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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Pantaleo Carabellese, Il problema della filosofia in Kant, 1938

concordanze di «non»

nautoretestoannoconcordanza
1
1938
di validità soltanto soggettiva non bastano. Fin che sto
2
1938
soggettivo, ho rappresentazioni sensibili, non sono in quella ordinata
3
1938
universale concetto, la coscienza non è più soggettiva ma
4
1938
intelletto, apriori, concetto che non fa altro che determinare
5
1938
della coscienza, cioè la non coscienza. Se ne è
6
1938
all'io universale assoluto. Non è passaggio; è un
7
1938
salti che si facciano, non si può uscire: l
8
1938
mente (Obiekt e Gegenstand) non si possono staccare dalla
9
1938
inteso bene, l'oggetto non si potrà più dire
10
1938
dire qualche cosa di non coscienza. E allora la
11
1938
in generale di Kant non è dunque nè un
12
1938
coscienza. Kant certo questo non ci dice esplicitamente, ma
13
1938
ci dice esplicitamente, ma non pochi e non piccoli
14
1938
ma non pochi e non piccoli sono i motivi
15
1938
a pag. 88: «il concetto non fa altro che determinare
16
1938
a dei giudizi...»; e 96: «non vi sono condizioni di
17
1938
i concetti intellettivi puri non sono più che concetti
18
1938
questo «perchè», quantunque io non lo vedessi esplicitamente, non
19
1938
non lo vedessi esplicitamente, non ne facessi un giudizio
20
1938
concetti tratti dall'intuizione, non fosse venuto ad aggiungersi
21
1938
implicito alla intuizione, ma non deducibile da essa». E
22
1938
concetto puro come tale non è deducibile dalla intuizione
23
1938
il trovarli in essa non solo non ci allontana
24
1938
in essa non solo non ci allontana dalla realtà
25
1938
la coscienza in generale non ci indica esplicitamente questi
26
1938
questi concetti intellettivi puri non sono altro che il
27
1938
questi modi di giudicare. Non dunque critica di essi
28
1938
una rapsodia, perchè Aristotele non le ha dedotte. Già
29
1938
causa», ecc.... Per Kant non c'è possibilità di
30
1938
abbiam visto, questo secondo non può essere scisso dal
31
1938
assicurata dalla categoricità. Aristotele non fa (e certo non
32
1938
non fa (e certo non poteva fare a suo
33
1938
nella coscienza, per quanto non più chiusa nei soggetti
34
1938
Diremo: «è così», e non più soltanto «per me
35
1938
nel punto di partenza, non siamo ancora alla legalità
36
1938
legalità universale di natura, non abbiamo ancora risoluto il
37
1938
quello di oggettività Kant non venne inteso. Si prova
38
1938
ci ripete continuamente che non può essere tratta dall
39
1938
in una determinata esperienza, non per ciò questa sarebbe
40
1938
necessità della esperienza, e non può non parlarne se
41
1938
esperienza, e non può non parlarne se l'oggettività
42
1938
sono nella esperienza, provengono non da quanto di empirico
43
1938
e del poi, che non si riferiscono alla esteriorità
44
1938
la spazialità. Il tempo non c'entra con la
45
1938
è possibilità di esperienza, non esperienza di fatto che
46
1938
sinteticità (realtà). Il conoscere non è scisso dalla natura
47
1938
conoscitivo e il naturale) non fossero fondamentalmente uno, non
48
1938
non fossero fondamentalmente uno, non ci potrebbe essere nè
49
1938
ho di questa cattedra non posso invitare nessun altro
50
1938
un oggetto? dall'imprescindibile, non arbitrario consentimento di tutti
51
1938
tutti e sempre. Consentimento non arbitrario anche il mio
52
1938
intuìto anche dagli altri non si risolve nella soggettiva
53
1938
siamo ciascuno un ciascuno, non potremmo convenire nell'affermazione
54
1938
ciascuno di noi e non ci sarebbe il tavolo
55
1938
sarebbe il tavolo (e non ci saremmo, aggiungo, neppure
56
1938
tanto è possibile questo non arbitrario consentimento universale in
57
1938
è elevato ad oggetto: non è più soltanto un
58
1938
quid universale e necessario, non è più un singolare
59
1938
la scoperta di Kant, non è, come si è
60
1938
come conoscente. Kant questo non ha mai detto nè
61
1938
scoperta kantiana, quantunque Kant non ne sia sempre esplicitamente
62
1938
scoperta di Kant e non l'inconoscibilità della cosa
63
1938
in sè come noumeno non è che l'oggetto
64
1938
sua purezza, l'oggetto non natura ma coscienza pura
65
1938
stessa. ¶ Ma di questo non qui e non ora
66
1938
questo non qui e non ora. Basta avervi accennato
67
1938
implicito alla intuizione ma non deducibile da essa. ¶ «Perciò
68
1938
ed universalità e «sebbene non conosciamo l'oggetto in
69
1938
primo grado del conoscere non c'è Obiekt (che
70
1938
c'è Obiekt (che non c'è, secondo Kant
71
1938
conoscere) divenuto fenomeno intuito, non c'è Gegenstand perchè
72
1938
c'è Gegenstand perchè non c'è ancora il
73
1938
fronte, fuori, cioè che non è coscienza, proprio per
74
1938
l'oggetto in sè non sia conosciuto, proprio perchè
75
1938
che mi fa dire: non ci sono solo io
76
1938
unità solida del concetto non possono non esserci le
77
1938
del concetto non possono non esserci le note, cioè
78
1938
quanto formuliamo il giudizio. Non è dunque possibile pensare
79
1938
senza che questo concetto non abbia in sè, non
80
1938
non abbia in sè, non sia anche un atto
81
1938
spetta soltanto all'intelletto)». Non dobbiamo dunque accusare di
82
1938
soltanto rappresentare, il conoscere non può adempire al suo
83
1938
a rappresentazione della realtà, non sarebbe mai la realtà
84
1938
parlamenti rappresentativi di popolo: non può esserci un assoluto
85
1938
rappresentante (coscienza). Il conoscere non è dunque soltanto rappresentare
86
1938
della conoscenza - rappresentazione, ma non se ne rende conto
87
1938
del mio stato», dunque, non nega l'oggettività, ma
88
1938
manca. ¶ «Per l'esperienza non è sufficiente, come comunemente
89
1938
del giudicare; da ciò non nasce una validità universale
90
1938
considerata una incoerenza kantiana) non basta per uscire da
91
1938
questa è giudizio, sebbene non sia esperienza. E per
92
1938
del giudicare, dovrebbe bastare. Non basta, perchè Kant ammette
93
1938
giudicare schiettamente soggettivo (percettivo, non fatto dall'intelletto); se
94
1938
essendo facoltà del concetto, non può non essere universale
95
1938
del concetto, non può non essere universale e necessario
96
1938
per Kant giudizi, ma non sono oggettivi. E perciò
97
1938
alla realtà naturale, concepita non soltanto come insieme di
98
1938
in tale caso noi non ne sapremmo niente. Infatti
99
1938
delle cose in sè non potremmo avere conoscenza nè
100
1938
avere conoscenza nè apriori (non potremmo chiuderci nel pensante
101
1938
aposteriori (da quest'ultima non risulterebbe la necessità e
102
1938
la necessità e quindi non ci sarebbero leggi, perchè
103
1938
legalità ci risulta, dunque non è delle cose in
104
1938
che troviamo nella natura non possono essere le cose
105
1938
secondo problema: queste cose, non ostante che non possano
106
1938
cose, non ostante che non possano essere cose in
107
1938
sì che una cosa non possa star sola per
108
1938
e propria scienza, e non della fisica sperimentale, che
109
1938
assoluta universalità e necessità, non interessa Kant. ¶ Per capire
110
1938
legalità. Ma questa legalità non ci sarebbe, se non
111
1938
non ci sarebbe, se non ci fossero le cose
112
1938
le cose in sè non la conosceremmo; perciò riguarda
113
1938
questi oggetti di natura non fossero quelli della esperienza
114
1938
esperienza nascente dal sentire non avremmo nessuna prova che
115
1938
mai, aver valore, ma non per la realtà naturale
116
1938
la realtà naturale; perchè non avremmo la prova che
117
1938
casa; pare che esso non investa la legalità, ma
118
1938
quegli oggetti della esperienza, non può porsi senza l
119
1938
spogli di qualificazione empirica, non nascerebbe l'esigenza del
120
1938
concreti. Tra questi e non tra i primi si
121
1938
che (pag. 79) «qui noi non abbiamo da fare con
122
1938
si noti bene, partiamo non dall'esperienza di osservazione
123
1938
come materiale della legalità, non sono gli oggetti già
124
1938
empirici e d'esperienza non c'è una inversione
125
1938
dire che la empiricità non basta a definire l
126
1938
anche se in questa non si può escludere del
127
1938
per intenderci, la vita non è definitoria della umanità
128
1938
di percezione. Gli ultimi non han bisogno di alcun
129
1938
un soggetto pensante» (nesso non in senso di giudizio
130
1938
intellettivo; egli mostrerà che non è possibile percezione senza
131
1938
che oggettiva la percezione, non la percezione, che, come
132
1938
risultano esistenti, e che non possono risultare esistenti se
133
1938
possono risultare esistenti se non in quel sentire, che
134
1938
intuita. Cioè questi esistenti non ci risultano che nel
135
1938
apriorità; laddove l'esperienza non ci farà perdere la
136
1938
di empiricità). Questa esperienza non solo non esclude l
137
1938
Questa esperienza non solo non esclude l'oggettività, cioè
138
1938
esclude l'oggettività, cioè non è soltanto soggettiva, come
139
1938
quanto la realtà intuita non è più soltanto intuizione
140
1938
cosa che altri può non dire, questo che faccio
141
1938
è un giudizio che non vale per altri. L
142
1938
oggetto no, anche io non posso che intuirlo: «Quando
143
1938
l'oggetto, che pur non è dato se non
144
1938
non è dato se non nella intuizione soggettiva che
145
1938
e del tempo; essa non è altro che la
146
1938
ultime però, per Kant, non interessano la scienza: il
147
1938
colore, il suono, ecc. non saranno mai suscettibili di
148
1938
scienza, perché imprescindibilmente soggettivi, non necessari ed universali perchè
149
1938
necessari ed universali perchè non apriori, e quindi incapaci
150
1938
nostro sentire puro, allora non è scienza della realtà
151
1938
confermando che la matematica non può riguardare l'in
152
1938
proprio perchè è conoscenza. Non è possibile che la
153
1938
perduto il conoscere e non sarebbe guadagnata la realtà
154
1938
matematicamente (anche se matematici non ci diciamo), e poi
155
1938
risponde alla matematica e non viceversa. Se lo spazio
156
1938
cose in sè, ciò non potrebbe avvenire. Lo spazio
157
1938
intuire puro del senziente non è affatto idealismo nè
158
1938
cosa in sè, io non la intuisco col mio
159
1938
cosa di esistente che non sono io stesso senziente
160
1938
questa essenza da me non conosciuta c'è una
161
1938
meglio, l'intuizione fenomenica non esclude ma anzi richiede
162
1938
mi insegnerà poi a non scambiare il fenomeno intuito
163
1938
mio sentire, insiste Kant, non esclude ma richiede tale
164
1938
essendo il sentire puro, non per questo è qualcosa
165
1938
che è vero, e non può non essere così
166
1938
vero, e non può non essere così, che la
167
1938
ed avere una quantità), non può essere l'essenza
168
1938
cosa, la cui essenza non è quella matematica che
169
1938
in sè, perchè altrimenti non ci sarebbe potuta essere
170
1938
e di ingannevole; fenomeno non è illusione, ma è
171
1938
dunque, si obbietta Kant, non è tutto illusione o
172
1938
che spazio e tempo non investono la essenza intima
173
1938
intuirle estese e temporanee, non sono esse una nostra
174
1938
una nostra comune allucinazione? Non è vero; anzi, dice
175
1938
è nello spirito, ma non è spirituale; spirito è
176
1938
essenziali: senza di essi non c'è cogito. Pure
177
1938
cosa (il sentire), che non è essenziale al cogito
178
1938
un qualche cosa che non è spirito; ad es
179
1938
è dello spirito ma non gli è essenziale: indizio
180
1938
se Dio, facendomi tale, non ha voluto ingannarmi. ¶ Leibniz
181
1938
della monade leibniziana. ¶ Kant non accetta questa concezione del
182
1938
si fermasse il conoscere, non sarebbe neppure conoscere; mancherebbe
183
1938
vedremo) di oggettività. Perciò non c'è solo questo
184
1938
nella conoscenza. Tale innesto non toglie che il sentire
185
1938
quanto a me risultante) non sono tolte ma poste
186
1938
loro reale esistenza; altrimenti non ci sarebbe il mio
187
1938
ideali le cose ideali. Non è però idealismo sognante
188
1938
senso e di scienza, non può riuscire mai a
189
1938
dottrina, dunque – dice Kant – non è idealismo, se per
190
1938
scienza, nonostante la idealità (non appartenenza alle cose in
191
1938
delle costruzioni concettuali matematiche. Non è questo però il
192
1938
sentiamo di vivere e non soltanto in un acausale
193
1938
affermato che la matematica non è sintetica ma analitica
194
1938
fondata sul principio di non contraddizione), ma esse non
195
1938
non contraddizione), ma esse non costituiscono conoscenza reale. Questa
196
1938
in tale conoscenza reale non c'è alcuna necessità
197
1938
cioè tale conoscenza reale non è raggiunta. Hume riconosce
198
1938
osserva che la matematica non riguarda la realtà ma
199
1938
costituire le idee. ¶ Kant non accetta questo: per lui
200
1938
accetta questo: per lui non è vero ciò che
201
1938
dice che la matematica non riguardi la realtà esistenziale
202
1938
è anche sapere sintetico; non è vero che nelle
203
1938
c'era nel soggetto; non è vero che esse
204
1938
è vero che esse non abbiano riferimento alla realtà
205
1938
realtà, investe la realtà; non è pura astrazione ideale
206
1938
presenza dell'oggetto. Matematicizzare non è discorrere, è intuire
207
1938
tali enti matematici, che non sono però i materiali
208
1938
sono enti intuitivi puri, non materiati, non qualificati sensibilmente
209
1938
intuitivi puri, non materiati, non qualificati sensibilmente. ¶ Il sapere
210
1938
essere pura; la sinteticità non deve essere a discapito
211
1938
se no, la matematica non sarebbe conoscenza universale necessaria
212
1938
universale necessaria e quindi non sarebbe scienza. ¶ Tale intuitività
213
1938
scienza. ¶ Tale intuitività, però, non esclude la concettualità della
214
1938
e perciò intuire apriori non dovrebbe essere possibile. Per
215
1938
la cosa in sè non è il suo fenomeno
216
1938
intuente e cioè senziente non darà mai l'intuizione
217
1938
apriori; pure per Kant non è tale. Se ci
218
1938
esercitare, pur sempre avendola, non è che l'atto
219
1938
esplicitamente che il conoscere non intellettivo è informe, cioè
220
1938
una forma del sentire? Non pretendiamo di risolvere il
221
1938
intuizione pura. ¶ Il senso non è discorsivo, ma unicamente
222
1938
e viceversa l'intelletto non è intuitivo, ma discorsivo
223
1938
b) Presupposta obbiezione sulla non realtà della matematica. Risposta
224
1938
questa obbiezione: 1) tale realtà non può essere inseità delle
225
1938
no. Quella realtà che non deve sfuggire al conoscere
226
1938
senz'altro, se essa non è che un «insè
227
1938
è spazieggiare: la coscienza non può avere immagine di
228
1938
come intuire, in quanto non possiamo non aver coscienza
229
1938
in quanto non possiamo non aver coscienza dell'intuire
230
1938
intuizione empirica (sensibilmente qualitativa) non può non avere la
231
1938
sensibilmente qualitativa) non può non avere la sua purezza
232
1938
la sua purezza intuitiva (non essere cioè proprio una
233
1938
una intuizione) e cioè non avere la sua apriorità
234
1938
gli oggetti primi ineliminabili, non vi troveremo che spazio
235
1938
come elementi da sintetizzare non sono il 12, che è
236
1938
quid nuovo che pur non è che sintesi di
237
1938
Se spazio e tempo non fossero in nessun modo
238
1938
scienza, allora l'intuire non puro non fa scienza
239
1938
l'intuire non puro non fa scienza. Il fenomeno
240
1938
scientificabile; il fenomeno empirico non avrà mai l'universalità
241
1938
concesse le sue grazie. Non poteva cessare, perchè la
242
1938
di tanti, di tutti, non era il non esserci
243
1938
tutti, non era il non esserci ancora della Critica
244
1938
filosofia, anzi la metafisica, non cominciò certo solo con
245
1938
certo solo con Kant, non ostante che egli ne
246
1938
su problemi di metafisica non è certo cessato dopo
247
1938
dopo la sua Critica, non ostante che certo quella
248
1938
oggi più che mai, non è vano il richiamo
249
1938
matematica e della fisica, non della metafisica. L'oggetto
250
1938
pur problematico della metafisica non ci risulta esplicitamente. Kant
251
1938
spirituale umana in Kant non è mai nato il
252
1938
dubbio. Il «se» quindi non riguarda l'esserci della
253
1938
risolvere, nasce, dicemmo, dal non constare della metafisica come
254
1938
scienza, in quanto essa non è da tutti ammessa
255
1938
dogmatica. Kant, per ora, non ne ritiene alcuna come
256
1938
Kant, prima della Critica non sussiste. ¶ Il metodo da
257
1938
concetto problematico della filosofia non basterebbe. Per fortuna (pag
258
1938
necessaria (necessaria, cioè che non può non essere; universale
259
1938
cioè che non può non essere; universale, cioè valida
260
1938
dire: questo per me non vale). Tale universalità e
261
1938
Tale universalità e necessità non può fondarsi sull'esperienza
262
1938
di tutta l'umanità, non per questo sarebbe scienza
263
1938
molti o di tutti non può fondare la necessità
264
1938
e finirà; oggi questo non si intende: si è
265
1938
evitare un equivoco: questo non fondarsi della universalità e
266
1938
della conoscenza sulla esperienza non vuol dire escludere tale
267
1938
carattere kantiano della scienza: non fondarsi sull'esperienza ma
268
1938
matematica e fisica e non sul se ci sia
269
1938
costituire conoscenza la scienza, non basta il carattere di
270
1938
apriori, e cioè fondata non sulla esperienza ma sullo
271
1938
ma sullo stesso pensiero, non sarebbe conoscenza, in quanto
272
1938
sarebbe conoscenza, in quanto non riguarderebbe la realtà. La
273
1938
apriori le nozioni scientifiche non dipendono dalla esperienza, ma
274
1938
analitici, cioè esplicativi, che non apportano nulla di nuovo
275
1938
concetto di corpo quindi non si è avvantaggiato con
276
1938
il corpo è pesante; non è necessario, secondo Kant
277
1938
in analitici e sintetici non è qualche cosa che
278
1938
per tutti i pensanti, non devono i concetti che
279
1938
un nesso oggettivo che non si sa come risulti
280
1938
come abbiamo già detto, non intende porre e risolvere
281
1938
schietta logica formale, che non riguardi la realtà di
282
1938
ciò che si pensa. Non saremmo nella conoscenza. ¶ Questa
283
1938
mentale, alla esistenziale (e non puramente essenziale) realtà della
284
1938
perchè, se fosse analitica, non avrebbe questo riferimento alla
285
1938
mentale, di essenze pensate; non sarebbe, come invece deve
286
1938
Chiusa nella sua analiticità, non avrebbe rapporto di sorta
287
1938
con l'esperienza. ¶ Conoscere non è fantasticare, nè chiudersi
288
1938
se fino a lui non aveva ancora dato luogo
289
1938
della possibilità della conoscenza: non hanno visto che il
290
1938
che il criticismo kantiano non è solo il problema
291
1938
filosofo d'ora innanzi non potrà fare la sua
292
1938
la sua filosofia se non risolve anche coerentemente ad
293
1938
Per questo infatti egli non potrà rivolgersi a nessuno
294
1938
della filosofia per Kant non è soltanto uno dei
295
1938
che nella sua opera non c'era nulla di
296
1938
per i futuri maestri, non ad uso di scolari
297
1938
scolari (pag. 5), e che non sono per coloro «che
298
1938
storia della filosofia. Che non si possa filosofare senza
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vero che il filosofare non si risolve solo nella
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filosofico precedente, e cioè non è soltanto la ripresentazione
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ma dalla concretezza (che non è soltanto storica) dell
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è tale scienza. Questa non può permettere tale duplice
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anzi opposta presentazione: permettendola non sarebbe più, come deve
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sugli stessi problemi, ma non è vero affatto che
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i difetti dell'altro, non lo rinnega, lo integra
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lo integra. Ancora oggi non solo non è svanito
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Ancora oggi non solo non è svanito ma è
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scienza della natura egli non si accontenta più; ne
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questa che pare ma non è mutevolezza, Kant elogia
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scienza che sia filosofia non sarà possibile risolvere nessun
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c) sarà sicuro che non esiste ancora una metafisica
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ancora una metafisica perchè non si sono ancora avverate
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attuata prima della Critica non era scienza. ¶ Questa la
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dell'errore. Per Kant non c'era stata fino
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niuno seppe trarre vantaggio; non lo trasse certo, secondo
316
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vede che la causalità non è un risultato dell
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necessario ed identico, che non può constatarsi nelle cose
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nesso oggettivo della causalità non è tale, esso è
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ai rapporti tra idee; non può portar questa nell
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nel campo dei fatti; non c'è scienza dell
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è scienza dell'essere, non esiste la metafisica. ¶ Di
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presenta in questi termini: Non può, anzi non deve
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termini: Non può, anzi non deve il principio di
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come principio necessitante, e non deve così e solo
325
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esperienza, con la sua non necessaria successione di eventi
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sua nella umana speculazione, non solo non trovava risposta
327
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umana speculazione, non solo non trovava risposta, ma non
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non trovava risposta, ma non era neppure possibile porre
329
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dal fatto, che egli non si propose la questione
330
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principio di causa: questo «non è affatto l'unico
331
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quant'altra mai; indagine non mai tentata; indagine, a
332
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e svolgere la quale non esisteva ancora neppure l
333
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la logica aristotelica). Ma non si era pensato di
334
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essere in quanto tale. Non si vedeva l'inerenza
335
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come soltanto oggettivi e non costitutivi perciò del conoscere
336
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tanti, cui la metafisica non concesse le sue grazie
337
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ragioni mi persuasero a non esporre risultati di nuove
338
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fine che li unisce. ¶ Non vi misi le mani
339
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ha voluto dimostrare che non c'è un problema
340
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Benedetto Croce! I filosofi non devono esserci più, perchè
341
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spirituale, oltre la quale non c'è nulla. E
342
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spirituale è filosofia; cioè non v'ha più filosofia
343
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quali ragioni tal dubbio non è raro che si
344
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la soluzione di essi non c'è neppure il
345
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il pensare e perciò non c'è nessun pensante
346
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senza la loro soluzione non c'è il pensiero
347
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nessuna cosa, e perciò non c'è nulla. (Già
348
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in questi soli, i non filosofi diventano (e sono
349
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praticanti, mestieranti del pensiero, non pensatori, cioè non veramente
350
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pensiero, non pensatori, cioè non veramente pensanti. La vera
351
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filosofi. Di rivalsa, i non filosofi tacciano i filosofi
352
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la sua incomprensibilità e non rimarrà più nulla: altro
353
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essi sono veramente i non pensanti! In determinate contingenze
354
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filosofia, proprio in quanto non sanno risolvere tale difficoltà
355
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il vivere conta e non il pensare. ¶ Dal punto
356
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persone sarebbero archivi e non persone vive che vivano
357
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concreto, il vero sapere non è quello speculativo, ma
358
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che nella sua vuotezza non è nulla; non v
359
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vuotezza non è nulla; non v'è che la
360
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del vivere umano che non è filosofia. I filosofi
361
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filosofia. I filosofi, se non sono morti archivi, sono
362
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La filosofia dello spirito non potendo dirci chi siano
363
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la filosofia dell'atto non potendo dirci che cosa
364
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cui è sintomo. ¶ Ma non per questo dobbiamo, come
365
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quando si dice critica. Non riconosceremmo, non trarremmo vantaggio
366
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dice critica. Non riconosceremmo, non trarremmo vantaggio dal sintomo
367
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dal sintomo febbrile, filosoficamente non vivremmo. ¶ Per noi rimane
368
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che appartiene a tutti: non vi sarebbe dunque uno
369
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che tutti devono sapere: non vi sarebbe dunque uno
370
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un problema, dove altri non lo vedeva. Prima di
371
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valore della filosofia, ma non si dubitava della esistenza
372
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filosofia ci sarà, ma non ha valore; è la
373
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fede. In questi atteggiamenti non ci sono dubbi circa
374
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le conoscenze e che non bisognava che rinverdire, spiegare
375
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erano state mostrate parallele, non divergenti ma costituenti un
376
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dalla rivelazione religiosa, ma non rinnegandola. Ma proprio questo
377
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un pur luminoso passato, non si cammina; ci siamo
378
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semplice constatazione di Hume: non vedete che questa conoscenza
379
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ne sia l'origine, non ha nessun valore, perché
380
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ha nessun valore, perché non può attingere l'essenza
381
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infatti tante metafisiche ma non la metafisica. Cioè la
382
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metafisica. Cioè la filosofia non ha quella universalità e
383
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metafisica c'è o non c'è come scienza
384
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Possibilità, ricordiamo, per Kant non è che l'essenza
385
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diciamo esperienza: questa conoscenza non par possibile se non
386
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non par possibile se non presupponiamo già come reale
387
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con questo nesso ma non sapendo se attinge o
388
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nel nesso sostanziale e non soltanto in quello causale
389
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natura una natura che non sia l'esperienza. La
390
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di queste cose egli non può avere torto; la
391
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fenomeno. La conoscenza umana non è falsificante – come falsificante
392
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natura; il fenomeno naturale non è diverso da quello
393
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percipienti; il fenomeno naturale non è solo umano, non
394
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non è solo umano, non è creazione umana. Ha
395
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dalla legalità di natura). Non più dunque scetticismo della
396
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con la ragione noi non intendiamo in alcun modo
397
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come mucchio (il che non è neppure possibile) pure
398
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giudicare e perciò appunto non in sè. La ragione
399
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legalità naturale. Questa identificazione non dell'esperienza umana di
400
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è soltanto una falsificazione non uno sviluppo di Kant
401
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cosa arbitraria ed essi non servirebbero. Sono leggi che
402
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riempite del fenomeno e non delle cose in sè
403
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Kant forse anche lui non si è liberato del
404
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i principi sintetici apriori non sono altro che principi
405
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dell'esperienza possibile» e non possono mai essere riferiti
406
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sotto una natura conosciuta. Non è così per Kant
407
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è così per Kant; non bisogna confondere la cosa
408
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semplice contraddizione. Perchè natura non è che possibilità di
409
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alla natura soddisfi completamente, non diremo. Rimangono senza risposta
410
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sole finiranno; e perchè?) Non credo che si trovi
411
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per qualunque natura, quindi non più soltanto per soli
412
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delle categorie di giudizio. Non crediamo che Kant si
413
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assenza di contenuto e non l'ente intelligibile, la
414
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valgano per l'essere, non sono enti, ma solo
415
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vera è ciò che non può essere distrutto, ciò
416
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essere distrutto, ciò che non diviene, non finisce; e
417
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ciò che non diviene, non finisce; e questa essenza
418
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questa essenza immutabile che non finisce è solo quella
419
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essenza universale e necessaria, non possono essere che idee
420
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a dirsi vero. Ma non perciò questo mondo noumenico
421
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delle leggi naturali, che non attinge l'essere in
422
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fiero della sua scoperta: non devesi più confondere il
423
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il mondo noumenico, che non può essere che divino
424
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intelletto, soltanto formale e non ontologico. L'ontologismo dell
425
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L'intelletto kantiano perciò non è il soggetto, non
426
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non è il soggetto, non è l'io; l
427
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critica; così le categorie non saranno più scambiate per
428
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incapace, chi ne prescinde, non scoprirà mai l'insidia
429
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prescindendo dalla Critica. «Ma non può giovare a nulla
430
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delle cose in sè) non sia chiaramente dimostrata, e
431
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l'autoconoscenza della ragione non divenga vera scienza, nella
432
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infruttuoso, quei vani sforzi non saran mai tolti completamente
433
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dall'esperienza, ma che non per questo sono enti
434
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devono necessariamente avvenire – e non altro che i fenomeni
435
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vero invece l'opposto: non è la natura che
436
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legalità, la quale perciò non è eterogenea, in quanto
437
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sua presenza nell'uomo, non solo supera la singolarità
438
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e di cui esso non può spogliarsi; l'intelletto
439
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intelletto umano per Kant non dà esso a se
440
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possa spogliarsene ed esse non siano necessarie. L'intelletto
441
1938
necessarie. L'intelletto kantiano non è lo Spirito autocreatore
442
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fatto diventare dopo. Che non ci siano difficoltà e
443
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dell'intelletto, certo noi non neghiamo; ma neghiamo che
444
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pur costruire una fisica non imaginaria ma vera fisica
445
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quanto si voglia, esso non può essere quel fenomeno
446
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il copernicanesimo di Kant: non l'umanismo da una
447
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umanismo da una parte, non l'agnosticismo dall'altra
448
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generale? Kant parte ora non più dal senso (puro
449
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per la I parte, non più dall'intelletto (puro
450
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l'oggetto della metafisica; non l'apparenza o il
451
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apparenza o il divenire, non il greco mondo della
452
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greco mondo della sensibilità, non il contingente mondo naturale
453
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contingente mondo naturale cristiano, non il mondo fenomenico di
454
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ma l'essere che non ha cominciato, e che
455
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ha cominciato, e che non può finire; l'essere
456
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in sè; se no, non è più il sapere
457
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finora fatta da Kant non avevano certo bisogno nè
458
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nello stesso modo. Kant non vuole insegnare a matematici
459
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puri della ragione e non dell'intelletto. Di solito
460
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idee pure della ragione non pare si possa avere
461
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la libertà. Le idee non concorrono a formare l
462
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stessa idea di mondo non è esperienza possibile, non
463
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non è esperienza possibile, non può attuarsi in nessuna
464
1938
qualche cosa, quindi, che non comincia e non finisce
465
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che non comincia e non finisce. Ragionamenti falsi quelli
466
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in modo che uno non possa essere senza l
467
1938
questa categoria di reciprocità; non sentiamo noi forse questa
468
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una umanità comune; altrimenti non ci diremmo tutti uomini
469
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empiristi ed i monadisti non hanno compreso ciò profondamente
470
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una sua entità, laddove non ci troviamo che dinanzi
471
1938
verso di questo, ma non ci può dare, nella
472
1938
apriori, è del fenomeno, non dell'in sè. Elevare
473
1938
le regole dell'intelletto non è sufficiente a raggiungere
474
1938
realtà. Or la ragione non fa che quello. ¶ La
475
1938
di natura, del condizionato, non dell'Incondizionato; pur non
476
1938
non dell'Incondizionato; pur non potendo dirvi quale sia
477
1938
assoluta certezza che esso non è i vostri enti
478
1938
il suo compito nel non farci scambiare lucciole per
479
1938
falsi ragionamenti dell'Ideale, non servono a Kant soltanto
480
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eterna insoddisfazione umana, pure non si può dire che
481
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soddisfatto, perchè la ragione non solo teoreticamente ci attesta
482
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che gli enti naturali non sono essere in sè
483
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modo di raggiungere, se non di conoscere, questi enti
484
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e debba filosofare. Ma non sappiamo ancora quel che
485
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sintetica apriori. Cioè Kant non ha ancora risoluto il
486
1938
scienza? Kant in definitiva non risponde; e non poteva
487
1938
definitiva non risponde; e non poteva rispondere, e forse
488
1938
morì col rammarico di non aver dato questa risposta
489
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aver dato questa risposta. Non risponde, non ostante che
490
1938
questa risposta. Non risponde, non ostante che pur esplicitamente
491
1938
costruivano. Mancando la critica non ci si domandava fino
492
1938
della esperienza. Scienza che non può non essere unica
493
1938
Scienza che non può non essere unica, che non
494
1938
non essere unica, che non può esser diversa per
495
1938
essere in sè, che, non potendo essere scienza dell
496
1938
della conoscenza di esso non posso costruire scienza, ma
497
1938
che con la conoscenza non raggiungo. Or la metafisica
498
1938
uomo – puramente morale, anche non scienziato, non filosofo – possa
499
1938
morale, anche non scienziato, non filosofo – possa raggiungere l
500
1938
al IV quesito, risposta non trattata esplicitamente nei Prolegomeni