altezza… voi non sarete Re, o forse

Re sarà vostro figlio.» ¶ Non ebbe questa volta nessuna

tutti. E il chiromante non se ne lamentò; ma

a chiamarlo Professore. ¶ Lonegro non per quel brevetto rimase

capirlo: la sua fedeltà non è alla Casa, né

sua propria visione. Egli non poteva mentire allora, quando

il Principe esule, e non può smentirsi ora. Ai

Monarchia sarà, ma Quello non ci sarà.» ¶ Ai repubblicani

nel suo studio: ¶ «Quello non ci sarà, ma Monarchia

la frase suona solenne non è colpa di chi

ventiquattr’ore di permesso non concedeva scelte, il “domani

pericolo da raccontare che non sapevano raccontare. ¶ I Gennarini

loro stomachi vuoti, per non ridere a crepapelle. Che

vicoli, come deluso di non trovare mai in fondo

Ad un certo punto non aveva più soldi e

a cui i bocconi non dovevano mai diventare amari

era sofisticata. Il caffè non sa di caffè; il

roba di questi americani non ha sapore… Non dà

americani non ha sapore… Non dà sfizio». ¶ «Proprio, proprio

dà sfizio». ¶ «Proprio, proprio, non dà sfizio. Hai detto

casa; ma la sorella non poteva intenderla. Aveva un

e bestemmiava; e quando non bestemmiava cantava con rabbia

Il povero postino esterrefatto non sapeva se pensar bene

male di quei complimenti: non tardò a capire che

corpo di guardia. Tuttavia non riusciva a rendersi conto

completare le lettere cancellate: non serve più, abbiamo dimenticato

che ha imparato a non trasalire a quell’ombra

Solo il cane pare non abbia ancora capito di

in servizio ora che non teme più i ladri

Maggiore di un Tercio. ¶ Non si chiede don Luigi

se una stessa sorte non possa un giorno toccare

dormito stanotte?» ¶ «Don Lui non mi sfottete.» ¶ «E che

sfottete.» ¶ «E che diavolo!… Non dormite mai?» ¶ «Ho scapezzato

perché dopo la requisizione non ammettevano più i civili

dopo due giorni che non puzza? Sentite niente?… E

e certo che voi non ci camminavate da una

quando ci vorrete andare…». ¶ «Non mi serve» disse Mastrovincenzo

operai della società; e non mancava mai luce per

racconto. «Fate conto di non avercela mai avuta e

Lui, io la gamba non me la piango… Mi

dormire e speriamo che non si mettono a cantare

divorano il polmone e non si scansano neppure all

una puzza addosso che non si resiste.» ¶ «Gliel’ho

un piacere se qui non ci mette piede… Ci

sa…» commenta uno e non aggiunge altro. ¶ L’altro

vita, sicuro della redenzione. Non possiede un registratore, ma

che funziona bene. E non contento di averla così

amici.» ¶ «E tu danaro non ne tieni?» ¶ «Quelli che

all’alba don Luigi non bastano a sciogliere. Ecco

Di notte guardiano, perché non può dormire, di giorno

segreti del suo mestiere non vuole curiosi intorno, neppure

di un camioncino che non parte. L’officina è

spogliavano, sono finiti, forse non vogliono più godersi le

Tutto si vende e non c’è più l

tradito dalla vita se non riusciva a comperare; doppiamente

è in vendita e non esiste più colui che

oggi al domani e non si vedranno più per

ragazzo alza le spalle, non sa come dice Pulcinella

cofano del camioncino che non parte e lancia un

Pascalotto si ferma. ¶ «Michè, non mi ha dato niente

dico?» ¶ «Niente. Dille che non ti ho detto niente

alla Speranzella, la miseria non sente di amara sarcinella

di vico Fato. Ma non imbocca mai il palazzo

di Nazionali introvabili. Elvira non era brutta, ma non

non era brutta, ma non poteva attrarre un signorone

un signore anche se non pagava; perciò ogni tanto

come consumava quella roba. Non esisteva ancora Nannina, che

Ciccillo è geloso, come non lo fu della moglie

e di servitore che non deve scontentare il cliente

caffè che prendete qui non lo prendete da nessuna

quale invece quello vergine… non lo conosce nessuno. È

negli occhi di Nannina non ha più sapore; o

quella riflessa di Nannina. Non sfigurano affatto i suoi

come vessillo del circolo non ancora costituito. Nel vedere

sudore, per il corpo non le rimanevano che avvilimento

febbre, le pareva. Forse non solo i soldi avevano

braccia! E don Tremendina, non ne sa niente lui

sa niente lui» Perché non l’ha scomunicata? Non

non l’ha scomunicata? Non ha forse fatto carte

festa al re. Dopotutto, non era questo che voleva

una cera eternamente liquida, non prendeva mai forma. Seguiva

Seguiva la moglie perché non sapeva dirle di no

col grido: ¶ «Avanti, avanti. Non vi fermate! E che

Cantate!» ¶ Un canto solo non riusciva a formarsi; di

giovani, il più vecchio non avrà avuto trent’anni

ora dove sto, e non rivedere più a papà

un camion grande che non c’entrava nel vico

erano quattro o cinque, non li ho contati, sapete

contati, sapete che io non ci vedo neppure tanto

a voi…» ¶ «Giura che non mi stai dicendo una

Ve l’ho giurato, non devo rivedere quella mamma

di fatture, di malelingue. ¶ Non immaginava Elvira come la

momento la vedeva e non la vedeva, il suo

momento suo! – E avvilita non rinunciò neppure a passare

grida e vide e non vide quattro mammalucchi di

passaggio. Cos’è, cosa non è, un tenue filo

Pizzicatella. ¶ «E allora, dove? Non è questa la casa

bocca quant’una sporta?» ¶ «Non cercate di nasconderla perché

è peggio… E poi non siamo noi soli a

là, li vedete? Quelli non scherzano» disse il poliziotto

che cercate voi, qui non ci sta. Questa che

il foglio più volte, non credeva ai suoi occhi

che Speransella, che ora non si chiama più Speransella

spiegata, a voi? E non è nemmeno lontano! Voi

che me la rido? Non sapeva niente: Diffidenza, intorno

agli americani! E chi non ce l’ha avuta

lei deve farsi avanti. Non avrà la potenza di

rispetto devi mostrare che non hai paura. Il gettarsi

Andiamo, volete dire che non mi conoscete, ora? Come

fare una buona azione, non mi trattiene nessuno, mi

sulla pancia tutti quanti…». ¶ «Non si tratta di questo

fatemi capire a me, non si guarisce?» chiese la

porta con la Cafettèra. ¶ «Non lo sapete come vanno

come vanno queste storie… Non mi fate parlare. Si

dove si comincia e non si sa mai dove

la sorte è malamente, non c’è niente da

Dove sta scritto che non c’è niente da

Avete voglia di dire, non ci credo. Oggi si

teneva?» e insinuando, ma non con l’idea di

ve l’assicuro io, non ce n’ha nessuna

fa e dice, ma non fa e non dice

controluce: «Eppure» disse «questi non sono nostrani… Dove debbo

che vi dico, là non si muore. Si vive

udite da don Tremendina non ci pensò a lungo

cuore nei capelli. Perché non tutto capiva di ciò

su quella tale cantonata “non ci doveva stare”, e

intrepida, a lacerarlo; ma non era mai sicura di

da lasciare in pace. Non sapeva leggere e questo

lei rimase sconcertata perché non capì immediatamente se era

di uscire. La Cafettèra non gli lasciò il tempo

quel che viene appresso, non è così?». ¶ Su un

come una pazza; per non ammettere che il calore

anche se mal pronunciate, non aveva bisogno d’interpreti

hanno inventato. Ma io non ci credo» cominciò una

una comare. ¶ La Cafettèra non poteva pronunciarsi così liberamente

sicura, illuminata, quindi lei non poteva sostare a lungo

vedete la cosa.» ¶ Ma non gli badarono troppo, la

ne sappiamo noi se non lo sapete voi che

perché da due giorni non si pettinava, dietro i

una demente. ¶ «Eh, proprio, non vi ricordate che io

vi siamo di testimonio.» ¶ «Non sarà neppure due mesi

se ne partivano! Come, non ve lo ricordate?» gridò

clausola, parola che Parenti non riuscirà mai a pronunciare

per i vicoli) Parenti non voleva dire: affanno o

a notte alta. ¶ E non era ancora spuntata l

fu svegliato. Al ragazzo non entrava in testa che

quel trepestio, col sole non ancora giunto al terrazzo

alla sua precoce calvizie. «Non v’affrettate. Noi siamo

fissato per le undici, non volevano farsi sorprendere dalla

dalla calca, ed anche non sentirsi dire eccola lei

uno spettacolo di letti non rifatti, di scatole gettate

ve ne state?» ¶ «Io non sto né qua né

E che, a voi non ve l’hanno detto

là» disse Carmilina. «Ma non v’arrabbiate.» ¶ «Chi s

Pizzicatella; e ripeté: ¶ «E non v’arrabbiate!… Che qua

una volta si campa!» ¶ Non prendendo gusto alla vita

gusto alla vita, essa non intendeva più quelli che

livido di succhiate, ma non comprese il richiamo alla

di cuore in petto, non devi ritirarti. Fatti avanti

Fatti avanti, Pizzicatè, se non hai paura. ¶ Lei paura

quei quattro comunisti che non avevano sentito il dovere

Si sa, è forastiera, non la vedete, Gesù, si

vennero affrontati dagli oratori non mancarono di gentilezza e

maggioranza di diseredati che non hanno ancora preso il

beffa. Sono cose che non si dicono ad un

volendo cantare vittoria e non trovando le parole giuste

soldi, teh!» ¶ «E voi non lo sapete che i

altro, voleva dire che non era spontaneo quel concorso

organizzassero in un corteo non autorizzato per le vie

la Madonna le rose non se le sceglie? E

intenditor…» e sul mormorio non ancora spento dei fedeli

rose e fiori, e non erano né rose né

se è poco! Io non dico che dobbiamo diventare

rose di pezza, ma non coltellate! E questo lo

Gloriosi Padri aiutatemi, io non so mai quello che

anche S. Ignazio, se non mi pare e non

non mi pare e non mi sbaglio, fece qualche

cuore, ma lei ancora non lo sapeva. Sentiva talvolta

casa. Che ore sono? Non lo sa che il

che il tempo stringe, non lo sa quella svergognata

ritardi: qui quel Tizio non c’era e aveva

dovere oppure no, giacché non potendo indovinare, voleva pur

gli esperimenti d’ipnosi non davano più i risultati

e la Cafettèra se non voleva far ricorso a

riteneva impossibile che Nannina non si trascinasse dietro qualche

gonne. Ma chi? Questo non le riusciva indovinare. Comunque

lo vuoi contare… Io non sono nata ieri!». ¶ «E

Ce l’avete o non ce l’avete questa

e vedrete che io non faccio niente di male