Teofilo Folengo, Orlandino, 1526

straccato sole; ¶ surge la notte da la parte adversa

accesi e fan di notte giorno. ¶ Carlo fra cento

la dissimula; ¶ insognasi di notte, langue e smania, ¶ chiamando

suo distina, ¶ e tutta notte di vegghiar supporta ¶ mentre

faccia! - ¶ 4. ¶ Fugge la breve notte col solaccio, ¶ e dicono

ne la ciambra ¶ di notte, ove l'ancise, lei

qual studia giorno e notte altrui punire! - ¶ Milon cotal

dà sol d'una notte, ¶ perché già Febo scampa

disquarte. ¶ 36. ¶ In quella istessa notte (o crudel rabbia!) ¶ cadde

E 'n la medesma notte sí lo affise ¶ nel

di questo in cotal notte uccise ¶ un capitan chiamato

quindi partito, da la notte ascoso ¶ va queto queto

Giratto avea già mezza notte il cielo, ¶ ché passo

di gabbia. ¶ 53. ¶ Tutta la notte vanno senza posa, ¶ dal

quel giorno e la notte seguente ¶ non mai di

nome, che di mezza notte ¶ d'una sibilla nacque

instante, ¶ ch'in una notte mandò quasi al basso

che molto armento, ¶ venendo notte, un pegoraro adduna. ¶ - Deh

si cure; ¶ dorme di notte sotto aperto cielo, ¶ non

marmi, ¶ cantando giorno e notte i santi carmi. ¶ 28. ¶ Stavan

campane fan rumore ¶ di notte, e poscia in chiesa

pone; ¶ e cosí tutta notte il padre santo ¶ ne

che Milone ¶ di mezza notte giunse armato in sella

l'ammaestrava giorno e notte. ¶ E come in Roma

mia satisfazione in una notte impetuosamente composta, essendomi da